martedì 27 agosto 2024

Ragione e fede

 

Olivier Bonnassies, autore con Michel-Yves Bolloré di un best-seller internazionale che incrocia cosmologia, fisica, storia e teologia, vorrebbe dimostrare che non c’è contrasto tra fede e ragione. Il libro si intitola Dio. La scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione (Edizioni Sonda, 612 pagine, euro 24,90), e i suoi due autori (ovviamente credenti) sono l’ingegnere informatico Michel-Yves Bolloré docente all’Université Paris-Dauphine e l’imprenditore Olivier Bonnassies diplomato all’École Polytecnique di Parigi e laureato in teologia all’Institute Catholique.

Il volume mostra come, «storicamente, le conquiste scientifiche siano sembrate allontanare sempre più l'uomo dall'idea di Dio. Negli ultimi decenni questo atteggiamento si è invertito. “Per quattro secoli, da Copernico a Freud, passando per Galileo, Newton, Laplace e Darwin, la scienza è sembrata in grado di spiegare sempre più cose senza bisogno dell'ipotesi di Dio. Marx e Freud, che si dichiaravano scienziati, cercarono persino di far credere che la religione fosse tossica, “l’oppio dei popoli”. Tutto questo ha generato una corrente materialista e scientista che ha dominato il XIX e il XX secolo. Le cose sono cambiate con la scoperta della termodinamica, che dimostra che l'universo si sta logorando e dirigendo verso una morte termica. L'universo ha quindi avuto un inizio. E questa scoperta, successivamente confermata da molti altri approcci razionali, ha implicazioni immense perché, se c'è un inizio, c'è un Dio».

E questo è già un errore, l’effetto di un ragionamento lineare, non circolare. Ma io vi chiedo: in una realtà curva, circolare o sferica – come quella dello spaziotempo einsteniano – non è detto che ci siano un inizio e una fine. Dove si trovano in un cerchio?

E poi questa antinomia inizio/fine è esattamente una diade, dove una polarità rimanda all’altra e quindi le due sono complementari. Contrapposte sì, ma unite in un moto circolare senza inizio e senza fine.

«In primo luogo – continuano gli autori – ora sappiamo con certezza che l'universo è composto da tempo, spazio e materia indissolubilmente legati; in secondo luogo, che sicuramente ha avuto un inizio assoluto; e in terzo luogo, che è straordinariamente regolato in tutti i suoi aspetti per consentire la vita complessa. Queste tre scoperte hanno enormi implicazioni, perché se il tempo, lo spazio e la materia, intimamente legati, hanno avuto un inizio, è perché la causa all'origine per definizione trascende il nostro universo, cioè è non spaziale, non temporale e non materiale, visto che ha avuto il potere di creare tutto ciò che esiste, e che lo ha anche regolato in modo che i quark e gli atomi potessero essere stabili con valori molto precisi (senza i quali non sarebbe possibile alcuna evoluzione complessa), che le stelle potessero bruciare per 10 miliardi di anni e che si potesse sviluppare la vita complessa. Con questi importantissimi e semplicissimi risultati, la scienza ci fornisce l'esatta definizione di ciò che tutte le filosofie e tutte le religioni classiche indicano come Dio, cioè un essere trascendente, esterno all'universo, che lo ha creato affinché un giorno potessero emergere la vita complessa e gli esseri umani».

Anche questo può essere non vero. Anzi, è più probabile che il Big Bang non sia affatto l’inizio ma un inizio di un ciclo che si ripete all’infinito. Avanti e indietro, avanti e indietro… in una oscillazione infinita.

E, in ogni caso, questo non dimostra affatto l’esistenza di un Dio cristiano, sceso nello spaziotempo, ma di un Dio trascendente.

Come dico sempre, noi non possiamo dimostrare l’inesistenza di Dio, ma possiamo dimostrare l’inesistenza di certe immagini di Dio, fra cui sicuramente quella cristiana, la più materialista e ingenua di tutte,

E arriviamo alla affermazioni teologiche: “Dio ha creato l’uomo perché lo cerchi”! La solita psicopatologia cristologica.

Se mio padre mi avessi generato “perché lo cerchi”, io gli direi. Ma vai a farti curare il cervello!

Il problema è che si vuole usare per dimostrare l’esistenza d Dio una logica tutta umana, piccola e limitata, che non è in grado di dimostrare ciò che la trascende.  

E ora leggete questo articolo apparso su Eronews Italiano intitolato: “Se qualcuno ci avesse creato, non sarebbe stato certamente intelligente”.

 

L'evoluzione biologica è un dato di fatto, anche se i negazionisti vi si oppongono. Questa teoria ha molte prove scientifiche a sostegno.

Ad esempio, mentre James Usher, arcivescovo d'Irlanda (che ha tentato di quantificare gli eventi biblici) ha fatto risalire la creazione al 4004 a.C., le prove geologiche suggeriscono che l'età della Terra sia di circa 4,5 miliardi di anni. Anche l'esistenza di fossili di animali antichi risalenti a milioni di anni fa conferma queste scoperte geologiche.

Naturalmente, qualcuno ha cercato di trovare una spiegazione religiosa e soprannaturale anche per l'esistenza di questi fossili, ad esempio che Dio ha creato i fossili per mettere alla prova la nostra fede; o che i dinosauri si sono estinti perché non entravano nell'Arca di Noè, oppure che vivevano insieme agli umani prima della Grande Tempesta dell'era di Noè.

Sebbene nessun fossile umano e di dinosauro sia mai stato trovato in uno strato geologico comune per dimostrare questa tesi, cio non è bastato a convincere gli oppositori alla teoria dell'«evoluzione» e tutt'oggi, nelle opere religiose, si possono vedere molte immagini di umani primitivi che coesistono con i dinosauri.

Un «disegno intelligente»

C'è anche una corrente di pensiero che crede che l'esistenza di Dio possa essere spiegata parallelamente al processo di «evoluzione» perché la stessa evoluzione deve essere condotta secondo «un disegno prestabilito» e un «disegno intelligente». In realtà, stanno cercando di inserire in qualche modo l'idea dell'esistenza di Dio in questa teoria e di spiegarla insieme alle prove dell'evoluzione biologica.

Pertanto, i sostenitori del «disegno intelligente» accettano che gli esseri viventi si evolvano, ma ritengono che questa evoluzione richieda un regista e non possa avvenire per caso.

Una delle parti più belle della teoria dell'evoluzione di Darwin-Wallace è che spiega l'evoluzione biologica in termini di cambiamenti che avvengono attraverso il caso e la selezione e in base alle condizioni della natura. Il processo non richiede un'entità a monte, un controllore o una tabella di marcia.

In altre parole, le trasformazioni avvenute sul pianeta nel corso di miliardi di anni hanno causato la nascita del tipo «umano» e, se prevalessero altre condizioni, è probabile che nemmeno gli umani esisterebbero.

Complessità irriducibile

Uno degli argomenti dei sostenitori del «disegno intelligente» per spiegare il loro punto di vista è enfatizzare la questione della «complessità irriducibile». Indicano strutture biologiche molto complesse, come l'occhio umano, e affermano che una tale struttura richieda la presenza di molti elementi e che non possa essersi formata per coincidenza e dall'accumulo di piccoli cambiamenti.

Ma questo argomento è facilmente confutabile, perché ciò che accade nell'evoluzione è che alcuni elementi trovano nuove funzioni. Nella grande famiglia delle proteine, ad esempio, molte di esse hanno funzioni multiple e non correlate. Per quanto riguarda gli occhi, ancora oggi ci sono animali che hanno una struttura oculare più simile a quella dei nostri antenati che alla nostra.

La migliore argomentazione contro il «disegno intelligente» è tutta l'evidenza che dimostra che, anche se ci fosse un grande disegnatore, sembrerebbe essere «non così intelligente».

Gli studi biologici hanno dimostrato chiaramente che o tutto è avvenuto per caso o che la persona che gestiva il tutto non ha svolto correttamente il suo lavoro.

L'evoluzione biologica è come cercare di ricostruire una casa già costruita. Non puoi demolire e ricostruire l'intera casa; ma puoi manipolarne alcune parti, allargare una porta o aggiungere un'altra stanza.

Queste riforme graduali alla fine si sovrapporrebbero, come le chiese in cui coesistono diversi stili architettonici perché costruite nel corso di diversi secoli.

Nell'universo, anche nei corpi degli organismi, ci sono cose che sono state utili per un certo periodo di tempo ma che poi hanno dovuto adattarsi gradualmente ai cambiamenti; altrimenti o diventano una seccatura per il corpo, oppure scompaiono gradualmente o, in alcuni casi, causano anche l'estinzione di una specie.

Ad esempio, malattie come la lombalgia, l'ernia del disco e le emorroidi esistono perché siamo stati quadrupedi per milioni di anni e molte parti del corpo non si sono ancora adattate alla camminata umana su due gambe. Un altro esempio è il soffocamento di molti bambini dovuto al fatto che l'apparato digerente condivide lo spazio con il tratto respiratorio, mentre è facile separare i due spazi. Anche il posizionamento dell'apertura anale vicino al tratto genitale a volte causa gravi infezioni.

E non è solo nell'anatomia che si possono trovare difetti nella progettazione del corpo. Nel corpo umano ci sono a volte molti disturbi biochimici, che ora possono essere superati grazie all'ingegneria genetica.

In questo modo, se vogliamo credere in un «costruttore superiore», accettiamo almeno che tali costruttori dovrebbero anche essere «competenti» per svolgere un simile lavoro.

Codici genetici

La migliore evidenza di «evoluzione» si trova nella struttura del DNA. Tutti gli organismi viventi hanno lo stesso codice genetico e questo ha determinato il successo nella scienza dell'ingegneria genetica perché i geni di un organismo possono funzionare in un altro organismo e, grazie a questo fatto, possiamo produrre insulina umana nei batteri.

Ora la domanda è: se un essere superiore creasse organismi dal «nulla», non sarebbe più ragionevole dare a ciascuno di quegli organismi un codice genetico diverso? perché, come dice la Bibbia, ciò avrebbe impedito il trasferimento genico tra le specie e avrebbe dimostrato che tutti gli organismi sono stati creati indipendentemente?

Questo concetto è stato da me espresso varie volte. Nell'evoluzione vediamo certamente in azione una bella intelligenza, ma anche errori, cose sbagliate, ripensamenti e rabberci... insomma non un Dio perfetto. Semmai, qualcosa che si fa da sola, con grande fatica, attraverso prove e tentativi. Purtroppo, gli esperimenti, spesso falliti, siamo noi! 

Allora piantiamola col Dio perfetto che crea l'universo dal nulla e pensiamo piuttosto a qualcosa che si fa da sola, commettendo errori. Rivalutiamo il concetto di spontaneità. Questo significa "natura": una grande opera collettiva di costruzione ed espansione, che può anche fallire.

 




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