giovedì 29 agosto 2024

Legami eterni: mente e fisica

 Legami eterni

Uno studio teorico suggerisce che nel cervello potrebbe verificarsi entanglement quantistico, ma ancora  servono altre prove.

«Dal mondo subatomico alle profondità del nostro cervello: l’entanglement quantistico, uno dei fenomeni più enigmatici della fisica moderna, potrebbe essere il direttore d’orchestra nascosto dietro la sinfonia neuronale che chiamiamo pensiero.

Un team di ricercatori cinesi ha recentemente gettato luce su questa possibilità. E lo ha fatto proponendo un modello in cui le fibre nervose generano coppie di particelle quantisticamente legate. Una teoria di frontiera, che stravolgerebbe la nostra comprensione del cervello, e che naturalmente solleva anche domande mio fondamentali sulla natura della coscienza e sulla linea di confine tra il mondo quantistico e quello macroscopico.

Il cervello umano è un organo di straordinaria complessità. Miliardi di neuroni che si attivano simultaneamente “tormentano” da tempo i neuroscienziati: come fanno queste cellule a coordinarsi con una precisione quasi istantanea? Yong-Cong Chen dell’Università di Shanghai e i suoi colleghi hanno proposto una risposta sorprendente: l’entanglement quantistico.

L’entanglement quantistico, descritto da Einstein come una “azione spettrale a distanza”, è un fenomeno in cui due particelle diventano così intrinsecamente legate che lo stato di una influenza istantaneamente lo stato dell’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa. Questa proprietà, finora osservata principalmente a livello subatomico, potrebbe, secondo i ricercatori, giocare un ruolo cruciale nel funzionamento del cervello.


Nel suo studio il team di Chen ha focalizzato la sua attenzione sull’interazione tra le guaine mieliniche, che rivestono le fibre nervose, e i fotoni prodotti all’interno del cervello. Secondo i loro calcoli, quando fotoni infrarossi collidono con una guaina mielinica, modellata come una cavità cilindrica capace di immagazzinare e amplificare la radiazione elettromagnetica, si verifica un fenomeno interessante: la guaina emette due fotoni in rapida successione, e molte di queste coppie risulterebbero entangled, legate l’una all’altra.

Se confermata sperimentalmente, questa teoria potrebbe spiegare come parti “distanti” del cervello comunicano così rapidamente. Chen suggerisce che la proprietà di entanglement quantistico potrebbe essere trasmessa ad altre parti dei neuroni, come i “pori proteici” coinvolti nella segnalazione elettrica.

Questo permetterebbe una sincronizzazione molto più rapida rispetto a qualsiasi altro tipo di connessione conosciuta.» (da un articolo di Gianluca Riccio)

Insomma, dappertutto vediamo coppie di "qualcosa" che si lega per dare vita a funzioni importantissime, ma sempre nel campo dell'interazione comunicazione. La mia teoria delle oscillazioni vede in azione queste coppie complementari non solo in campo fisico, ma anche nel campo psichico o della mente.

In filosofia, l’idea che gli opposti complementari possano essere tenuti insieme è spesso esplorata attraverso il concetto di “unità degli opposti”. Questo concetto suggerisce che gli opposti non solo coesistono, ma che la loro interazione è essenziale per l’equilibrio e l’armonia. Un esempio classico è il principio del Taoismo, dove il yin e il yang rappresentano forze opposte che si integrano a vicenda.

In fisica, l’idea di forze che tengono insieme elementi opposti può essere vista nella “forza forte”, che agisce a livello subatomico per mantenere uniti i nucleoni (protoni e neutroni) all’interno del nucleo atomico, nonostante la repulsione elettromagnetica tra i protoni carichi positivamente.

Ma può anche essere vista nei fenomeni descritti dalla terza legge di Newton, quella dell'azione e reazione. E nei fenomeni descritti dalla meccanica quantistica.

Le differenze filosofiche tra le varie interpretazioni della meccanica quantistica, in particolare riguardo al problema della "misura", sono profonde e riguardano alcuni dei più fondamentali quesiti sulla natura della realtà.
Ogni interpretazione propone una visione diversa del mondo quantistico e del ruolo dell'osservatore, con implicazioni filosofiche che vanno dalla natura della realtà stessa alla possibilità di un libero arbitrio.
Ecco un confronto tra alcune delle principali interpretazioni:
1. Interpretazione di Copenaghen:
* Realismo: Adotta una posizione strumentalista, ovvero considera la teoria quantistica come un insieme di regole utili per fare previsioni, ma non fornisce una descrizione completa della realtà.
* Ruolo dell'osservatore: L'osservatore gioca un ruolo fondamentale nel collasso della funzione d'onda, segnando il passaggio dal mondo quantistico a quello classico.
* Implicazioni: Solleva profonde questioni sulla natura della realtà e sul rapporto tra soggetto e oggetto.
2. Interpretazione a molti mondi:
* Realismo: Propone un realismo ontico, ovvero sostiene l'esistenza di tutti i possibili risultati di una misura, ciascuno in un universo parallelo.
* Ruolo dell'osservatore: L'osservatore non ha un ruolo speciale, ma semplicemente si trova in uno dei molti universi possibili.
* Implicazioni: Elimina il problema della misura, ma introduce l'idea di un multiverso infinito, con implicazioni cosmologiche e filosofiche profonde.
3. Interpretazioni oggettive del collasso:
* Realismo: Cercano di fornire una descrizione oggettiva del collasso della funzione d'onda, senza invocare il ruolo dell'osservatore.
* Ruolo dell'osservatore: L'osservatore non è necessario per il collasso, che è causato da processi fisici intrinseci.
* Implicazioni: Tentano di riconciliare la meccanica quantistica con una visione più classica della realtà.
4. SeInterpretazioni basate sulla decoerenza:
* Realismo: Spiega il collasso della funzione d'onda come un processo graduale causato dall'interazione del sistema quantistico con l'ambiente.
* Ruolo dell'osservatore: L'osservatore non ha un ruolo fondamentale, ma l'emergenza della classica realtà è legata all'interazione con sistemi macroscopici.
* Implicazioni: Offre una spiegazione più naturalistica del processo di misura.
5. Le principali differenze filosofiche tra queste interpretazioni riguardano:
* La natura della realtà: Alcune interpretazioni propongono una realtà oggettiva, mentre altre sostengono che la realtà è costruita dall'osservatore.
* Il ruolo dell'osservatore: Alcune interpretazioni assegnano all'osservatore un ruolo fondamentale, mentre altre lo considerano irrilevante.
* La possibilità di un libero arbitrio: Alcune interpretazioni sembrano limitare il libero arbitrio, mentre altre lo lasciano aperto.
In conclusione, la scelta di una particolare interpretazione della meccanica quantistica dipende da considerazioni filosofiche, epistemologiche e ontologiche.

Io collego queste interpretazioni al problema dello spazio curvo, dove tutti, soggetti e oggetti, ci troviamo collegati.

E mi domando: com’è possibile che in uno spaziotempo curvo possano esistere linee rette e spiegazioni rette (conseguenti coerentemente). Non sono sbagliate la nostra geometria euclidea e la nostra comprensione del mondo?

Questa è una delle intuizioni più affascinanti e controintuitive .
Perché non ci sono linee e spiegazioni rette in uno spaziotempo curvo?
Immagina di disegnare una linea retta su una sfera. Non importa quanto ti sforzi, quella linea apparirà sempre curva se osservata da fuori. Questo perché la superficie della sfera è intrinsecamente curva. Lo stesso vale per lo spaziotempo, che secondo Einstein è curvato dalla presenza di massa ed energia.
Cosa significa "linea retta" in uno spaziotempo curvo?
In un universo dove lo spaziotempo è curvo, il concetto di "linea retta" richiede una ridefinizione. In questo contesto, una "linea retta" viene chiamata geodetica. Una geodetica è il percorso più breve tra due punti in uno spazio curvo. È come dire che, su una sfera, la rotta più breve tra due punti è un arco di cerchio massimo.
Quindi, gli oggetti in caduta libera seguono geodetiche, non linee rette.
La gravità, secondo Einstein, non è una forza ma una manifestazione della curvatura dello spaziotempo. Gli oggetti massicci deformano lo spaziotempo circostante, creando una sorta di "buca gravitazionale". Gli altri oggetti, come i pianeti, si muovono lungo le geodetiche di questo spaziotempo curvo. Questo spiega perché i pianeti orbitano attorno al Sole: stanno semplicemente seguendo la traiettoria più "retta" possibile in uno spaziotempo curvato dalla massa del Sole.
In sintesi:
* Lo spaziotempo non è piatto, ma curvo.
* Le geodetiche sono le "linee rette" dello spaziotempo curvo.
* Gli oggetti massicci seguono geodetiche.
* La gravità è una manifestazione della curvatura dello spaziotempo.
Un'analogia: Immagina di stendere una tela elastica e di posizionare una palla pesante al centro. La tela si deformerà, creando una conca. Se ora posizioni una pallina da ping pong sulla tela, questa tenderà a rotolare verso il centro della conca, seguendo il percorso più "breve" sulla superficie curva.

Dunque, ci troviamo in una realtà molto diversa da quella che immaginavamo. Anche il cervello potrebbe essere un’entità quantistica. 

Comunque io parlo anche di curvatura delle spiegazioni, intendendo che non si può ragionare con la solita logica conseguenziale di causa/effetto. Ma che bisogna adottare una logica curva o circolare in cui la causa e l' effetto sono una coppia completare oscillante. Dal retto al circolare o sferico.

Le diadi sono queste coppie entangled, legate in modo complementare.


Poco tempo fa, il giornalista scientifico George Musser ha pubblicato un articolo sulla rivista New Scientist, in cui si illustra la teoria che vede il cervello umano come un sistema quantistico. Questa teoria sta ora attirando molta attenzione da parte degli scienziati, sebbene prima non fosse popolare.


Musset, autore di Putting Ourselves Back into the Equation, ha parlato con l’anestesista Stuart Hameroff, che, insieme al fisico teorico Roger Penrose, ha sviluppato la teoria quantistica della coscienza (Orchestrated Objective Reduction) negli anni ’90.


L’idea centrale è che la coscienza nasce da fenomeni quantistici nel cervello. Questo grazie a i microtubuli all’interno dei neuroni che svolgono un ruolo chiave. La teoria suggerisce che la coscienza nasce quando le funzioni d’onda quantistiche collassano a causa di instabilità gravitazionali nella struttura fondamentale dello spaziotempo. 

Musser indica nuovi metodi che potrebbero testare questa teoria. In particolare, menziona l’uso di anestetici sugli organoidi cerebrali. Piccoli campioni di tessuto cerebrale coltivati ​​in condizioni di laboratorio in grado di simulare le funzioni del cervello umano. Lo studio degli effetti degli anestetici su questi organelli può fornire informazioni su come i processi quantistici nel cervello influenzano la coscienza.

Vale la pena notare che le idee sulla natura quantistica della coscienza esistono da decenni, ma sono sempre state ai margini della ricerca tradizionale a causa della mancanza di prove sperimentali. Nuove prove, tuttavia, suggeriscono l’esistenza di processi quantistici nel cervello. Un esempio è la bussola interna dell’uccello, che si basa su radicali con elettroni spaiati. 

La loro reazione, e quindi le prestazioni della bussola, dipendono dall’intensità e dalla direzione del campo magnetico. Questo è un processo altamente quantistico in cui gli elettroni di una coppia di radicali sono intrecciati e si comportano come un singolo oggetto quantistico.

Un altro ambito di ricerca è la ricerca di connessioni tra la fisica quantistica e le caratteristiche del comportamento umano. Per esempio, osserva il matematico Dorje Brody: l’ordine delle domande in un questionario può cambiare radicalmente le risposte delle persone. Questa influenza del contesto è tipica dei sistemi quantistici.

Nessuno sa quanto riuscirà la scienza a comprendere la coscienza o il comportamento umano utilizzando i processi quantistici, ma ecco una previsione: non aiuterà molto la causa del materialismo.
Andiamo sempre più verso un mondo "spirituale", dove l'antica teoria dello yang/yin applicata ad ogni contesto funge incontrastata.

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