lunedì 28 dicembre 2009

Il cielo e la mente

Il cielo non è toccato dalle nuvole – è libero. Lo stesso è per la mente. D’accordo, pensieri, ansie, preoccupazioni, paure, esaltazioni, depressioni...passano di continuo e sembrano trascinarti via. Ma non è così: sotto c’è qualcosa che non ne viene toccato.


Questo è la condizione della meditazione. Quando certi stati d’animo negativi si impadroniscono di te, ricordati di quello spicchio di cielo, puro, incontaminato...E cerca di ritrovarlo.

sabato 26 dicembre 2009

Tempo e desiderio

Il tempo non è altro che desiderio, il desiderio non è altro che tempo. Se fermi l’uno, fermi l’altro. È il desiderio che fa girare la ruota del divenire, ed è per questo che non riusciamo ad assaporare nemmeno il momento presente: subito ci protendiamo verso il momento successivo.


La meditazione è assaporare il più possibile il momento attuale, il qui ed ora. Tutto sta nel non protendersi verso il momento successivo, nemmeno verso il respiro successivo. Allora il tempo rallenta.

mercoledì 23 dicembre 2009

Natale 2009

Natale è la festa della nascita di Gesù. E questo ci ricorda che il cristianesimo è riuscito a piazzare in cielo (anche se con qualche difficoltà) una “sacra famiglia”, con tanto di Padre, di Madre e di Figlio – una vera creazione del genio italico: teniamo famiglia. Ma il culto di “Gesù bambino” ci ricorda, ahimè, che questa religione è espressione di uno stadio infantile dell’umanità. Non sono gli dèi in cielo che ci salveranno, perché anche loro hanno limiti evidenti. Forse, sarebbe finalmente il caso di comprendere che, sotto il mito dell’incarnazione di Dio nel mondo, si trova la semplice idea che dobbiamo cercare la il Divino non in cielo, ma dentro di noi. Auguri a tutti.
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martedì 22 dicembre 2009

Amore di sé

Il rapporto con se stessi può essere problematico. Molti cercano di amare un altro, ma non riescono ad amare se stessi. Bisogna allora ricordarsi che, prima di poter amare gli altri, bisogna imparare ad amare se stessi. Diceva il Buddha: «Forse cercherai nel mondo qualcuno più meritevole di te di ricevere amore. Ma non lo troverai. Come chiunque nell’universo, anche tu sei meritevole di essere amato».


Questo va detto per coloro che cianciano di “amare il prossimo”, ma non sanno nemmeno amare se stessi.

domenica 20 dicembre 2009

"Fare" meditazione

Quando decidi di fare meditazione, quando senti il richiamo o il bisogno di meditare, in realtà stai già facendo meditazione, qualunque cosa tu faccia o non faccia. Anzi, è molto meglio in quel momento non fare nulla. Non facendo nulla, “fai” meditazione.


Devi fare qualcosa di speciale? Devi seguire qualche tecnica particolare? Puoi e non puoi. Dipende da te, da come ti sei abituato a meditare, dal metodo che ti piace di più (seguire il respiro, ripetere un mantra, contare e respiri, fare il vuoto mentale, sognare in modo consapevole, ecc.). Ma anche da nessun metodo.

Sai che cosa rispose un maestro zen a chi gli aveva chiesto che cosa fosse la meditazione?

«Niente di speciale.»

Perciò, quando senti quel bisogno, mettiti tranquillo. Se già in meditazione. La tranquillità che provi è meditazione.

giovedì 17 dicembre 2009

Stato di trascendenza

Se cerchiamo un significato razionale del mondo, possiamo dire che è semplicemente la vita che afferma se stessa a qualunque costo; più in là non si può andare. Se cerchiamo un senso del mondo, questo non può che essere variabile, andando dalla felicità alla disperazione, dall’impulso entusiastico a riprodursi alla scoperta dell’insensatezza del tutto.


Ma chi medita non deve cedere né ai significati né alle sensazioni. Ciò che conta è lo stato d’animo di fondo, alieno tanto dal facile ottimismo e dalle fedi quanto dalla depressione. Tale stato d’animo è in realtà la condizione dell’Osservatore imparziale, capace di essere al di là degli impulsi e delle spiegazioni temporanee. Ed è già uno stato di trascendenza. Potremmo definirlo “divino”, ma è superiore anche ai nostri miseri dèi.

Questa è la pratica della meditazione, al di là d’ogni mitologia.

mercoledì 16 dicembre 2009

Retorica religiosa

Quando sentiamo affermazioni come «l’amore vincerà sull’odio», capiamo che i luoghi comuni sono duri a morire, soprattutto in chi non è abituato a riflettere. L’amore non può prevalere sull’odio, così come la luce non può prevalere sul buio, per il semplice fatto che si tratta di due facce della stessa medaglia. Dove c’è amore c’è odio. E, se l’amore vincesse definitivamente, scomparirebbe insieme con il suo complementare.


L’amore non vincerà, e neppure l’odio. I due sono destinati a convivere insieme, per sempre.

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martedì 15 dicembre 2009

Elogio della quiete

Tutti questi “uomini di potere”, contenti di avere un’agenda fitta di impegni e che si spostano da mane a sera senza un attimo di respiro, non ci incantano: sono in realtà dei poveri di spirito che nascondono con una simile attività frenetica il loro vuoto sostanziale. Si credono importanti, ma sono uomini da poco; si credono al centro del mondo, ma non fanno altro che inquinare il mondo. Se fossero privati del loro potere, cadrebbero subito in depressione.


È inutile fare tanti convegni sul surriscaldamento globale se questo è il modello dell’uomo di successo.

Perché tra i nostri valori non c’è quello della quiete? Eppure è più importante del pane per il nostro benessere. Certo, la quiete bisogna saperla riempire. Ma come riuscirebbero a riempirla coloro che non sono abituati a stare fermi? Non diceva Pascal che tutti i nostri problemi nascono dal fatto che non si riesce a stare fermi un’ora in una stanza?

lunedì 14 dicembre 2009

Il fascino dei simboli

A Rio de Janeiro ci sono narcotrafficanti “evangelizzati”, ossia uomini che scrivono sui muri e si tatuano sui corpi frasi della Bibbia, ma che poi bruciano o fanno a pezzi i loro nemici. Anche da noi molti mafiosi leggono la Bibbia, hanno la casa piena di statuette della Madonna e vanno a messa tutte le domeniche.


Questo succede quando una religione diventa pura esteriorità o tradizione. Anche un killer può allora ritenersi un buon cristiano, perché la religione non gli ha insegnato a fare i conti con la propria coscienza. Tutto è affidato a segni esteriori (crocifissi, immagini sacre, ecc.) e a rituali. Niente passa attraverso la coscienza. – Oppure, se ci passa, viene subito scacciato ricordando che “Dio può perdonare tutto”.

Religioni e violenza

Le religioni cedono all’intolleranza e alla violenza solo per affermare che la loro idea di Dio è la più giusta. E c’è da chiedersi come mai chi ha una fede sviluppi tanto odio per chi ha un’altra fede, al punto di volerlo distruggere. È notevole il fatto che questo capiti in un campo in cui si parla tanto di amore e di altruismo, e non succeda in altri campi. Nessuno ha mai promosso una guerra per affermare la propria concezioni filosofica o scientifica, mentre le maggiori religioni hanno sempre scatenato guerre contro gli “infedeli” delle altre religioni. La storia è piena di “guerre sante”. Che cosa c’è che suscita tanto fanatismo?


Il problema è che la fede religiosa, quando s’incarna in una istituzione pubblica, diventa l’elemento portante della società; e chi tocca quella fede è come se volesse distruggere le fondamenta di quella società.

Dunque, è quando la religione si esteriorizza che diventa omicida. Quando invece resta dove dovrebbe sempre rimanere – nell’interiorità – può suscitare un po’ di disappunto, ma mai una guerra.

sabato 12 dicembre 2009

Preti pedofili

Il papa si dichiara scosso e addolorato per l’ennesimo scandalo dei preti pedofili in Irlanda. Ma non può più far finta di cadere dalle nuvole. Dopo vicende analoghe negli USA e in Spagna, la pedofilia nei preti non può essere considerata casuale; in nessun altro gruppo sociale c’è un così gran numero di pervertiti. E il motivo non è difficile da capire. È legato al tipo di educazione che i sacerdoti ricevono nei seminari – un’educazione rigorosamente “omosessuale” – e soprattutto alla repressione sessuale che viene loro imposta.


La sessualità è elemento strutturale dell’essere umano e non può essere repressa senza gravi conseguenze sul piano psicologico. In sostanza, un prete rimane un essere infantile e deresponsabilizzato, che non conosce l’altro sesso, e che rivolge le proprie attenzioni alle persone che frequenta. E chi non ha la fortuna (o il coraggio) di farsi un’amante o un amante, non può che rivolgersi ai bambini.

Tutto nasce dunque dalla negazione di uno dei più fondamentali diritti degli esseri umani: il diritto alla sessualità. E, finché questo diritto non sarà riconosciuto ai preti, assisteremo a scandali del genere.

Che cosa farà il papa nei confronti di questi preti? Li scomunicherà o si limiterà a trasferirli da una sede all’altra come ha sempre fatto finora?

venerdì 11 dicembre 2009

L'io autentico

Siamo convinti di essere degli io, ma è difficile dire dove un incomincia un io e dove finisca l’altro. Spesso, più che un io individuale, c’è una specie di io collettivo, una specie di comunità, come quella delle formiche o dei coralli.


L’uomo non è padrone di se stesso perché non ha integrato in sé i vari pezzi sparsi del suo io (derivanti dalla famiglia, dalla società, dall’educazione, dalla religione, dallo Stato, dal periodo storico, ecc). Non si è ancora appropriato di sé. Da qui il senso di alienazione e di irrealtà.

Il giovane è una costellazione di questi io, spesso in conflitto tra loro. E il suo compito è quello di coordinare e unificare il tutto in una personalità originale. Non è un lavoro facile. Ma nessuno può sapere ciò che sei e nessuno può farlo al posto tuo. Eppure tutti lo fanno, tutti vorrebbero dirti ciò che devi essere.

Tu non ascoltarli. Tu devi sceglierti.

giovedì 10 dicembre 2009

Trascendenza e Dio

“Trascendenza” è la tendenza ad andare oltre, a oltrepassare. Ma, quando ci si rinchiude nel piccolo orizzonte di una fede, ci si impedisce proprio questo procedere oltre.

mercoledì 2 dicembre 2009

L'unità uomo/mondo

Qualcuno penserà che la meditazione sia una perdita di tempo o una cosa oziosa, e che la vita debba essere attività, movimento, lavoro, costruzione, ecc. Ebbene questo atteggiamento, così diffuso, è all’origine dell’infelicità dell’uomo, perché l’uomo d’oggi non si sente più parte di un tutto cui deve armonizzarsi, ma come un apprendista stregone che deve dominare e piegare il mondo ai propri voleri. Non è più il fattore contemplativo/armonizzativo che prevale, ma il fattore trasformatore/manipolatore che nasce però da un intimo dissidio. La disarmonia tra l’uomo e il mondo risale alla civiltà cristiana, che ha cancellato l’antico atteggiamento theoretico della filosofia greca e della sapienza orientale.


Per il cristianesimo l’uomo non è più un frammento del tutto (che dipende dal tutto ma da cui anche il tutto dipende), bensì un essere creato da un Dio che non si identifica con il cosmo. Mentre per l’antichità Dio era la Totalità, con il cristianesimo diventa un Padrone, un Dominus, che crea il mondo, dopo la Caduta, come luogo di pena e di transito temporaneo.

L’uomo e il mondo non sono più in armonia, e l’uomo non deve più contemplare il mondo per cercare di assimilarvisi, ma deve piuttosto costruire un altro ordine che non ha più nulla di naturale. Ciò che l’uomo crea non è più in armonia con il cosmo, ma è un atto di dominazione. E questa distruzione dell’unità uomo/natura è ben visibile nel degrado ambientale.

Il rapporto tra l’uomo e il mondo è lo stesso che corre tra Dio e l’uomo. Due ordini che non coincidono: il mondo è fatto per essere assoggettato, è qualcosa da plasmare.

Quando la sensibilità moderna giunge a dire che l’uomo si sente “gettato” nel mondo, in un mondo destituito d’ogni senso, ecco che siamo all’atto ultimo di quel percorso che, inaugurato dal cristianesimo, ha portato l’uomo, ormai consapevole della morte di Dio, a questo senso di abbandono.

Ma il senso è un’esperienza di comunione, di comunicazione, proprio quella che è stata interrotta e che non può più essere sostituita dal rapporto tra uomo e uomo, perché nessun uomo può essere un datore di senso cosmico, di senso ultimo, per un altro uomo.

martedì 1 dicembre 2009

Assolutismo e intelligenza

Il cardinale Ruini afferma che uno dei problemi maggiori “è il relativismo. Perché laddove la cultura dominante ne è impregnata, è difficile avere sia certezze di verità, sia valori, sia convinzioni profonde che reggano la personalità.”


Ma quali sarebbero queste “verità” e questi “valori”? Temo che siano quelli della Chiesa. E siccome di tutto questo non può esservi certezza, il relativismo è d’obbligo proprio per fondare una personalità intelligente.

Il paese dei campanili

In un referendum la maggioranza degli svizzeri ha dichiarato di non volere la costruzione di nuovi minareti nel paese. Anche da noi molte persone vedono nei minareti una minaccia.


Ma può darsi che un non credente, un non cristiano, un ateo o un seguace di qualche altra religione, ricordando le persecuzioni e i delitti compiuti dal cristianesimo, veda nei campanili e nei crocifissi lo stesso tipo di minaccia. Tutto sommato egli si sentirebbe più sicuro in un paese dove non ci fossero né minareti né campanili, o dove ci fossero più religioni che si bilanciassero a vicenda.

Campanili e minareti, con la loro figura fallica, sono figli della stessa cultura: quella dell’intimidazione. Non sono dita levate verso il cielo, ma architetture di dominio sulla terra. Per questo le religioni sono tanto pericolose.

sabato 28 novembre 2009

I clericali nostrani

Il ministro Sacconi e il sottosegretario Roccella hanno dichiarato che la pillola abortiva RU486 potrà essere usata solo con un ricovero ospedaliero. Insomma un ulteriore ostacolo all’introduzione di un farmaco che negli altri paesi europei viene già usato da vent’anni. – Non è difficile entrare nella testa molto semplice dei fondamentalisti di casa nostra. Ecco per esempio che cosa avevo scritto più di un mese fa:


“I soliti clericali di casa nostra sono terrorizzati dall’idea che, con l’introduzione della pillola abortiva RU486, l’aborto diventi troppo facile. Sì, perché, secondo loro, l’aborto deve essere difficile e punitivo; insomma, la donna deve soffrire. – Il che conferma l’equazione: clericali = nemici della donna.

“Comunque, il problema non è l’aborto, ma l’autonomia della donna. Come hanno sempre sostenuto gli “illuminati” Padri della Chiesa, “la donna è l’esca del Demonio,foresta d’orgoglio,testa della Gorgone, basilisco feroce, mostro vizioso”.

“Potete scommettere sul fatto che dalle elucubrazioni dei parlamentari al servizio della Chiesa uscirà qualche nuova restrizione a questa pillola.”

Ecco fatto!

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Angeli

Secondo la teologia (o fantascienza) cristiana, gli angeli e le gerarchia angeliche governerebbero il mondo; lo denoterebbero i loro stessi nomi: Dominazioni, Principati, Potestà, Troni – il linguaggio del potere! – Chi ha concepito questo bell’affresco doveva avere la mente di un burocrate. Qualche studioso sostiene anzi che la burocrazia celeste avrebbe fornito il modello a quella terrena. A me sembra il contrario. È la mente terrestre che proietta in cielo tutte le proprie concezioni: da quelle di Dio a quelle degli angeli.


Comunque, se sono Dio e la sua burocrazia angelica a governare il mondo, anche l’ordine celeste dev'essere in preda alla confusione.

lunedì 23 novembre 2009

Il crocifisso forzato

Alcuni sindaci, dopo la sentenza della Corte europea che giudicava un condizionamento l’esposizione nelle aule del crocifisso, cercano di imporlo per legge, talvolta in tutti gli edifici pubblici e talvolta con pesanti sanzioni per chi non obbedisce. Il che dimostra come la Corte europea avesse ragione: il crocifisso vuol essere un condizionamento.


Questi sindaci mi ricordano i cani che marcano il terreno in segno di dominio: uno schizzo qua e uno schizzo là; e mi ricordano le conversioni forzate dei periodi più bui del passato. Qui il crocifisso non è simbolo di pace, ma simbolo minaccioso di imposizione.

E tuttavia si tratta dei soliti sempliciotti: partendo dall’esterno, che tipo di religiosità vorrebbero imporre?

Gli estremi

Il Dalai Lama sostiene che la natura umana è fondamentalmente compassionevole e mite. D’accordo, ma è altrettanto fondamentalmente egoista e violenta. Gli estremi non si escludono affatto a vicenda, perché sono complementari. L’aggressività è necessaria alla vita proprio come l’amore. Non c’è contraddizione. Chi ama di più può essere più aggressivo e chi odia di più può sperimentare le più alte vette dell’amore. Quanti amori partono dall’odio! E quanto odia nasce dall’amore!

domenica 22 novembre 2009

Dio e Mammona

Qualche cattolico, scandalizzato dall’appoggio dato dalla Chiesa a questo governo, propone di non versare l’otto per mille alla Chiesa cattolica. Ma stia attento a non versarlo allo Stato, perché buona parte di quei soldi verranno comunque girati alla Chiesa.


Questa legge sull’otto per mille è un capolavoro di ipocrisia machiavellica – un vero esempio di alta etica religiosa.

Incontro tra l'Arcivescovo di Canterbury e il Papa

Li chiamano “teologi”, ma non sanno pensare niente di nuovo su Dio. Si occupano di altre questioni: i gay, le donne prete, i preti sposati, i divorziati, l’aborto, gli scismi e soprattutto il mercato delle anime. Sono uomini di potere, politici, non teologi.


Un vero teologo deve ripensare il concetto di Dio: non solo se esista o non esista, ma come esista o non esista; e deve essere in grado di uscire dalla propria tradizione religiosa. Quando Eckhart dice: “Prego Dio perché mi liberi da ogni idea di Dio”, spiega quello che dovrebbe essere il primo passo di un teologo, pur credente.

sabato 21 novembre 2009

Sogni consapevoli

Esistono per fortuna metodi di meditazione che utilizzano anche l’inconscio; per esempio, quello del sonno lucido. Che consiste nel diventare consapevoli di sognare mentre si sogna. È un atto di riconoscimento: io sto sognando. Solo a quel punto si è padroni di agire direttamente sull’inconscio, richiamando anche figure spirituali cui siamo legati.


L’atto di riconoscimento del sogno è analogo all’atto di riconoscimento della vita come stato di sogno, e profondo è il tipo di illuminazione che ne può venire. Il metodo è molto potente. Ma non è adatto a tutti.

Le tendenze inconsce

Il grande problema della meditazione è che, mentre noi lavoriamo a livello della coscienza e della razionalità, esiste un vasto mondo interiore, il mondo delle nostre tendenze più profonde, che opera a livello inconscio. La lotta sembra impari.


Queste tendenze e predisposizioni inconsce, buone e cattive, si trascinano da tempo immemorabile attraverso una lunghissima linea di vite precedenti – quelle dei nostri avi, umani e non umani. Costoro hanno costruito, mattone su mattone, ciò che siamo, il nostro patrimonio, che non è solo genetico, ma anche psicologico e spirituale.

Siamo dunque gli eredi di un enorme patrimonio, che a nostra volta potremo migliorare o peggiorare. Ma resta il fatto che prima di tutto dobbiamo prendere coscienza di questa situazione. Se non lo facciamo, se non interverremo direttamente su tali tendenze ereditarie, non potremo migliorare nulla e saremo soltanto fuscelli trasportati dal vento cosmico.

Meditare è anche questo: diventare consapevoli di ciò che siamo, in quanto prodotti di un passato lontano. Ecco che cosa significa “conoscere se stessi”.

Abbagliamento luminoso

Le nostre città sono diventate così luminose che non possiamo più vedere le stelle notturne – situazione altamente metaforica...


Le nostre città sono così piene di luci, di rumori, di traffico, di confusione e di inquinamento (fisico e mentale) che l’uomo moderno non è più in grado di vedere le luci naturali: le luci artificiali ci impediscono di vedere la vera luce.

Ma, per fortuna, se meditiamo un po’ – chiudendo gli occhi, trattenendo il respiro e premendo magari la lingua contro il palato o i polpastrelli delle dita contro i globi oculari – possiamo vedere il cielo interiore, punteggiato da miliardi di stelle, di costellazioni, di nebulose, di buchi neri e di supernove.

Come fuori, così dentro.

Che cosa significa questo se non che l’universo è dentro di noi? Gli antichi veggenti delle Upanishad lo avevano detto: tutto ciò che sta fuori nell’universo è anche dentro il nostro cervello, il Dio onnipervadente è il sé intimo di ogni essere, il Grande Spirito abita nella mente umana.

Dunque, quando siamo abbagliati dalle luci esteriori, guardiamoci dentro per scoprire le luci più autentiche.

venerdì 20 novembre 2009

Vedere e interpretare

Una studiosa italiana dichiara di aver ravvisato in alcuni segni sulla Sindone il marchio di un necroforo che attesterebbe che in quel telo era stato sepolto Gesù di Nazareth. Lei dice di non essere stata influenzata dalla sua fede, ma sapete come vanno queste cose quando i segni sono incerti: si vede quel che si vuol vedere e non si vede quel che non si vuol vedere. – Ed è così in tutta la nostra attività conoscitiva: noi non vediamo, noi interpretiamo, sempre.

giovedì 19 novembre 2009

Il Gesù laico

Quando Gesù predica l’amore per il prossimo, ovviamente “non possiamo non dirci cristiani”. Ma quando gli vengono messe in bocca frasi sull’istituzione di una Chiesa, non dobbiamo dirci cristiani. Una Chiesa gerarchica e dogmatica è esattamente ciò contro cui egli lottò.

Il principio della meditazione

La maggior parte delle persone in Occidente non ha la minima idea che la mente possa essere un semplice strumento e che di conseguenza possa essere addestrata. E si identificano passivamente con essa, diventandone schiave.


Il messaggio invece che ci viene dall’Oriente è proprio questo: è possibile influire potentemente sui propri processi mentali, indirizzandoli in un senso piuttosto che in un altro. In altri termini, il proprio sé più profondo non coincide con la mente.

La vita come apprendimento

“Per una persona abituata alla meditazione e dotata di stabilità e comprensione profonda di tutti gli eventi, ogni esperienza vissuta assume la forma di un insegnamento, diventa insomma una sorta di apprendimento.”


Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama, L’arte della felicità, Mondadori, 2000

venerdì 13 novembre 2009

Lo stato della mente

Se la mente non riesce a crearsi una propria autonomia, siamo soltanto marionette tirati da mani altrui; se invece riesce a ritagliarsi un proprio spazio, è in grado di indirizzare se stessa e il soggetto. Un proverbio tibetano dice: “Se la mente è in pace, saremo più felici indipendentemente dalle circostanze esterne; se la mente è disturbata, saremo infelici indipendentemente dalle circostanze esterne”. Questo è il principio su cui si basa l’addestramento mentale che chiamiamo meditazione.


E non si tratta solo di felicità, ma anche di essere schiavi o padroni della nostra vita.

mercoledì 11 novembre 2009

Visione profonda

Niente nasce, niente muore, tutto si trasforma. Prendiamo un albero: l’albero è fatto di terra, di pioggia, di sali minerali, di ossigeno, di sole, di luna, ecc., tutte cose che esistevano prima di lui. E a sua volta offre legname, frutti, foglie, frescura, ombra, ossigeno, rifugio per insetti e uccelli, ecc. Quando “muore” o viene tagliato, non sparisce nel nulla: i suoi elementi possono essere riassorbiti dal terreno, dai funghi, dall’aria, dal cielo, dall’acqua, ecc. ed essere trasmessi ad altri esseri viventi; oppure, se viene tagliato, si trasforma in legna che può dare origine a mobili, case, carta e mille altri oggetti; se viene bruciato in una stufa, si trasforma in calore, fumo, acqua, ecc. Quindi possiamo ritrovarlo in una nuvola o in una goccia di pioggia o nel calore che ci permette di vivere. Dunque, in un certo senso esisteva prima e in un certo senso esisterà dopo.


È così per ognuno di noi: ognuno di noi in un certo senso esisteva prima, nei suoi progenitori e negli elementi da cui sarà composto, e in un certo senso esisterà dopo, nei suoi discendenti, nelle sue opere, in ciò che avrà fatto o detto, negli elementi che lo compongono e nella presenza che avrà offerto agli altri.

Di conseguenza, questa goccia d’acqua che mi casca sulla fronte può essere una parte di quell’albero o una carezza di mia madre.

In un certo senso esistevo prima, in un certo senso esisterò dopo. Come ogni cosa dell’universo, come l’universo stesso.

Questo significa guardare le cose in profondità.

lunedì 9 novembre 2009

Impermanenza

Quando realizziamo che ogni cosa è impermanente, veniamo colti da sconforto: tutto è destinato a finire, niente può perdurare nel tempo. – È vero, ma pensiamo anche al rovescio della medaglia: anche la sofferenza è impermanente.

Ancorarsi al presente

Quando desideriamo qualcosa, quando speriamo in qualcosa, e soffriamo, vuol dire che non siamo felici nel presente. Chi è felice è soddisfatto del presente. Per esempio, se sono innamorato, lo sono qui e ora, e non desidero qualcos’altro. Se dunque spero o desidero, e soffro, corro dietro a qualcosa.


Se invece ho paura e soffro, scappo da qualcosa.

In entrambi i casi, il risultato è che perdo il presente.

Il rimedio è naturale: cercare di rimanere nel presente, per esempio seguendo il respiro, ripetendo un mantra, ascoltando i suoni o camminando consapevolmente. Questo atto mi ancora al presente e mi evita di correre dietro o di scappare. Ed è una prima forma di autoterapia e di meditazione.

domenica 8 novembre 2009

Ascolto e gentilezza

Il maestro zen Thich Nhat Hanh vorrebbe applicare la pratica dell’ascolto profondo e della parola gentile agli uomini politici. In effetti, una pratica del genere sarebbe necessaria nel nostro Parlamento dove non si ascoltano gli altri e ci si odia e ci si insulta.


Ma, per una pratica del genere, occorrerebbe esercitare un minimo di consapevolezza e non so se certi politici, che brandiscono crocifissi come clave, sarebbero in grado di farlo. In fondo, anche i Vangeli sono pieni di parole aspre e di contrapposizioni. ““Non sono venuto a portare pace, ma una spada (Matteo 10,34)...Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (Luca 12,51)”.

Per risvegliarsi

Se nel mezzo di un sogno mi sorge il pensiero: “Sto sognando”, ecco che mi sveglio. Così è anche per quel sogno che è la vita. Ma ci vuole un atto di riconoscimento. Per uscire dal sogno, bisogna riconoscere che si sta sognando.

venerdì 6 novembre 2009

Esteriorità

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo secondo cui l’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche è “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni” è una dichiarazione di grande civiltà, che in Italia non può essere per ora recepita perché il nostro paese è in fase regressiva.


Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, scrive sulla Stampa che stiamo andando “a piccoli passi verso la barbarie”. È vero, e la religione dei crocifissi vi svolge – come in passato – un ruolo determinante.

L'undicesimo comandamento

Nelle tavole della Legge giudaico-cristiana manca sempre un comandamento: sii consapevole! Ed è una grave mancanza, perché non si possono realmente osservare gli altri comandamenti se manca la consapevolezza...di quel che si fa e di quel che si è. – Ma chi ci insegna a essere consapevoli? Non certo i sacerdoti di queste religioni.

Senza crocifissi

A Milano, i Cappuccini che gestiscono una grande struttura di assistenza, frequentata da oltre duemila persone di tutte le religioni, hanno scelto di non esporre nessun simbolo religioso, nemmeno il crocifisso. – Fatti e non simboli.


Anche don Milani, prima di iniziare una lezione, chiudeva in un cassetto il crocifisso.

Due esempi di una sensibilità, che è poi la base di ogni religiosità.

mercoledì 4 novembre 2009

Il crocifisso a scuola

La Corte europea dei diritti dell’uomo sentenzia che la presenza di crocifissi nelle scuole pubbliche è “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”. Una sentenza ineccepibile che inchioda alle sue responsabilità il nostro governo che non possiamo non definire clericale. Una sentenza di grande civiltà che in Italia rimarrà lettera morta perché questo è un Paese in cui la religione viene imposta con una serie di iniziative irrispettose della libertà di coscienza. Da qui l’indottrinamento religioso nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado e la presenza di simboli come il crocifisso sparsi dappertutto. Non si vuole che il cittadino possa scegliere; si vuole che si conformi senza pensare.




Coloro che credono di difendere l’identità del Paese accentuando l’identità religiosa preparano un triste destino all’Italia, perché un giorno in cui ci fosse una maggioranza islamica questa si sentirebbe legittimata a utilizzare le strutture pubbliche così come fa la Chiesa.

I nostri governanti non hanno capito quello che in tutta Europa è già stato compreso, e cioè che si difende l’identità di uno Stato accentuando il suo carattere laico e neutrale rispetto alle religioni.

Le religioni passano, gli Stati rimagono.





Il cardinale Walter Kasper afferma che la sentenza della Corte europea “non esprime laicità, ma ideologia, un laicismo che si fa intollerante: voler togliere il crocifisso è intollerante” (Corriere della Sera, 4-11-09). – Ma perché è stato messo il crocifisso? Non è stato un atto di intolleranza, un tentativo di condizionamento, la volontà di marcare il territorio?



Una linea di difesa del crocifisso nelle scuole pubbliche sostiene che sarebbe un simbolo di pace. Ma quando mai il cristianesimo è stato una religione di pace? Dovunque è andato (Sud America, Africa, Australia, la stessa Europa...) ha compiuto eccidi e sfruttamenti; ha distrutto le culture locali e ha imposto il proprio messaggio con la violenza. Diceva Gesù: “Non sono venuto a portare pace, ma una spada (Matteo 10,34)...Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (Luca 12,51)”. E dunque il crocifisso non è solo un simbolo di pace. Per molti è simbolo di persecuzione. E in effetti ha anche la forma di una spada.



Dispiace vedere che lo Stato italiano, attraverso il suo attuale governo, prenda le difese delle imposizioni volute dallo Stato del Vaticano. Sembra non rendersi conto che così facendo perde parte della propria sovranità: uno Stato dimezzato. E questo è tanto più notevole quanto più il governo si definisce di destra e quindi dovrebbe difendere i valori nazionali. Diceva Antonio Gramsci: “Il Concordato è il riconoscimento esplicito di una doppia sovranità in uno stesso territorio”.

Che cosa ammira allora la destra nella Chiesa? Forse la sua capacità di irreggimentare la gente?



Molti ragionano così: gli italiano sono cattolici e, se viene da noi qualcuno che non lo è, se ne vada via, e pensano ai musulmani. Ma non tutti gli italiani sono cattolici; anzi, i veri cattolici sono una minoranza. E la non esposizione del crocifisso è prima di tutto una forma di rispetto per i laici non-credenti.



Altri ragionano così: il crocifisso è un simbolo di sofferenza e di redenzione, non solo un emblema religioso. Ma il crocifisso è anche un simbolo di un patibolo e di un’arma. E i simboli ognuno li interpreta così come è stato condizionato a farlo.



Altri ancora nella difesa del crocifisso diventano subito bellicosi, aggressivi e intolleranti, e dicono: chi non è d’accordo con noi stia zitto e accetti la volontà della maggioranza. E questo dimostra come il crocifisso non sia solo un simbolo di pace, ma anche di oppressione, e spiega il collegamento tra clericalismo e autoritarismo.



Quando vediamo le fotografie del giovane Ratzinger che fa il saluto nazista, commentiamo: “Poveretto, non era colpa sua: era condizionato dal regime totalitario che spargeva i suoi simboli dappertutto e irreggimentava i giovani.” Ma in questa opera di condizionamento la Chiesa non è seconda a nessuno; anzi, è il modello di ogni regime totalitario, con cui spesso si accorda. Così ha fatto con il fascismo e con il nazismo. – Non però con il comunismo, perché questo si dichiarava ateo.



Il fatto che la maggioranza degli italiani si dichiari cattolica non significa nulla. Avrebbe un senso se avesse scelto di esserlo, dopo avere ben riflettuto. Ma è a questa riflessione che si oppone l’esibizione del crocifisso, l’insegnamento religioso, il battesimo dei neonati eccetera eccetera. Le religioni non vogliono che la gente pensi con la propria testa. Come dice Gesù: “Compelle intrare! (Luca 14, 23)” Costringili a entrare, con le buone o con le cattive!



Credo che gli italiani siano vittime di un equivoco. Quando Croce diceva che “non possiamo non dirci cristiani” si riferiva a una parte del messaggio di Gesù che egli riteneva di pace e di amore. Ma in questo messaggio, come dimostrano le citazioni appena menzionate e molte altre, non c’è solo bonomia. Che queste frasi e parabole siano di Gesù o di qualcuno dei vari interpolatori dei Vangeli non ha importanza; ciò che importa è che nei Vangeli c’è anche intolleranza e volontà di potenza, che si sono d’altronde dispiegati in tutta la storia del cristianesimo. E, quindi, andiamoci piano prima di dichiararci cristiani. I popoli distrutti o sottomessi dai missionari e dagli eserciti cristiani hanno un’altra idea del messaggio evangelico. Ci si informi bene prima di aderire a una religione.



Una cosa è certa: che l’esposizione dei simboli religiosi nelle aule delle istituzioni pubbliche viola il principio di neutralità e imparzialità che lo Stato deve osservare in ambito religioso. In Italia abbiamo dunque uno Stato clericale. Il Presidente della Repubblica non ha niente da dire in proposito? Si pensi che anche nei tribunali viene appeso il crocifisso. C’è stato perfino un giudice, Luigi Tosti, che è stato sospeso dal Csm e condannato per il suo rifiuto di celebrare le udienze sotto la spada di Damocle del crocifisso. Anche se la Cassazione ha poi annullato la sentenza, questo non è certo un comportamento da Stato neutrale, ma da Stato clericale. Eppure il cattolicesimo non è più religione di Stato.



Ai cattolici non si chiede di rinunciare ai loro simboli, ma di non imporli agli altri nei luoghi pubblici: questo è il senso della sentenza della Corte di Strasburgo, violata finora dall’Italia.

martedì 3 novembre 2009

Dialettica

Se non ci fosse odio, non ci sarebbe amore; se non ci fosse sofferenza, non ci sarebbe felicità; se non ci fosse morte, non ci sarebbe vita; se non ci fosse basso, non ci sarebbe alto; se non ci fosse sotto, non ci sarebbe sopra; se non ci fosse male, non ci sarebbe bene; se non ci fosse prima, non ci sarebbe dopo...ecc.


Nel nostro mondo dualistico, se vogliamo i primi termini, dobbiamo accettare anche i secondi. Ecco perché parlare di vita o di felicità eterne non ha senso, è una contraddizione in termini: non possiamo pensare al paradiso senza concepire anche l’inferno.

Ciò ha due conseguenze. Che i nostri sogni di una felicità o di una vita eterne non sono nient’altro che...sogni. E che comunque non è definita la misura dei due termini. C’è una bella differenza tra l’avere un 50% del primo termine e un 50% per cento del secondo, e averne un 80% per cento e un 20%.

Dunque, c’è qualcosa da fare.

Qualità della consapevolezza

Quando diciamo che dobbiamo essere consapevoli o che dobbiamo sviluppare la consapevolezza (per esempio del respiro), non usiamo il concetto giusto, non riusciamo a comunicare la qualità di questa consapevolezza. Che non è un semplice essere coscienti, ma un godersi l’esperienza. Ecco, sarebbe meglio dire che per meditare dobbiamo gustare le inspirazioni e le espirazioni.

martedì 27 ottobre 2009

Presenza mentale

Meditare non è ricercare stati mentali positivi, ma osservare tutti gli stati mentali senza farsene coinvolgere.
Se infatti cercassimo solo stati mentali positivi, ne rimarremmo attaccati e, quando li perdessimo, ricadremmo nella frustrazione – e nel solito ciclo.

domenica 25 ottobre 2009

Stati onirici

Che differenza c’è tra un sogno e l’esistenza?
Un sogno dura una notte, mentre la l’esistenza è un sogno che dura una vita.

Una fede negativa

Si dice che la fede sia un dono. Ma una fede tenace in qualcosa di sbagliato è la peggior iattura possibile. Per esempio la fede che la vita sia qualcosa di solido ci impedisce di vedere e di realizzare che la vita ha la stessa natura dei sogni, e ci impedisce, al momento della morte, di risvegliarci da questa illusione.
Non è dunque un dono, ma ignoranza.

venerdì 23 ottobre 2009

Il Dio dei pigri

C’è chi crede che basti credere a un Dio per salvarsi. Ma non c’è mai stato nessun Dio capace di rendere intelligente uno stupido. Ecco, questo è il punto: se non penetra in noi la luce dell’intelligenza, anche se fossimo salvati, resteremmo degli idioti. E dovremmo riprendere il ciclo per capire di più – non c’è una scorciatoia.
Alla fine è la conoscenza che libera.

mercoledì 21 ottobre 2009

Ricchi e poveri

Quando parliamo di divaricazioni tra poveri e ricchi, di ingiustizie del capitalismo e della mancanza di senso morale di tanti clericali, non ci riferiamo a concetti astratti. Prendiamo per esempio il caso di Francesco Grossi finito in prigione con le accuse di “associazione a delinquere, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio e corruzione.” Chissà se questo “re delle bonifiche ambientali”, ciellino doc, che tutte le domeniche andava a messa – si sia mai posto il problema di aver speso 6 milioni e 400.000 euro in orologi da collezione e di possedere venti Ferrari, svariate Lamborghini e un numero imprecisato di motoscafi, oltre a ville, un castello, elicotteri e aerei personali. E chissà se la Chiesa cattolica si scomoderà a prendere provvedimenti o a pronunciare condanne che è così pronta a indirizzare verso chi divorzia o assume pillole antifecondative. Chissà se l’etica della Chiesa andrà mai oltre la morale dei preservativi.

Quel che resta di Marx

Una volta tanto sono d’accordo con l’Osservatore Romano e con Civiltà cattolica che riconoscono l’importanza del pensiero di Marx, separandolo da quello di Engels e del marxismo-leninismo, i veri responsabili degli orrori degli Stati comunisti. In realtà, certi concetti fondamentali, come il “il lavoro alienante”, “il problema dell’origine del plusvalore” e la questione delle ricorrenti crisi del capitalismo, restano verità incontrovertibili, sotto gli occhi di tutti.
Marx sostenne che non è nella natura dell’uomo “intendere il lavoro retribuito come semplice mezzo per assicurarsi l’esistenza fisica” e riconobbe che “la forma del lavoro, come la spartizione tra povertà e ricchezza, non sono dati naturali, ma l’espressione di strutture create dall’uomo, delle quali egli stesso deve essere reso responsabile”. Ecco che cosa resta del pensiero di Marx, ecco che cosa è ancora attuale. E non è poco.

Uno Stato rinunciatario

Ha fatto bene la Corte di Strasburgo, la Corte europea dei diritti dell’uomo, a condannare l’Italia per aver violato la libertà di espressione del professor Luigi Lombardi Vallauri e il suo diritto a un giusto processo. Il professore era infatti stato cacciato dalla Cattolica di Milano perché aveva espresso una visione del cristianesimo diversa da quella stereotipata della Chiesa, contrapponendo al “Dio che emoziona” il Dio della teologia tomista, desunto “ da una ingegnosamente violentata ontologia generale aristotelica”. Lombardi Vallauri aveva fatto ricorso al Tar della Lombardia e al Consiglio di Stato. E lo Stato italiano – il pavido Stato italiano, succubo del Vaticano – aveva risposto che non si può sindacare ciò che decide la Chiesa, perché così vuole il Concordato.
Ma il Concordato – un errore e un orrore costituzionale, che cede parte della sovranità dello Stato italiano allo Stato della Chiesa – non può impunemente violare i diritti dell’uomo. Soprattutto sarebbe ora che lo Stato italiano la finisse di lavarsi pilatescamente le mani e si assumesse le sue responsabilità, senza rimandare certe decisioni alla Santa Sede.

sabato 17 ottobre 2009

Ipazia

Ipazia fu una famosa scienziata – astronoma, matematica, filosofa, musicologa, medico – nata verso il 370 d.C. ad Alessandria d’Egitto. Nel suo assassinio da parte dei sicari del vescovo Cirillo troviamo i due elementi principali del fondamentalismo cristiano (e religioso in genere): l’odio verso la donna e l’odio verso la scienza.

giovedì 15 ottobre 2009

Le piccole illuminazioni


Una piccola illuminazione è una percezione molto intensa, una intuizione esperita acutamente, immediatamente, senza il filtro della mente, prima che il giudizio compaia.

Delegare la coscienza

John Locke, nella Epistola sulla tolleranza (1689), nega ai cattolici romani il diritto alla tolleranza ritenendo che essi siano “debitori di cieca obbedienza a un papa infallibile che porta legate alla cintura le chiavi della loro coscienza.”
In realtà, questo si può dire di ogni religione di massa.

Statistiche religiose

L’80% degli italiani sceglie di pagare l’8 per mille a alla Chiesa e di far frequentare ai figli l’ora di religione a scuola. Eppure i veri credenti sono il 10%. Allora il 70% ritiene la religione una specie di servizio pubblico ...con cui delega comodamente a una struttura il rapporto con Dio, con la morte, con l’aldilà, con lo spirito. Così si lava le mani e rinuncia ad ogni sforzo personale.

Autenticità

Fare meditazione significa innanzitutto prendere le distanze dal mondo della produzione, del lavoro, della parola banale e della politica contingente, e ritrovare la propria interiorità, le radici di una vita più autentica.

Buddha e Gesù

Il Buddha, per infondere la pace, non si mette a predicare la pace – come fa per esempio Gesù –, ma si siede in pace.
Gesù invece parla di pace, ma la sua vicenda è tutta una lotta, una “passione”.
Una storia che finisce inevitabilmente in una tragedia. Perfino Baget Bozzo lo definiva “un grande litigioso”.

Meditare come appellarsi

In un certo senso fare meditazione è rivolgere un appello all’intero universo. Potresti chiamarlo “Dio”. Ma perché involgarirlo con una parola cui sono stati dati mille significati, di cui alcuni terribili? O credere addirittura che Dio si sia incarnato in un uomo, in un certo tempo, in un certo luogo? – Una spaventosa limitazione!
Rivolgere un appello all’universo è chiedere aiuto a tutte le forze possibili, esterne e interne, alle correnti cosmiche, alle energie vitali, a noi stessi; è chiamare a raccolta e mobilitare ogni possibile sostegno. Dopodiché non puoi fare di più; è il tuo destino.

martedì 13 ottobre 2009

L'insegnamento religioso

Solo se si conoscono le altre religioni, si può capire la propria. E quindi sarebbe meglio fare dell’ora di religione un’ora di insegnamento sulle religioni. Ma a questo si oppone il Concordato, un errore e un orrore storico che attribuisce allo Stato del Vaticano parte della sovranità dello Stato italiano. Si pensi che in Italia i docenti universitari di storia del cristianesimo devono avere il crisma delle autorità cattoliche. Insomma siamo ancora al Medioevo. Diceva giustamente Antonio Gramsci: “Il Concordato è il riconoscimento esplicito di una doppia sovranità in uno stesso territorio”. E tutto questo in spregio della Costituzione secondo cui l’insegnamento dev’essere libero. Un pasticcio costituzionale che fa dell’Italia un mezzo Stato, governato in parte da un altro Stato.

Teologia

“La teologia è un ramo della letteratura fantastica”
J. L. Borges

domenica 11 ottobre 2009

Controcorrente

Risvegliarsi è uscire dal comodo ma superficiale solco delle abitudini, delle convinzioni e delle convenzioni, e guardare le cose in profondità; è in sostanza un maggior uso della consapevolezza e dell’attenzione.
In questo processo non sono affatto utili le religioni, con il loro invito al fideismo acritico, alle tradizioni e ai dogmi.
Risvegliarsi è guardare in prima persona, non basandosi sulle idee altrui e neppure aspettandosi che la soluzione ai problemi venga dall’alto o dall’esterno.

sabato 10 ottobre 2009

Gesù e la famiglia

Ma che c’entra Gesù con la difesa della famiglia? Non è lui che dice: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle...” (Mt 14,26) E non è lui che domanda: “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?” (Mc 3,31) E non è lui esorta ad abbandonare tutti i familiari per seguirlo? E allora?

Religioni di massa

Le religioni di massa, quelle che vanno per la maggiore, sono come vestiti preconfezionati, uguali per tutti. La spiritualità è invece l’abito fatto su misura, personalizzato. – Non può esserci emancipazione senza un lavoro interiore, un lavoro su di sé.

martedì 6 ottobre 2009

Peccati e vizi

Diceva un tale: non è che non creda in Dio; è che non ho di lui una buona opinione. Perché lo giudico da come ha fatto il mondo, da come ha fatto le cose che posso vedere. – Le ha fatte difettose.
Il peccato originale non è dell’uomo, che è fatto da Dio, ma da Dio stesso, che non è riuscito a far di meglio; insomma, un vizio d’origine.
Come posso credere in un Dio incapace?

Emancipazione

Emancipazione: da un termine latino che significa “togliere le mani [del padre] dal capo”.
Come nell’evoluzione psicologica individuale non può esserci crescita senza emancipazione dal padre, così in campo religioso non può darsi una spiritualità matura se non ci si emancipa dalla figura del Dio-Padre.
E, dunque, con le nostre religioni, siamo ancora a uno stadio infantile dell’umanità.

lunedì 5 ottobre 2009

Zen e Heidegger

Lo Zen e Heidegger indicano una via che non sia un “impugnare”, un dominare, ma un curare, un custodire, senza interferire. Non nel segno del comando, ma nel segno della cura consapevole. – Rispetto e ascolto silenzioso per non interferire con la cosa osservata, almeno per quanto è possibile.
L’uomo infatti non può fare a meno di interferire. Non può fare a meno di cambiare l’ambiente in cui vive: costruisce case, coltiva campi, devia le acque, produce scarti...Ma può cercare di interferire il meno possibile, se si adotta uno stile di vita meditativo.

All'avanguardia

Alcuni prelati avevano chiesto un referendum abrogativo sulla legge della procreazione assistita. – La Chiesa è sempre all’avanguardia di ogni reazione.
Scriveva Pasolini:“La Chiesa non può che essere reazionaria: non può che essere dalla parte del Potere; non può che accettare le regole autoritarie e formali della convivenza” (Scritti corsari, 1975).
Il problema per l’Italia è che non si limita a essere reazionaria, ma che è anche l’ispiratrice di tutti i movimenti autoritari e restauratori che hanno funestato e funestano questo paese.

Oppio

Un sistema organizzato di credenze, per quanto infondato, dà apparentemente sicurezza e dispensa dal pensare in prima persona. E, proprio per questo, è una forma di sonno della ragione, una specie di oppio. – Che piace.

San Francesco

Non sappiamo quale tipo di nevrosi fosse quella che portò il giovane Francesco d’Assisi, figlio di un ricco mercante, a spogliarsi di tutto per vivere di stenti e morire a soli 44 anni. Nietzsche lo paragona al Maestro e scrive: “Francesco d’Assisi, nevrotico, epilettico, visionario, come Gesù” (La volontà di potenza).
Ma, in realtà, Gesù non era un asceta: mangiava, beveva, partecipava a feste e si circondava di donne; e, soprattutto, non era ricco.
Sì, perché la nevrosi di Francesco rientra nella categoria di quelle che colpiscono i figli dei ricchi, i quali, non sapendo più che cosa desiderare, rinunciano a ogni cosa.

Il prossimo papa nero

Il cristianesimo, che sta per sparire nell’Europa evoluta, è in espansione in Africa, in America latina e nelle Filippine. – Il che conferma che trattasi di una religione del terzo mondo.

sabato 3 ottobre 2009

Dio e Demonio

Dio convive con il Demonio da un’eternità. E se non ce l’ha fatto lui a sconfiggerlo, dovremmo riuscirci noi?

Spiritualità laica

Eppure i fondatori delle massime religioni erano tutti laici, non sacerdoti – Gesù, Maometto, Mosè, Buddha...Si pensi a come Gesù tratta i sacerdoti, assimilati agli ipocriti, agli indifferenti, ai ritualisti. Si pensi che nel cristianesimo tutti i movimenti monacali – gli unici che si siano dedicati alla meditazione e alla contemplazione – sono laici, per definizione.
Si può ribaltare il problema. Esiste una spiritualità nei religiosi di professione? Esiste una spiritualità che non sia laica? È vera spiritualità l’adorazione formale di Dio? – Questa è religione, non spiritualità. Qui non c’è nessuna ricerca spirituale. Tutto è dato e scontato: il dogma.

Missionari

Ti do un pezzo di pane, ma tu mi devi dare la tua anima – mercanti di anime!

domenica 27 settembre 2009

La pratica dell'attenzione

In meditazione, bisogna sempre bilanciare calma e vigilanza, stando attenti a tenere in equilibrio rilassamento e concentrazione. Da una parte, non bisogna troppo sforzarsi e dall’altra parte non bisogna distrarsi; da una parte non bisogna irrigidire l’attenzione e dall’altra parte non bisogna lasciare che la mente vada a briglia sciolta, come fa di solito. Mentre insomma corpo e mente vanno mantenuti rilassati, occorre esercitare una certa concentrazione per evitare di divagare. – Tutto sommato, la pratica dell’attenzione consiste proprio nello stare attenti a questo equilibrio.

venerdì 25 settembre 2009

Il concetto di religione

José Saramago sostiene che le religioni, anziché riconciliare gli uomini, sono sempre state fonti di conflitto. E Umberto Eco ricorda che sulle bandiere naziste stava scritto Gott mit uns (“Dio è con noi”), che i cappellani militari brandivano i gagliardetti fascisti, che Francisco Franco massacrava i suoi avversari ispirandosi a principi religiosi e sostenuto dai Guerriglieri di Cristo Re, che i religiosissimi vandeani massacravano i repubblicani, che cattolici e protestanti si sono sempre fatti la guerra, che i crociati e i loro nemici erano spinti da motivi religiosi, che i roghi medievali venivano accesi da uomini molto religiosi, che Bush invase l’Iraq invocando God bless America, che i terroristi islamici sono sostenuti da una grande fede, e così via.
Il punto è che il nostro concetto di religione è del tutto arcaico. Essere religiosi non significa avere una qualche fede, ma essere consapevoli.

L'Anticristo

Che cos’è l’Anticristo?
Secondo il mito, Cristo aveva vinto la tentazione del potere terreno. Non così la Chiesa che si dice cristiana. Ecco dov’è – fra l’altro – l’Anticristo. Il che non è incredibile: Cristo e Anticristo sono due facce della stessa medaglia.
Gesù aveva veramente vinto la tentazione del potere terreno? Che cosa sarebbe diventato se non l’avessero ucciso?

giovedì 24 settembre 2009

Contraccettivi

I giovani italiani sono gli ultimi in Europa per l’uso dei contraccettivi. Non c’è da meravigliarsi: non siamo un paese dominato da una Chiesa che conduce una strenua –quanto assurda – lotta contro i preservativi? Ecco i risultati dell’ “educazione” religiosa che di religioso non ha niente.

Culti vari

Ogni tanto si legge di persone che muoiono per andare a Lourdes, a san Giovanni Rotondo o in altri luoghi di pellegrinaggio, e mi domando: saranno più quelli che muoiono in questi viaggi o quelli che dicono essere stati miracolati?
Ha ragione Piergiorgio Odifreddi: dalle Madonne che piangono alla Sindone di Torino, dai crocefissi che sanguinano al sangue di san Gennaro, da noi non esiste il culto della razionalità; anzi, viene coltivata una robusta irrazionalità, fin dai primi anni di vita.

lunedì 21 settembre 2009

L'arte dell'attenzione

Attenti..!– Diceva Henry James: “Per il momento, la realtà è ciò cui prestiamo attenzione”.

Spiritualità

La spiritualità non è monopolio soltanto di una religione, né soltanto di chi crede o crede di credere. E c’è molta più spiritualità in chi cerca che in chi crede di aver trovato.

domenica 20 settembre 2009

La zitella divina

Capisco che in punto di morte ci possa essere utile l’idea che “c’è un’altra vita” o che “la mia anima è eterna”. Ma, per credere in questo, non è necessario credere in un Dio che è una specie di zitelle isterica, pronta a vendicarsi di chiunque non lo ami. “Ma che t’importa se non ti amo?”

Dio e l'anima

Qualcuno crede che Dio e l’anima vadano insieme, ma non è assolutamente così. Semmai, è il contrario: se le anime sono immortali non hanno bisogno di Dio. – Esiste una religione, il giainismo, che sostiene proprio questa concezione: crede che le anime siano eterne, autonome e capaci di autorealizzazione, mentre respinge l’idea di un Creatore.

sabato 19 settembre 2009

Donne diaboliche

La vicenda del marocchino musulmano che ha ucciso la figlia che voleva emanciparsi conferma tutto ciò che è noto alle persone di cultura e di cui ho già scritto a proposito della pillola abortiva: «Assumendo la RU486, le donne diventerebbero più autonome rispetto ai medici e agirebbero in prima persona sul proprio corpo. Ma proprio questo è insopportabile per i clericali di casa nostra. Una donna più libera? Una donna che non dipenda dal beneplacito di qualche medico maschio? Giammai. – I “religiosi” sono uguali in tutto il mondo: dai talebani dell’Afghanistan ai clericali nostrani, il vero nemico resta la donna – la libertà della donna.»
Le tre religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam) sono responsabili di questo delitto: aver rappresentato Dio come un uomo maschio, aver costruito società paternalistiche, aver spinto i credenti a invocare un Padre eterno. Un errore madornale, un impoverimento del concetto di Dio. Che non è né Padre, né Madre, né Figlio...
Ancora oggi il credente si rivolge a Dio come a un Padre ed è il sostenitore di una famiglia e di una società patriarcali. E ancora oggi sono i fondamentalisti di queste religioni a vedere nell’emancipazione della donna la più grande minaccia alla loro fede.

La gioia fondamentale

L’arte della contemplazione è la capacità di recuperare la gioia fondamentale della vita allontanando i peggiori fantasmi della mente. Anche la malattia, il lutto, la mancanza e la morte possono essere affrontati con spirito contemplativo.

Uomini di fede

Gli attentatori suicidi che fanno strage di “infedeli” credono veramente di finire in paradiso: a tanto può portare la fede; lo tenga presente chi la esalta, chi dice: “Fortunato chi ha fede” oppure “La fede è un dono”.
La civiltà non si basa sulla fede, ma sulla consapevolezza e sull’indipendenza di giudizio.

Una sacra rappresentazione

In Italia si incoraggia la concorrenza, tranne in un campo: la religione. Lì permane il monopolio della Chiesa cattolica, la quale non vuole che i giovani si facciano un’idea delle altre religioni e soprattutto che possano compiere una scelta. Lo Stato acconsente e paga a piè di lista.
Ma il risultato è una religione di pura facciata, una tradizione priva di autenticità.

mercoledì 16 settembre 2009

Occasioni perdute

Epitteto, Epicuro, Marc’Aurelio, Seneca...che altra civiltà avremmo avuto se invece di investire sulla religione avessimo investito sulla saggezza, se invece di confidare nei santi avessimo confidato nei saggi!

Conversioni

I credenti pensano che convertire un non-credente alla religione sia un atto meritorio. Ma, dal punto di vista del non-credente consapevole, la conversione a una religione è una sconfitta dell’apertura mentale, un cedimento al conformismo, una rinuncia alla ricerca, un invecchiamento della mente.

martedì 15 settembre 2009

Epicuro

“Se ci sono io, non c’è la morte; se c’è la morte, non ci sono io.” - Tutto sommato, era più facile morire quando non si pensava a paradisi e inferni.

Paura di morire

Parlano tanto di aldilà e di vita eterna. Ma poi hanno il terrore di morire. – Si confronti per esempio la serena morte di Socrate con la “passione” di Gesù.

venerdì 11 settembre 2009

Parole di saggezza

“Dovete trovare ciò che amate, sia nel campo del lavoro sia nel campo dei sentimenti. Se non l’avete ancora trovato, continuate a cercare; non accontentatevi. Ricordatevi del fatto che morirete presto: questo è il più importante criterio per compiere le grandi scelte nella vita. Il vostro tempo è limitato e perciò non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogma, ossia da ciò che hanno pensato altre persone. E, soprattutto, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”
Steve Jobs
(fondatore della Apple)

giovedì 10 settembre 2009

Due messaggi

Esiste il messaggio cristiano ed esiste il messaggio dei cristiani. Ma, per credere nel messaggio di Gesù, c’era bisogno di farne un Dio?

lunedì 7 settembre 2009

C'è fede e fede

La mia fede per esempio non è qualcosa di irrazionale: è il principio di Lavoisier che dice: “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Il che significa che non c’è un Essere creatore e che anche la morte, come ogni fase della vita, è un fenomeno di trasformazione.

Fede e ragione

Se una religione insiste tanto sulla fede è perché non può dimostrare nulla di ciò che dice.
La meditazione richiede qualche sforzo personale; la religione richiede solo di conformarsi alle credenze della massa.
Nella meditazione si procede da soli; nella religione si procede in branco.

sabato 5 settembre 2009

Legge sul fine-vita

Ma perché dovrebbe essere qualche parlamentare più o meno clericale a dirci come dobbiamo morire? Una simile legge si presenta come un’intollerabile ingerenza nella vita privata, anzi nella vita intima. Esiste un limite che le leggi dello Stato non possono valicare. Oltre questo limite lo Stato diventa totalitario.

Pecore e lupi

"Non è forse la Chiesa proprio questo: 'falsi profeti in veste di pecora, ma dentro lupi rapaci?'..." [Nietzsche, La volontà di potenza]

venerdì 4 settembre 2009

"Nessuno tocchi Caino"

“Nessuno tocchi Caino” ingiunge il Dio della Bibbia. Ma, a forza di non toccarlo, Caino si moltiplica e prospera, e impone il suo potere su interi paesi.

Sepolcri imbiancati

Nessuno se la prenderebbe tanto con il clero e con i clericali se non avessero l’abitudine di far la morale agli altri. Quando poi si scopre che sono i primi a contravvenire i valori che sbandierano, viene inevitabile dire: “Da che pulpito viene la predica!” Gesù, che li conosceva bene, li paragonava ai sepolcri imbiancati che fuori sono belli ma dentro sono pieni di marciume.

Precarietà

Non solo i testi religiosi di ogni tempo ma anche i film odierni sono pieni di fantasie apocalittiche. Evidentemente, nonostante i vari Salvatori, l’umanità sa di essere precaria e che niente le garantisce la sopravvivenza.
Però, che differenza c’è tra morire tutti insieme e morire uno alla volta? Ognuno ha la sua apocalisse assicurata.

Peccato e peccatore

Benedetto XVI ha detto che “Dio persegue le colpe e tuttavia protegge i peccatori.” Ma, già che c’è, non potrebbe perseguire anche i peccatori? Noi poveri esseri umani non ci offenderemmo.

martedì 1 settembre 2009

Assurdità

A parte le palesi assurdità del mito cristiano, non si può non notare che alcune parti di questo mito sono state inventate a posteriori in evidente contrasto con ciò che dicono i Vangeli stessi: per esempio il mito della verginità di Maria, smentito dalla citazione evangelica dei fratelli e delle sorelle di Gesù. La logica fatta a pezzi. Credo quia absurdum est.

lunedì 31 agosto 2009

Il Dio darwiniano

E noi che pensavamo che la morte fosse una maledizione divina! Non è così; è il meccanismo fondamentale dell’evoluzione, perché, senza morte, non ci sarebbe evoluzione.

Un esercito valoroso

C’è un esercito che perde da sempre tutte le sue battaglia e tutti i suoi soldati. Ma ciononostante non si dà per vinto e continua a combattere. Chi sono questi eroi? Gli uomini. E chi è il loro nemico?...

domenica 30 agosto 2009

La conoscenza come avvenimento

Quest’anno il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione ha per tema “la conoscenza è sempre un avvenimento.” Sono d’accordo. Peccato che, per i più, sia un avvenimento molto raro.

sabato 29 agosto 2009

Il redentore fallito

Tutto sommato, il cristianesimo è la più confutabile delle religioni, perché afferma che Dio è intervenuto nella storia...per migliorarla.

Gli ipocriti

Gesù, riferendosi agli ipocriti, li definisce coloro che vedono la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vedono la trave nel proprio. Proprio così. Purtroppo, la maggior parte di questi moralisti si trova tra i clericali e i membri della Chiesa, sempre pronti a far la morale agli altri e inconsapevoli dei propri vizi, spesso mostruosi.
Il fatto è che le religioni più popolari spingono alla sottomissione acritica, alla fede, ma non alla consapevolezza di sé.

venerdì 28 agosto 2009

Proiezioni mentali

Dio, il Diavolo, il paradiso, l’inferno...sono tutti nella nostra mente; siamo noi che li abbiamo inventati. E il guaio è che, dopo averli inventati, ne siamo diventati schiavi.

giovedì 27 agosto 2009

Falsi storici

Nietzshe parla di “ironia della storia” a proposito del fatto che i cristiani ritennero sacro proprio ciò il loro Redentore aveva combattuto: l’istituzione che schiaccia l’individuo. Ma non si tratta di una semplice ironia; si tratta di una falsificazione messa in atto dai fondatori della Chiesa attribuendo a Gesù parole che mai avrebbe potuto e voluto pronunciare. Una religione che parte con un falso non può che finire là dove è oggi.

Il dono della fede

La fede può essere un dono se è credere in qualcosa di vero, ma se è credere in qualcosa di falso è una vera sciagura; trasforma il fedele in una stupida arma letale. Vedi certi terroristi...

Essere religiosi

Qualcuno sostiene che la religiosità sia amare il prossimo. Ma che cosa significa “amare il prossimo”? Dargli un tozzo di pane tenendolo nella sua miseria e ignoranza o aiutarlo a sviluppare una maggior consapevolezza di sé e del mondo?

martedì 25 agosto 2009

Paganesimo e cristianesimo

Il paganesimo era una religione della divinizzazione della natura. Con il cristianesimo, invece, e con il suo senso del peccato, si è affermata una religione di odio verso la natura.
Il risultato è sotto i nostri occhi: la distruzione del pianeta Terra. Altro che difesa della vita!

L'immacolata concezione

Che cos’è il mito dell’immacolata concezione se non la più grave offesa al concepimento naturale? Come se il concepimento naturale fosse qualcosa di sporco.
A queste distorsioni portano le credenze religiose: a insozzare la nobiltà della natura.

Fede e montagne

La fede non solo non sposta le montagne, ma, depositando un velo di falsità sulla realtà, crea una barriera grande come una montagna.

In principio fu la noia

Dunque, secondo la Bibbia, Dio se ne stava tutto solo e si annoiava a morte. Allora decise di creare un diversivo, e fece l’uomo. Ma anche l’uomo in quel paradiso si annoiava. (E che cosa si può fare in un paradiso se non annoiarsi?). Perciò, Dio creò la donna. A questo punto la noia finì. Ma incominciarono i guai. Perché l’uomo e la donna, messi insieme, si stimolarono a vicenda e divennero più intelligenti; e incominciarono a gustare i frutti dell’albero della conoscenza.
Dio si prese una grande paura, perché capì che la conoscenza rende simili a dei e gli esseri umani potevano diventare dei concorrenti...già allungavano le mani verso l’albero dell’immortalità. Allora li scacciò dal paradiso e li caricò di ogni incombenza e di ogni sofferenza. E poi divise le loro lingue. E poi inviò il diluvio universale. Ma, nonostante questo, gli uomini andarono avanti e svilupparono la conoscenza.
Ecco perché da quel momento, la Chiesa, i preti e le religioni hanno il terrore della donna, della conoscenza e della scienza. E non hanno ancora smesso di combatterle.

venerdì 21 agosto 2009

Pillola abortiva

Assumendo la RU486, le donne diventerebbero più autonome rispetto ai medici e agirebbero in prima persona sul proprio corpo. Ma proprio questo è insopportabile per i clericali di casa nostra. Una donna più libera? Una donna che non dipenda dal beneplacito di qualche medico maschio? Giammai.
I “religiosi” sono uguali in tutto il mondo: dai talebani dell’Afghanistan ai clericali nostrani, il vero nemico resta la donna – la libertà della donna.

Clericali all'assalto

Com’era prevedibile, l’immancabile ministro clericale ignora la sentenza del Tar del Lazio e ripristina la situazione preesistente, voluta da un altro ministro clericale, Fioroni, per riammettere gli insegnanti di religione nei consigli di classe. Plaudono i vescovi che volevamo proprio questo.
In sostanza la situazione è la seguente: un ministro dello Stato italiano ignora volutamente una sentenza di un organo dello Stato italiano per obbedire a un altro Stato, il Vaticano. Detto in altri termini, ministri dello Stato italiano servono un altro Stato.
D’ora in poi dunque saranno promossi solo gli studenti che avranno dato prova di essere stati sufficientemente indottrinati dalla Chiesa cattolica.
Quando ci domandiamo perché in Italia manchi il senso dello Stato, in realtà non abbiamo capito: non è che manchi il senso dello Stato; è che ce ne abbiamo due.

giovedì 20 agosto 2009

Le tradizioni religiose

Le religioni non muoiono – cessano di essere vive. E proseguono come tradizioni.

Tentazioni

Per chi cerca una spiegazione ultima delle cose, Dio può essere una grande tentazione. Ma talvolta è bene resistere alle tentazioni.

mercoledì 19 agosto 2009

Che cos'è la religiosità

Puoi essere più religioso andando in barca che assistendo ad una messa, scalando una montagna che leggendo la Bibbia, seguendo una musica che ascoltando un sermone, facendo sesso che dandoti alla castità, rimanendo in silenzio che pregando, passeggiando in riva al mare che partecipando a un pellegrinaggio, svuotando la mente che pensando a Dio.
La tua idea di religiosità può essere un luogo comune; non si tratta di osservare un rituale, ma di trovare il senso pieno della vita. Sei molto più religioso quando sei più consapevole e presente.

martedì 18 agosto 2009

L'importanza della consapevolezza

L’uomo si distingue dagli altri animali perché è consapevole – consapevole di sé, consapevole del mondo, consapevole di esserci. Dunque, quanto più un individuo è consapevole, tanto è uomo. Pensiamoci quando ci domandiamo a che cosa serva la meditazione. E ricordiamoci che, per meditare, non c’è bisogno né di maestri né di tecniche particolari: basta essere consapevoli di essere qui e ora. Le tecniche sono solo stratagemmi escogitati per cercare di prolungare il più possibile lo stato di consapevolezza. Questo richiamo alla presenza mentale è l’essenza della meditazione. Ogni volta che siamo consapevoli, siamo un po’ di più. Così si cresce.

Per una nuova spiritualità

I valori della meditazione sono la calma, il distacco, il silenzio, l’armonia, l’attenzione e la consapevolezza, tutti principi estranei alle altre religioni che dominano il mondo. I vecchi valori, basati sull’aggressività, sul dogmatismo, sulle strutture clericali, sul fideismo e sulla contrapposizione, non sono stati capaci di dare pace agli uomini. Non resta che cambiare e aggiornare la tavola dei comandamenti. Questa sarà la nuova spiritualità: “Sii calmo, sii distaccato, sii silenzioso, sii in armonia con la natura e con gli altri esseri viventi, sii attento, sii consapevole...”

lunedì 17 agosto 2009

Preghiera e meditazione

La differenza fondamentale tra preghiera e meditazione è che la prima si rivolge a un Essere superiore, considerato “totalmente altro” da noi, mentre la seconda attinge alle energie profonde di ciascun individuo. Ma le Upanishad e alcuni mistici (di varie religioni) sostengono che il punto più profondo dell’anima coincide con Dio; dunque la distinzione tra il Dio esterno (il Brahman dell’induismo) e la divinità interiore (l’atman) viene a cadere. In fondo, la differenza tra esterno e interno è un tipico prodotto del dualismo mentale. E noi cerchiamo di andare al di là di questo dualismo.

Contro l'alienazione

Se hai un po’ di tempo libero, e non hai niente da leggere, niente da ascoltare, niente da vedere alla televisione o al computer, non farti prendere dal senso di vuoto e dalla depressione. Approfittane per meditare: ritorna in contatto con te stesso, anziché cercare altre attività alienanti. Come sosteneva anche Pascal, spesso tutto che facciamo, lo facciamo per l’horror vacui, per la paura di restare soli con noi stessi. Evidentemente abbiamo il terrore di un simile incontro. Questa si chiama alienazione.
Allora segui il respiro, percepisci il suo ritmo cosmico. È come guardare il cielo stellato, è come ascoltare il suono della risacca. Ed è come rientrare nell’alveo del tutto.

Perché meditare

Qualcuno può chiedersi perché perder tempo a seguire a meditare quando abbiamo tante cose da fare. Ma la risposta è già implicita nella domanda. Proprio perché abbiamo tante cose da fare, siamo in balia delle circostanze e delle volontà altrui; siamo eterodiretti. Con la meditazione esprimiamo l’intenzione di correggere il tiro, di rientrare in possesso di noi stessi. In altri termini, ciò che siamo – ossia ciò che pensiamo e sentiamo – non è più diretto da ciò che è esterno a noi. E ridiventiamo per un po’ padroni di noi stessi; ci riappropriamo di noi stessi.

La cultura della meditazione

L’idea che la salvezza o la crescita individuale debba dipendere da qualche intervento esterno, da qualche salvatore divino o da qualche “uomo della provvidenza,” ha una precisa origine religiosa e rientra nella cultura della dipendenza. Ad essa si contrappone l’idea della meditazione, per cui ognuno è responsabile di se stesso e ha in sé le forze per svilupparsi e crescere. Eterodiretti o autodiretti...

domenica 16 agosto 2009

Troppo rumore per nulla

“Chi si sente portato alla contemplazione e non alla fede, trova tutti i credenti troppo rumorosi e frenetici: e si tiene lontano da loro.”
Friedrich Nietzsche

Relativismo

Tutto ciò che si ritiene fondato su Dio è in realtà fondato su una certa immagine di Dio; quindi non è fondato su Dio, ma su un’interpretazione dell’uomo, che è sempre relativa. Non si sfugge al relativo, in nessun modo.
Chi dunque attacca il relativismo lo fa per fondare un assolutismo – il proprio.

Le interpretazioni di Dio

Naturalmente qualcuno potrebbe sostenere che la mia idea di Dio non è quella dei cristiani, dei musulmani o degli hindu; e avrebbe ragione. Ma proprio questo è il punto. Esistono differenti concezioni di Dio, e ogni etica non può che essere basata su una particolare idea di Dio. E chi può stabilire quale sia quella giusta? Sempre e solo gli uomini.

Il fondamento dell'etica

Perché non convince il tentativo di alcuni teologi di sostenere che solo un’etica religiosa abbia un fondamento? Perché tra la nostra etica e Dio non c’è niente in comune. Il Dio di cui parlano le religioni non è il Dio che vediamo in azione (al di là del bene e del male), ma un Dio immaginato a livello antropomorfico (e come potrebbe essere altrimenti?), un Dio concepito a misura d’uomo, un Dio fatto a immagine e somiglianza dell’uomo.
Questo Dio sarà anche un’utile funzione, ma è comunque una finzione, del tutto relativa. E infatti le etiche religiose sono profondamente diverse tra loro (si pensi ai differenti atteggiamenti sull’aborto) e possono promuovere tranquillamente “guerre sante” e stermini degli “infedeli.”
Ecco perché un’etica basata su un tale Dio immaginario non può avere un fondamento trascendente. Dio è sempre un Dio pensato dall’uomo...e più piccolo è l’uomo che lo pensa, più piccolo è Dio (nella Bibbia, per esempio, Dio arriva a ingiungere di sterminare “uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini, I Samuele, 15, 3.)
Il punto è che nessuna etica ha un fondamento che possa esulare dal mondo umano. La vera “etica” di Dio è quella che possiamo osservare nella natura e nell’universo, un’etica che ha come unico imperativo la volontà di propagazione della spinta vitale, la selezione del più forte e del più adattato, l’eliminazione del debole e del malriuscito, insomma un’etica del tutto disumana, pronta a creare e a distruggere, senza la minima considerazione per l’individuo.
L’etica dell’ “altro” Dio, quello concepito dall’uomo, è invece una creazione delle filosofie, delle religioni e delle spiritualità, ed è basata sull’utilità e sulle convenienze sociali. I presunti comandamenti divini sono in realtà generati dall’uomo, e possono variare da tempo a tempo, da luogo a luogo e da cultura a cultura.
Tutte le etiche, anche quelle religiose, sono fondate dagli uomini: nessuna etica è fondata da Dio, che è al di là del bene e del male. Prendiamo un comandamento fondamentale: “non uccidere.” È un appello rivolto dall’uomo all’uomo. Ma non è minimamente rispettato da Dio, che, oltre a essere il grande creatore, è anche il grande uccisore. Potremmo dire che le leggi di Dio sono del tutto disumane, oltreumane, amorali.
In conclusione, è sempre l’uomo che costruisce il quadro etico. E la differenza tra un’etica religiosa e un’etica laica o umanistica è che la prima si attribuisce presuntuosamente a un Dio, mentre la seconda è consapevole delle proprie limitazioni.