martedì 30 marzo 2010

Voto di scambio

Alemanno e altri ringraziano pubblicamente la Chiesa per l’appoggio dato alla destra. E la Chiesa si dichiara pronta a collaborare con la nuova maggioranza.


Ma non esisteva il Concordato in base al quale la Chiesa si impegnava a non prendere parte alla lotta politica?

Allora, a che cosa serve il Concordato?

Ah, già, a dare alla Chiesa un mucchio di soldi senza alcuna contropartita.

Preti corrotti

Cercavano l’Anticristo all’esterno. E invece era dentro di loro.

lunedì 29 marzo 2010

I veggenti

Pedofili, cadaveri sepolti nelle chiese, collusioni con la Mafia, continua ricerca del potere e del denaro...


Ogni tanto qualche veggente, qualche pseudoprofeta, preannuncia una crisi della Chiesa, dovuta a persecuzioni e all’Anticristo.

Poveretti, non hanno mai capito che l’Anticristo è nella Chiesa – è la Chiesa...in quanto tradimento del Cristo. Se chi parla in nome del Cristo è colui che ha tradito il suo messaggio, quale altro Anticristo si cerca?

Qui sta tutto il problema. Si cerca sempre fuori ciò che sta dentro.

venerdì 26 marzo 2010

Morti e vivi

L’idea che la verità possa essere espressa da qualche dogma è una delle più stupide del mondo. È per questo che le religioni sono residui del passato, tracce di una spiritualità perduta. La spiritualità è sempre qualcosa di vivo, la religione è come una lingua morta.


La religione è la presunzione di avere la risposta, la spiritualità è l’umiltà della domanda. “Dio non è il Dio dei morti” diceva qualcuno. “Ma il Dio dei vivi.”

giovedì 25 marzo 2010

Gli oscurantisti

Nel 18° secolo gli oscurantisti erano coloro che si opponevano all’Illuminismo. L’oscurantismo non è mai morto, e ancora oggi è presente nelle nostre società, e c’è qualcuno tra i politici che se la prende tuttora con gli illuministi del settecento e con la rivoluzione francese, colpevole a suo dire di aver abbattuto gli sfruttatori del popolo: i nobili e il clero. Nel contrasto tra buio e luce, gli oscurantisti sono coloro che vogliono tenere gli uomini all’oscuro, che vogliono impedire che gli individui pensino con la loro testa.


Che cosa fanno gli oscurantisti? Oscurano. Fa parte del loro istinto primario. Per esempio, oggi, in Italia, in piena campagna elettorale, hanno oscurato i talk-show televisivi che parlavano di politica.

In campo religioso, gli oscurantisti sono coloro che propagandano le religioni del Dio-Padrone e Signore. Per essi, non c’è da discutere, ma solo ubbidire e sottomettersi...prima al Padrone Superiore, poi alla religione e infine ai padroni di questa terra. In sostanza sono i conservatori, che spesso sono clericali.

L’alleanza tra conservatori e clericali è il fondamento della cultura oscurantista.

In pratica, tutte le religioni sono oscurantiste, perché presentano i loro principi in maniera dogmatica. Tranne il buddhismo, che non per nulla è ateo.

Un recente studio dello psicologo Satoshi Kanazawa ha messo in luce come il contrasto tra conservatori e progressisti dipenda dal DNA, cioè sia inscritto nei geni. Il conservatorismo (con un’alta attività dell’amigdala) implica un maggior attaccamento al gruppo sociale di appartenenza, il conseguente razzismo e paure irrazionali che portano ad una religione superstiziosa. I progressisti, invece, avendo una maggior attività nella corteccia cingolata anteriore, hanno una minore impulsività e un maggiore capacità di riflessione.

Come si vede, abbiamo due tipi di individui: l’uno meno evoluto e l’altro più razionale. Semplificando, potremmo dire che il primo è un conservatore oscurantista, mentre il secondo è un progressista.

E di nuovo si conferma che la religione è una forma inferiore di spiritualità, in particolare di quella spiritualità che è capace ancora di porsi domande.

La sovversione dei valori

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: immancabile come le tasse e indifferente al Concordato, la Chiesa è intervenuta per l’ennesima volta in piena campagna elettorale per cercare di orientare il voto. E che cosa ha detto? Di votare per quei candidati che sono contrari all’aborto legale.


Ora, a parte il fatto che l’aborto non c’entra niente con le elezioni regionali e che la legge sull’aborto è stata approvata dall’80% degli italiani, che cosa significa mettere l’anti-abortismo come valore primario? Domandiamoci: fa più danno sociale una donna che sopprime un grumo di cellule o un prete pedofilo che violenta duecento bambini disabili (come si scopre oggi che è successo in America?) Chi è tra i due quello che provoca più dolore?

Rispetto a una donna che abortisce, quali danni provoca la Chiesa con i suoi preti pedofili, quante persone fa soffrire, quali drammi provoca nella società?

domenica 21 marzo 2010

Il pericolo delle sette

Non mi meraviglia la storia della setta Maya Re in cui il santone di turno sfruttava gli adepti, facendosi intestare case e terreni e violentando donne e bambine. È una storia che si ripete uguale in tutto il mondo e in tutte le religioni. Per esempio, anche il fondatore del Legionari di Cristo è stato accusato di vari reati sessuali, fra cui la pedofilia, ed ha almeno una figlia. Semmai mi colpisce sempre il gran numero di seguaci che simili “maestri” riescono a reclutare. Evidentemente, al mondo, esiste un esercito di psicolabili che non aspettano altro: il Salvatore che risolva tutti i loro problemi, il maestro che abbia la bacchetta magica, l’ “uomo del destino” che li esenti dal pensare e dal decidere. Tutte le religioni nascono da questo impulso profondo, dovuto probabilmente alla nostra natura di animali sociali che hanno bisogno del capobranco.


Quello che non entra in testa a questi “bisognosi di fede” è che nessun altro può risolvere i nostri problemi, nessun altro può camminare al nostro posto, nessun altro può fare le nostre esperienze.

Diffidiamo dunque delle sette religiose, sia di quelle piccole sia di quelle grandi – le Chiese. Anche le Chiese infatti hanno ammassato ingenti ricchezze sfruttando la dabbenaggine della povera gente e soprattutto dei ricchi, e, quanto alla moralità dei loro membri, le vicende di pedofilia di questi giorni parlano chiaro.

martedì 16 marzo 2010

Ricchi, poveri e spiritualità

Apprendiamo che il reddito di Berlusconi è aumentato quest’anno di dieci milioni di euro. E siamo contenti per lui. Ma questo non è che un piccolo esempio di come, anche nei periodi di crisi, ci sia sempre qualcuno che guadagna di più. Come mai?


Il fatto è che le ricorrenti crisi economiche, create proprio dai ricchi (speculatori, finanzieri, banchieri, ecc.), hanno questo scopo: immiserire i molti per arricchire i pochi. Non appena i ceti più bassi raggiungono un certo benessere, ecco che arriva la crisi, la quale ha la funzione di creare di nuovo una massa di diseredati pronti a vendersi per avere un lavoro. Ed è quello che succede oggi.

Purtroppo, le masse di miserabili, mancando di consapevolezza, finiscono per affidarsi politicamente proprio a coloro che più li sfruttano. E qui il cerchio si chiude.

Il problema economico, ossia il problema dell’ingiustizia sociale e dello sfruttamento, ha una grande rilevanza spirituale. Basti pensare ai continui anatemi di Gesù contro i ricchi – i ricchi hanno già avuto, i ricchi hanno il cuore duro, i ricchi finanziano la religione della conservazione e del formalismo...i ricchi non entreranno nel “regno dei cieli”.

Ma, intanto, sono quelli che dominano il mondo.

E, tuttavia, dominare il mondo non significa dominare la propria anima. E quindi anche i ricchi – se non hanno autocoscienza – possono essere dei poveri disgraziati, in preda ai loro stessi tormenti interiori.

Il ricco si illude di placare la propria anima finanziando istituti religiosi e opere di carità. Ma il suo problema è che sta cercando di comprarsi un posto in paradiso. E quindi, anche se spenderà fino all’ultimo centesimo, è come se non facesse nulla.

Ci vuole ben altro. Ci vuole consapevolezza. Che non si compra al mercato. Ma che si può solo coltivare dentro di sé.

lunedì 15 marzo 2010

Mediazione e meditazione

Da dove viene questa convinzione degli italiani di poter essere salvati da qualche “uomo della Provvidenza” – convinzione che li porta a delegare il potere e a favorire regimi autoritari?


Viene dritta dritta dal cattolicesimo, che li ha abituati a pensare che Dio si sia fatto uomo e che questo abbia risolti i loro problemi.

Ma, come quest’ultima fede si è dimostrata fallace, così la tendenza ad affidarsi in politica al dittatore di turno si è sempre risolta in una catastrofe.

Dunque, gli italiani devono smettere di delegare e devono convincersi che solo un’assunzione di responsabilità di ciascuno e di tutti può farli risorgere.

Nessuno oltre a noi stessi può salvarci. E ciò vale sia in politica sia nel campo dello spirito.

Il cattolicesimo è invece la religione della mediazione, dove gli unici a guadagnarci sono i mediatori stessi.

Non è alla mediazione che ci dobbiamo affidare. Ma alla meditazione personale, che non delega niente a nessuno. Tutto in prima persona.

venerdì 12 marzo 2010

Pedofilia religiosa

Dopo gli USA, la Spagna, l’Irlanda, l’Olanda e l’Austria, ora è la Chiesa tedesca che si scusa per la pedofilia dei preti cattolici. In Italia si fa finta di nulla e anzi si difendono pubblicamente preti accusati dello stesso reato. Da noi uno scandalo del genere non scoppierà mai, perché siamo nella patria dell’insabbiamento. Il papa promette tolleranza zero e anche lui chiede perdono. Ma non è questione di tolleranza né di perdono; il difetto sta nel manico, ossia nel tipo di educazione che ricevono i sacerdoti .


Tra voto di castità e infantilismo teologico, il prete rimane un individuo represso che vive contro natura, un prodotto innaturale e regressivo di una cultura che odia le donne e il sesso. A quel punto non gli rimane che rivolgersi ai bambini.

Qualche psichiatra sostiene che la pedofilia sia ancora una forma di violenza sulla donna, il che sarebbe in linea con l’atteggiamento antifemminista delle religioni. Ma qualunque sia l’origine, finché la cultura religiosa si fonda sulla repressione sessuale non si risolverà il problema.

Se il papa ribadisce che il celibato dei preti è sacro, vuol dire che la sua tolleranza zero non servirà a niente. E tutto continuerà come prima. Qualcuno dovrebbe spiegargli che esistono studi psicologici sia sulla pedofilia sia sulle tendenze di chi decide di farsi prete. E poi dovrebbe ricordargli che gli apostoli di Gesù erano sposati. Provi ad allargare un po’ i suoi orizzonti e a non occuparsi solo di ammuffiti problemi teologici.

mercoledì 10 marzo 2010

Il ciclo della sofferenza

Quando il buddhismo parla dell’inevitabilità della sofferenza, non vuol dire che tutto sia dolore, ma che la vita è prevalentemente contraddistinta dal dolore. Pessimismo?


Leggo su un giornale che il neonato ha sette modi di piangere: per fame, per dolore fisico, per disagio, per solitudine, per paura, per eccessiva stimolazione e per stanchezza. Benvenuto nel nostro mondo.

Credo che talvolta nel piacere di mettere al mondo altri esseri ci sia una specie di perversione; come dire: io soffro e adesso faccio soffrire qualcun altro.

Se non si prende coscienza di questo stato di cose, e si crede che sia possibile una felicità duratura, si continua a perpetuare un’illusione e, con essa, il ciclo della sofferenza.

lunedì 8 marzo 2010

Restare aperti

Ho sentito un vescovo che ripeteva alla televisione tutti i luoghi comuni della dottrina cristiana, e cioè che Dio ci ama e che ci aiuta, ecc. È il solito infantilismo teologico, per cui Dio viene assimilato a un Padre amorevole. Una sciocchezza che non dà conto della terribilità del vivere, del male devastante che può colpire tutti in ogni momento, senza una ragione apparente. Almeno, in Oriente, con il concetto di karma si dà una giustificazione logica al male che colpisce gli innocenti o i buoni.


Ma il punto è che queste spiegazioni lasciano il tempo che trovano, perché quando ti trovi morente in un letto d’ospedale o nella carrozzeria accartocciata di un’automobile o sotto una casa crollata, non ti consola molto pensare che Dio è un Padre amorevole o che è tutta colpa del karma. In quegli ultimi istanti ti rendi conto che non sai nulla e che ogni chiacchiera è inutile.

In realtà, queste spiegazioni non solo sono inutili, ma sono anche dannose. Sì, perché inducono la gente a non cercare più.

Di solito, questa ricerca sul senso della vita la facciamo da giovani. Poi, di fronte ai problemi e alle preoccupazioni, si blocca. Allora smettiamo di cercare e aderiamo a qualche risposta prefabbricata, oppure diventiamo atei o scettici.

Con il tempo, insomma la nostra mente si sclerotizza e la nostra ricerca si ferma.

La meditazione non ci dà risposte precostituite, ma ci insegna a non smettere mai di restare aperti e svegli, e di porre la domanda.

sabato 6 marzo 2010

I molti nomi dell'amore

In una lingua esistono 25 nomi per indicare altrettanti tipi di amore. Da noi ce n’è uno solo, e da qui nasce tutto l’equivoco. Infatti l’amore per un uomo o una donna non ha niente a che fare con l’amore per i poveri o per i perseguitati. Non a caso, il primo tipo di amore dà origine alla gelosia, che è una forma di possessività. Vi immaginate che possa nascere la gelosia per i poveri o per i diseredati? I due tipi di amore sono l’uno l’opposto dell’altro: il primo è del tutto egocentrico, mentre il secondo è disinteressato...a meno che non sia un alibi per sentirsi buoni.

Informative

La Santa Sede ha cacciato uno dei “Gentiluomini di Sua Santità”, persone scelte che operano “per il bene delle anime e la gloria nel nome del Signore”, perché un’informativa dei carabinieri ha svelato che il “gentiluomo” in questione organizzava festini gay con l’aiuto di un corista della “Reverenda Cappella Musicale della Sacrosanta Basilica Papale di san Pietro”.


I cattolici si consolino: in compenso è stato scoperto che i fondi neri di un noto faccendiere inquisito erano conservati nella cassaforte di un prete, economo della “Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue di Gesù”. Però, la cassaforte era nascosta dietro un quadro di tema religioso.

Perversioni pervicaci e tradizioni perverse

Si allarga lo scandalo dei preti pedofili che ormai assume dimensioni mondiali (dagli USA all’Irlanda e alla Germania), a dimostrazione che non è un fatto occasionale, ma costituzionale.


Il problema è sempre lo stesso: la cultura repressiva con cui è addestrato il prete. La sessualità non può essere cancellata, perché fa parte della natura umana, e quindi, quando viene repressa, tende a uscir fuori da qualche parte, prendendo vie perverse.

La Chiesa continua ad andare contro natura perché chiede deleteri voti di castità. E questi sono i risultati di un’educazione sbagliata.

Alpha dog

L’uomo animale sociale...sì, come il cane, che ha bisogno di un capobranco. E questo bisogno del capobranco spiega alcuni regimi politici: dove c’è il dittatore; e religiosi: dove c’è il “buon pastore”.


Diceva Ennio Flaiano: “Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura”. E il motivo sta nei duemila anni di cattolicesimo che li ha irrimediabilmente condizionati ad avere bisogno di un “buon pastore”. Ma avete mai visto un pastore che faccia l’interesse delle pecore e non il proprio? Quando tiene in vita le pecore, lo fa per tosarle e prenderne il latte; e quando non gli servono più, ne fa carne da macello.

Molto meglio una spiritualità dove non ci siano né pecore né pastori.

martedì 2 marzo 2010

Gesù laico

Pochi riflettono sul fatto che Gesù era un laico, non un sacerdote – un laico che non era in buoni rapporti con i sacerdoti e i clericali della sua epoca: farisei, sadducei e scribi. E pochi riflettono sul fatto che furono proprio questi sacerdoti e questi clericali a volere la sua condanna a morte.


Pochi riflettono su questi fatti incontrovertibili perché dovrebbero giungere alla conclusione che mai e poi mai Gesù avrebbe voluto che dal suo insegnamento nascesse una Chiesa, e per di più una Chiesa gerarchica e dogmatica. Si può anzi dire che questo tipo di Chiesa, questo modo di intendere la religione, fu ciò contro cui lottò fino alla fine.

D’altra parte, è evidente che le frasi di fondazione della Chiesa, che troviamo nei Vangeli (poche e del tutto fuori testo), furono una manipolazione proprio della Chiesa nascente che cercava pezze d’appoggio.

Povero Gesù! Lui che combatteva contro il modo ritualistico e formalistico di interpretare la religione si è trovato a essere il fondatore di una Chiesa ritualistica e formalistica. Peggior tradimento non poteva esserci.

lunedì 1 marzo 2010

Il Dio della giustizia

Il teologo Vito Mancuso scrive su “La repubblica” del 26/2/2010 che per un vita autentica non è necessaria la fede in Dio, ma basta “la fede nel bene e nella giustizia quali dimensioni più alte del vivere” – fede che non è affatto appannaggio dei credenti. E lo scrive perché evidentemente molti credenti credono il contrario e si ritengono superiori.


Lo stesso Gesù mostra che i più grandi farabutti sono spesso i sacerdoti e i clericali della sua epoca (farisei, sadducei, scribi). Per esempio, nella parabola del buon samaritano l’individuo più duro di cuore e indifferente è proprio il sacerdote.

In effetti, certe religioni come il buddhismo non credono affatto in un Dio, ma credono in un principio normativo superiore che rende la giustizia inesorabile. In sostanza, il Dio cacciato dalla porta ritorna dalla finestra. Ma si tratta di un Dio impersonale e perfettamente imparziale.

E qui nascono i problemi per il teologo cristiano, perché questo Dio impersonale non è affatto il Dio-Persona del cristianesimo e neppure il Dio capriccioso e parzialissimo dell’Antico Testamento. Può essere sì il Dio di Gesù, ma non il Dio dei cristiani.

Io, comunque, ho sempre più dubbi su questo principio del Bene superiore, che è poi il Dio della filosofia. E mi chiedo se non sia semplicemente un prodotto della psiche umana, che vorrebbe questa giustizia, questo equilibrio. E mi domando che cosa può esserci al di là di queste categorie mentali. Chi ci dice che tutto torni, che Dio non sia squilibrato? Davanti a noi non c’è mai uno spettacolo dove tutto torni e sia in equilibrio. Questa è la realtà. L’altra è una nostra esigenza. Ma chi ci dice che una nostra esigenza sia l’esigenza dell’Universo?