sabato 27 aprile 2024

Il piacere della guerra

 

Ci deve essere un piacere della guerra se, fin dall’inizio dei tempi, l'abbiamo sempre fatta. Tanto che la pace può essere definita come l’intervallo tra due guerre.

Evidentemente, il piacere di distruggere (di odiare, di dividere) è altrettanto forte di quello di costruire (di amare, di unire).

Questo perché il mondo è stato creato in base a coppie di forze (guerra/pace, odio/amore, dividere/unire, attrazione/repulsione, ecc.) che sono diadi, cioè unità degli opposti. Capite il funzionamento delle diadi?

Non può esserci un polo della diade, senza che ci sia il polo opposto… il positivo senza il negativo, lo yang senza lo yin.

I due poli sono in un rapporto dinamico: uno può aumentare o diminuire, ma deve essere conservato un equilibrio. E quindi all’azione del primo (che fa diminuire il secondo) deve seguire una reazione del secondo.

Ecco perché non potremo mai liberarci della guerra, della cattiveria, del male e dell’odio. Perché, in realtà, noi vogliamo la pace, la bontà, il bene e l’amore. È proprio il nostro volere un polo che mette in azione il suo opposto.

Mi dispiace dirlo: ma finché vorremo perseguire la pace, la bontà, il bene e l’amore, non potremo liberarci dei loro opposti, anzi li metteremo in essere. O si eliminano tutt’e due, trascendendo entrambi, o saremo sempre in preda al dualismo degli istinti e della dialettica degli eventi.

Il ruolo dell'osservatore

 

Nella fisica quantistica il fenomeno microfisico ha bisogno dell’osservatore per essere definito e misurato. Per la prima volta, la fisica ha introdotto il soggetto nei suoi calcoli e il ruolo dell’osservatore diventa fondamentale. Infatti, secondo il principio di sovrapposizione, una particella subatomica può esistere in più stati simultaneamente (stato di sovrapposizione), finché non viene osservata o misurata. L'atto stesso dell'osservazione o misurazione determina il collasso della funzione d'onda della particella, facendole "scegliere" uno stato specifico.

Ma ora diciamoci la verità: che senso avrebbe questo immenso universo se fosse un insieme di stelle, galassie, pianeti e buchi neri senza qualcuno che lo osservi? La domanda di senso viene da un soggetto che è in grado di porsela. Senza questo soggetto non ci sarebbe un senso, perché nessuno si chiederebbe nulla.

Pensiamoci un po’: ammassi di fuoco, di lava, di metano, di idrogeno e di carbonio e di elio senza un filo d’erba o un paramecio… Che senso avrebbe? Nessun senso. Anzi, la domanda di senso non avrebbe senso. L’universo sarebbe uno spreco enorme di risorse, un inutile spettacolo di energia - senza spettatore.

Se lo spettatore non c’è, il teatro non c’è. Per esserci un teatro, ci devono essere gli attori e gli spettatori - una diade inseparabile.

Sembra che l’energia creatrice sia finalizzata a creare l’oggetto e il soggetto. Ma questo significa che l’energia – che si presenta come un fenomeno fisico – è in realtà un fenomeno psico-fisico, nel senso che è in grado di produrre la materia e lo spirito che la osserva. E infatti noi sappiamo che l’energia lavora nel nostro corpo e nei nostri stati mentali. Ed è sempre la stessa energia che si presenta in forme diverse.

Ora i casi sono due: o l’energia mentale è nata dopo un lungo periodo in cui non c’è stata o è nata con le prime particelle ed è presente dappertutto. Certo, ci è difficile immaginare un protone dotato di coscienza, ma la coscienza nelle sue prime forme va intesa semplicemente come una divisione, una differenziazione, uno sdoppiamento di qualcosa che è sia materia sia spirito. E inoltre va distinta dall’auto-coscienza, che è certamente un’evoluzione successiva.

Insomma la materia è cosciente perché si sdoppia e poi diventa auto-coscienza perché si sdoppia ulteriormente fra soggetto che conosce e soggetto che è conosciuto.

In ogni caso, senza l’osservatore (che può essere una pianta o un animale), il mondo non può esistere.

E questa coppia è la diade fondamentale: l’unità degli opposti.

Dunque, la coscienza auto-consapevole, la mente umana prodotta dalla natura, continua l’opera della natura.


venerdì 26 aprile 2024

L'unità degli opposti

 

In filosofia, l’idea che gli opposti possano essere tenuti insieme porta al concetto di “unità degli opposti”. Questo concetto suggerisce che gli opposti non solo coesistono, ma che la loro interazione è essenziale per l’equilibrio e l’armonia. Un esempio classico è il principio del Taoismo, dove il yin e il yang rappresentano forze opposte che si integrano a vicenda.

In fisica, l’idea di forze che tengono insieme elementi opposti può essere vista nella “forza forte”, che agisce a livello subatomico per mantenere uniti i nucleoni (protoni e neutroni) all’interno del nucleo atomico, nonostante la repulsione elettromagnetica tra i protoni carichi positivamente.

In letteratura abbiamo l’esempio dell’ossimoro, una figura retorica che combina due termini contraddittori per creare un effetto di significato più profondo o per sottolineare un paradosso, come “silenzio assordante” o "dolce amaro".

Ma in genere il nostro linguaggio comprende migliaia di antinomie o concetti contrapposti che in apparenza sembrano escludersi a vicenda, ma che in realtà non possono esistere l’uno  senza l’altro. Potrebbe esistere il concetto di bene senza quello di male, il concetto di bello senza quello di brutto, il concetto di inizio senza quello di fine, il concetto di luce senza quello di oscurità, il concetto di freddo senza quello di caldo, il concetto di su senza quello di giù, il concetto di avanti senza quello di indietro, il concetto di attrazione senza quello di repulsione, il concetto di amore senza quello odio, il concetto di tutto senza quello di nulla, il concetto di pieno senza quello di vuoto e così via? E viceversa.

Però, in molti casi, constatiamo che non si tratta solo di concetti, ma di realtà. Potrebbe esistere la vita senza la morte, l’inspirazione senza l’espirazione, l’andare senza il venire, la pace senza la guerra, il salire senza lo scendere, l’alzare senza l’abbassare, il vincere senza il perdere e così via? E viceversa? Questi sono dati di fatto, cose concrete, non solo concetti. Anche in fisica numerosi fenomeni possono essere condotti a oscillazioni e antinomie di questo genere.

Ce n’è per dire che molte realtà, fisiche e mentali, rivelano un’unità degli opposti, ciò che io chiamo diade. E, se c’è un polo ed è sperimentabile nella realtà, vuol dire che c’è il suo opposto. Se c’è una particella, c’è la sua antiparticella. Pare che il mondo sia fatto a diadi, cioè a coppie di poli opposti che non sono separabili (solo distinguibili) perché che formano un’unità.

Certo possono esserci semplici antinomie del linguaggio, ipotesi o fantasie. Per esempio, se io parlo della diade dio/diavolo, nessuno dei due è esperibile e quindi non si può dire che sia reale. Ma in tutti gli altri casi in cui posso percepire concretamente uno dei due poli, devo dare per reale anche l’altro.

La diade, l'unità degli opposti, è un concetto che fa riferimento alla complementarità e all'interdipendenza di due polarità. Secondo questa nozione, gli opposti non sono semplicemente contrari l'uno all'altro, ma sono in realtà parte di un'unica totalità e si definiscono reciprocamente. Ad esempio, luce e buio, caldo e freddo, positivo e negativo sono considerati opposti che esistono in relazione reciproca e che sono entrambi necessari per comprendere pienamente la realtà.

Ma comprendere pienamente la realtà significa capire come sono fatte le cose.

La legge oscillatoria degli eventi

 

La legge delle oscillazioni ci dice ad ogni movimento in un senso deve corrispondere un movimento in senso contrario. Questo perché ogni azione deve essere compensata da una reazione, secondo una legge psico-fisica. Così è il moto di un pendolo: prima in un senso e poi nel senso opposto. Poiché la legge delle oscillazioni si estende anche agli avvenimenti e poiché tendono anch’essi a un punto di equilibrio, dobbiamo aspettarci che, se compiamo un’azione “buona”, verremo colpiti da qualche evento negativo, uguale per intensità ma contrario per valore, e viceversa. Provare per credere.

Di solito noi non mettiamo in relazione le cose che ci capitano, e crediamo che gli eventi ci capitano casualmente. Ma le cose, in qualsiasi campo, non vanno così. Anche gli eventi seguono il moto oscillatorio, avanti e indietro, e perciò dobbiamo aspettarci un colpo di sfortuna dopo un colpo di fortuna o un insuccesso dopo un successo, un incidente dopo atto di pietà o una malattia dopo qualche evento luminoso (per esempio, un amore o una conquista).

Il principio è che ad ogni acquisizione deve seguire una perdita.

Questo non ci piace, lo so. Ma la natura non sa niente della nostra morale e agisce solo per preservare l’equilibrio. Lo sappiamo talmente bene che ci siamo inventati un’Autorità soprannaturale per riequilibrare, post mortem, il bene con il bene e il male con il male. Ma questo andrebbe contro la logica delle oscillazioni che deve compensare il cosiddetto bene con il male e il cosiddetto male con il bene.

Dico “cosiddetto” perché in realtà bene e male sono solo le due facce di un’unica medaglia.

Attenzione, dunque, alle cosiddette “azioni buone” o alle fortune: presto dovranno essere riequilibrate da un evento negativo, un incidente, una grana, un fastidio, un evento spiacevole o una malattia. Esaminate la vita delle persone buone e vedrete se non vengono colpite da sventure dopo aver fatto o predicato il bene. Il caso tipico è quello di Gesù che, dopo aver guarito i malati e predicato l’amore, è stato colpito da una dolorosissima punizione.

Ma questo succede a tutti i buoni o i santi, che subiscono prove e sventure di ogni genere.

La legge delle oscillazione applicata agli eventi non perdona: deve riequilibrare il bene con il male e viceversa. Ecco perché i cattivi prosperano e i buoni soffrono.  

Per la natura, il bene è ciò che favorisce la vita e la riproduzione e il male è ciò che le ostacola. Ecco perché l’uomo represso e continente è colpito dalla sua stessa integrità e il vizioso che semina figli è più fortunato e felice. Alla fine, comunque, poiché tutti compiono sia il bene sia il male, seppur in proporzioni diverse, i conti si pareggiano – e non c’è bisogno di nessun Dio per riequilibrare le cose. Così come non c’è bisogno di nessun Dio per far funzionare la legge di gravità o le leggi di Maxwell.

Quando certi individui, troppo giovani, troppo dolci o troppo altruisti, muoiono precocemente, noi diciamo che erano troppo buoni per vivere in questo mondo o che erano angeli che sono saliti in cielo. Confermando con ciò che istintivamente riconosciamo la legge delle oscillazioni.

Anche la classica legge del karma riconosce la necessità di riequilibrare le cose, ma, sbagliando, ne fa una specie di legge compensatoria del bene con il bene e del male con il male, simile al nostro Dio etico. E invece il bene viene compensato dal male e viceversa.

Oltretutto, se pensiamo che Dio sia lì per fare del male a chi ha fatto del male o per compensare con il bene chi ha fatto del bene, ammettiamo che anche la Bontà e l’Amore in persona possa compiere il male. Mentre la vera Trascendenza è al di là di questi dualismi.

Le leggi del mondo psico-fisico sono leggi a-morali. Nessuno dice che la legge di gravità è cattiva perché schiaccia qualcuno.

giovedì 25 aprile 2024

Un'unica energia

 

Una diade non è semplicemente una coppia di due elementi distinti che s’incontrano e si legano insieme (come certi matrimoni). Ma è piuttosto una dualità di elementi (anche contrapposti) di un’unica entità, di un unico tutto (come due gemelli siamesi legati per sempre e indivisibili). Se c’è l’uno, c’è l’altro.

Facciamo degli esempi: interno ed esterno, attrazione e repulsione, ispirazione ed espirazione, bello e brutto, bene e male, caldo e freddo, luce e ombra, inizio e fine, vita e morte, ecc. Queste coppie sono diadi, in quanto non puoi pensare l’una parte senza pensare l’altra, in quanto non può esserci l’una senza che ci sia anche l’altra. Vanno assieme. Non l’una o l’altra, ma l’una e l’altra. Sono complementari, non una coppia raccogliticcia, in cui due s’incontrano e poi si lasciano. Questi due elementi o poli non possono lasciarsi, mai... se non annichilendo l’intera diade.

Per quanto riguarda la nostra esperienza, l’uno non può esserci senza l’altro. Quindi non è solo una questione di pensiero.

Tanto più che anche in fisica si trovano coppie del genere, per esempio particella e antiparticella. Quando vengono separate e riunite, si ha un fenomeno chiamato annichilazione in cui le loro masse si trasformano in energia. E questa è fisica, dimostrata in laboratorio.

Esistono varie forme di energia (solare, nucleare, chimica, ecc.), ma possono essere trasformate l’una nell’altra. Il che significa che al fondo sono la stessa cosa.

Il principio di conservazione dell’energia ci dice che l’energia non può essere né creata né distrutta, ma solo trasformata da una forma all’altra. Il che significa che tutta l’energia presente nell’universo è sempre esistita e sempre esisterà, passando da una forma all’altra. Insomma è eterna.

Ma allora è Dio! Che altro cerchiamo?  

Crea tutto ed è presente in tutto. In tutti i fenomeni, in tutte le realtà.

E la realtà non è solo quella fisica, ma anche quella mentale. Non dite mai: “Sono giù di energia, sono scarico, sono pieno di energia o sono carico?”

Insomma la stessa energia ci fa muovere, pensare, sentire, essere coscienti, provare sentimenti, provare emozioni, ecc. e si manifesta indifferentemente fuori di noi ed in noi, in tutte le nostre funzioni, psichiche e fisiche.

Ci tengo a sottolineare che non c’è una differenza fra mondo fisico e mondo psichico. Siamo noi che distinguiamo ciò che la stessa cosa. Ma l’energia che ci fa muovere un braccio è la stessa che ci fa concepire un pensiero o produrre una emozione.

Dunque, perché le due forme di energia non dovrebbero comunicare?

Attacchi alla libertà

 

Il Parlamento europeo condanna l’Ungheria del sovranista Orban per le carenze del sistema giudiziario, per i conflitti di interesse e per le minacce alla libertà di stampa e ai diritti fondamentali. E indovinate chi ha votato contro.

Fratelli d’Italia e la Lega. Chissà perché, chissà come mai… Mi viene il sospetto che, per questi due partiti, il modello da imitare sia proprio l’Ungheria di Orban. Contenti voi…

mercoledì 24 aprile 2024

L'origine dell'energia "cosciente"

 

L’origine dell’energia

Dobbiamo identificare “qualcosa” che sia in origine sia materiale sia mentale. Solo cosi possiamo dimostrare perché dalla materia possa nascere il mentale, la coscienza, lo spirito. Ovvero, essere il contrario della materia inerte e nascere insieme con essa. Essere l’altra faccia della medaglia… perché una medaglia deve avere sempre due facce, uguali ma contrapposte, l’una esterna e l’altra interiore. Potreste costruire un guanto senza l’interno, o qualunque altra cosa?

Esiste qualcosa che non possa essere yang e yin nello stesso tempo e nello stesso spazio? Esiste una particella senza la sua antiparticella?

Ma cosa può essere questo qualcosa? Diciamo l’energia. Se domandate a un fisico una definizione di energia, vi tirerà fuori un discorso come questo: “L'energia è una grandezza fisica che rappresenta la capacità di un sistema di compiere lavoro. Esistono diverse forme di energia, come l'energia cinetica (legata al movimento di un oggetto), l'energia potenziale (legata alla posizione di un oggetto), l'energia termica (legata al calore), l'energia luminosa (legata alla luce), l'energia chimica (legata alle reazioni chimiche) e molte altre. In fisica, l'energia si conserva e può essere trasformata da una forma all'altra, ma non può essere creata o distrutta.”

Due cose sono evidenti in questa definizione: che l’energia è per così dire eterna (non può essere né creata né distrutta, cioè è ciò che noi chiamiamo “divino”) e che in realtà viene definita non direttamente, ma dal lavoro che compie. In sostanza non si sa che cosa sia. Ma la si deduce perché e attiva. Se fosse immobile, se non compisse alcun lavoro, nessuno la vedrebbe. In conclusione diciamo che l’energia è qualcosa che deduciamo perché vediamo i suoi effetti, che fanno muovere le cose.

Stando così le cose, potrebbe anche essere ciò che chiamiamo Dio. Ma, proprio come Dio, non sappiamo cosa sia. La definizione deriva dal greco antico “ἐνέργεια” (enérgheia), che significa “azione intensiva”. Il termine è stato utilizzato per la prima volta in ambito scientifico nel 1619 da Keplero.

Allora, poiché da questa energia deriva tutto, dobbiamo dire che deriva sia il lato materiale sia il lato psichico, coscienziale. E, quindi, è proprio lei quel “qualcosa” che ha in sé l’aspetto fisico e l’aspetto mentale. Se così non fosse, dovremmo ipotizzare che dalla materia possa nascere lo spirito. Ma come può nascere qualche cosa che diventi spirito senza che sia essa stessa anche spirito, ovvero l’interfaccia tra spirito e materia?

Il fatto è che la nostra mente duale non riesce a vedere nello stesso tempo l’unità dei due aspetti. Non può vederla perché è essa stessa il prodotto di questa scissione. Però riusciamo a capire come la respirazione sia costituita da due movimenti uguali ma contrapposti, o riusciamo a intuire come l’amore e l’odio siano legati insieme pur differenziandosi. Insomma abbiamo qualche indizio.

In conclusione, l’energia, che vediamo solo dai suoi effetti dinamici, ha già in sé le due facce che cercavamo.

Del resto, già Talete diceva che “il mondo è pieno di dèi” e Platone sosteneva che il mondo è un essere vivente dotato di anima e di intelligenza, idee che furono riprese da tanti filosofi fra cui Schopenhauer e William James.

Insomma non c’è motivo per negare che la coscienza si trovi, seppur a livelli differenti, in tutti gli esseri viventi (animali e piante) e nella stessa materia, ovunque ci siano insiemi organizzati.

Ciò significa che ci deve essere un meccanismo basilare che produce coscienza fin dalle prime interazioni fra particelle. E questo meccanismo, che io chiamo “diade”, è lo stesso processo di differenziazione o di fluttuazione che permette a qualsiasi pezzo di materia di dividersi e di moltiplicarsi. In altri termini, il processo o la messa in funzione della materia riunita in un sistema binario produce anche coscienza – essendo fondamentalmente uno sdoppiamento, ossia la comparsa di due poli (materia/coscienza) da un unicum e in un unicum.

Il dualismo complementare, ben rappresentato dalla diade yang-yin, contrassegna l’inizio dell’universo e di ogni ente, organico e non. Non a caso, quando si verifica una fluttuazione, le due particelle uguali ma contrarie, si sprigiona… energia! L’azione trasporta e trasforma energia.

Servi sciocchi

 

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto, a proposito del caso Scurati censurato dalla Rai, che la censura è fuori dal tempo e che, così facendo, certi dirigenti impoveriscono la Rai. Verissimo.

Non solo non sono capaci di fare il loro lavoro, perdendo ascoltatori che ormai vedono benissimo che la Rai è diventata il megafono del governo, ma non sono nemmeno capaci di fare i fascisti.

Come sempre, certi scagnozzi di regime, assunti per difendere il regime, sono ancora più ottusi ed oltranzisti del loro capo. Perché devono dimostrare di essere stati assunti per un buon motivo: loro servilismo.

martedì 23 aprile 2024

Il diritto di abortire

 

Nei popoli c’è sempre qualcuno che vuole tornare indietro, come se in passato si vivesse meglio! Sono reazionari, nel senso che “reagiscono” ad ogni cambiamento e vorrebbero fermare il tempo o l’evoluzione dei costumi.

Per esempio, sul diritto di aborto. Qualcuno dice: non è un diritto, ma un omicidio! Embè, cosa vogliamo fare? Tornare al passato quando le donne abortivano con i ferri dal calza e senza alcuna assistenza medica? Quante morivano, quante venivano uccise? Vogliamo tornare a quei tempi. O noi uomini vogliamo imporre alle donne di non abortire: ma come? Con la violenza (sarebbe un delitto)? O con la persuasione? Auguri. E nel frattempo? E se una non si convince, la vogliamo forzare?

Anche se sono donne, questi reazionari sono grandi nemici delle donne.

Neppure venire alla vita è un diritto. Neppure far figli. Eppure chi mette al mondo dei figli, sa con sicurezza che li condanna a morte. Non è questo un delitto?

Siamo tutti assassini, perché la vita si nutre di altra vita. E per vivere dobbiamo uccidere, animali, piante, altri uomini… e dobbiamo morire. E Dio, se ci fosse, sarebbe il più grande assassino di tutti, perché uccide tutti.

Se tu non vuoi abortire, non farlo. Ma lascia che le altre decidano da sole.

I problemi dell'amore

 

L’amore dà sempre dei problemi, perché è un sentimento abbastanza labile, mutevole e instabile. Come tutti i sentimenti, del resto. Se tutto cambia, anche le montagne e le galassie, figuriamoci un sentimento! Che oggi c’è e domani chissà. Naturalmente, ci si può impegnare a costruirci sopra una relazione. Ma questo vuol dire poco. Puoi costruire tutte le relazioni che vuoi, ma non puoi impedire che un sentimento cambi o si esaurisca. O che ne subentri un altro.

Quanti problemi per il fatto che si è costruita una relazione stabile e un bel giorno quell’amore sparisce o ne subentra un altro! C’è un conflitto fra il nostro bisogno di stabilità  e il nostro bisogno di novità. Perché la stabilità può portare alla noia, all’abitudine e al soffocamento. E allora subentra l’esigenza opposta.

Ma il problema è che noi vorremmo stabilizzare o ingabbiare ciò che per sua natura è mutevole. È come ingabbiare una farfalla o una rondine che vorrebbero invece volare.

Il secondo motivo della fine di un amore è che ogni relazione è basata sul contrasto fra due poli, come maschio e femmina. Che sono fatti per amarsi e unirsi, ma non per tutta la vita. E che restano diversi.

Quando due diventano come fratello e sorella o come buoni amici, c’è ormai un altro tipo di amore, che non ci fa più palpitare.

E poi c’è un terzo motivo. L’amore non è basato sulla libertà, nel senso che non posso amare chi voglio. No, è un rigido condizionamento che ci viene dal nostro primo amore – quello per il genitore di sesso opposto.

E i genitori lo sanno: per questo mettono al mondo i figli, per avere qualcuno che li amerà, o li odierà, tutta la vita. Mettere al mondo i figli è un istinto, ma questo vi dice già che è un condizionamento della natura che ci piega ai suoi voleri. E, quando ce ne accorgiamo, sono guai.

lunedì 22 aprile 2024

La decadenza italiana

 

Gli italioti, con la loro caratteristica superficialità, hanno votato dei partiti che non si limitano a essere delle normali forze politiche, ma che traggono ispirazioni dal fascismo. E quindi sono tendenzialmente antidemocratici. Vogliono avere tutto il potere per cambiare le regole della democrazia e imporre un nuovo e vecchio autoritarismo. Un po’ come è successo in Ungheria o in Polonia.

La pretesa di stravolgere la costituzione per eleggere un premier forte, che accentra tutto il potere su di sé, che cosa è se non un neo-fascismo?

I segnali ci sono tutti: dalla occupazione totalitaria della Rai (che è diventata il loro megafono facendo tacere chi la pensa diversamente, caso Scurati) alla galera per i giornalisti (quattro anni), dall’abolizione dell’abuso d’ufficio (che pure è il reato più diffuso) alla normalizzazione dei giudici (per mano di Nordio che era il giudice preferito da Berlusconi), dalla diminuzione delle intercettazioni (con cui si smascherano i delinquenti) all’introduzione degli anti abortisti nei consultori in cui si va ad abortire alla querela degli intellettuali che criticano il governo (caso Canfora che ha definito la Meloni “fascista nell’anima”), dallo sdoganamento dei saluti fascisti alle celebrazioni del compleanno di Hitler, dalla legittimazione degli evasori fiscali al rifiuto di tassare le banche e i veri ricchi.

Come è facile per un popolo incosciente come gli italiani scivolare in un regime autoritario! In pochi mesi cambia tutto. E questa volta i responsabili sono gli elettori che, pur di cambiare, hanno eletto con leggerezza partiti anti-democratici.

Se facciamo il confronto con la Francia (in cui il diritto all’aborto è stato messo in costituzione), ci rendiamo conto di quanto siamo regrediti.

La Meloni, che fa la furba, dice che non è lei a ordinare direttamente le operazioni antidemocratiche, ostili alle donne (confermando che le donne sono le peggiori nemiche delle altre donne), ma questo succedeva già durante il fascismo, in cui erano gli scagnozzi del regime a compiere i delitti peggiori. Perché gli sgherri sono sempre più realisti del re.

Del resto, chi ha raggiunto posizioni di potere grazie al servilismo, alle parentele o all’ideologia, è sempre più zelante dei leader. Perché deve mantenere il posto ottenuto immeritatamente.

Per esempio, la vicedirettrice del Tg1 ha detto che “l’aborto è “un omicidio, non un diritto”, il che ci spiega perché ha ottenuto quel posto: per consonanza di idee.

Spero che gli italioti incomincino a capire chi hanno eletto e che votino di conseguenza alle prossime elezioni europee, dando un preciso segnale alla Meloni. Se non lo faranno, la decadenza dell’Italia sarà inarrestabile… morale ed anche economica.

Ricordatevi che questi partiti sono sempre dalla parte dei ricchi, dei potenti e dei padroni, e si servono dei cittadini ingenui per togliere loro ogni libertà.

Saper guardare

 

Guardare è curare. Guardare è curarsi.

Nel senso che devi vedere te stesso, devi percepire ciò che senti e come ti senti in un certo momento.

Guardare senza giudicare – oggettivamente.

Guardati bene se sei malato nel corpo o nell’anima. È la prima cura. Perché la malattia è qualcosa che non vedi all’inizio, che ti sfugge. E questo evitamento crea una fessura da cui entra la malattia.

La scissione creatrice

 

Notavo che quattro sono le interazioni fondamentali della fisica e quattro sono le possibili combinazioni delle linee dell’I Ching, il che non sembra strano dato che tutto nasce da un uno che si fa due e poi quattro e poi multipli di due. La coscienza stessa nasce da una differenziazione prima tra soggetto e oggetto e poi tra soggetto e se stesso.

Siamo tutti due. Nasciamo da due esseri. Abbiamo due cervelli a specchio (complementari), due occhi, due braccia, due gambe, due orecchi, due facce, due polmoni, due reni, due patrimoni genetici, due filamenti del DNA, due movimenti respiratori, eccetera. Il motivo è che la differenziazione primitiva è una scissione in due di qualcosa che è unitario.

Quindi, fin dalle prime fluttuazioni, fin dalle prime scissioni, nasce l’interno dell’esterno, l’attrazione dalla repulsione, lo yin dallo yang, la psiche dalla materia, ecc. Il massimo risultato con il minimo sforzo. Il tutto dal nulla. Uno sdoppiamento che allontana senza però separare del tutto, senza recidere il legame, mantenendo l’unità nella diversità e la diversità nell’unità, in un rapporto dinamico che cambia di continuo.

Io chiamo questo schema o modello “diade”, e lo rintraccio dappertutto, nella materia e nella psiche che sono divisi nell’unione e uniti nella divisione.

Questo significa che tutto ha coscienza, anche se a livelli differenti. E perché tutto sia contrasto, Il che spiega perché un pezzo di materia possa pensare, essere cosciente e sentire. È così dalla più piccola particella all’essere umano.

Tutte le cose sono se stesse e anche altro da sé. Perciò sono interdipendenti, come le cellule di un organismo che comunicano attraverso certi recettori.

 

domenica 21 aprile 2024

Come pugili

Come pugili

Abbiamo detto che le due parti del simbolo yang-yin sono in movimento. Se una aumenta, l’altra diminuisce; ma nessuna delle due può annullare l’altra, perché ogni aumento della prima provoca un contro-sforzo, una controspinta, una reazione della seconda per ritornare a un certo equilibrio. Sono come due pugili di pari forza che si combattono in un ring: sono contrapposti in quanto avversari, ma essendo di pari forza, nessuno dei due può vincere. Ci saranno fasi in cui uno dei due avanzerà e l’altro indietreggerà, e poi avverrà il contrario. I due sono divisi, sono avversari, però, in quanto interessati al match in cui guadagnano entrambi, sono uniti.

E quindi le due polarità si combattono pur restando unite in un’unità che io chiamo “diade”. Se una delle due parti cancellasse l’altra, la diade si annichilerebbe. Il che è rappresentato, nell’antico simbolo, da un punto di colore opposto, indicante la presenza dell’una nell’altra e l’impossibilità di superare per entrambe un certo limite.

Questa diade rappresenta anche il rapporto mente/materia. Dove c’è molta materia, c’è poca mente; e dove c’è molta mente c’è poca materia. Ma comunque le due sono unite per sempre e l’una non può fare a meno dell’altra – e l’una viene dall’altra e l’una viene per l’altra. Ecco come nasce la coscienza, da uno sdoppiamento di qualcosa che però rimane unitario, dalle coppie di particelle alle coppie di emisferi del cervello

Tale tipo di rapporto si ripete dappertutto, per ogni tipo di interazione, sia fisica sia mentale. Anzi, anche la diade fisico/mentale è fondamentale, così come l’interno e l’esterno di qualunque ente, animato o non. In realtà, l’intero universo è animato e cambia continuamente in maniera dialettica. Ed ha esso stesso un contrario.

È interessante notare che gli antichi taoisti, attraverso la combinazione di linee unite e di linee spezzate avevano già concepito un codice binario, come quello dei nostri computer. Quattro sono le possibili interazioni fra le due linee, proprio come quattro sono le interazioni nella fisica.

Va osservato che l’energia nasce proprio dall’interazione-divisione. Dal contrasto fra due pari, si crea una tensione o una forza che è poi quella che vediamo nel ring. Se i due pugili non fossero in contrasto per la vittoria, non ci sarebbe nessuno scontro, dunque nessuna energia.

L'I Ching, o Libro dei Mutamenti, e la fisica quantistica presentano in realtà alcune affascinanti connessioni.

Innanzitutto condividono alcuni principi:

Entrambi sottolineano l'impermanenza e il continuo mutare della realtà. L'I Ching descrive i mutamenti come flussi ciclici governati da principi universali, mentre la fisica quantistica evidenzia la natura probabilistica e dinamica delle particelle subatomiche.
L'I Ching vede la realtà come un'interazione di forze opposte e complementari, rappresentate da yin e yang. La fisica quantistica, a sua volta, descrive fenomeni come la dualità onda-particella e il principio di complementarità di Bohr, mostrando come entità apparentemente contrastanti possano coesistere.
L'I Ching considera l'universo come un sistema interconnesso, dove ogni elemento influenza il tutto. La fisica quantistica, con il concetto di entanglement, dimostra la correlazione istantanea tra particelle quantistiche anche a grandi distanze, supportando l'idea di una profonda connessione tra tutte le cose.
Alcuni studiosi hanno trovato nell'I Ching un sistema di pensiero utile per interpretare i concetti quantistici che sfidano la nostra comprensione ordinaria della realtà. L'esagrammatica dell'I Ching, con i suoi simboli e le sue mutazioni, potrebbe offrire una chiave di lettura alternativa per fenomeni quantistici come la sovrapposizione e la non-località.
L'I Ching, come la fisica quantistica, incoraggia un approccio olistico alla conoscenza, superando la frammentazione disciplinare e abbracciando una visione più ampia e interconnessa della realtà.
Però esistono anche differenze:

La natura simbolica e aperta all'interpretazione dell'I Ching può portare a letture soggettive e non univoche, ostacolando un confronto rigoroso con la fisica quantistica.
Inoltre i principi dell'I Ching non sono sottoposti a rigorosi test sperimentali come quelli della fisica quantistica, limitando la loro validità scientifica.

Insomma, l’ I Ching si basa sui principi di casualità e cambiamento. Questi concetti hanno trovato una sorta di parallelo nella fisica quantistica moderna, che descrive come gli eventi a livello subatomico si verificano in modo probabilistico e non deterministico.

Carl Gustav Jung, il famoso psicologo svizzero, ha introdotto il concetto di sincronicità, che descrive eventi significativi che si verificano insieme senza una causa diretta. Jung ha sviluppato questa idea mentre studiava il I Ching, e ha notato come il testo enfatizzasse la relazione tra eventi che sembrano coincidere in modo significativo.

Inoltre, alcuni studiosi hanno osservato che i simbolismi matematici e i principi trovati nel I Ching possono essere visti come precursori di alcune teorie scientifiche moderne, come la logica binaria utilizzata nei computer e la struttura del DNA. La fisica quantistica, con la sua enfasi sulla probabilità e sull’indeterminazione, rispecchia in qualche modo l’approccio del I Ching alla realtà, dove gli eventi non sono sempre prevedibili ma possono essere compresi in termini di modelli e probabilità.

Quindi, mentre il I Ching è un testo filosofico e divinatorio che riflette su come gli eventi si manifestano nell’universo, la fisica quantistica è una scienza che cerca di descrivere e prevedere il comportamento delle particelle a livello quantistico. Entrambi affrontano il concetto di casualità e la natura non lineare della realtà, sebbene da prospettive diverse e con metodi diversi.
In conclusione, le affinità tra l'I Ching e la fisica quantistica offrono spunti di riflessione intriganti, suggerendo una profonda connessione tra la saggezza antica e le scoperte scientifiche moderne. Tuttavia, è importante ricordare le differenze metodologiche e la natura interpretativa dell'I Ching.

L'esplorazione di queste connessioni può comunque rivelarsi un percorso utile per ampliare la nostra comprensione della realtà, integrando diverse prospettive di conoscenza.

Ad ogni modo, gli antichi taoisti cercarono un metodo per spiegare la connessione mente-materia e per prevedere il corso degli avvenimenti, che non è affatto casuale, ma segue certe regole. La prima di queste regole è l’alternanza, la ciclicità o l’oscillazione: data la natura complementare di ogni diade, ad ogni polarità se ne contrappone una contraria. E quindi il movimento è oscillatorio. Proprio come in un pendolo, ad ogni movimento avanti seguirà un movimento indietro.

Se applichiamo questa regola agli avvenimenti, dopo un periodo di crescita dovremo aspettarci un periodo di decrescita, dopo un successo un insuccesso, dopo un inizio una fine, dopo un bene un male. Insomma, quando le cose raggiungono un culmine, dobbiamo aspettarci che entri in azione la situazione contraria. Anche per le date sono previste predizioni, in base alla posizione delle linee. 

sabato 20 aprile 2024

L'I Ching e la fisica moderna

 

La fisica ci dice che l’universo è iniziato quando nel vuoto primordiale quantistico si sono formate delle fluttuazioni, che sono cambiamenti o mutamenti dello stato di energia. Le fluttuazioni quantistiche fanno parte della teoria quantistica dei campi, che è un quadro teorico utilizzato per descrivere le particelle elementari e le loro quattro interazioni fondamentali: l’interazione gravitazionale, l’interazione elettromagnetica, l’interazione nucleare debole e l’interazione nucleare forte.

Le fluttuazioni, in accordo con il principio di indeterminazione di Heisenberg, consentono la creazione di coppie virtuali particella-antiparticella. Pertanto, il vuoto è in realtà sede di incessanti processi di creazione e annichilazione, che non appaiono perché la scala di energia è piccola e le fluttuazioni tendono ad annullarsi l’un l’altra.

Da notare che si tratta di “mutamenti” e di “coppie virtuali di particella-antiparticella”. La parola “coppia” sottolinea proprio che abbiamo a che fare di una relazione tra due elementi. E la parola “mutamenti” ricorda che queste relazioni sono dinamiche e cambiano di continuo.

Molto bene. Peccato che di queste quattro interazioni, non ce ne sia una che riguardi gli eventi del nostro mondo. Sappiamo tanto delle particelle e delle forze fisiche, ma non sappiamo come agiscono nelle nostre vite!

I saperi specialistici qua si dividono, e la fisica non ci dice nulla di ciò che ci capita e di come ci capita. Ci vorrebbe anche una scienza che ci chiarisse il moto degli avvenimenti umani. Ci sono leggi? Ci sono regole rintracciabili?

Qui entrano in campo la filosofia, la psicologia, la neurologia ed altre scienze, ognuna con il suo campo specialistico, che non sa nulla delle leggi fisiche.

Ma è possibile che non ci sia un’interazione fra le leggi fisiche, le leggi psichiche e le leggi degli eventi? Se continuiamo a specializzarci, dimenticando il quadro complessivo, non avremo mai una visione d’insieme e non capiremo niente di noi stessi e delle leggi dei cambiamenti.

Eppure, tutto cambia: questa è una prima legge. Cambiamo noi e cambia ogni cosa nell’universo. Il mutamento continuo è la norma.

Ma come cambia? Cambia per contrasto o per contraddizione. Questa è la seconda legge, ben rappresentata dal simbolo taoista dello yang-yin.

Ora, nell’antico testo cinese dell’I Ching, il trimillenario “libro dei mutamenti”, le diverse polarità e gli stati di coscienza sono rappresentate da 64 simboli, gli esagrammi, ognuno dei quali è formato da sei linee, spezzate o continue, che derivano dalla combinazione di 2 degli 8 trigrammi. Un primitivo tentativo di rappresentare ogni cambiamento delle forze cosmiche, ovvero della reciproca interazione fra leggi universali e comportamento dell’uomo.

Qui, l’eterno non è considerato l’immutabile, ma proprio il mutamento, il tempo, il divenire, il flusso senza sosta. È il mutamento stesso che mette in moto e dona significato alla vita. Ma non è arbitrario o casuale: segue una legge di trasformazione, un movimento ciclico (come i corpi celesti, i corpi femminili, le stagioni, le ore del giorno, il bene e il male, l’inizio e la fine, il moto respiratorio, ecc.).

Per questo motivo, l’I Ching sostiene che chi comprende le leggi delle mutazioni è padrone del proprio destino o comunque può conoscerlo e prevederlo. Ma ci vogliono profonda consapevolezza, intuizione, sensibilità, osservazione, attenzione, esperienza; non una mente distratta.

Un marinaio non può certo controllare il vento o le correnti marine, ma può utilizzarle a proprio vantaggio. Non andare stupidamente contro la natura, ma seguendo la natura.

I simboli, espressi dagli ideogrammi cinesi, sono archetipi universali e vengono raggruppati in 64 processi, ognuno dei quali suddiviso i sei fasi, tutti in interazione fra loro.

Gli insegnamenti dell'I Ching sono incentrati sull'idea che tutto è in costante trasformazione e che il mondo è governato da forze dinamiche, che possono essere comprese e influenzate attraverso la riflessione e la meditazione. Un primo tentativo di trovare delle regolarità nel modo del divenire psico-fisico.

E proprio questo è il punto. Come la nostra mente può influenzare gli eventi?

Non molto tempo fa si credeva che la mente e la materia fossero nettamente separate (vedi Cartesio). Ma poi la psicologia ci ha fatto capire che il corpo materiale viene fortemente influenzato dagli stati d’animo e, recentemente, la stessa fisica ci ha fatto capire che il soggetto pensante e cosciente svolge un ruolo determinante (principio d’indeterminazione) nel determinare lo stato delle particelle subatomiche.

Nel principio d'indeterminazione di Heisenberg, la presenza dell'osservatore influisce direttamente sulla misura dei parametri fisici della particella subatomica. L'atto stesso di misurare coinvolge l'interazione dell'osservatore con il sistema.

L'importanza del soggetto  sottolinea il concetto fondamentale della complementarità tra osservatore e sistema osservato. Il che richiede una considerazione attenta del ruolo dell'osservatore e dell'interazione tra misura e sistema misurato.

In sostanza, per la prima volta nella storia della scienza si è dimostrata l’influenza del soggetto pensante e cosciente sulla materia. Il che indica che vi sia una zona d’interazione fra mente e oggetti.

Conclusione non strana, visto che la coscienza non nasce a sé stante, distinta dalla materia, ma nasce con la materia, per la materia. Che cos’è infatti la coscienza se non uno sdoppiamento di ciò che nasce originariamente e che non è né solo coscienza né solo materia, ma entrambe in una relazione di attrazione/repulsione. Relazione/divisione che pone in essere sia un membro che l’altro. Il che è raffigurato proprio dall’antico simbolo dell’I Ching, lo yang/yin.

Si vede benissimo in questo simbolo, rappresentante le due forze fondamentali dell’universo, che l’interazione è di tipo dinamico e oscillante: c’è perfino una linea sinusoidale a dividere/unire le due parti.

Ora, una linea sinusoidale è una forma d'onda che rappresenta un'oscillazione periodica o ciclica ed è molto comune in diversi contesti scientifici e ingegneristici per rappresentare fenomeni di tipo oscillatorio. Il che ci dice che i nostri antichi taoisti qualcosa avevano intuito e avevano a modo loro cercato di costruire un codice d’interpretazione degli eventi psico-fisici.

Il senso della vita

 

Quando mi chiedo quale sia il senso della vita, mi vengono in mente tante risposte razionali. Però nessuna mi soddisfa. Perché il senso della vita non può essere espresso da una risposta razionale, non può essere né un significato né un ragionamento né un pensiero, ma deve essere una sensazione, un sentimento, un’emozione.

Allora mi vengono in mente dei versi che ho scritto una volta:

 

Della vita l’essenza è questa:

un’alba di sole

dopo una notte di tempesta.

 

Ecco, per me il senso della vita è questo. Che si rinnova ogni volta che, dopo una notte di tempesta, mi alzo la mattina e vedo un giorno di sole e l’aria pulita e cristallina. Non trovo altro.

mercoledì 17 aprile 2024

Un pericolo per la democrazia

 

Mentre l’Europa moderna introduce il diritto all’aborto nella sua costituzione, l’Italia provinciale mette nei consultori gli antiabortisti. I quali diranno alle povere donne: “Se abortisci commetti un omicidio e Dio ti manderà all’inferno, perché Dio è sempre pronto a punirti. È il suo mestiere!”

Il motivo per cui l’Italia cattolica e conservatrice va controcorrente è che siamo governati da un regime di destra che non vuole che le donne siano libere e che possano scegliere. Sono il contrario dei liberali, sono fascisti che vogliono imporre la loro volontà, con le buone e con le cattive. Perché lo dice il Papa, il monarca dei reazionari, chiunque sia.

Le donne devono fare figli, ubbidire, stare zitte, stare a testa china, ubbidire ai maschi e magari mettersi il velo, come le monache di un tempo. Guai a farsi vedere, a mostrarsi, I poveri maschi sono indotti a peccare.

Questi fascisti vogliono impossessarsi di ogni fonte di informazione (come la Rai) e di ogni centro di cultura (come i teatri), far tacere i giornalisti, mettere la mordacchia ai magistrati e lasciare liberi i privilegiati di non pagare le tasse o di procedere agli abusi di potere. Solo loro possono abusare! Che diamine, il potere è questo: il potere di abusare!

Giorgia Meloni ha due facce; quella sorridente e irridente che mostra all’estero, e quella autoritaria, ducesca, dei Fratelli d’Italia, i quali discendono direttamente non dai liberali ma dai fascisti, quelli che non hanno esitato a mettere bombe sui treni e nelle stazioni e che hanno sempre ordito colpi di Stato. Insomma è un pericolo per la democrazia in Italia.

C’è bisogno di ricordare che un tempo la Meloni celebrava Mussolini come grande capo di Stato e che ha scelto lei di mettere a presidente del Senato un uomo che tiene a casa il busto di Mussolini?

Questioni di porte

 

Le porte possono essere chiuse o aperte, possono dividere o unire, possono far vedere o nascondere possono far comunicare o isolare. Sempre ambigue, ambivalenti, mobili, oscillanti... come ogni cosa.

Questo vale per tutti i portali che, in quanto chiudono, aprono; che, in quanto nascondono, mostrano; o mostrano nascondendo. Poiché le porte servono a chiudere, servono anche ad aprire.

Le porte possono aprirsi o chiudersi. Si aprono in quanto si chiudono e si chiudono in quanto si aprono.

Se ci fosse un open space, non avremmo di questi problemi. 

Il fatto è che, come entriamo nell'esistenza, siamo già predisposti a uscirne. Oppure, come usciamo, siamo già predisposti a rientrare. Non più "noi", ma pur sempre noi.

Un ciclo infinito, senza inizio e senza fine.

Non ne avete abbastanza di queste oscillazioni inconcludenti? Di questo gioco?

Premi e castighi

 

Nessuno toglierà dalla mente degli uomini l’idea che il male, gli incidenti, le malattie e tutti gli eventi negativi che capitano siano una punizione divina. Come se il compito di Dio fosse quello di tener conto di tutte le azioni di tutti gli uomini per poterli giudicare e condannare o premiare… Chissà che gigantesco conto profitti e perdite, entrate e uscite, meriti e demeriti!

Ma un Dio del genere non sarebbe trascendenza, non sarebbe al di là del bene e del male ; sarebbe pesantemente coinvolto nella realtà umana dualistica, sarebbe un qualsiasi giudice antropomorfo, sarebbe anche lui un povero dio/diavolo ambivalente. Sono gli uomini che vorrebbero un Dio del genere perché si accorgono dell’ingiustizia del tutto e vorrebbero una compensazione ultraterrena.

Nessuno li convincerà che il bene e il male nascono già per riequilibrarsi e per sostenersi a vicenda. Non è quindi una questione di etica, ma una questione di riequilibrio.

La natura e Dio non sanno nulla di bene e male. È una questione psico-fisica di equilibrio. Una questione fisica e psichica che è già inscritta nel nostro DNA e che agisce in modo oscillatorio, avanti e indietro.

Quasi nessuno capisce che il male esiste… perché esiste il bene. E che il male entra in campo necessariamente, automaticamente, per compensare il bene.

O saprete andare oltre il dualismo male/bene o sarete sempre vittime di queste oscillazioni. E non capirete mai nulla: inseguirete illusioni di premi e castighi.  

martedì 16 aprile 2024

Mente e universo

 

Mente e universo

In un recente libro di Luigi Grassia, Quell’osso di babbuino lanciato nell’universo, ci si pone un interrogativo fondamentale: “le leggi della natura, come da noi intuite e formalizzate, sono qualcosa di oggettivo che via via andiamo scoprendo, o sono invece qualcosa di soggettivo, che noi esseri umani creiamo di sana pianta con il nostro cervello?” In altre parole, se avessimo un cervello diverso o se incontrassimo gli abitanti di un altro pianeta, siamo sicuri che le leggi “trovate” sarebbero lo stesse?

In effetti il problema è importante. Come ho già detto in precedenza, noi spesso troviamo le leggi che noi stessi costruiamo. Riferendomi alle leggi sulle oscillazioni della fisica e delle antinomie mentali o psichiche, ho notato che questi processi sono apparsi nel momento in cui li abbiamo pensati! La nostra mente, in quanto forza integrante dell’universo, è anche l’organizzatrice e la creatrice del caos. E ricordavo al caso del Dio biblico che crea ciò che nomina. In realtà, stiamo parlando dell’uomo.

È l’uomo che, dando un nome ai fenomeni, li pone in essere. È co-creatore. E, infatti, il Dio biblico gli dà l’incarico di continuare a nominare-creare le altre cose.

Il fatto è che la mente umana è già allineata con le forze creatrici dell’universo e quindi crea ciò che inventa. Non arbitrariamente, ma funzionalmente, in quanto parte olografica del tutto. Una parte che riflette il tutto.

Quindi, «“le leggi della natura che noi scopriamo, o crediamo di scoprire, sono in realtà una ‘proprietà emergente’ dell’Universo, cioè non esistono fin dall’inizio, come regole oggettive che vengono da noi progressivamente svelate, ma invece derivano da un Caos che si auto-organizza”, e in cui il tutto trascende la somma delle parti, così come le prestazioni del cervello non si limitano a essere la somma di quelle di 100 miliardi di singoli neuroni, ma le trascendono e le moltiplicano per trilioni di volte. E non si può escludere che i nostri 100 miliardi di neuroni, a loro volta, si facciano per conto loro un’immagine di quel Caos, che poi proiettano per razionalizzarlo in un Cosmo.»

Non è un caso che la struttura a rete o a schiuma dei neuroni del cervello ricordi la struttura dell’universo.

Insomma, il nostro cervello, ovvero la nostra mente, crea le leggi mentre le pensa!

Filone di Alessandria, un filosofo ebraico che visse tra il 20 a.C. e il 50 d.C., definì l’uomo “l’erede delle cose divine”.

Il Dio morto

 

È vero che i due sessi hanno differenze biologiche indiscutibili. Ma anche le differenze psicologiche sono indiscutibili.

È vero che esistono differenze culturali. Ma sono tutte in relazione.

È vero che la verità è l’opposto della falsità. Ma l’una non potrebbe esistere senza l’altra.

Tutto è fluido, tutto è interrelato. E chi vuol mettere barriere e distinzioni, è lui che va contro natura.

Chi crede nella parola di Dio non sa che Dio non parla. Perché ogni parola divide.

Menti limitate vorrebbero imprigionare anche Dio nelle loro limitazioni… e magari farlo entrare nelle loro chiese o nei loro templi. Viene da ridere. L’infinito in una stanza!

Fanno bene gli italiani a disertare le chiese (solo il 19% entra in una chiesa almeno una volta la settimana). E pensate che noi spendiamo 895 milioni di euro (quanti miliardi delle vecchie lire?) per far insegnare la religione nelle scuole pubbliche ad alunni che sono sempre di meno. Soldi buttati via, Eppure ci sarebbe bisogno di soldi per la scuola e la sanità.

I più hanno capito che, se proprio si vuol pregare, basta farlo dentro di sé, come diceva Gesù. Non servono preti e sacerdoti, ossia mediatori. Andate direttamente alla fonte.

Oggi sono più vicini a Dio quelli che non credono a Dio di quelli che dicono di credere a Dio. Se non altro, non hanno la presunzione di sapere che cosa vuole Dio. Meister Eckhart diceva: “Preghiamo Dio che ci liberi dell’idea di Dio”! E cosa pensasse Gesù dei preti lo ha rivelato nella parabola del buon samaritano, dove il sacerdote risulta un menefreghista come tutti gli altri.

L’illusione assurda, la vera illusione, di riservare a Dio un locale predisposto (come se non fosse dappertutto), dei rituali appositi e una catechismo definito nasconde in realtà  la volontà inconscia di imprigionarlo e liberarsene nella vita quotidiana. I peggiori nemici di Dio sono i sedicenti credenti in questa o quella dottrina, in questa o quella immagine.

Il Dio finito, il Dio morto, l’hanno ucciso loro!

 

lunedì 15 aprile 2024

Tutto è fluido

 

È vero che i due sessi hanno differenze biologiche indiscutibili. Ma anche le differenze psicologiche sono indiscutibili.

È vero che esistono differenze culturali. Ma sono tutte in relazione.

È vero che la verità è l’opposto della falsità. Ma l’una non potrebbe esistere senza l’altra.

Tutto è fluido, tutto è interrelato. E chi vuol mettere barriere e distinzioni, è lui che va contro natura.

Chi crede nella parola di Dio non sa che Dio non parla. Perché ogni parola divide.

Menti limitate vorrebbero imprigionare anche Dio nelle loro limitazioni.

Il conto profitti e perdite della vita

 

Ricapitolando, abbiamo visto che il moto oscillatorio di un corpo può essere legato alla terza legge di Newton, in particolare per quanto riguarda le forze che agiscono su di esso. Quando un corpo oscilla avanti e indietro intorno a una posizione di equilibrio, le forze che lo spostano e lo riportano alla posizione di equilibrio sono governate dalle leggi del moto di Newton.

Ma, poiché il moto oscillatorio riguarda anche i pensieri, i sentimenti, le emozioni e gli eventi, la legge che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria deve potersi applicare a qualunque forza, fisica o psichica.

Anche gli eventi (ciò che ci capita apparentemente senza causa) sono governati da questa legge. È la vecchia legge del karma, ma applicata non in modo conseguente (se faccio un’azione buona, mi verrà del bene), ma in modo opposto: ogni azione buona deve essere compensata da una azione contraria, perché l’equilibrio deve essere conservato.

Lo so che questa conclusione non piace, ma il mondo funziona così. Di solito, non facciamo caso al legame tra le azioni e non colleghiamo la fortuna alla sfortuna, il successo al fallimento. Ma d’ora in poi provate a farci caso, a vedere la concatenazione degli eventi.

Questa legge applicata agli eventi significa anche che il bene e il male sono collegati in una relazione inversa, sia per ciò che ci capita sia per ciò che facciamo. Il che vuol dire che, in ogni caso, bene e male sono presenti in ogni azione (compiuta) e in ogni evento (subìto). Se faccio del bene a qualcuno, mi capiterà subito dopo un incidente o qualcosa di male. Se vinco alla lotteria, subito dopo mi capiterà qualcosa di spiacevole.

Gli esseri umani credono che, se faranno del bene, accumuleranno meriti, in una specie di conto in banca virtuale. Ma tutti sanno che il conto profitti e perdite deve mantenere l’equilibrio e che, per ogni profitto, ci dev’essere un’uscita, un costo, una spesa. A noi non pare che sia così perché vediamo uomini che si arricchiscono senza fine. Ma bisognerebbe conoscere tutta la loro vita per vedere quale prezzo pagano, hanno pagato o pagheranno in altri campi. In altri termini, nessuno può sfuggire al moto oscillatorio degli eventi.

Un conto profitti e perdite è sempre duale. Non invidiate nessuno.

 

domenica 14 aprile 2024

Il ciclo eterno

 

Tutto muta – e deve mutare. E quindi crescere e decrescere, in una interazione delle due parti di una diade e in una oscillazione continua. Se le due parti crescessero troppo o decrescessero troppo, fino a cancellare l’opposto, si annullerebbero e l’intera diade (cioè il processo) collasserebbe. Il crescere e il decrescere devono stare in equilibrio, in proporzioni variabili, ma entro un certo limite. Come nel simbolo dello yang/yin, in ogni polarità deve rimanere una certa quantità dell’opposto, oltre la quale finisce la contrapposizione stessa.

Se le due parti della diade o della coppia non mutassero, attraverso questo gioco del crescere e decrescere, rimarrebbero ferme, immutabili, ma non esistenti. Non sarebbe l‘eternità, sarebbe la fissità del nulla. Senza tempo, senza divenire, senza coscienza.

Senza diadi dinamiche, il cosmo finirebbe.

L’eternità è il ciclo del mutamento, con il suo salire e scendere. Senza ciclo, non c’è niente. Cioè, c’è il niente, che, per necessità dialettica, darebbe origine al tutto. Questo è il ciclo eterno.

Vita e morte si devono alternare, per garantire l’eternità del mutamento.

Non abbiamo la parola per indicare la diade vita/morte o inizio/fine. È il ciclo eterno.

Il fatto che il mondo sia fatto così ha importanti conseguenze pratiche nella nostra vita. Prima, nelle varie diadi, conosciuta la prima parte siamo sicuri che esiste anche la seconda parte. Seconda, la vita psichica (che a sua volta è l’interiorità dell’esteriorità) è soggetta allo stesso ciclo. Terza, anche gli eventi oscillano in questo modo. Quarta, dato che in passato la creazione delle diadi mentali ha coinciso con la creazione di diadi reali, la stessa cosa può succedere in ogni momento: a una operazione mentale può corrispondere un'operazione reale!

sabato 13 aprile 2024

Fermare il dualismo?

 

Fermare il dualismo?

Per evitare la reazione, l’inevitabile contro-azione a tutto ciò che facciamo, a tutto ciò che proviamo o che ci capita, il taoismo, consapevole che ogni mossa suscita una contromossa (come indicato anche nella terza legge di Newton molti secoli dopo), suggerisce il wu wei, cioè l’azione senza azione, senza forzare le cose, senza agire violentemente contro la natura, gli altri, gli eventi e noi stessi. Un po’ come lo spermatozoo che con i suoi movimenti suscita la minima o nessuna reazione dell’ambiente in cui è immerso.

Questo è un metodo per evitare o diminuire l’inevitabile contro-azione.

Il che significa che, se compi un’azione, provochi sempre, per la legge delle oscillazioni, forze contrarie, buone o cattive che siano (per te, non per la natura che non sa niente di bene e di male, ma solo di utile per la sopravvivenza del sistema).

Quindi, il dolore, la pena, l’insuccesso, il fallimento, la perdita, la sofferenza, l’assenza, la negatività ecc. non possono davvero essere annullate. Perché, se no, cercheresti la felicità? La felicità la perderai sempre. Va e viene, Niente è stabile, tutto deve mutare.

Quindi non puoi fermare il dualismo, l’oscillazione. Quanto puoi restare sulla cresta dell’onda? L’onda è fatta per salire e scendere, continuamente.

Non puoi fermare il mondo, il movimento della natura. Siamo in un mare di onde!

Puoi fare il meno possibile, d’accordo. Ma che vita povera, che tristezza. Puoi vivere in armonia con la natura. Ma proprio qui è l’inghippo! È la natura stessa che vuole questa altalena, questo riequilibrio, questa compensazione. Dunque, anche i taoisti fallirono.

Il movimento dualistico è comunque pervasivo. Il mondo è un mare pieno di onde, e, comunque, anche se c’è un periodo di bonaccia, dopo ci sarà una nuova tempesta.

E questo non solo nei fatti e negli eventi, ma perfino nei pensieri, negli stati d’animo, nei sentimenti, nelle emozioni ecc. che ondeggiano, che oscillano sempre. È una legge di funzionamento universale, cui non puoi sfuggire.

Perfino la tua coscienza è duale, perché è un processo di interazione fra due io, fra due cervelli. Due in uno, un meccanismo che non a caso ha dato origine a due emisferi che si combattono e si compensano, nello stesso tempo.

Impossibile vedere l’unica diade intera, impossibile perfino concepirla. L’unica eccezione è quella del respiro-spirito, dove vediamo chiaramente in azione due movimenti (ispirazione ed espirazione) complementari per un’unica funzione.

Potete immaginare l’uno senza l’altro?

No, e non c’è nessuna sintesi, nessuna terza forza, ma un’unica interazione, un unico processo. Questa è la realtà.