Come pugili
Abbiamo detto che le due
parti del simbolo yang-yin sono in movimento. Se una aumenta, l’altra
diminuisce; ma nessuna delle due può annullare l’altra, perché ogni aumento
della prima provoca un contro-sforzo, una controspinta, una reazione della
seconda per ritornare a un certo equilibrio. Sono come due pugili di pari forza
che si combattono in un ring: sono contrapposti in quanto avversari, ma essendo
di pari forza, nessuno dei due può vincere. Ci saranno fasi in cui uno dei due
avanzerà e l’altro indietreggerà, e poi avverrà il contrario. I due sono
divisi, sono avversari, però, in quanto interessati al match in cui guadagnano
entrambi, sono uniti.
E quindi le due polarità si
combattono pur restando unite in un’unità che io chiamo “diade”. Se una delle
due parti cancellasse l’altra, la diade si annichilerebbe. Il che è
rappresentato, nell’antico simbolo, da un punto di colore opposto, indicante la
presenza dell’una nell’altra e l’impossibilità di superare per entrambe un certo
limite.
Questa diade rappresenta
anche il rapporto mente/materia. Dove c’è molta materia, c’è poca mente; e dove
c’è molta mente c’è poca materia. Ma comunque le due sono unite per sempre e
l’una non può fare a meno dell’altra – e l’una viene dall’altra e l’una viene
per l’altra. Ecco come nasce la coscienza, da uno sdoppiamento di qualcosa che
però rimane unitario, dalle coppie di particelle alle coppie di emisferi del
cervello
Tale tipo di rapporto si
ripete dappertutto, per ogni tipo di interazione, sia fisica sia mentale. Anzi,
anche la diade fisico/mentale è fondamentale, così come l’interno e l’esterno
di qualunque ente, animato o non. In realtà, l’intero universo è animato e
cambia continuamente in maniera dialettica. Ed ha esso stesso un contrario.
È interessante notare che
gli antichi taoisti, attraverso la combinazione di linee unite e di linee
spezzate avevano già concepito un codice binario, come quello dei nostri
computer. Quattro sono le possibili interazioni fra le due linee, proprio come
quattro sono le interazioni nella fisica.
Va osservato che l’energia
nasce proprio dall’interazione-divisione. Dal contrasto fra due pari, si crea
una tensione o una forza che è poi quella che vediamo nel ring. Se i due pugili
non fossero in contrasto per la vittoria, non ci sarebbe nessuno scontro,
dunque nessuna energia.
L'I Ching, o Libro dei
Mutamenti, e la fisica quantistica presentano in realtà alcune affascinanti
connessioni.
Innanzitutto
condividono alcuni principi:
Entrambi sottolineano
l'impermanenza e il continuo mutare della realtà. L'I Ching descrive i
mutamenti come flussi ciclici governati da principi universali, mentre la
fisica quantistica evidenzia la natura probabilistica e dinamica delle
particelle subatomiche.
L'I Ching vede la
realtà come un'interazione di forze opposte e complementari, rappresentate da
yin e yang. La fisica quantistica, a sua volta, descrive fenomeni come la
dualità onda-particella e il principio di complementarità di Bohr, mostrando
come entità apparentemente contrastanti possano coesistere.
L'I Ching considera
l'universo come un sistema interconnesso, dove ogni elemento influenza il tutto.
La fisica quantistica, con il concetto di entanglement, dimostra la
correlazione istantanea tra particelle quantistiche anche a grandi distanze,
supportando l'idea di una profonda connessione tra tutte le cose.
Alcuni studiosi
hanno trovato nell'I Ching un sistema di pensiero utile per interpretare i
concetti quantistici che sfidano la nostra comprensione ordinaria della realtà.
L'esagrammatica dell'I Ching, con i suoi simboli e le sue mutazioni, potrebbe
offrire una chiave di lettura alternativa per fenomeni quantistici come la
sovrapposizione e la non-località.
L'I Ching, come la
fisica quantistica, incoraggia un approccio olistico alla conoscenza, superando
la frammentazione disciplinare e abbracciando una visione più ampia e
interconnessa della realtà.
Però esistono anche
differenze:
La natura simbolica
e aperta all'interpretazione dell'I Ching può portare a letture soggettive e non
univoche, ostacolando un confronto rigoroso con la fisica quantistica.
Inoltre i principi
dell'I Ching non sono sottoposti a rigorosi test sperimentali come quelli della
fisica quantistica, limitando la loro validità scientifica.
Insomma, l’ I Ching si basa
sui principi di casualità e cambiamento. Questi concetti hanno trovato una
sorta di parallelo nella fisica quantistica moderna, che descrive come gli
eventi a livello subatomico si verificano in modo probabilistico e non
deterministico.
Carl Gustav Jung,
il famoso psicologo svizzero, ha introdotto il concetto di sincronicità, che
descrive eventi significativi che si verificano insieme senza una causa
diretta. Jung ha sviluppato questa idea mentre studiava il I Ching, e ha notato
come il testo enfatizzasse la relazione tra eventi che sembrano coincidere in
modo significativo.
Inoltre, alcuni
studiosi hanno osservato che i simbolismi matematici e i principi trovati nel I
Ching possono essere visti come precursori di alcune teorie scientifiche
moderne, come la logica binaria utilizzata nei computer e la struttura del DNA.
La fisica quantistica, con la sua enfasi sulla probabilità e
sull’indeterminazione, rispecchia in qualche modo l’approccio del I Ching alla
realtà, dove gli eventi non sono sempre prevedibili ma possono essere compresi
in termini di modelli e probabilità.
Quindi, mentre il I
Ching è un testo filosofico e divinatorio che riflette su come gli eventi si
manifestano nell’universo, la fisica quantistica è una scienza che cerca di
descrivere e prevedere il comportamento delle particelle a livello quantistico.
Entrambi affrontano il concetto di casualità e la natura non lineare della
realtà, sebbene da prospettive diverse e con metodi diversi.
In conclusione, le
affinità tra l'I Ching e la fisica quantistica offrono spunti di riflessione
intriganti, suggerendo una profonda connessione tra la saggezza antica e le
scoperte scientifiche moderne. Tuttavia, è importante ricordare le differenze
metodologiche e la natura interpretativa dell'I Ching.
L'esplorazione di
queste connessioni può comunque rivelarsi un percorso utile per ampliare la
nostra comprensione della realtà, integrando diverse prospettive di conoscenza.
Ad ogni modo, gli antichi
taoisti cercarono un metodo per spiegare la connessione mente-materia e per prevedere
il corso degli avvenimenti, che non è affatto casuale, ma segue certe regole.
La prima di queste regole è l’alternanza, la ciclicità o l’oscillazione: data
la natura complementare di ogni diade, ad ogni polarità se ne contrappone una
contraria. E quindi il movimento è oscillatorio. Proprio come in un pendolo, ad
ogni movimento avanti seguirà un movimento indietro.
Se applichiamo questa regola agli avvenimenti, dopo un periodo di crescita dovremo aspettarci un periodo di decrescita, dopo un successo un insuccesso, dopo un inizio una fine, dopo un bene un male. Insomma, quando le cose raggiungono un culmine, dobbiamo aspettarci che entri in azione la situazione contraria. Anche per le date sono previste predizioni, in base alla posizione delle linee.
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