sabato 27 aprile 2024

Il piacere della guerra

 

Ci deve essere un piacere della guerra se, fin dall’inizio dei tempi, l'abbiamo sempre fatta. Tanto che la pace può essere definita come l’intervallo tra due guerre.

Evidentemente, il piacere di distruggere (di odiare, di dividere) è altrettanto forte di quello di costruire (di amare, di unire).

Questo perché il mondo è stato creato in base a coppie di forze (guerra/pace, odio/amore, dividere/unire, attrazione/repulsione, ecc.) che sono diadi, cioè unità degli opposti. Capite il funzionamento delle diadi?

Non può esserci un polo della diade, senza che ci sia il polo opposto… il positivo senza il negativo, lo yang senza lo yin.

I due poli sono in un rapporto dinamico: uno può aumentare o diminuire, ma deve essere conservato un equilibrio. E quindi all’azione del primo (che fa diminuire il secondo) deve seguire una reazione del secondo.

Ecco perché non potremo mai liberarci della guerra, della cattiveria, del male e dell’odio. Perché, in realtà, noi vogliamo la pace, la bontà, il bene e l’amore. È proprio il nostro volere un polo che mette in azione il suo opposto.

Mi dispiace dirlo: ma finché vorremo perseguire la pace, la bontà, il bene e l’amore, non potremo liberarci dei loro opposti, anzi li metteremo in essere. O si eliminano tutt’e due, trascendendo entrambi, o saremo sempre in preda al dualismo degli istinti e della dialettica degli eventi.

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