mercoledì 3 aprile 2024

Tempo e coscienza

 

“È impossibile alzare un dito senza smuovere una stella” dicevano gli antichi taoisti, perché si rendevano conto che tutto, ma proprio tutto, è interdipendente: ciò che a prima vista sembra isolato si rivela, guardando bene, interagente con le altre cose, fondendosi, generandosi e scontrandosi con altri enti, forze, eventi e cause in un intreccio, in una rete, che abbraccia l’intero cosmo. Oggi si chiama “effetto farfalla” poiché, se un farfalla batte le ali in un punto del mondo, in un altro si scatena un terremoto o una tempesta. È lo stesso concetto.

Un tempo si pensava che i vari fenomeni fossero isolati, ma oggi si capisce sempre di più che abbiamo a che fare con processi che sono tutti in relazione con altri. Il mondo è una rete dinamica di eventi che si influenzano a vicenda, come in un immenso tavolo da biliardo.

Ma in questo complesso di forze e movimenti, di azioni e reazioni, di spinte e controspinte, si riconoscono delle leggi o delle ricorrenze. La prima è quella delle forze abbinate, ma interagenti in senso contrario. Se A agisce su B, B agisce su A: non si sfugge a questo collegamento, inchiodato dalla terza legge di Newton. Ma, nel corso dell’evoluzione, si sono formate coppie di forze che si sono legate per sempre. Sono quelle che io chiamo “diadi”.

Si tratta di concetti e di realtà. che sono collegate necessariamente: se c’è l’una, c’è anche l’altra. Per esempio, se c’è la luce, c’è il buio; se c’è l’inspirazione, c’è l’espirazione; se c’è l’inizio, c’è la fine; se c’è la vita, c’è la morte; se c’è l’alto, c’è il basso; se c’è l’attrazione, c’è la repulsione; se c’è l’amore, c’è l’odio; se c’è il maschio, c’è la femmina; se c’ il caldo, c’è il freddo e altre migliaia. Non potremmo pensare senza questo dualismo di forze uguali e contrarie. Non si può pensare che nel contrasto. Un’idea è reale solo in connessione con il suo contrario. Il mondo non potrebbe nemmeno esistere se non avesse questo tipo di dualità.

Il dualismo delle forze contrapposte è così forte da formare la materia e gli esseri viventi in un certo modo: le cose vanno a due a due, uguali e contrapposte. Cooperano contrastandosi e si contrastano cooperando. Sono come due pugili in un ring: si combattono, ma l’uno non potrebbe esistere senza l’altro. Altrimenti non ci sarebbe l’incontro e il pugilato. L’incontro c’è perché i due pugili si scontrano. Capite?

Sembra un paradosso, ma il paradosso è una legge di realtà. In qualunque ente, potrebbe esistere l’esterno senza l’interno? In un guanto, potrebbe esistere l’esterno senza l’interno? No, perché in tal caso il guanto non esisterebbe.

E potrebbe esistere un corpo animale (l’esterno) senza l’interno; che è sia i vari visceri e organi sotto la pelle, sia l’interiorità psichica? Potrebbe esistere l’esteriorità senza l’interiorità? No, le due cose sono sempre collegate.

Il collegamento a coppie è così necessario che molti organi sono a coppie: due occhi, due braccia, due gambe, due reni, due polmoni… due cervelli (gli emisferi e anche qui il cervello fisico senza la mente psichica). Perché due e non uno o tre? Perché il due funziona, l’uno non funzionerebbe (come farei a camminare con una sola gamba?) e il tre sarebbe superfluo. La natura cerca di operare con il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato. E il due è il minimo necessario, ossia l’ottimo.

È così che la respirazione è basata su due movimenti uguali e contrari: l’inspirazione e l’espirazione. Potrebbe vivere un corpo senza l’uno dei due movimenti o senza la diastole e la sistole? No, evidentemente.

Ma il dualismo si riflette inevitabilmente anche nella vita mentale: nei pensieri antinomici, nelle percezioni, nelle sensazioni, nei sentimenti e nelle emozioni. Tutte queste cose funzionano a due a due, a coppie contrapposte. Se penso il bene, penso il male; se penso il bello, penso il brutto; se provo caldo, provo freddo; se provo amore, provo odio; se provo piacere, provo dolore, e così via,

Ma, attenzione, questo meccanismo duale, antinomico e complementare è ciò che fa funzionare la coscienza, Che non è nient’altro che il dualismo dell’essere. In altre parole, se c’è un essere c’è una coscienza (a vari livelli), se c’è una coscienza vuol dire che c’è come uno specchio, anzi due specchi… e quindi due entità o due persone. Se ce ne fosse una sola, come potrebbe essere cosciente? Come potrebbe esserci il gioco soggetto/oggetto?

La coscienza è… due persone in una. Come ci sono due emisferi nel cervello collegati, così ci sono due persone o centri psichici, che collaborano e si contrastano. Per questo, anche interiormente siamo così contraddittori.

Ma il dualismo universale non finisce qui. Anche gli eventi seguono una legge antinomica, che in Oriente si chiama karma. Successo e insuccesso, perdita e sconfitta, acquisizioni e perdite, alti e bassi, dolori e gioie… sappiamo tutti che le cose ci vanno un po’ bene e un po’ male. Ma non capiamo il loro collegamento. Che invece c’è, ed è anch’esso basato sul due, sulla oscillazione inesorabile. È come se ci fosse un gigantesco pendolo che prima va da una parte e poi dall’altra.

Ce n’è per dire che la legge di azione/reazione, causa/effetto, oscillazione antinomica, è una legge universale, poiché agisce o lavora in tutti i campi: fisici, psichici e degli eventi.

Ma possiamo intervenire per predire, per influenzare o cambiare a nostro vantaggio le cose?

Certamente, ed è quello che cerchiamo di fare tutti i giorni, facendo grandi sforzi di volontà, ma senza le conoscenze giuste, lottando contro forze contrarie che non comprendiamo. Scivoliamo lungo un tavolo inclinato che è il tempo, anzi lo spaziotempo.

D’altronde, se non ci fosse lo spazio, tutto accadrebbe in un unico punto; e, se non ci fosse il tempo, tutto accadrebbe in uno stesso istante. In realtà, niente potrebbe accadere, nel senso di trascorrere, fluire. Nulla potrebbe differenziarsi

Già Arthur Schopenhauer aveva affermato che il tempo è “la possibilità di situazioni contrarie in una sola e medesima cosa”. In sostanza il tempo è ciò che permette agli enti di avere contrasti e cambiamenti, è ciò che permette la natura dinamica e mutevole dell'universo.

Il tempo consente la manifestazioni di contraddizioni all’interno della stessa entità, offrendo così la possibilità di cambiamenti. Ciò che rende possibile l’esistenza di stati opposti o di situazioni contrarie in un’unica realtà.

Il tempo è la condizione necessaria affinché ci sia un differenziazione soggetto/oggetto e il soggetto possa fare esperienza. È la modalità secondo cui i singoli eventi si susseguono o sono in rapporto l’uno con l’altro. Quindi è proprietà della coscienza stessa, o è la coscienza stessa. Inoltre la temporalità della coscienza non può mai diventare oggetto essa stessa, ma è ciò che pone gli oggetti nel campo della coscienza.

Dunque fra la coscienza e gli oggetti delle diadi vi è già una corrispondenza di realtà. In altri termini, se in una diade il primo termine è conosciuto o esperito, il secondo è certo, deve esistere. Se c’è la mortalità, c’è l’immortalità. Se c’è la guerra, c’è la pace…

Ma questo non ci dice ancora nulla sulla prevedibilità circoscritta degli eventi. Le polarità sono reali, ma con quale ciclicità? Se dopo la fortuna c’è la sfortuna, quando esattamente ci sarà? Se dopo la vita c’è sicuramente la morte, quando esattamente ci sarà? Te la puoi aspettare – e prepararti – ma non sai quando avverrà.

Comunque, questo avviene se lasciamo fare alle cose. Ma la coscienza può intervenire per cambiarle. Perché la coscienza è ciò che le ha fondate senza che ce ne accorgessimo.

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