Nella fisica quantistica il fenomeno
microfisico ha bisogno dell’osservatore per essere definito e misurato. Per la
prima volta, la fisica ha introdotto il soggetto nei suoi calcoli e il ruolo
dell’osservatore diventa fondamentale. Infatti, secondo il principio di
sovrapposizione, una particella subatomica può esistere in più stati
simultaneamente (stato di sovrapposizione), finché non viene osservata o
misurata. L'atto stesso dell'osservazione o misurazione determina il collasso
della funzione d'onda della particella, facendole "scegliere" uno
stato specifico.
Ma ora diciamoci la verità: che senso
avrebbe questo immenso universo se fosse un insieme di stelle, galassie,
pianeti e buchi neri senza qualcuno che lo osservi? La domanda di senso viene
da un soggetto che è in grado di porsela. Senza questo soggetto non ci sarebbe
un senso, perché nessuno si chiederebbe nulla.
Pensiamoci un po’: ammassi di fuoco, di
lava, di metano, di idrogeno e di carbonio e di elio senza un filo d’erba o un
paramecio… Che senso avrebbe? Nessun senso. Anzi, la domanda di senso non
avrebbe senso. L’universo sarebbe uno spreco enorme di risorse, un inutile
spettacolo di energia - senza spettatore.
Se lo spettatore non c’è, il teatro non c’è.
Per esserci un teatro, ci devono essere gli attori e gli spettatori - una diade
inseparabile.
Sembra che l’energia creatrice sia
finalizzata a creare l’oggetto e il soggetto. Ma questo significa che l’energia
– che si presenta come un fenomeno fisico – è in realtà un fenomeno
psico-fisico, nel senso che è in grado di produrre la materia e lo spirito che
la osserva. E infatti noi sappiamo che l’energia lavora nel nostro corpo e nei
nostri stati mentali. Ed è sempre la stessa energia che si presenta in forme
diverse.
Ora i casi sono due: o l’energia mentale è
nata dopo un lungo periodo in cui non c’è stata o è nata con le prime
particelle ed è presente dappertutto. Certo, ci è difficile immaginare un protone
dotato di coscienza, ma la coscienza nelle sue prime forme va intesa
semplicemente come una divisione, una differenziazione, uno sdoppiamento di
qualcosa che è sia materia sia spirito. E inoltre va distinta dall’auto-coscienza,
che è certamente un’evoluzione successiva.
Insomma la materia è cosciente perché si
sdoppia e poi diventa auto-coscienza perché si sdoppia ulteriormente fra
soggetto che conosce e soggetto che è conosciuto.
In ogni caso, senza l’osservatore (che può
essere una pianta o un animale), il mondo non può esistere.
E questa coppia è la diade fondamentale: l’unità
degli opposti.
Dunque, la coscienza auto-consapevole, la
mente umana prodotta dalla natura, continua l’opera della natura.
Nessun commento:
Posta un commento