giovedì 28 febbraio 2019

La malattia dell'uomo


Ogni tanto, sempre più spesso, qualcuno negli Stati Uniti si arma fino ai denti e si mette ad ammazzare il maggior numero possibile di persone, senza conoscerle, a casaccio. Ma ormai la stessa cosa capita anche in Europa, per esempio è successo da poco in Norvegia e in Germania. È uno dei tanti segni della follia di cui soffre l'umanità.
       L'uomo - come diceva Nietzsche - è un animale malato... ma è malato di mente. Le nostre società sono organizzate in base a valori folli. Famiglia, scuola, religione, lavoro, carriera, pensione... tutto è programmato in anticipo. Non c'è quasi bisogno di vivere: è tutto previsto, ci si potrebbe già ammazzare alla nascita. E l'esistenza, l’originalità, la creatività, l’autenticità… dove sono finte finite?
       L'uomo ha perso il contatto con la natura, esteriore e interiore, e quindi è un essere alienato. Tanto più pazzo quanto più non se ne rende conto. Ha costruito un sistema sociale in cui pochi sfruttano interi popoli, e i popoli sono così scemi da scegliere i più grandi imbroglioni come loro capi. Più uno è squilibrato più farà carriera, e diventerà un grande leader... come Hitler, Mussolini, Assad, Mao tse tung, Pol Pot, Napoleone o il capo di qualche Chiesa.
       Le religioni esprimono al meglio la follia umana. I cristiani credono che Dio sia sceso sulla terra camuffato da uomo per salvare il mondo (evidentemente fallendo), gli ebrei credono che Dio abbia prescelto per le sue esternazioni un solo popolo (che, guarda caso, è il loro) e i musulmani credono che Dio abbia autorizzato a parlare un solo profeta. E tutti lottano contro tutti per avere il predominio mondiale.
       Il sistema educativo (familiare e scolastico) esalta valori quali la competitività, l'arrivismo, l'aggressività, ecc. "Devi farcela, devi essere il migliore, devi arrivare primo, devi essere il più ricco..." E, non a caso, nella scuola sono entrati "debiti" e "crediti", tanto per prepararsi meglio a quel succederà dopo.
Ecco perché gran parte di queste stragi di ragazzi avvengono nelle scuole. Sono attacchi al sistema scolastico tutto basato sul successo e sulla competizione, tutto orientato all'orientamento professionale. Si uccidono i compagni perché sono rei di accettare supinamente un simile appiattimento. Si uccidono i professori perché sono colpevoli di trasmettere i valori del conformismo sociale.
       Il sistema economico, basato sempre più sullo sfruttamento e sull'ingiustizia sociale, è un altro segno di questo impazzimento. C'è chi guadagna milioni di euro con un clic sul pc che però getterà sul lastrico milioni di individui, c'è chi guadagna montagne di denaro perché è bravo a calciare un pallone in una rete e c'è chi ha uno stipendio che è centinaia di volte quello di un operaio o di un impiegato. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. La Borsa, la finanza e il mercato sono isterici, e vanno avanti tra un crollo e l'altro, tra un estremo e l'altro.
       Il terrorismo, fondato sulle religioni e appoggiato dagli Stati, semina morti e stragi, senza un obiettivo che non sia quello di destabilizzare e seminare paura.
       Il surriscaldamento delle menti umane ha prodotto un surriscaldamento del pianeta. Così anche il clima è impazzito, e passa in un poche ore da un tifone tropicale a una gelata siberiana.
       La politica è devastata dalla televisione e ora dalla Rete, al punto che un politico è soltanto un individuo che è bravo a fare l'attore o fare il bei discorsi. Ma poi è facile che non sia capace di governare, ed è già molto se non ruba a man bassa per sé e per i parenti.
       Nessuno sa più su quali equilibri si basi il mondo, nessuno sembra avere un grano di saggezza. E tutti vivono sfruttando l'ambiente e la natura, come sapessero dentro di sé che non c'è un futuro.
       La follia dell'uomo nasce tutta da una mancanza di consapevolezza di quanto la mente umana sia condizionata. La coscienza è in realtà frutto del condizionamento sociale, e perciò è molto difficile sfuggire alla follia generale. Nelle scuole non esistono insegnamenti sul decondizionamento mentale. I singoli sono come tanti topi impazziti che corrono da mane a sera per acquistare oggetti inutili o per fare più soldi.
       Non c'è che un'unica via d'uscita: fermarsi tutti a riflettere. Dobbiamo imparare ad osservarci e ad osservare la follia del mondo. E poi dobbiamo sforzarci di introdurre, non a nome di qualche religione ma per la salvezza del genere umano, valori di pace, di calma, di silenzio e di distacco.

Un modello negativo



I file di Wikileaks rivelarono che tra il papa e Assad c'era un ottimo rapporto. Al dittatore siriano piaceva Benedetto XVI. Ci credo, perché il Vaticano è uno stato totalmente antidemocratico, che rifiuta ogni critica e opposizione, e che si crede portatore della verità. Insomma è la dittatura perfetta, è il modello cui si ispira ogni dittatura.
       Purtroppo, questo Moloch sta al centro dell'Italia, e nel cervello degli italiani, con riflessi per la nostra fragile democrazia che sono sotto gli occhi di tutti.
       “Il fascismo sta tornando?” è stato chiesto a Furio Colombo. E lui ha risposto: “No, non se n’è mai andato”.
       E perché in Italia non se n’è mai andato?

L'io diviso


Individuo significa "non diviso". Ma tu non sei ancora un individuo - sei più che diviso, sei frammentato, sei un mosaico di altre persone: un pezzo di tuo padre, un pezzo di tua madre, un pezzo di qualche insegnante, un pezzo di qualche amico, un pezzo di qualche religione, un pezzo di qualche libro, un pezzo di ideologie politiche e così via. Sei composto da tanti pezzi di società. Senza contare che ci sono parti di te che non conosci, che ti sfuggono.
       Se vuoi diventare un vero individuo, devi diventare il più possibile consapevole di tutti questi pezzi di società che si sono amalgamati per formare il tuo io. O, per lo meno, devi capire che ciò che dici e ciò che pensi non è veramente tuo. Viene da tante fonti.
Al limite puoi concludere che non c’è niente di autenticamente autentico e autonomo in te. Ma, mentre fai questa scoperta, probabilmente affermi la tua vera individualità.
Devi compiere questo lungo e complesso cammino se vuoi illuminarti, vedere con più chiarezza.
       Una persona perfettamente adattata alla società e inconsapevole dei propri condizionamenti è - come indica l'etimologia della parola “persona” - una maschera, la maschera di un attore che recita qualche parte.
Getta la maschera, se puoi. Trova quel po’ di autenticità che c’è in te, o anche il nulla. Sarebbe già un buon punto di partenza.

mercoledì 27 febbraio 2019

L'illuminazione: dal mito alla realtà


Al di là dell'idea più o meno mitologica di illuminazione, ciò che ci procura la pratica meditativa, con i suoi metodi di concentrazione e di decondizionamento mentale, è una maggior chiarezza di pensiero accompagnata da una maggior calma. Nello stesso tempo si ottiene o si deve acquisire una visione "filosofica" della vita che ci porti a una semplificazione dell'esistenza e ad una ricerca di essenzialità e di saggezza.
       Un Buddha è un illuminato non perché abbia risposto a tutte le grandi domande esistenziali, ma perché non ha più domande - se ne sta in silenzio, con una mente che non brulica più di pensieri. Fermato quel brulichio di pensieri, idee, ricordi, anticipazioni, fantasie e speranze, vede le cose con più chiarezza, senza schermi, senza tante mediazioni culturali.
       Il termine stesso “illuminazione” significa semplicemente vedere con più chiarezza. Ma la chiarezza, la quantità di luce, può avere vari livelli.
Quando in una stanza accendo la luce, vedo alcune cose - ma non tutte. Perché alcune sono nascoste dietro altre. O perché la mia vista può avere dei difetti o dei limiti.
Non ci illudiamo dunque che un illuminato veda tutto. La cosa più importante è che mantenga accesa la luce e scruti continuamente. La via è aperta. Ma le cose da vedere sono tante, e alcune sono ben nascoste. Ciò che conta è che la ricerca non si arresti mai.

Sedere in silenzio


Sedere in silenzio senza fare nulla, neppure pensare, può sembrare la cosa più facile del mondo - ma non è così.
       Innanzitutto devi restare immobile, e questo il tuo corpo lo rifiuta: vuole muoversi, vuole spostarsi. Ma il problema è comunque risolvibile.
       E poi non fare nulla, proprio nulla, nemmeno pensare, ricordare o fantasticare, questo la mente lo rifiuta ancora di più. Ecco perché in genere si dà da ripetere un mantra o si segue il respiro - sono metodi per concentrare l'attenzione almeno su qualcosa. Infatti, la mente ha bisogno di lavorare, di avere un oggetto cui pensare; perfino quando dormi, non smette di operare ed elabora sogni.
       Ma, con l'esercizio e la buona volontà, si possono comunque limitare i pensieri e le divagazioni. In particolare, per brevi periodi (per esempio tra un pensiero e l'altro o quando si è stanchi), si possono scoprire intervalli silenziosi, pause, buchi neri.
       Ci sono varie occasioni in cui la mente smette di produrre compulsivamente pensieri e si mette da parte a contemplare. Per esempio, quando ammirate qualcosa di bello o di inusitato (un paesaggio, una persona, un'opera d'arte, ecc.). In questi casi i pensieri si concentrano su un unico oggetto e l'animo si riempie di meraviglia.
Ma per arrestare i corrosivi pensieri di sempre, si ricorre anche al metodo contrario: muoversi di continuo, spostarsi di continuo. Ecco perché si viaggia: si va alla ricerca di qualcosa che arresti i nostri pensieri e ci riempia di luce.
Anche queste sono forme di meditazione inconscia, un mezzo per liberarsi dal peso della mente.

Schiavi e tiranni


Noi crediamo che gli schiavi esistano perché ci sono i tiranni. Ma in realtà i tiranni esistono perché ci sono troppe persone che hanno l'animo degli schiavi, dei lacchè, dei servi.
       Mirabeau, ispirandosi a Tacito diceva: "Les esclaves volontaires font plus de tyrans que le tyrans font des esclaves forcés".
       Parlare a queste persone di libertà è gettare parole al vento. Loro cercano qualcuno da cui dipendere, qualcuno di cui fidarsi, qualcuno cui affidarsi, qualcuno che dica loro che cosa fare. Sono come i cani che sono sempre alla ricerca di un padrone e di una gerarchia e non sono tranquilli finché non li hanno trovati.
       Costoro saranno sempre adoratori di Dio, inteso come Capo-branco e padrone, e non capiranno nulla di meditazione. L'idea di essere liberi li terrorizza. Non vogliono liberarsi, vogliono essere dipendenti.
       La caratteristica principale di uomini di questo genere è che non hanno un'opinione propria, non sono capaci di pensare con la propria testa. Aspettano che il capo abbia un'opinione e subito la adottano.
Con gente del genere, ogni idea di liberazione decade e rimangono soltanto le dittature politiche, religiose e spirituali. Che sono la rovina del mondo, perché impediscono ogni rinnovamento.


martedì 26 febbraio 2019

Il Grande Banchiere


Magari il nostro Dio fosse amore, magari i nostri interessi fossero rivolti all'affettività e alle passioni! In realtà Dio oggi è il denaro, il profitto, il mercato, insomma l'economia. Oggi è l'economia che dà un valore a ogni cosa, che domina i nostri pensieri e le nostre emozioni. Guadagni tot? Vali tot. Quanti sforzi e quante energie dedichiamo all'economia e quanti all'amore? Quanto lavoriamo per guadagnare e quanto amiamo? Facciamo un breve calcolo e scopriremo chi è il nostro vero Dio, la nostra vera religione.
       D'altronde quasi tutte le religioni nascono da idee di profitti e perdite, di dare e avere. Per esempio ci sono parabole evangeliche dove Dio è paragonato ad un mercante o ad un banchiere che presta denaro per controllare chi riesce a farlo fruttare di più. È vero che queste parabole hanno un significa religioso, ma resta il fatto che il linguaggio e l'esempio sono proprio quelli economici. "Date e vi sarà dato... A chi ha sarà dato ancora di più e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha..."
       Fare il bene viene visto come un investimento. E chi riesce a far fruttare meglio il proprio capitale di buone azioni avrà come premio il paradiso. Insomma, l'aldilà, il regno dei cieli, è concepito come un conto in banca che frutterà tanto più quanto più si sarà investito in buone azioni. Di conseguenza Dio viene visto come il Supremo Ragioniere o Banchiere che presenta i suoi rendiconti e stabilisce gli interessi dovuti.
       Stando così le cose, il nostro mondo è dominato da una ragione strumentale, da un pensiero calcolante, che ci trasforma tutti in investitori, speculatori e accorti calcolatori. Questo è il nostro Dio: la partita doppia, il calcolo dei profitti e delle perdite. E poi ci domandiamo come mai nelle nostre società hanno finito per governare banchieri ed economisti. Non lo sono anche i nostri preti?
Quelli che non sono dediti agli abusi su minori sono dediti ad accumulare capitali.

La radice del dualismo


Si dice che Satana sia la personificazione del male. E, come tale, è sempre presente nella mente umana degli uomini più primitivi. Ma anche Dio, in quanto personificazione del bene, non sparisce dalle coscienze umane più deboli.
Peccato che male e bene siano solo due facce della stessa medaglia. E nessuna medaglia può esistere senza due facce.
Finché dunque la mente umana vedrà le due facce contrapposte, non vedrà l’Unità del tutto, l’Uno, l’Insieme. E non capirà nulla.
Non a caso le parole Diavolo, Demonio e Dio vengono da una comune radice che significa “due”.
Se volete capire qualcosa della verità ultima, provate a pensare senza usare concetti contrapposti. Provate a riunificare anziché dividere.

Gli abusatori di professione


Oggi anche il cardinale Pell, il numero tre del Vaticano, viene condannato da un tribunale australiano per pedofilia. È evidente che un numero spropositato di preti, vescovi e cardinali abusano di minori.
Non c’è da meravigliarsi. Sono sempre stati così.
I preti hanno la psicologia degli abusatori, dei manipolatori. Dalla manipolazione dei Vangeli alla donazione di Costantino, hanno sempre abusato della credulità popolare.

lunedì 25 febbraio 2019

L'illuminazione fuori dai miti


Molti credono che illuminarsi significhi vedere aprirsi i cieli, essere abbagliati da una grande luce e capire ogni verità. Può darsi che questo sia avvenuto ai grandi profeti. Ma per noi, modesti uomini, l'illuminazione è qualcosa di più semplice. Come dice la parola, è un gettare un po' di luce nel buio che ci avvolge di solito, è vedere con più chiarezza nella confusione di tutti i giorni, è capire qualcosa di più non solo dei grandi problemi esistenziali ma anche di noi stessi, degli altri e dei fatti cui ci capita di assistere. E non è poco. Basta sedere in silenzio senza fare nulla, ma con il preciso intento di veder chiaro, di liberarsi di ogni mediazione mentale e di ogni condizionamento culturale per puntare diritti verso il proprio centro.

La nascita dello Zen


Quando il monaco indiano Bodhidharma si recò in Cina per diffondere il buddhismo, l'imperatore Wu lo fece convocare e gli domandò di definire la sua nuova religione, che si sarebbe chiamata prima ch'an e poi zen. Bodhidharma rispose:

"Un insegnamento speciale al di fuori delle Scritture,
indipendente da parole e da lettere,
in cui si mira direttamente allo spirito dell'uomo.
Contemplando la propria natura
si realizza la natura del Buddha."

L'imperatore non capì nulla. Ma Bodhidharma aveva enunciato i principi fondamentali della meditazione. Prima di tutto qui non ci sono scritture più o meno sacre che invece sono fondamentali nelle altre religioni. Qui non ci si deve perdere nelle interpretazioni teologiche o nelle speculazioni filosofiche. Qui non c'è nessuna autorità, che non sia il proprio spirito più profondo.
       La verità, la realtà, abita all'interno dello spirito umano e, per scoprirla, non bisogna cercare né nei testi sacri né nelle parole autorevoli di qualche personalità, ma direttamente dentro di sé, nella propria natura. Bisogna insomma puntare verso il centro e il fondo di se stessi, senza intermediazioni culturali, anzi liberandosi delle interferenze della mente che tutto interpreta e falsifica.
       Non ci sono vere e proprie tecniche. O, per meglio dire, le tecniche hanno un unico scopo: far convergere l'attenzione e la concentrazione verso la propria natura essenziale. Questa natura essenziale è anche la natura di tutti i Buddha, ossia di tutti gli esseri illuminati.
       Se volete meditare, questo dovete fare. Dovete capire che cosa significhi "mirare direttamente allo spirito dell'uomo" e sparare il vostro colpo. Bastano anche pochi istanti. Ma dovete essere al meglio della vostra chiarezza mentale e dovete provare il bisogno di svegliarvi dallo stato di torpore in cui vi trovate abitualmente per diventare sempre più sensibili e consapevoli.

domenica 24 febbraio 2019

Il duro mestiere di uomo


Se credete che la vita sia un pasto gratis o un dono (secondo il linguaggio religioso), vi sbagliate di grosso. Dovrete lavorare duramente. Dovrete pagare parecchio.
Già nella Bibbia, un Dio vendicativo annuncia chiaramente: tu, uomo dovrai lavorare col sudore della fronte e tu, donna, dovrai partorire con dolore. Ecco il punto di partenza.
Non siamo gentili farfallette che possono godersela e vivere a sbafo. Chi entra qui deve pagare un biglietto salato.
Ce lo ricordano continuamente i leader politici e religiosi: dovete essere produttivi, dovete tirare la carretta, dovete fare figli. Un dovere, non un piacere. E, se non lo fate, diventate dei ribelli, degli spostati, degli asociali. Se vorrete vivere senza pagare il prezzo (ma un prezzo lo pagherete comunque), sarete riprovati da tutti.
Del resto, tutti gli esseri viventi sono obbligati a cercarsi il cibo (uccidendo altri esseri), a produrre e a riprodursi. Se non vorrete figli, sarete guardati con sospetto. Non sarete per caso dei fannulloni, dei mangiapane a ufo?
Il Dio delle religioni ha un’idea produttivista e doverista dell’esistenza.
Nella vita c’è sempre un senso di costrizione e di sfruttamento. Non siete qui per il vostro piacere, ma per faticare e ripagare chi vi ha messo al mondo. E, se guadagnate qualcosa, dovrete investire bene i vostri capitali (così come dicono senza mezzi termini le parabole evangeliche). Sennò, il padrone si arrabbia e vi punisce.
Rendetevi ben conto di tutto ciò prima di mettere al mondo altri schiavi. La vita che vi viene proposta rientra in un piano industriale… a meno che non vi ribelliate.

sabato 23 febbraio 2019

Perché meditare?


Un individuo che non senta il bisogno di riflettere, di fare silenzio, di raccogliersi, di contemplare e di meditare, è un perfetto automa, una marionetta guidata dalla società, dagli altri, da valori e da interessi che non gli appartengono.
       Purtroppo siamo pieni di simili perfetti idioti. Molti popolano le trasmissioni televisivi, le cariche pubbliche, il parlamento, la burocrazia, i movimenti ecclesiali e i social network. Sono lì a far massa, a sproloquiare, a ripetere frasi fatte, a farsi vedere senza avere niente da dire.
Se dovessi definire la vita sulla terra direi che è quella in cui ci si occupa di cose senza valore, mentre si trascurano le cose importanti. Queste persone non hanno un'idea personale in testa e si occupano di stupidaggini, e , quando votano, immancabilmente eleggono un idiota come loro, un pavone logorroico che ovviamente non si occuperà delle cose importanti, ma dei propri interessi.
       Perché bisogna meditare, allora?


La liberazione dell'uomo


La libertà è il valore più alto. E per libertà intendiamo la liberazione dai limiti e condizionamenti abituali, ciò che ci impedisce di evolverci, di progredire. La libertà include tutti gli altri valori, fra cui quello della giustizia sociale. Se infatti non si hanno mezzi di sussistenza, non si è più liberi.
Dunque, solo la spiritualità che porta alla liberazione dell'uomo è quella valida. Le religioni, al contrario, tendono ad asservire l'uomo alle Autorità superiori, sulla terra ed oltre.
Questa è anche la differenza tra spiritualità e religione. La spiritualità tende alla liberazione dell’uomo, la religione tende alla sua perpetua sottomissione.

L'inferiorità della donna


Lo sapete perché, nelle concordanze linguistiche, tra nomi maschili e nomi femminili prevale il maschile? Il responsabile di questa regola fu il francese Dominique Bouhours, il quale stabilì che, "quando due generi si incontrano, prevale il più nobile" - che per lui era il maschile. Inutile dire che questo bel tomo era un gesuita. Infatti, che cosa c'è di più maschilista della Chiesa cattolica che ha fatto di Dio un "padre" eterno e che non vuole le donne sacerdote?
       Dunque, ci domandiamo come facciano le donne ad accettare questa religione, nonché altre religioni teiste, come l'Islam, che stabiliscono la superiorità del maschio. Qualcuno potrebbe dire che è davvero un segno della loro inferiorità, della loro sottomissione.


venerdì 22 febbraio 2019

La nuova spiritualità


Nei periodi pasquali e natalizi, le televisioni ci presentano innumerevoli film sulla vita di Gesù - tutti noiosi, banali, ripetitivi, dove il protagonista è una specie di santino. Il modello che ci propongono è sempre lo stesso: quello del santo miracoloso, del redentore, del profeta, del Messia, insomma di colui che viene nel mondo per salvarci.
       Ma una simile salvezza ha un prezzo: devi avere fede, devi diventare un suo seguace, devi pregare. Devi trasformarti in un supplice che chiede l'intervento del Salvatore divino.
       La spiritualità della meditazione è diversa, è una nuova spiritualità. Non devi aspettarti la salvezza dall'esterno (tanto non la otterrai comunque: quando sarai in difficoltà non sarà né Gesù né Mosè né Maometto a sorreggerti). Devi piuttosto mobilitare le tue forze interiori.
       Non devi supplicare qualche potente - sei tu stesso potente.
       Tu stesso sei l’erede delle cose divine, anche se non te ne rendi conto.
       Questa è la nuova spiritualità del terzo millennio. Le vecchie religioni sono tutte fallite. Guardate in quale spirale di immoralità e corruzione è finita la Chiesa cattolica. Guardate la violenza e le ingiustizie degli Stati islamici. Guardate Israele, sempre in guerra, ora vittima ora carnefice.

Convertire l'ira


Essere arrabbiati significa da una parte stare male e dall'altra avere una gran quantità d'energia. Non compiremmo certe azioni, anche utili, senza una certa ira che ci aiuta a disinibirci. Il problema è che in quei momenti noi siamo travolti da questa forte emozione, che può farci compiere follie. L'energia però è qualcosa di positivo; ecco perché non è bene reprimere o scacciare l'ira, ma dobbiamo cercare di convertirla in una forza utile.
       Per prima cosa dobbiamo prendere coscienza di questa forte emozione e possibilmente delle sue cause. Se abbiamo qualche fondata motivazione (per esempio perché ci indigniamo per un'ingiustizia), allora avvolgiamo l'ira nella nostra consapevolezza mantenendo contemporaneamente la consapevolezza del respiro. Con questo metodo a poco a poco l'ira si calmerà, e noi potremo utilizzarne la sua carica per fini positivi.
Addestrarsi a prendere le distanze dall’ira (e dalle altre emozioni più coinvolgenti) non ha né uno scopo moralistico né uno scopo repressivo, ma serve a non reagire (e quindi ad agire) come tanti ometti mediocri che ci circondano e che si lasciano manovrare da tante forze esterne e interne. È in sostanza un metodo per ritrovare la propria autonomia. È anche in tal senso che si parla di liberazione, di emancipazione. Da che cosa dovremmo liberarci se non dagli infiniti condizionamenti che ci riducono a marionette?

Se rimanete prigionieri dei vostri istinti, delle vostre pulsioni, dei vostri sentimenti e delle vostre emozioni, non potrete fare passi avanti sulla via della spiritualità.



La Grande Meretrice


Tutti sanno che cosa fanno le Grandi Meretrici (fra cui quella citata dall'Apocalisse): va con chi paga. Basta che uno paghi e lei non guarda in faccia nessuno.
        Così fa la Chiesa cattolica. Dopo essersi fatta comprare da fascismo e nazismo, si è accompagnata anche al comunismo di Fidel Castro.
        In fondo la Chiesa non ha nessuna visione politica che non sia il proprio interesse. Non ha mai sposato i principi della democrazia. Non le importa niente se i popoli siano sfruttati (al massimo ci farà un bel sermone la domenica). Lei tratta con tutti, purché paghino e le conservino i suoi privilegi.
        Da esperta meretrice, la Chiesa si occupa più di preservativi e di aborti che di giustizia sociale e della propria moralità. Ed essendo portatrice ed ispiratrice di sistemi totalitari, ama più le dittature che le democrazie. Tra dittatori ci si intende meglio. La democrazie e la libertà dei popoli non sono mai stati nel suo DNA. Si sa che la democrazia porta dubbi, istanze diverse, tolleranza, discussioni, critiche, uno spirito laico e repubblicano. Tutto sommato, un popolo oppresso è l'ideale per essere o diventare cattolico.


L'Universo che si crea da sé


Se l’Universo fosse stato creato da una Supermente, un Dio, così come ci viene raccontato dai miti religiosi, si tratterebbe di un Dio piccolo piccolo. Una gran botta e via – una specie di scoppio di rabbia di chi non si sopporta più o si annoia. Non un granché. Non un Dio onnipotente, ma un Dio impotente – visto il gran numero di difetti e di cose inutili.
       Se invece l’Universo fosse nato da sé, per una fluttuazione del vuoto, così come ci dice la fisica quantistica, si spiegherebbero le tante cose fatte male e l’evoluzione, che è un tentativo faticoso e lento di miglioramento.
A questo punto, tutto sarebbe nelle mani degli esseri più o meno intelligenti, che avrebbero una terribile responsabilità. Portare avanti l’esperimento o farlo fallire.
Pensiamoci, invece di chiedere aiuto a qualcuno che sta in alto e aspettarsi che le soluzioni piovano da lassù. Niente è garantito.

giovedì 21 febbraio 2019

La corruzione della politica



Mentre l’Europa ci raccomanda di decidere una buona volta sul Tav, Salvini e Di Maio raggiungono un accordo per “ridiscutere integralmente il progetto”, il che significa che non si deciderà nulla. Ma non decidere nulla equivale a bloccare tutto.
        In parole povere, Salvini ha ottenuto il suo salvacondotto a non essere processato sulla questione Diciotti in cambio di un blocco del Tav.
Uno scambio che ci dice tante cose sul modo di governare di questi due partiti. Far finta di fare qualcosa per il bene del paese mentre si fa di tutto per il bene elettorale dei rispettivi partiti.
È questa mancanza di senso etico e di senso civico, è il disinteresse per il bene comune a favore del bene della propria fazione politica e del proprio interesse personale a comandare, che contraddistingue l’Italia non da anni ma da secoli. Ed è il motivo per cui, pur cambiando i partiti al governo, la nostra decadenza non si arresta.
È l’ipocrisia, la doppiezza morale che troviamo anche nella Chiesa cattolica. È il marchio di fabbrica della mentalità italica.
La decadenza italiana si riduce a una decadenza etica.

Amore contro odio?


Chi può essere contrario al messaggio di Gesù? Amatevi, amiamoci! Va bene, ma non è completo. Nessuno può amare tutti - lo stesso Gesù non amava gli ipocriti, i farisei, i sepolcri imbiancati e i sacerdoti (che avevano gli stessi difetti di quelli di oggi). Amare tutti sarebbe contro natura. E soprattutto non si può separare l'amore dal suo contrario. Il mondo si regge sull'equilibrio dei contrari, che sono in realtà complementari. Bisognerebbe parlare di amore-odio, un'unica parola che unisce due opposti. Purtroppo il nostro linguaggio, la nostra mente, deve dividere; non riesce a concepire la complementarità. Solo nel taoismo si è capito questo concetto.
        Pensiamo all'universo, a come si sostenga nell'equilibrio dinamico di due forze opposte e complementari: attrazione e repulsione. Se ci fosse solo la forza di repulsione, non ci sarebbe possibilità di unione. Se ci fosse solo la forza d'attrazione, l'universo non sarebbe neppure nato; il Big Bang non sarebbe stato possibile. Pensiamo anche al rapporto fra buio e luce: se prevalesse uno dei due, l'altro non potrebbe esistere; l'uno esiste perché esiste l'altro.
        Dunque anche l'amore non può esistere senza il suo contrario. Ecco perché il messaggio di Gesù è irreale, un mito. Sarebbe come costruire una medaglia con una faccia sola. Sforziamoci di comprendere, d'accordo. Ma l'amore universale, rivolto a ogni cosa, è contro natura.
        Che il messaggio cristiano sia irreale lo dimostra tutta la storia dei popoli cristiani. Che non si sono risparmiati persecuzioni, guerre, colonialismo, schiavismo, razzismo, sfruttamento capitalistico dell'uomo sull'uomo, che non sono stati capaci di dar vita all'uomo nuovo... Nessuno può cambiare la natura umana. Nessuno può eliminare l'odio e la repulsione, che sono strumenti fondamentali dell'evoluzione. Se fosse possibile, scomparirebbe anche l'amore.
        Allora, che cosa predica Gesù? Un vago buonismo, nonché il senso di colpa quando si scoprono dentro di noi istinti "negativi".
        Sarebbe stato molto meglio predicare la saggezza e la comprensione, di sé e degli altri. Conosci te stesso, conosci la natura umana. E compi, se possibile, un salto evolutivo.

La trasformazione interiore: l'importanza del respiro


È impossibile separare il corpo dalla mente. Come il corpo influenza la mente, così la mente influenza il corpo. Il malessere o il benessere che partono dal corpo influenzano la mente, e viceversa. Se a un certo punto ci sentiamo male fisicamente o psicologicamente, dobbiamo innanzitutto prendere coscienza delle sensazioni che proviamo, e poi cerchiamo di intervenire.
Utilizziamo a questo scopo il respiro, che fa da interfaccia tra corpo e mente. Il malessere o il benessere, infatti, si riflettono sulla respirazione. Se il respiro è calmo, rilassato e disteso, vuol dire che siamo a nostro agio. Se il respiro è contratto, accelerato, frammentato o superficiale, vuol dire che stiamo male, o sul piano fisico o sul piano mentale. In ogni caso si può agire proprio sulla respirazione.
        Durante la giornata dobbiamo diventare consapevoli a intervalli regolari dello stato della respirazione. È un po' come avere continuamente il polso della situazione. Inoltre questa continua presa di coscienza è un ritorno allo stato attuale, al qui e ora.
        Non ci dimentichiamo che qualunque sensazione è un campo di energia, e l'energia non va né repressa né sprecata, ma va utilizzata cambiandone il segno dal negativo al positivo. Se la sensazione è negativa, possiamo trasformarla in positiva agendo sulla respirazione cosciente; inoltre dobbiamo raggiungere una visione profonda dell'origine, delle cause e dell'evoluzione di ogni stato d'animo.
È l'attenzione, l'osservazione cosciente, che opera la conversione da negativo a positivo. E il respiro è il catalizzatore dell'intero processo.
Non dovete però forzare niente. Ma accompagnare delicatamente e lentamente la respirazione.


mercoledì 20 febbraio 2019

Impermanenza ed evoluzione


Quando ci si dice che tutte le cose sono impermanenti e che non bisogna attaccarsi ad esse, restiamo turbati. Noi siamo attaccati alle nostre sensazioni piacevoli, alle persone che amiamo, all'esistenza stessa, e sembra che l'impermanenza minacci tutte queste cose. Ma dobbiamo raggiungere una comprensione profonda del divenire. Se non ci fosse l'impermanenza, come potrebbe un seme diventare un albero, come potrebbe un bambino diventare un uomo?
       Tutto è impermanente perché tutto deve cambiare, crescere ed evolversi.
       Se rimaniamo attaccati, se non comprendiamo a fondo le leggi che reggono il cosmo, non solo non potremo intervenire nelle vicende del mondo, ma la sofferenza e la perdita prima o poi ci devasteranno in modo irreparabile.

Quando diciamo che tutte le cose sono interdipendenti vogliamo dire, per esempio, che questa foglia esiste perché esistono il ramo, il tronco, le radici e l'albero; e l'albero esiste perché ci sono la terra, i minerali, l'acqua, il sole... e così via. Ogni cosa esiste perché esistono altre cose, in dipendenza da altre cose. Ciò significa che ogni ente, pur avendo un'individualità temporanea, non ha una natura propria, una natura separata, una natura esclusiva. Niente esiste di per sé.
       Questo ci dice anche che è impossibile definire il momento in cui qualcosa nasce o muore. Di solito, noi lo facciamo coincidere, convenzionalmente, con il suo apparire o scomparire. Diciamo che la foglia nasce nel momento in cui appare il suo germoglio e muore nel momento in cui secca e si avvizzisce. Ma la foglia esisteva già prima del suo apparire, insieme a tutte le cose da cui dipende, ed esisterà anche dopo.
       La nascita e la morte sono momenti che la mente ritaglia da un continuum; ma il continuum continua ad essere, con tutte le cose che ha originato e poi riassorbito.
       Nell'osservazione profonda bisogna saper superare i limiti convenzionali di nascita e di morte. Tutto l'universo ci ha fatto apparire e tutto l'universo ci farà sparire. Ma prima eravamo già in qualche modo e dopo saremo in qualche altro modo. L'evoluzione continua.


La Chiesa gay


Esce in Italia il libro Sodoma di Frédéric Martél (Feltrinelli) in cui si sostiene che gli episodi di omosessualità nella Chiesa non sono casi isolati, ma fanno parte di un vero e proprio sistema. La maggioranza di preti, vescovi e cardinali sarebbe ormai omosessuale. In effetti un giovane, magari deriso e bullizzato nel suo paese, troverebbe nella dimensione ecclesiastica la possibilità di acquisire una certa autorità, rimanendo un gay attivo o potenziale. Insomma il Vaticano sarebbe l’unico Stato gay del mondo, dove essere omosessuali non è l’eccezione ma la regola. Segue un lungo elenco di prelati e di papi omosessuali.
       La cosa non ci stupisce. Tutti sono liberi di essere gay. Ma quel che infastidisce è il nasconderlo, è la doppiezza, è la schizofrenia di questi religiosi, che vivono da perfetti ipocriti. Anzi, in molti casi, proprio coloro che attaccano l’omosessualità sono segretamente omosessuali, e alcuni sono dei predatori seriali. Un conto infatti è l’omosessualità e un altro la pedofilia.
       Del resto gli scandali di pedofilia dei preti sono ormai all’ordine del giorno in tutto il mondo.
Quello che più colpisce è la doppiezza di una Chiesa che si dichiara omofoba ma è abitata da omosessuali, molti dei quali ben attivi tra di loro, con seminaristi e prostituti, consapevoli di violare le regole che la Chiesa ha imposto.
Il libro, pieno di particolari e di nomi, non approfondisce l’origine di questa omosessualità ecclesiastica, che non è una novità. C’è qualcosa di omosessuale perfino nei fondatori del cristianesimo, per esempio in san Paolo. L’odio verso la donna e il vivere comunque in società omosessuali ha acuito il problema.
L’icona di molti omosessuali è il martirio di san Sebastiano, l’uomo nudo legato a un palo e trafitto dalle frecce. Ma, se ci si pensa bene, questa è proprio l’immagine del crocifisso.
L’autore si domanda come mai in Italia non scoppi mai uno scandalo e tutto venga coperto, insabbiato e nascosto.
Non sa che l’etica italiana è stata formata – purtroppo - proprio dai quei preti ipocriti.


martedì 19 febbraio 2019

Uscire dalla sofferenza


Oggi sei disperato, sei angosciato, il mondo ti sembra un incubo - e non sai come uscirne? Niente paura; concentrati su questo istante presente, solo su questo.
             In questo attimo, dov'è il tuo dolore?
             In realtà non c'è. Perché il dolore è nel tempo, cioè nella mente che li unisce, ma non nei singoli attimi. Il dolore è un’interpretazione, una ricostruzione come un’altra, un tentativo sbagliato di unire attimi diversi.
             Certo un attimo sembra poco, sembra troppo breve. Eppure da lì puoi prendere un'altra strada per uscire dalla sofferenza.
Se sei davanti a un bivio, quanto ci metti a prendere una delle due strade? Un attimo basta.

Un mondo di parole


Ogni tanto leggo qualche libro di teologia. Voglio rendermi conto di come qualche ometto presuntuoso abbia la pretesa di parlare di Dio, abbia la pretesa di usare le parole per circoscrivere ciò che non può essere detto - e neppure pensato. E mi metto a sorridere.
Non si può parlare di ciò di cui non si ha esperienza.
Prima, dovremmo fare l'esperienza della Trascendenza. Ma, se non smettiamo di parlare e di pensare, questa esperienza è impossibile. Dunque...
Non siamo prigionieri soltanto delle opinioni e dei valori sociali, ma anche delle parole e delle convenzioni umane. Basti pensare che per noi, mettersi in relazione, significa parlare: se due o più persone s'incontrano, devono parlare. Se non comunichiamo attraverso le parole, ci sentiamo imbarazzati. Ma la vera comunicazione avviene al di là delle parole.
Facciamolo come esercizio. Incontriamoci e stiamo insieme senza parlare. Questo è un importante esercizio di meditazione.
Solo più tardi potremo "parlare" di Dio. Le parole prefabbricate per ora ce lo impediscono.


Sogni e realtà


Dunque per i Cinquestelle sono bastati pochi mesi di governo, cioè di potere, per dimenticarsi di tutti i loro principi sull’uguaglianza, sulla legalità, sull’onestà, sull’ “uno vale uno” e della loro lotta contro i privilegi di casta – ed ecco che hanno votato contro il rinvio a giudizio di Salvini, perché in tal modo salvano anche il loro posto e i relativi stipendi e privilegi. Anzi, incominciano a dire che anche il principio dei due mandati deve essere rivisto.
Come dice l’ex-ideologo Becchi, si è votato per salvare non solo Salvini ma anche Di Maio. I principi sono una bella cosa da sventolare in campagna elettorale. Ma la realtà è sempre un’altra.
Del resto, quando si fa un “contratto” con il Diavolo, non ci si può aspettare di rimanere puri e duri.
Le regole del potere sono una sola: restare al potere il più a lungo possibile e incassare più soldi e più privilegi possibili. E i Cinquestelle non fanno eccezione. Dove lo troverebbero, questi giovani, che erano per lo più disoccupati, un altro lavoro e uno stipendio del genere?
Da nessuna parte. Al massimo potrebbero aspirare al reddito di cittadinanza che, non a caso, è il loro cavallo di battaglia. Non lo fanno per gli altri. Lo fanno per se stessi e i loro parenti.
Anche la loro “democrazia diretta” ha dimostrato la sua incapacità. Non solo hanno votato solo 51.000 iscritti, ma la piattaforma Rousseau, di proprietà privata, ha fatto come al solito cilecca. Il che, per l’azienda di informatica di Casaleggio e per la “democrazia diretta”, non è una bella pubblicità.
Insomma, tutte cose già viste e facilmente prevedibili per noi vecchi smaliziati. Ma, in questo paese (e forse in tutti) gli ingenui, gli sprovveduti e gli illusi sono sempre la maggioranza. Altrimenti, perché andremmo così male?
Noi non siamo ancora capaci di distinguere i sogni dalla realtà. Viviamo di illusioni. E, se qualcuno vuole svegliarci dal nostro sonno, lo consideriamo un pessimista o uno scocciatore. Vogliamo continuare a dormire.

lunedì 18 febbraio 2019

Essere qualcuno


I nostri genitori ci spingono ad “essere qualcuno”, a farci strada nella vita – e per noi tutto questo è normale (evidentemente, siamo convinti di poter essere… nessuno.) Non basta insomma il fatto di essere; no, dobbiamo anche essere qualcuno, distinguerci. Eppure, il fatto di essere vivi, di essere sani, di essere qui e ora e di essere unici è già un miracolo. Che cos'altro possiamo aggiungere?
“Essere qualcuno” significa introdurre la follia e la nevrosi del mondo, quella che ci porta a contrapporci e a competere.
       Forse, un giorno, dopo aver tanto lavorato e lottato, dopo esserci fatti una posizione sociale, dopo essere “diventati qualcuno,” sentiremo il bisogno di trovare il nostro vero sé, non una maschera qualsiasi. Sì, perché ciò che siamo veramente non ha niente a che fare con lo status sociale.

Risvegliarsi dal sogno della vita


Che differenza c'è fra sogno e realtà? Come distinguere l'uno dall'altra? È semplice. Sapete che siete vissuti in un sogno quando vi svegliate. È solo al risveglio che potrete capire se eravate in un sogno. Ebbene il risveglio può avvenire o attraverso la meditazione o attraverso la morte. Alla morte, infatti, ci sveglieremo dal sogno della vita e ci accorgeremo che l'esistenza, con tutte le sue gioie e i suoi dolori, non è stato che un sogno.
Ma anche adesso possiamo capirlo e cambiare registro.
Cambiare registro significa non aderire più religiosamente agli eventi piacevoli e spiacevoli (credendoli reali), assumere una posizione di distacco e porsi nell’atteggiamento del Testimone.

domenica 17 febbraio 2019

Big Mind


Di solito, pensando al futuro in termini evolutivi, immaginiamo che gli uomini saranno sempre più intelligenti. E speriamo che sia così. Ma niente è sicuro. Può anche darsi che diventino più cretini. Se esaminiamo il mondo attuale, vediamo società sempre più stupide che eleggono, per esempio, governanti idioti e ignoranti. Come mai?
Il fatto è che mettendo insieme le intelligenze, come succede nella Rete, non sempre si ottiene la somma delle parti – qualche volta succede il contrario. C’è folla e folla. C’è una folla che può risultare più intelligente dei singoli individui e c’è una folla che può risultare molto più stupida. Un gruppo di scienziati può produrre risultati superiori a quelli dei singoli, ma un gruppo di tifosi può essere molto più stupido del più stupido dei suoi componenti.
Ieri ho visto un servizio televisivo in cui si dimostrava che, a causa dei tanti inquinanti, l’intelligenza umana è in declino, perché gli interferenti endocrini creano dei cervelli sempre più labili.
Non sempre, dunque, il percorso evolutivo si sviluppa in un senso positivo. Talvolta regredisce, così come risulta proprio da un esame dell’evoluzione degli esseri viventi. Niente è assicurato. Può darsi che diventeremo esseri superintelligenti o può darsi che il nostro vertice intellettivo sia già stato raggiunto e che adesso torniamo indietro, sempre più stupidi.
Del resto, se l’intelligenza degli esseri viventi aumentasse continuamente, dovremmo essere ormai molto intelligenti, in questo pianeta o altrove. Ma dove sono le civiltà superiori? In quasi tutte le cosmologie antiche si parla di civiltà scomparse o di ere in cui l’intelligenza aumenta e diminuisce.
Forse, siamo nel Kali Yuga, l’era della dell’involuzione.

sabato 16 febbraio 2019

Autonomia e secessione


Con la proposta dell’autonomia regionale si ripresenta il vecchio progetto della Lega: creare uno Stato del Nord (coincidente più o meno con la Padania) lasciando perdere il resto dell’Italia. Le regioni ricche sarebbero come tanti Stati e forse si coordinerebbero, e le povere affonderebbero del tutto.
       La cosa più incredibile è che le regioni del sud e le isole abbraccino questa idea, votando per la Lega. Come si dice, la madre del cretino è sempre incinta… anche perché se una donna è sempre incinta deve essere parecchio cretina.
       Autonomia non è sinonimo di buon governo. Prendiamo la Sicilia, dove i privilegi, le ingiustizie, la povertà, le mafie e il malgoverno sono sotto gli occhi di tutti. Ma il vero problema è che una regione ricca e ben amministrata, a poco a poco vuol diventare uno Stato autonomo. Guardate la Val d’Aosta, l’Alto Adige, il Trentino e il Veneto: se potessero, si organizzerebbero come veri e propri Stati.
       La verità è che le regioni italiane furono un tempo Stati autonomi. E, quindi, riprendere l’autonomia, significa per loro tornare all’antico.
       Insomma, un’autonomia del genere porterebbe alla dissoluzione dell’Italia, della ragione stessa per cui si è formata l’Italia.
Se vogliamo tornare ad essere tanti Staterelli (dominati dalle potenze straniere che non ci pensano minimamente a cancellare la propria unità), andiamo avanti. Altrimenti fermiamoci.
Resta il fatto che gli italiani si stanno preparando a votare in massa per Salvini. E, una volta che la Lega sarà padrona del governo, che cosa le impedirà di organizzare la sua secessione?

La meditazione dell'attimo presente


Fate questo esercizio: cercate di rimanere il più a lungo possibile nell'attimo presente. Sembra facile, ma non lo è. Vi accorgerete che la mente tende inevitabilmente ad andare nel passato, nel futuro o comunque in qualche fantasticheria. In altri termini, la mente si distacca dal momento che vivete per evadere, per andare altrove. È lei la responsabile della vostra alienazione. L'esercizio per contrastare questa tendenza è cercare di rimanere nel presente, magari seguendo il respiro che è sempre, per forza di cose, attuale. Chiudete gli occhi, perché la vista tende a portarvi altrove. Non ripetete né parole né mantra perché si tratta comunque di attività mentali. Restate soltanto attenti al qui e ora, senza un oggetto preciso.
       L'esercizio in realtà consiste nel non-pensare, ossia nel non utilizzare le attività mentali, tranne quella dell'attenzione. Poiché i pensieri tendono dopo un po' a ripresentarsi, voi diventatene semplici testimoni. Dovete infatti considerare la mente come un semplice strumento, uno strumento che tende a prendere il sopravvento. Non dovete farvi manovrare dalla mente. Voi siete i padroni della mente, e non viceversa. Voi siete i testimoni della mente.
       Ponetevi quindi nella posizione del testimone, anche delle attività mentali. Voi non siete la mente; voi siete al di là del corpo e al di là della mente.
       A che cosa serve questa meditazione? A riscoprire la vostra vera identità. Che non è quella del vostro status sociale e nemmeno quella del vostro ego terreno. Rimanendo il più a lungo in questa posizione, avrete accesso al Sé, con le sue riserve di energia, di comprensione e di auto-guarigione.

"Una risata vi seppelllrà..."


Una risata ci seppellirà… nel senso che, nel momento in cui ci sveglieremo, ci accorgeremo che siamo vissuti in una rappresentazione, in una farsa, in una tragicommedia, comunque in un mondo di illusioni e di sogni.
Quando ci vedremo così, per un’illuminazione o per la morte, scoppieremo a ridere, perché capiremo che tutto ciò che ci spaventava o che ci attraeva non era che un’immagine inconsistente, una proiezione della mente, che svanisce in un attimo.
La realtà, che credevamo così solida, si rivelerà allora un gioco di illusioni.  Un po’ come la corda che nella penombra abbiamo scambiato per un terribile serpente…

venerdì 15 febbraio 2019

La santità delle domeniche


Un esempio dell’insipienza del Movimento Cinquestelle che, purtroppo sta governando l’Italia senza averne le capacità, è la discussione sul blocco del lavoro festivo. Siamo ad una vera e propria follia. In un momento in cui ci troviamo in recessione, loro pensano a limitare gli orari di apertura dei negozi nei giorni festivi. Chiunque altro cercherebbe di aumentarli. Ma loro no. Loro non hanno nessuna idea di che cosa sia lo sviluppo economico, non hanno nessun programma in tal senso.
Da dove vengono queste iniziative? Forse dall’ambito parrocchiale, dove ci si preoccupa del fatto che chi lavora la domenica non può andare a messa. Tant’è vero che Di Maio cerca l’appoggio del Vaticano.
Ma forse sarebbe più opportuno chiedere alla Chiesa di pagare le tasse sul suo immenso patrimonio immobiliare e cambiare le regole sull’otto per mille. Ne ricaveremmo i soldi per pagare il Tav e gli straordinari.
È comprensibile che si vogliano difendere i lavoratori da condizioni di sfruttamento. Ma, se non si sviluppa il lavoro, non c’è nessuna difesa.

L'apertura mentale


Attaccarsi ai pregiudizi, ai preconcetti e alle fedi è sempre un errore, perché ci si chiude al nuovo e ci si comporta come il ricco mercante di una favola buddhista. Costui aveva un bambino e un giorno partì per un viaggio di affari. Ma il villaggio fu assalito dai predoni che rubarono tutti i beni e alla fine bruciarono le case. Quando il mercante tornò, trovò la casa bruciata e scoprì le ceneri di un bambino. Convinto che fosse suo figlio, lo pianse amaramente e poi raccolse le ceneri in uno scrigno che portava sempre con sé.
          Il bambino però era solo stato rapito e, dopo qualche anno, riuscì a fuggire. Tornato alla casa paterna, che era stata ricostruita, bussò alla porta. “Chi è?” domandò il padre. “Sono io, tuo figlio.” “Impossibile, mio figlio è morto. Ho qui le sue ceneri. Perciò, tu sei un impostore. Vattene!”
          Il bambino lo pregò a lungo, ma il padre fu irremovibile. Così il figlio se ne andò. E stavolta il mercante lo perse per sempre.
          Lo stesso succede a chi crede di avere la verità in tasca e si chiude a ogni altra possibilità.
          La vera spiritualità è esattamente il contrario: è apertura mentale, non chiusura nei dogmi.

Sviluppare la consapevolezza


Il maestro vietnamita Thich Nhat Hanh utilizza la pratica delle “campane di consapevolezza”: ogni tanto, durante la giornata, viene suonata una campana al cui suono ci si deve fermare e si deve inspirare ed espirare consapevolmente. Il metodo è molto utile perché spesso tutti noi, presi dalle nostre attività, ci dimentichiamo di praticare, di tornare a noi stessi. Bastano poche ispirazioni ed espirazioni, pochi secondi.
Si può anche ricorrere a sveglie opportunamente regolate, a orologi a pendolo, ad allarmi attivati sul computer o a qualunque altro suono; per esempio, ogni volta che squilla il telefono.
In quei momenti dobbiamo ricordarci di essere consapevoli, di essere lì, di essere presenti, di essere attenti al nostro stesso essere. Perché è certo che noi siamo spesso consapevoli delle cose, degli eventi e delle persone, ma non del nostro stesso essere.
Questo modo di essere consapevoli è diverso da tutti gli altri. Non è una consapevolezza applicata ai nostri vari problemi e interessi, ma a noi stessi. Ed è questa consapevolezza che deve essere richiamata e rafforzata – la consapevolezza di essere in un dato contesto e tempo. Per esempio: “Io sono qui e in questo momento e sto facendo queste cose. E mi vedo e mi percepisco”.
È questo tipo di consapevolezza che distingue noi esseri umani da tutti gli altri esseri viventi. Ed è bene richiamarla il più spesso possibile per rafforzarla e aumentarla. Da lì nascerà l’uomo nuovo, ancora più dotato e intelligente.
Non solo il cervello è plastico, ma anche la mente. Il segreto dell’evoluzione è tutto qui. Anziché aspettare ere geologiche per svilupparci, possiamo addestrarci e velocizzare l’intero processo fin da ora. Così nasceranno nuove doti, nuove capacità.


giovedì 14 febbraio 2019

Universo e consapevolezza


Abbiamo sempre bisogno di un capo, di un leader, di un Dio. Proprio come i cani, abbiamo l'istinto gerarchico.
Ma pensiamo a Internet: che cos'è la rete se non una capacità di comunicazione che non ha bisogno di un leader? Ognuno è un nodo, e quindi un centro, della rete.
Così è per l'universo: ognuno è il centro, il centro è dappertutto. Il centro è ognuno di noi - purché consapevole.
Dall’antichità ci viene questo detto illuminante: “Dio è una sfera infinita, il cui centro è dappertutto e la circonferenza in nessun luogo”.
Se volete farvi un libretto di meditazione, con le massime più importanti da rileggere e meditare, metteteci subito questa.
Dio non sta lassù in alto, al vertice di una piramide, ma dappertutto. Ed è la consapevolezza degli esseri viventi.

Conti sballati e conti truffaldini


Sappiamo tutti che le nostre strade e autostrade sono piene di automobili e camion che rendono lenta la marcia e irrespirabile l’aria, e tutti ripetiamo che occorrerebbe usare maggiormente i trasporti su ferrovia. Questa è anche la logica del Tav, che dovrebbe spostare su ferrovia molti camion. Ma, nella logica dei costi e dei ricavi, questo rappresenta un costo perché corrisponde ad una minor entrata per lo Stato. Siamo dunque alla follia, soprattutto per un Movimento che vorrebbe essere ecologico.
Seguendo questo ragionamento dovremmo chiudere anche tutte le nostre metropolitane e rimettere tutti in strada a inquinare i nostri polmoni e l’ambiente. A questi ingegneri non interessa nulla della nostra salute e della salute del pianeta. Secondo loro, dovremmo usare più macchine e più camion!
Basta questo a capire che la loro analisi è del tutto sballata.
Ma per i Cinquestelle, che hanno assunto il blocco del Tav come bandiera della loro volontà di non fare grandi opere, la logica e la salvaguardia della natura e della salute non importano.
In compenso Di Maio incontra Parolin (segretario di Stato del Papa), con il quale contratta la chiusura domenicale dei negozi. Sì, perché in Italia dobbiamo prendere ordini dal Vaticano anche in questioni del genere.
Perché non chiede notizie di monsignor Nunzio Scarano, responsabile dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, che possiede migliaia di immobili di grande pregio e depositi in contanti per centinaia di milioni di euro), appena condannato a due anni, per aver progettato di far rientrare in Italia dalla Svizzera 20 milioni utilizzando un jet privato e per varie altre truffe contabili?

mercoledì 13 febbraio 2019

Alla ricerca dell'essenza


Nel campo della meditazione è venuto di moda prendersela con l'ego come se fosse la fonte di tutti i mali. In realtà, senza ego ci mancherebbe l'impalcatura per essere noi stessi, per avere un'identità. Ma dall'ego nascono tanti problemi, tutti imperniati sul fatto che l'ego si crede separato da tutti gli altri esseri e che vuole distinguersi, possedere e primeggiare. Bisogna allora meditare sul fatto che l'ego nasce da altri ego ed è in continuo rapporto con essi. Già alla nascita il nostro ego, come il nostro patrimonio genetico, si forma con parte di quello paterno e con parte di quello materno. E poi, attraverso gli scambi culturali ed affettivi, continua ad essere un nodo di una rete di relazioni, è relazione ed ha per scopo il relazionarsi con gli altri. In tal senso è composto da tanti altri ego e non può essere del tutto se stesso.
       Quando perciò dico “io” mi riferisco a un complesso di caratteristiche, molte delle quali non sono propriamente “mie”, ma sono parti di altri ego introiettati più o meno armoniosamente, ed alcuni in conflitto tra loro.
       Chi sono io? Sono tante persone, come una specie di sole intorno a cui girano molti pianeti – un sistema di ego. Ma noi puntiamo al centro. Scartando tutto ciò che è acquisito o periferico, cerchiamo quel nucleo, che è appunto l'essenza.
       Solo il buddhismo sostiene che non esiste un'anima. Ma anch'esso deve ammettere che qualcosa dovrà continuare a reincarnarsi fino a che non otterrà la liberazione ultima. Esiste dunque un'anima provvisoria. Questa provvisorietà, però, può durare per un numero incalcolabile di esistenze. E quindi…
       Forse un giorno ci riuniremo tutti nella grande Anima Universale e, perciò, non ci sarà più bisogno di individualità. Ma ci vorrà tempo – ancora molto tempo. E intanto… la vita continua.

Come in un film


Come credere ad un'altra vita o ad un’altra dimensione?
Il fatto è che ci rendiamo conto che vediamo solo la parte centrale di un film e che ci manca sia l'inizio sia il proseguimento.
Doveva esserci un prima, non usciamo dal nulla. E deve esserci un dopo.

Meditare camminando


Se fai due passi per le strade della tua città, ti puoi rendere conto che quasi tutti vanno in giro con la testa fra le nuvole; in altri termini non sono presenti nel loro stesso camminare, sono tutti presi dai loro pensieri. Ma tu puoi utilizzare la passeggiata come mezzo di meditazione.
Per prima cosa sii consapevole di quanto sei assente dal presente, perché arzigogoli con la mente, ritorni al passato o pensi a ciò che potrebbe accadere o a ciò che vorresti che accadesse. La mente non è capace di rimanere nel momento presente, qui e ora, e va continuamente altrove, nel passato o nel futuro, con la conseguenza che corpo e mente sono scissi: mentre il corpo si muove qui, la mente è altrove. Ecco un esempio di perfetta alienazione.
       Tu renditi conto di tutto questo e ripromettiti di rimanere nel presente almeno per la durata di quella passeggiata. Ritorna coerente con te stesso, ri-sintonizza corpo e mente, esercita la tua presenza mentale, osserva ciò che ti sta intorno. Sarà un esercizio di terapia mentale, di sviluppo della consapevolezza: essere consapevole del tuo essere qui e ora.
       Per l'uomo moderno non è facile, perché in lui la mente è ipersviluppata e lavora sempre in eccesso. Soltanto quando fai il turista e passeggi in un luogo che non hai mai conosciuto, ti guardi intorno con interesse; ed è per questo che molti amano il turismo: permette loro di uscire per un po' dai pensieri ossessivi.

martedì 12 febbraio 2019

Religione e politica


Leggo che Orban vuole il rilancio demografico e proclama: “Più figli, più cristiani, meno immigrati!”
La Chiesa tace. Ma si sente che è d’accordo. Con i dittatori “cristiani” si trova a suo agio. Non ne ha mai scomunicato uno.
Poi ditemi se la religione non è intrecciata con la politica.
D’altra parte l’Onu, preoccupata “per il basso numero di indagini e di azioni penali da parte della magistratura italiana”, chiede all’Italia “una commissione indipendente sugli abusi dei preti”. Ma qui, quando si tratta dei crimini dei preti, si insabbia tutto.
Perfino l’Europa ci sprona a far pagare le tasse sugli immobili della Chiesa. Ma i nostri politici, sempre alla ricerca dell’appoggio del Vaticano, non recepiscono. E buttano via i nostri soldi.