martedì 19 febbraio 2019

Un mondo di parole


Ogni tanto leggo qualche libro di teologia. Voglio rendermi conto di come qualche ometto presuntuoso abbia la pretesa di parlare di Dio, abbia la pretesa di usare le parole per circoscrivere ciò che non può essere detto - e neppure pensato. E mi metto a sorridere.
Non si può parlare di ciò di cui non si ha esperienza.
Prima, dovremmo fare l'esperienza della Trascendenza. Ma, se non smettiamo di parlare e di pensare, questa esperienza è impossibile. Dunque...
Non siamo prigionieri soltanto delle opinioni e dei valori sociali, ma anche delle parole e delle convenzioni umane. Basti pensare che per noi, mettersi in relazione, significa parlare: se due o più persone s'incontrano, devono parlare. Se non comunichiamo attraverso le parole, ci sentiamo imbarazzati. Ma la vera comunicazione avviene al di là delle parole.
Facciamolo come esercizio. Incontriamoci e stiamo insieme senza parlare. Questo è un importante esercizio di meditazione.
Solo più tardi potremo "parlare" di Dio. Le parole prefabbricate per ora ce lo impediscono.


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