mercoledì 30 giugno 2021

L'amore eterno

 

Ogni tanto si parla di amore eterno e ci si chiede se non possa durare tutta la vita. Molto improbabile. Ma non perché non si possa rimanere legati a una persona per tanto tempo, bensì perché non c’è un solo sentimento che possa rimanere inalterato per tutta la vita –  cambierà e si evolverà come ogni cosa in questo mondo.

Chi è innamorato non ci crede. Ma a poco a poco, impercettibilmente, il sentimento cambierà.

Bisogna diventare vecchi per capire certe cose, per avere una visione completa dell’esistenza. A venti o a cinquant’anni non si può ancora giudicare. Quasi tutti, di fronte alla fine di un amore, sperano di trovarne un altro. Ma il gioco non può andare avanti all’infinito, proprio per questioni di età. E quindi bisogna approdare a una diversa idea, a una nuova saggezza.

L’amore serve alla riproduzione e, una volta esaurita questa funzione, non serve più, se non per i legami sociali e affettivi. Provate a confrontare l’amore della giovinezza con quello che rimane nella vecchiaia. Sarà certamente diverso, non ci sarà più la passione di una volta. Per bene che vada, sarete come amici o come fratello e sorella. E anche questo è amore, un amore che non è disprezzabile. Ma segue il naturale cambiamento di ogni cosa.

Alla fine potrete anche approdare a un amore universale, a un amore per tutti. Ma quell’antico amore rimarrà come un ricordo, come il bagliore di una cosa che si è spenta per sempre.

domenica 27 giugno 2021

La paura della morte

 

Tutti abbiamo paura della morte, per un istinto atavico, ma, poiché non ne abbiamo fatto un’esperienza diretta, ciò che ci spaventa è l’ignoto o l’idea di perdere la nostra individualità. Questo ragionamento era già stato fatto da Epicuro: “«Il male, dunque, che più ci spaventa, la mortenon è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c'è lei, e quando c'è lei non ci siamo più noi.» Ineccepibile.

Tuttavia le religioni hanno introdotto nuovi elementi di paura. Puntando su una speranza o illusione d’immortalità, hanno aggiunto la paura di essere giudicati da qualche Divinità e magari di finire in un inferno. In realtà, l’inferno, per molti di noi, è già qua. Quindi le religioni hanno peggiorato la situazione.

Se noi crediamo di essere già in un luogo infernale, la morte appare come una liberazione. Ma, se vi aggiungiamo una speranza-illusione di immortalità, questa liberazione diventa impossibile o viene procrastinata all’infinito. Allora il problema sarà quello di liberarci del ciclo vita-morte, perché – un’altra cosa certa – è che se c’è una nuova nascita, ci sarà una nuova morte.

Perdere l’individualità può essere considerato una sciagura da chi non riesce a superare il proprio egocentrismo. Ma può darsi che il proprio ego sia proprio ciò che ci ostacola dall’essere di più o addirittura il tutto. Non è questa la realizzazione della completezza e dell’amore?

sabato 26 giugno 2021

Il teatro del mondo: il semplice testimoniare

 

Se siete seduti in un posto tranquillo e all’improvvisano arriva un gruppo di persone che litigano e schiamazzano, voi non potete fare a meno di osservare la scena e di avere delle reazioni, negative e/o positive.

Così va il mondo: venite coinvolti senza averlo voluto. Nessuna ha scelto nulla, ma, di colpo, le luci della ribalta si sono accese e ora vi tocca assistere allo spettacolo.

Il problema è che, qualunque cosa si veda e comunque la si giudichi, tutto si riflette dentro di voi, sia a livello fisico sia a livello emotivo e mentale. È vero che si tratta di attori, ma anche voi dovete partecipare in qualche misura allo spettacolo e ne siete coinvolti.

Dovete però essere consapevoli che voi siete prima di tutto degli spettatori, degli osservatori.

Fermatevi dunque ogni tanto, distaccatevi dallo spettacolo e rendetevi conto che la vostra vera identità e la vostra vera funzione è di essere i testimoni, coloro per i quali è stato allestito il gioco, coloro senza i quali il gioco non potrebbe esistere.

Dunque, un certa responsabilità e un certo potere lo avete anche voi. È da come guardate, è da come reagite che il mondo cambia.

L'inganno religioso

 

Gli uomini sono attaccati alla vita e non vorrebbero mai morire. Ma poiché sanno benissimo di dover morire, ecco che s’inventano qualche altra nuova vita, qui o altrove. Per questo nascono le religioni: per promettere ciò che non sanno neppure loro, cioè una qualche illusione di immortalità, costi quel che costi… magari la sottomissione a un capriccioso Padrone del mondo, davanti a cui ti devi inginocchiare e pregare. “Ti faccio rinascere, se mi lecchi i piedi …” E, intanto, lecca quelli dei miei rappresentanti in Terra: i sacerdoti.

Così funzionano le religioni da migliaia di anni. Ed è incredibile come resistano ancora oggi, seppure sempre più indebolite dalla ragione e dai dubbi. In fondo, nessuno è mai ritornato a dirci nulla sulla morte, e il meccanismo potrebbe essere una ben studiata truffa.

Da quando esiste la vita esiste questo tipo di inganno. E non è una semplice illusione senza conseguenze.

Resta il fatto che qualcuno acquisisce potere e ci guadagna.

Ed è proprio questo il punto: come acquisire potere sfruttando la dabbenaggine altrui.

Nessuno affiderebbe i propri figli ad una setta di fanatici. Eppure le religioni sono esattamente delle grandi sette, dedite allo sfruttamento della paura e dell’incapacità di pensare con la propria testa.

venerdì 25 giugno 2021

Il modello totalitario

 

È una questione di carattere e di intelligenza: c’è chi vuole includere e aprire e c’è che vuole chiudere, distinguere, discriminare e naturalmente condannare. Questo è ciò che succede attualmente nella lotta fra chi vuole includere omosessuali e Lgbt bella nostra società e chi li vuole discriminare, perseguitare e magari punire. Non stupisce che la Chiesa cattolica stia dalla parte dei persecutori: lo ha sempre fatto. E, d’altronde se non distinguesse e discriminasse, se fosse aperta e benevola con tutti, non sarebbe una religione.

La Chiesa cattolica è benevola solo con se stessa, per esempio con i preti pedofili o con quelli che hanno perseguitato e ucciso i bambini e gli adulti delle etnie non cristiane. Per il resto passa tutto il tempo a distinguere, classificare e promettere pene eterne ai “peccatori”, cioè a coloro che non condividono le sue idee, spesso infondate e perniciose.

Le religioni sono ormai centri di potere che si mettono volentieri al servizio dei governi autoritari. Non si è mai vista una religione progressista o liberale. E questo piace tanto ai vari dittatori del mondo, a chi vuole instaurare un regime totalitario o semplicemente “conservatore”.

Da noi ci sono leader di partito che vanno in pellegrinaggio in Ungheria o in Polonia studiandone il modello di oppressione e repressione. Come fare per portarlo anche in Italia? Be’, c’è sempre l’aiuto della Chiesa cattolica che, in quanto Stato temporale e monarchia assolutista, è fonte di ispirazione.

In fondo, Dio per loro è il supremo dittatore.

martedì 22 giugno 2021

Dio, Patria e Famiglia

 

È il motto di tutti i conservatori del mondo. Che con questi principi vorrebbero tenere in piedi la baracca. Illusione oltre che ristrettezza mentale.

Infatti, Dio è un’invenzione umana, la Patria è là dove ci pagano meglio e la Famiglia… è sfasciata da un pezzo.

Purtroppo questi valori sono stati abbracciati dalle varie religioni, che in tal modo diventano i punti di riferimento del conservatorismo più bieco.

Ora la conservazione ha una sua funzione, ma, quando si oppone al cambiamento e al divenire, diventa come quelli che vogliono fermare il vento con la dita - fattore di ottundimento e di regresso.

domenica 20 giugno 2021

Un gioco crudele

 

Senza causa, senza scopo, senza meta, senza obiettivo… se c’è qualcosa cui si applicano tali definizioni, questa è la vita. Gratuita, spontanea, naturale… senza secondi fini. Nasce per un debordare di energia, per un gioco di Maya, l’illusione, che ci tira dentro e ci fa credere che siamo nati per qualche motivo. Ma non è così. Il gioco della vita, il gioco del cosmo, il gioco del tempo - sono perché sono, non per raggiungere qualche scopo.

Noi la verità la sappiamo. Sappiamo che perderemo tutto: i parenti, il padre e la madre, i fratelli e le sorelle, gli amici e infine noi stessi, la nostra coscienza, il nostro io. Sappiamo che non saremo più. Non è una bella situazione.

A questo punto nascono le religioni, che loro sì hanno un fine: illuderci e consolarci.

Ma noi  cose le sappiamo. Sappiamo che di noi non rimarrà niente. Tant’è vero che ci diamo alla procreazione – l’estremo tentativo per lasciare in questo mondo qualcosa di noi. Non siamo noi, ma qualcosa di noi – meglio di niente. La procreazione è la prova che siamo ben coscienti che di noi sparirà tutto.

Non c’è da meravigliarsi che i vecchi siano depressi. Non potendo più muoversi, non potendo più fare, avendo perso quasi tutti, si buttano nella religione o nel nulla. Anche il nulla è consolante: ci dice che perlomeno, se non ci saremo noi, sparirà ogni sofferenza.

Viviamo per nulla, lottiamo per nulla. E tutto ci sfuggirà.

È chiaro che, se abbiamo il coraggio di guardare le cose, dobbiamo fare i conti con questa crudele verità. E che dobbiamo scoprire che cosa c’era prima e che cosa ci sarà dopo. La vita è un intervallo. E il fatto che sia un intervallo, ci dice che la nostra vera natura è altrove.

La verità non è per anime deboli. È per chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà. Non per chi vorrebbe fuggire in qualche paradiso o trovare protezione preso qualche fantomatico Creatore.

La vita si è auto creata. È come un fiore – che scopo ha?

sabato 19 giugno 2021

Creazione, procreazione e decreazione

 

La creazione è quella di un eventuale Dio, la procreazione è quella degli esseri viventi e la decreazione è quella che porta gli uomini i più evoluti, consapevoli di sé e dei limiti umani e cosmici, a non aumentare (o a diminuire) il numero di esseri umani.

La prima ragione è che la popolazione mondiale è già troppo numerosa e si sta mangiando il pianeta.

Ma la seconda è più importante e si basa sulla consapevolezza che l’universo è stato creato male – qualunque scimmia evoluta avrebbe potuto far di meglio. Enormi ammassi di stelle che non servono a niente e che si scontrano fra di loro. Pianeti troppo caldi o troppo freddi che vagano senza meta e senza senso. Ed esseri viventi non in grado di prendere in mano l’evoluzione.

Soprattutto il tutto è scandalosamente votato all’autodistruzione e alla lotta perenne per riuscire a sopravvivere. Non c’è pace se non per brevi periodi. E non c’è modo di scampare a una fine miserevole, individuale e collettiva, terrestre e cosmica.

Evidentemente questo universo non è stato creato da nessuna mente superiore ed è una specie di soprassalto casuale della materia. Niente di più.

giovedì 17 giugno 2021

Il destino

 

Il mondo e le nostre esistenze non stanno mai ferme: tutto cambia, tutto si muove, tutto diviene, tutto accade.

Ora questo accadere non è qualcosa che decidiamo noi, ma è come un rotolo di pellicola che si svolge e in cui si trova anche la nostra volontà. Decidiamo cioè ciò che è già prescritto ed inscritto. Di fatto non decidiamo nulla.

Qualunque cosa sia registrata nella pellicola (o nel rotolo delle Parche) non è reale: è una proiezione, un’illusione, proprio come nei film. Tutti in questo film sono dei personaggi, degli attori che recitano.

Ed è assurdo identificarci con simili immagini. Noi, per fortuna, non lo siamo, non le siamo. Noi non siamo quei pupazzi che si agitano sullo schermo. Noi siamo gli osservatori, gli spettatori.

Il divenire, l’accadere, non capita a noi, ma a personaggi che hanno un certo corpo e una certa mente. Ma noi siamo i Testimoni al di fuori dell’intera tragicommedia.

L'attimo fuggente

 

A ben vedere tutti viviamo momento per momento, dato che il tempo è fatto da una successione di momenti. L'elemento decisivo sta nella nostra consapevolezza. Non sempre è possibile che i momenti siano nuovi e freschi; spesso sono ripetitivi e noiosi. C'è quindi da trovare un equilibrio tra le due esigenze: la novità e la sicurezza. Altrimenti c'è il rischio di auto-distruggersi.

Sarebbe bello vivere senza interruzione momenti sorprendenti, ma non sempre è possibile. E allora la vita può diventare pesante.

È vero che la consapevolezza può farci apprezzare di più i momenti felici o semplicemente sereni. E qui conta anche il sapersi accontentare. Ma ci porta anche brutte ombre - il tempo porta comunque a sgretolare qualunque cosa, felicità o infelicità, coscienza o incoscienza. E questa consapevolezza, se rende più intensa la vita, ci fa capire che dobbiamo anche cercare ciò che c’è al di là del tempo e della nostra dialettica delle emozioni.

martedì 15 giugno 2021

La malattia mortale

 

Qualcuno paragona la vita a una malattia e, dato che questa affezione finisce sempre con la morte del malato, a una malattia mortale. Ma di che cosa soffrono gli esseri viventi?

Innanzitutto di infelicità, dato che vivono sempre in uno stato di bisogno: fame, sete, sesso… qualcosa che dev’essere rinnovato giorno per giorno – una tortura.

Una volta soddisfati i bisogni del corpo, si potrebbe stare tranquilli per un po’. Ma ecco che negli esseri umani si attivano anche i bisogni immateriali: per esempio di amore, di affetto, di riconoscimento, di supremazia, di vittoria, di longevità, di importanza, di rinascere, di rivivere, di avere altre occasioni, di meritarsi un paradiso e così via. Dunque, i momenti di pace sono molto rari.

Poiché siamo sempre sospinti dal desiderio, cioè dalla mancanza di qualcosa, qualcuno ha pensato che dobbiamo cercare (altro tormento) il non-desiderio. Ma rinunciare al desiderio significa rinunciare alla vita stessa.

Il risultato è che gli uomini sono per lo più infelici e insoddisfatti.

Quando qualcuno realizza la fine dell’illusione (quella di essere soddisfatti), si rende conto che è come il segugio che nelle corse dei cani insegue un coniglio di pezza… non lo raggiunge mai.

Potrà mai fare a meno del cibo, dell’acqua, dell’affetto e del sesso?

Gli asceti fanno proprio questo. Ma, in fondo, si tratta di un lento suicidio. A dimostrazione del fatto che dal tormento del desiderio si esce solo con la morte.

Poiché siamo tutti ammalati di questa malattia mortale, facciamo almeno in modo – grazie ad un potenziamento della consapevolezza - di finirla qui.

lunedì 14 giugno 2021

Parlare a vanvera

 

Noi parliamo a vanvera di vita eterna, immortalità e assoluto, ma di tutte queste cose non sappiamo niente: si tratta di semplici ipotesi o di fantasie, nate dal fatto che il nostro linguaggio è dualistico: se concepiamo il bene, concepiamo immediatamente il male e viceversa, se concepiamo l’inizio concepiamo immediatamente la fine. Il gioco delle astrazioni.

La verità è che la nostra esperienza è contrassegnata da cose mortali, relative e provvisorie (e anche questi sono concetti). Tutto ciò che percepiamo è destinato non solo a cambiare in tempi più o meno brevi, ma anche a finire, a scomparire, a essere contraddetto, a essere assorbito nel nulla. Questa è la realtà. Tutto il resto è opinabile, è il frutto di una mente che se pensa a una cosa deve pensare anche al suo contrario, reale o irreale che sia. Anche il concetto di Uno è puramente ipotetico; ciò che noi conosciamo è la molteplicità, la varietà, la diversità.

Quando parliamo di metafisica o di Realtà Ultima, dunque, c’è il rischio di parlare di semplici concetti. L’unica cosa che conta è l’esperienza - e cioè che le cose funzionino o non funzionino.

Possiamo parlare di quello che vogliamo e immaginare qualsiasi realtà astratta. Ma la prova resta la sua funzionalità. Se credo in un Dio che non mi aiuta, a che cosa serve? Se medito, ma non ottengo niente, a che cosa serve? Tutto può essere vero o non vero, ma non tutto funziona.

È vero ciò che per noi funziona.

Naturalmente pensare è molto utile. Ma solo la verifica sperimentale ci dice se, tra le mille fantasie della nostra mente, c’è qualcosa di vero o di verosimile.

venerdì 11 giugno 2021

Espandersi

 

I problemi (e il nostro mondo) nascono quando si ritaglia dalla totalità una piccola parte. Per esempio, dire “io sono un corpo”, “io sono un io” o “io sono una mente cosciente”. Ci limitiamo per esistere individualmente.

Ma esiste il movimento inverso: dis-identificarsi, ampliarsi, espandersi, aprirsi…

Vuoi mettere poter dire: “Io sono Tizio, io sono Caio, io sono Sempronio…” e poter dire: “Io sono tutto?” È questo tutto che è la nostra più lontana Origine.

Rivendica la tua grandezza.

Qualcuno dice: “Attraverso la crepa entra la luce!” Già, ma chi ci ha chiuso al buio della caverna? Chi, se non noi stessi?

Teoria delle stringhe

 

Una corda che vibra, vibrerà in vari modi e produrrà vari suoni – tutte sue manifestazioni. Ma la corda è sempre la stessa.

Così è per la coscienza.

Alienazione

 

In questi giorni, dopo la pandemia, la televisione e i mass media esaltano calcio e religione… tanto per instupidire il popolo che era riuscito per un po’ a fare a meno di queste sciocchezze.

Ripartiamo dalle cose importanti e vere, non dai giochi dei potenti per riportare la gente nella caverna platonica dell’ignoranza, dell’incoscienza e delle cose inutili.

La forza della coscienza

 

Sembra incredibile che da una “forza” impalpabile e astratta come la coscienza possa nascere un mondo materiale. Ma si pensi per esempio all’amore – un semplice sentimento invisibile, del tutto interiore, mobile e cangiante, dal quale però nascono coppie, bambini, famiglie e società.

Tante cose materiali vengono fuori da forze immateriali, come i sentimenti, i pensieri, le convinzioni… e naturalmente la coscienza. Tutto parte da lì e poi si solidifica nel mondo che conosciamo. Si può dire che le cose sono concentrati o pacchetti di coscienza.

Ecco perché è così importante concentrarsi sui nostri stati di coscienza e di consapevolezza.

martedì 8 giugno 2021

La fede nella vita

 

Da noi è tutto un esaltare la fede nella vita, come se si volesse farle pubblicità. Se però c’è bisogno di tanta pubblicità, vuol dire che la merce non attira molto.

Ma l’aspetto più sconcertante di questa fede nella vita è che presuppone una salda fede nella morte. Si tratta di una duplice convinzione che ci fa essere in questo mondo pieno di sofferenza.

Proviamo allora a convincerci di essere qualcosa che non nasce e non muore. Solo partendo da questa fede possiamo scampare al ciclo della nascita e della morte per approdare alla nostra vera natura che non può essere soggetta al tempo e alla contingenza.

Sono queste idee che danno forma ed energia al mondo in cui viviamo attualmente. Perché tutto all’inizio è coscienza.

lunedì 7 giugno 2021

Risposte indecifrabili

 

Quando hai gravi problemi e dubbi, puoi ascoltare chiunque, ma dovrai comunque cercare da solo le risposte alle tue domande.

Non ti aspettare, però, una voce che scenda dal cielo per risponderti. Non ti aspettare nemmeno parole o concetti.

Ciò che ti risponde non usa parole, ma comunica direttamente in un linguaggio che ti sei dimenticato e che devi re-imparare.

Abbandonare l'ego

 

Non siamo noi come individui a realizzare o a conquistare la saggezza e il suo potere. La saggezza deriva dall’abbandono o dal superamento dell’individualità; e il superamento dell’individualità porta ad agire universalmente, ossia ad agire non solo per il proprio vantaggio ma per il bene di tutti.

Questo in origine era anche il pensiero di Gesù: “Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso”… cioè abbandoni il proprio egocentrismo. Ovviamente non basta dirsi cristiani per superare l’ego. Ci vuole bel altro. Ci vuole lo sviluppo di una continua auto-osservazione e consapevolezza. Occorre guardarsi e vedersi.

Tutto ciò non ha niente a che fare con la religione che si segue né con i rituali. Del resto tutti i grandi saggi, di religioni e di epoche diverse, sono giunti alle stesse conclusioni.

domenica 6 giugno 2021

Nostalgia dell'Origine

 

Per conoscere la Realtà Ultima o Prima, non bisogna compiere grandi sforzi mentali, come per risolvere un’equazione o per giocare a scacchi. Ma è piuttosto inseguire una nostalgia che è presente in noi quando ci sentiamo insoddisfatti di questo mondo. Chi è che prova nostalgia? E di che cosa?

È piuttosto come ricordare qualcosa di antico che si è in gran parte dimenticato. E, quando lo si ricorda, è come un lampo e non ci sono più parole, ma solo un “oh!”.

Non è un caso che questa idea appartenga sia alle Upanisad sia a Platone e al neoplatonismo. Qualcuno ogni tanto intravede brandelli di verità.

Questo è un meccanismo che appartiene alla meditazione e all'amore. Si rammemora ciò che in fondo già conoscevamo.

sabato 5 giugno 2021

Il ruolo della meditazione

 

Poiché gli sforzi fisici e mentali non servono a sperimentare lo Sato che viene prima di ogni esperienza, anche la meditazione, intesa come ricerca di pace, di silenzio e di liberazione, potrebbe essere inefficace. Infatti è impossibile mettere a tacere la mente partendo proprio da un sforzo mentale.

Ma, come nessuna ricerca partirebbe se non ci fosse un sentore di ciò che si cerca, così nella pace, nel silenzio e nella sensazione di libertà della meditazione abbiamo un sentore di ciò che vorremmo raggiungere.

Ed è questo il punto su cui dobbiamo puntare – l’insoddisfazione per ciò che abbiamo e il sentore di qualcosa di più vasto, stabile e felice.

Domandiamoci che cosa muove la nostra ricerca, che cosa vorremmo ottenere, quale impulso ci muove. Concentriamoci su quella sensazione, richiamiamola spesso durante la giornata.

Cristoforo Colombo non sarebbe partito se non si fosse sentito insoddisfatto e se non avesse avuto il sentore che laggiù, oltre il mare, ci fosse qualcosa…

venerdì 4 giugno 2021

L'elisir dell'immortalità

 

Avete notato che nessun profeta, nessun salvatore, nessun fondatore di religioni ci ha mai promesso l’immortalità su questo pianeta e che tutti hanno rimandato questa promessa a un ipotetico aldilà? Potrebbe essere una bella truffa, perché nessuno può andare a verificare e tornare a dircelo.

Qualcuno nell’antichità ha tentato di scoprire un elisir dell’immortalità, per esempio gli alchimisti. Ma si sono dovuti arrendere. Oggi, tutt’al più, si parla di allungare la vita di qualche anno. Tutto qui.

I primi cristiani pensavano – secondo le promesse fatto dal loro salvatore - di non dover più morire. Ma si dovettero subito ricredere.

L’eterno è sempre al di là, mai qua. Il che ci mette una pulce nell’orecchio. Che sia tutto un imbroglio?

Il fatto è che noi vorremmo sopravvivere con la nostra attuale individualità. E non ci interessa l’idea di diventare universali. Anche questa potrebbe essere una truffa.

Dove sono finiti gli extraterrestri?

 

Anche se ci fossero altri pianeti abitati, farebbero tutti la stessa fine. Non c’è scampo per nessun essere vivente in questo universo, perché lo stesso principio del divenire porta tutti all’autodistruzione. È per questo che non troviamo mai gli extraterrestri. Durano un po’ e poi scompaiono.

Nessuno può durare a lungo. Già nel concetto di progresso e di sviluppo è implicito il concetto di autodistruzione. Solo il non-divenire, la stasi, potrebbe farli durare più a lungo. Ma sarebbe il contrario del divenire.

Invece gli esseri viventi hanno in sé la tendenza all’autosviluppo e, dunque, sono destinati a divorare se stessi e il loro stesso mondo.

La vita non è che una malattia, una specie di cancro cosmico, e finisce sempre con la distruzione. Ognuno distrugge se stesso.

Nell’India antica era ben presente l’idea che il Dio supremo, la forza creatrice avesse tre aspetti: quello della crescita, quello della conservazione e quello della distruzione. Noi, invece, ci siamo dimenticati il terzo volto.

Nessun essere vivente ha in sé la potenzialità di durare oltre un certo limite. E noi intravvediamo già il perché.

 

giovedì 3 giugno 2021

Il sogno del nascere e del morire

 

La vita è una specie di illusione o di sogno nel senso che ciascuno di noi crede di essere un individuo che è nato e che morirà. Ma si tratta di qualcosa di virtuale, sia il sogno della vita e del mondo sia il sogno di essere un io. In realtà la nostra vera identità, il soggetto ultimo, non nasce e non muore. C’è sempre stato e sempre ci sarà.

Ma allora chi è che sogna? Chi è il sognatore che immagina tutto questo mondo e la nostra presenza in esso? Chi gioca con le immagini?

Quando sogniamo in questa esistenza, ci rendiamo conto al risveglio che era stato tutto un prodotto del nostro cervello, una fantasia mentale senza una reale consistenza. Ma sappiamo anche chi era l’individuo che sognava. Ora non lo sappiamo. E non possiamo saperlo.

Il fatto è che questa domanda viene posta all’interno di un sogno. Ed è quindi infondata. Anzi, è proprio questa domanda – con la sua implicita credenza che noi “siamo degli io che sono nati e moriranno – che rivela lo stato di illusione. Diciamo che il sogno consiste proprio in questa domanda che ci stiamo ponendo.