lunedì 31 agosto 2009

Il Dio darwiniano

E noi che pensavamo che la morte fosse una maledizione divina! Non è così; è il meccanismo fondamentale dell’evoluzione, perché, senza morte, non ci sarebbe evoluzione.

Un esercito valoroso

C’è un esercito che perde da sempre tutte le sue battaglia e tutti i suoi soldati. Ma ciononostante non si dà per vinto e continua a combattere. Chi sono questi eroi? Gli uomini. E chi è il loro nemico?...

domenica 30 agosto 2009

La conoscenza come avvenimento

Quest’anno il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione ha per tema “la conoscenza è sempre un avvenimento.” Sono d’accordo. Peccato che, per i più, sia un avvenimento molto raro.

sabato 29 agosto 2009

Il redentore fallito

Tutto sommato, il cristianesimo è la più confutabile delle religioni, perché afferma che Dio è intervenuto nella storia...per migliorarla.

Gli ipocriti

Gesù, riferendosi agli ipocriti, li definisce coloro che vedono la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vedono la trave nel proprio. Proprio così. Purtroppo, la maggior parte di questi moralisti si trova tra i clericali e i membri della Chiesa, sempre pronti a far la morale agli altri e inconsapevoli dei propri vizi, spesso mostruosi.
Il fatto è che le religioni più popolari spingono alla sottomissione acritica, alla fede, ma non alla consapevolezza di sé.

venerdì 28 agosto 2009

Proiezioni mentali

Dio, il Diavolo, il paradiso, l’inferno...sono tutti nella nostra mente; siamo noi che li abbiamo inventati. E il guaio è che, dopo averli inventati, ne siamo diventati schiavi.

giovedì 27 agosto 2009

Falsi storici

Nietzshe parla di “ironia della storia” a proposito del fatto che i cristiani ritennero sacro proprio ciò il loro Redentore aveva combattuto: l’istituzione che schiaccia l’individuo. Ma non si tratta di una semplice ironia; si tratta di una falsificazione messa in atto dai fondatori della Chiesa attribuendo a Gesù parole che mai avrebbe potuto e voluto pronunciare. Una religione che parte con un falso non può che finire là dove è oggi.

Il dono della fede

La fede può essere un dono se è credere in qualcosa di vero, ma se è credere in qualcosa di falso è una vera sciagura; trasforma il fedele in una stupida arma letale. Vedi certi terroristi...

Essere religiosi

Qualcuno sostiene che la religiosità sia amare il prossimo. Ma che cosa significa “amare il prossimo”? Dargli un tozzo di pane tenendolo nella sua miseria e ignoranza o aiutarlo a sviluppare una maggior consapevolezza di sé e del mondo?

martedì 25 agosto 2009

Paganesimo e cristianesimo

Il paganesimo era una religione della divinizzazione della natura. Con il cristianesimo, invece, e con il suo senso del peccato, si è affermata una religione di odio verso la natura.
Il risultato è sotto i nostri occhi: la distruzione del pianeta Terra. Altro che difesa della vita!

L'immacolata concezione

Che cos’è il mito dell’immacolata concezione se non la più grave offesa al concepimento naturale? Come se il concepimento naturale fosse qualcosa di sporco.
A queste distorsioni portano le credenze religiose: a insozzare la nobiltà della natura.

Fede e montagne

La fede non solo non sposta le montagne, ma, depositando un velo di falsità sulla realtà, crea una barriera grande come una montagna.

In principio fu la noia

Dunque, secondo la Bibbia, Dio se ne stava tutto solo e si annoiava a morte. Allora decise di creare un diversivo, e fece l’uomo. Ma anche l’uomo in quel paradiso si annoiava. (E che cosa si può fare in un paradiso se non annoiarsi?). Perciò, Dio creò la donna. A questo punto la noia finì. Ma incominciarono i guai. Perché l’uomo e la donna, messi insieme, si stimolarono a vicenda e divennero più intelligenti; e incominciarono a gustare i frutti dell’albero della conoscenza.
Dio si prese una grande paura, perché capì che la conoscenza rende simili a dei e gli esseri umani potevano diventare dei concorrenti...già allungavano le mani verso l’albero dell’immortalità. Allora li scacciò dal paradiso e li caricò di ogni incombenza e di ogni sofferenza. E poi divise le loro lingue. E poi inviò il diluvio universale. Ma, nonostante questo, gli uomini andarono avanti e svilupparono la conoscenza.
Ecco perché da quel momento, la Chiesa, i preti e le religioni hanno il terrore della donna, della conoscenza e della scienza. E non hanno ancora smesso di combatterle.

venerdì 21 agosto 2009

Pillola abortiva

Assumendo la RU486, le donne diventerebbero più autonome rispetto ai medici e agirebbero in prima persona sul proprio corpo. Ma proprio questo è insopportabile per i clericali di casa nostra. Una donna più libera? Una donna che non dipenda dal beneplacito di qualche medico maschio? Giammai.
I “religiosi” sono uguali in tutto il mondo: dai talebani dell’Afghanistan ai clericali nostrani, il vero nemico resta la donna – la libertà della donna.

Clericali all'assalto

Com’era prevedibile, l’immancabile ministro clericale ignora la sentenza del Tar del Lazio e ripristina la situazione preesistente, voluta da un altro ministro clericale, Fioroni, per riammettere gli insegnanti di religione nei consigli di classe. Plaudono i vescovi che volevamo proprio questo.
In sostanza la situazione è la seguente: un ministro dello Stato italiano ignora volutamente una sentenza di un organo dello Stato italiano per obbedire a un altro Stato, il Vaticano. Detto in altri termini, ministri dello Stato italiano servono un altro Stato.
D’ora in poi dunque saranno promossi solo gli studenti che avranno dato prova di essere stati sufficientemente indottrinati dalla Chiesa cattolica.
Quando ci domandiamo perché in Italia manchi il senso dello Stato, in realtà non abbiamo capito: non è che manchi il senso dello Stato; è che ce ne abbiamo due.

giovedì 20 agosto 2009

Le tradizioni religiose

Le religioni non muoiono – cessano di essere vive. E proseguono come tradizioni.

Tentazioni

Per chi cerca una spiegazione ultima delle cose, Dio può essere una grande tentazione. Ma talvolta è bene resistere alle tentazioni.

mercoledì 19 agosto 2009

Che cos'è la religiosità

Puoi essere più religioso andando in barca che assistendo ad una messa, scalando una montagna che leggendo la Bibbia, seguendo una musica che ascoltando un sermone, facendo sesso che dandoti alla castità, rimanendo in silenzio che pregando, passeggiando in riva al mare che partecipando a un pellegrinaggio, svuotando la mente che pensando a Dio.
La tua idea di religiosità può essere un luogo comune; non si tratta di osservare un rituale, ma di trovare il senso pieno della vita. Sei molto più religioso quando sei più consapevole e presente.

martedì 18 agosto 2009

L'importanza della consapevolezza

L’uomo si distingue dagli altri animali perché è consapevole – consapevole di sé, consapevole del mondo, consapevole di esserci. Dunque, quanto più un individuo è consapevole, tanto è uomo. Pensiamoci quando ci domandiamo a che cosa serva la meditazione. E ricordiamoci che, per meditare, non c’è bisogno né di maestri né di tecniche particolari: basta essere consapevoli di essere qui e ora. Le tecniche sono solo stratagemmi escogitati per cercare di prolungare il più possibile lo stato di consapevolezza. Questo richiamo alla presenza mentale è l’essenza della meditazione. Ogni volta che siamo consapevoli, siamo un po’ di più. Così si cresce.

Per una nuova spiritualità

I valori della meditazione sono la calma, il distacco, il silenzio, l’armonia, l’attenzione e la consapevolezza, tutti principi estranei alle altre religioni che dominano il mondo. I vecchi valori, basati sull’aggressività, sul dogmatismo, sulle strutture clericali, sul fideismo e sulla contrapposizione, non sono stati capaci di dare pace agli uomini. Non resta che cambiare e aggiornare la tavola dei comandamenti. Questa sarà la nuova spiritualità: “Sii calmo, sii distaccato, sii silenzioso, sii in armonia con la natura e con gli altri esseri viventi, sii attento, sii consapevole...”

lunedì 17 agosto 2009

Preghiera e meditazione

La differenza fondamentale tra preghiera e meditazione è che la prima si rivolge a un Essere superiore, considerato “totalmente altro” da noi, mentre la seconda attinge alle energie profonde di ciascun individuo. Ma le Upanishad e alcuni mistici (di varie religioni) sostengono che il punto più profondo dell’anima coincide con Dio; dunque la distinzione tra il Dio esterno (il Brahman dell’induismo) e la divinità interiore (l’atman) viene a cadere. In fondo, la differenza tra esterno e interno è un tipico prodotto del dualismo mentale. E noi cerchiamo di andare al di là di questo dualismo.

Contro l'alienazione

Se hai un po’ di tempo libero, e non hai niente da leggere, niente da ascoltare, niente da vedere alla televisione o al computer, non farti prendere dal senso di vuoto e dalla depressione. Approfittane per meditare: ritorna in contatto con te stesso, anziché cercare altre attività alienanti. Come sosteneva anche Pascal, spesso tutto che facciamo, lo facciamo per l’horror vacui, per la paura di restare soli con noi stessi. Evidentemente abbiamo il terrore di un simile incontro. Questa si chiama alienazione.
Allora segui il respiro, percepisci il suo ritmo cosmico. È come guardare il cielo stellato, è come ascoltare il suono della risacca. Ed è come rientrare nell’alveo del tutto.

Perché meditare

Qualcuno può chiedersi perché perder tempo a seguire a meditare quando abbiamo tante cose da fare. Ma la risposta è già implicita nella domanda. Proprio perché abbiamo tante cose da fare, siamo in balia delle circostanze e delle volontà altrui; siamo eterodiretti. Con la meditazione esprimiamo l’intenzione di correggere il tiro, di rientrare in possesso di noi stessi. In altri termini, ciò che siamo – ossia ciò che pensiamo e sentiamo – non è più diretto da ciò che è esterno a noi. E ridiventiamo per un po’ padroni di noi stessi; ci riappropriamo di noi stessi.

La cultura della meditazione

L’idea che la salvezza o la crescita individuale debba dipendere da qualche intervento esterno, da qualche salvatore divino o da qualche “uomo della provvidenza,” ha una precisa origine religiosa e rientra nella cultura della dipendenza. Ad essa si contrappone l’idea della meditazione, per cui ognuno è responsabile di se stesso e ha in sé le forze per svilupparsi e crescere. Eterodiretti o autodiretti...

domenica 16 agosto 2009

Troppo rumore per nulla

“Chi si sente portato alla contemplazione e non alla fede, trova tutti i credenti troppo rumorosi e frenetici: e si tiene lontano da loro.”
Friedrich Nietzsche

Relativismo

Tutto ciò che si ritiene fondato su Dio è in realtà fondato su una certa immagine di Dio; quindi non è fondato su Dio, ma su un’interpretazione dell’uomo, che è sempre relativa. Non si sfugge al relativo, in nessun modo.
Chi dunque attacca il relativismo lo fa per fondare un assolutismo – il proprio.

Le interpretazioni di Dio

Naturalmente qualcuno potrebbe sostenere che la mia idea di Dio non è quella dei cristiani, dei musulmani o degli hindu; e avrebbe ragione. Ma proprio questo è il punto. Esistono differenti concezioni di Dio, e ogni etica non può che essere basata su una particolare idea di Dio. E chi può stabilire quale sia quella giusta? Sempre e solo gli uomini.

Il fondamento dell'etica

Perché non convince il tentativo di alcuni teologi di sostenere che solo un’etica religiosa abbia un fondamento? Perché tra la nostra etica e Dio non c’è niente in comune. Il Dio di cui parlano le religioni non è il Dio che vediamo in azione (al di là del bene e del male), ma un Dio immaginato a livello antropomorfico (e come potrebbe essere altrimenti?), un Dio concepito a misura d’uomo, un Dio fatto a immagine e somiglianza dell’uomo.
Questo Dio sarà anche un’utile funzione, ma è comunque una finzione, del tutto relativa. E infatti le etiche religiose sono profondamente diverse tra loro (si pensi ai differenti atteggiamenti sull’aborto) e possono promuovere tranquillamente “guerre sante” e stermini degli “infedeli.”
Ecco perché un’etica basata su un tale Dio immaginario non può avere un fondamento trascendente. Dio è sempre un Dio pensato dall’uomo...e più piccolo è l’uomo che lo pensa, più piccolo è Dio (nella Bibbia, per esempio, Dio arriva a ingiungere di sterminare “uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini, I Samuele, 15, 3.)
Il punto è che nessuna etica ha un fondamento che possa esulare dal mondo umano. La vera “etica” di Dio è quella che possiamo osservare nella natura e nell’universo, un’etica che ha come unico imperativo la volontà di propagazione della spinta vitale, la selezione del più forte e del più adattato, l’eliminazione del debole e del malriuscito, insomma un’etica del tutto disumana, pronta a creare e a distruggere, senza la minima considerazione per l’individuo.
L’etica dell’ “altro” Dio, quello concepito dall’uomo, è invece una creazione delle filosofie, delle religioni e delle spiritualità, ed è basata sull’utilità e sulle convenienze sociali. I presunti comandamenti divini sono in realtà generati dall’uomo, e possono variare da tempo a tempo, da luogo a luogo e da cultura a cultura.
Tutte le etiche, anche quelle religiose, sono fondate dagli uomini: nessuna etica è fondata da Dio, che è al di là del bene e del male. Prendiamo un comandamento fondamentale: “non uccidere.” È un appello rivolto dall’uomo all’uomo. Ma non è minimamente rispettato da Dio, che, oltre a essere il grande creatore, è anche il grande uccisore. Potremmo dire che le leggi di Dio sono del tutto disumane, oltreumane, amorali.
In conclusione, è sempre l’uomo che costruisce il quadro etico. E la differenza tra un’etica religiosa e un’etica laica o umanistica è che la prima si attribuisce presuntuosamente a un Dio, mentre la seconda è consapevole delle proprie limitazioni.