venerdì 30 settembre 2011

La morte incivile

Ora sappiamo come si muore oggi in Italia grazie alle leggi clericali approvate dal Parlamento. Ce lo racconta la compagna di Walter Bonatti, Rossana Podestà, in un'intervista su Repubblica del 30 settembre 2011. Lo scalatore aveva un cancro al pancreas incurabile. Per mancanza di posti altrove, fu portato in una "clinica privata religiosa, tutta marmi e stucchi". Errore: i due non erano sposati. Walter stava sempre peggio, respirava a fatica e fu portato in una stanza dove fu impedito l'ingresso alla compagna. Su un lettino rantolava, si dibatteva, scalciava, chiedeva aiuto, non riusciva a respirare e chiamava Rossana. Ma la compagna di una vita fu tenuta a lungo fuori perché non era la moglie. Lei chiese che gli dessero la morfina. Non fu fatto, perché aveva la pressione troppo bassa e rischiava di morire. Avete capito? Un uomo in stato terminale rischiava di morire..."Non lo sa, signora, che c'è una legge? Chi è lei per violarla? Lo sa, quest'uomo, che lei lo vuole uccidere? E lei non è neanche la moglie. Esca dalla rianimazione" le disse un medico... cattolicissimo. Così Walter fu lasciato solo a rantolare senza morfina. Dopo qualche ora, dopo molte insistenze, fu permesso a Rossana di entrare nella camera. E trovò il suo compagno morto. Ecco come si muore oggi in Italia grazie alle leggi volute dai cattolici e dalla loro religione così piena di amore e di pietà.

domenica 25 settembre 2011

Scienza e fede

E' noto che scienza e fede non hanno niente in comune. D'altronde, se di ciò che affermano le religioni si potesse dimostrare qualcosa non ci sarebbe bisogno della... fede. Ma è soprattutto il metodo che è diverso. La scienza è umile: cerca la verità sapendo che ciò che trova non è mai definitivo e sarà superato. La fede afferma con arroganza che i dogmi concepiti migliaia di anni fa siano sempre validi. La scienza è il meglio di ciò che ha concepito l'umanità, la religione è il peggio. La prima è sperimentale e sottoposta a verifica, la seconda è apodittica, dogmatica, assiomatica e crede di possedere la verità rivelata. Le religioni si sono sempre fatte la guerra, la scienza mai.
  Il CERN di Ginevra è un esempio illustre della ricerca scientifica. In quei laboratori lavorano fianco a fianco israeliani e palestinesi, americani e iraniani, tutti uniti da uno stesso obietttivo, tutti pronti a rivedere ciò che scoprono, e nessuno pensa ai miserabili conflitti ideologici e religiosi dei loro rispettivi paesi.
L'umanità potrà essere unificata solo in nome della scienza. mai della fede. Eppure le nostre società danno molta più importanza e molti più soldi alle religioni che alla scienza. Un segno inequivocabile che la gran massa delle popolazioni non è in grado di pensare con la propria testa e vuole essere guidata da qualche messia, con conseguenze disastrose per la democrazia. Finché l'umanità non uscirà dallo stato di minorità, dal desiderio di dipendere ancora dalla madre o dal padre , finché non diventerà essa stessa maggiorenne e non assumerà sulle proprie spalle la responsabilità di vivere e di decidere, ci troveremo in uno stadio infantile, con uomini-bambini che si fanno dominare.

Religione ed economia

Non mi riferisco ai soldi che ci costano le religioni e alla loro pretesa di essere mantenute dallo Stato che odiano, ma al fatto che alla loro base si trovi un principio economico: l'equilibrio del dare e dell'avere. Tutte le religioni infatti partono dal presupposto che le azioni umane verranno giudicate da qualche Dio che stabilirà una specie di partita doppia, dove da una parte ci saranno le azioni positive e dall'altra parte le azioni negative. Poi si farà il bilancio, e chi non ha messo da parte abbastanza, chi non ha alimentato il proprio conto corrente, verrà irrimediabilmente punito. Il principio dell'economia - d'altronde ben espresso da Gesù quando dice nei Vangeli: "A chi ha sarà dato sempre di più e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha". Insomma è la mentalità economico-finanziaria che vediamo in azione in questi giorni. Non a caso, sempre Gesù utilizza spesso parabole a base di soldi (talenti), di banchieri e di mercanti. Per lui il regno di Dio può essere paragonato ad un mercante, a un banchiere o a un saggio amministratore che chiede ai suoi di render conto di come hanno investito il denaro loro affidato. E chi non lo avrà fatto rendere... sarà punito. Insomma la religione così concepita è soltanto un sottoprodotto della mente economica, pur illudendosi di essere qualcosa di spirituale. Se l'umanità è ridotta in uno stato miserevole, se la nostra vita è determinata dai soldi che abbiamo, se preti e papi sono degli affaristi, lo dobbiamo proprio a queste religioni della partita doppia. In Italia, a capo di una nota fondazione bancaria si trova direttamente una suora! E nessuno se ne meraviglia. Non c'era bisogno del protestantesimo per risvegliare lo spirito del capitalismo: c'era già tutto nei Vangeli.

venerdì 23 settembre 2011

Attenzione e pensiero dualistico

Esiste o non esiste Dio? Esiste o non esiste l'anima? Esiste o non esiste l'aldilà?
E' possibile rispondere a queste domande. Ma la risposta non può essere espressa né con le parole né con i pensieri. Se lo fosse, non sarebbe la realtà ultima, al di là della mente dualistica.
La mente di "Dio" non è affatto la mente umana.
Questo significa che alla realtà ultima non possono attingere le teologie (giochi mentali), ma soltanto una mente che tace e che si fa pura presenza.
Ecco che cos'è la meditazione.
        Può essere disperante non poter esprimere ciò che si coglie. Ma il cerchio piccolo non può comprendere il cerchio grande. La rana nel pozzo non può sapere che cosa sia il mare.

domenica 18 settembre 2011

Decidere per sé

Coloro che negano il diritto ad esprimere le proprie volontà nel testamento biologico o comunque nella fine della vita o nel corso di qualche malattia terminale, sostengono che chi si trova in cattive condizioni di salute, magari vecchio, abbandonato e depresso, non è in grado di valutare obiettivamente il suo stato ed è "condizionato" da fattori psicologici ed esterni; di conseguenza è meglio che decida per lui un terzo, il medico. Ma si tratta di un argomento capzioso per negare il diritto alla libertà di scelta. Infatti, chi può mai essere obiettivo quando si tratta di prendere decisioni in momenti delicati? Nessuno è mai obiettivo: siamo tutti condizionati dai nostri stati d'animo e dall'ambiente esterno. Chi vota per un partito è obiettivo?  E' solo la sua opinione. Chi decide di sposarsi è obiettivo? Chi decide di fare un figlio è obiettivo? Chi abbraccia una fede non è condizionato da chi gli sta intorno? Eppure nessuno gli contesta il diritto a decidere. Chi non vuole il testamento biologico non è spinto da motivazioni religiose o da ideologie?
L'uomo è questo - è un essere che deve decidere continuamente in maniera del tutto soggettiva. Certo, qualcuno può aiutarlo. Ma chi ci assicura che anche chi lo aiuta sia obiettivo o non sia condizionato? In ogni caso la decisione ultima non può che essere del soggetto stesso.
Piuttosto sarebbe opportuno che ci si abitui a sviluppare un atteggiamento consapevole. Ma a questa cultura delle consapevolezza si oppongono proprio coloro che negano al singolo il diritto di scegliere, il diritto di pensare con la propria testa.

venerdì 16 settembre 2011

Crimini religiosi

Le vittime della pedofilia dei preti cattolici chiedono alla Corte Internazionale dell'Aja di arrestare il papa per "crimini contro l'umanità". Naturalmente non vedremo mai il papa in galera. Ma un processo alla Chiesa per "crimini contro l'umanità" dovrebbe veramente essere aperto, per discutere non solo del crimine della pedofilia, a lungo nascosto, ma per tutte le persecuzioni, le conquiste e i genocidi avvenuti nel corso e in nome del cristianesimo. Intere popolazioni sono state conquistate e sterminate da gente che portava la croce e che si giustificava dicendo che voleva diffondere il messaggio cristiano. E tutta la storia della Chiesa è una vicenda di persecuzioni... contro i pagani, contro gli ebrei, contro i musulmani, contro le donne emancipate, contro il libero pensiero, contro chiunque dissentisse dai dogmi, ecc.). Sono questi i crimini contro l'umanità, ammessi d'altronde dal papa precedente.

giovedì 15 settembre 2011

I ritardatari della storia

C'è ancora qualcuno che crede che il problema religioso si riduca a domandarsi se esiste o non esiste Dio. Noi invece pensiamo che consista nel chiedersi se siamo o non siamo consapevoli. Due diverse concezioni del "religioso".
Credere in Dio significa in realtà credere che esista un Padrone supremo, il Creatore e Giudice ultimo. E' l'istinto del cane fedele, che cerca il capobranco cui sottomettersi.
Il cane è un animale che ha bisogno che il mondo sia inquadrato in precise gerarchie e che ci sia chi comandi. Così è anche per i credenti in Dio. In loro prevale l'istinto gerarchico, il bisogno del padrone.
Se pensiamo che milioni di persone delle varie religioni ragionano ancora in questi termini e quindi si accaniscono sull'inutile dilemma dell'esistenza di un Capo supremo, ci rendiamo conto di quanto questa umanità sia arretrata. Siamo ancora a livello degli animali da branco.

venerdì 9 settembre 2011

La coscienza nel cristianesimo

Ho paura che Vito Mancuso abbia sbagliato religione. Lui continua a professarsi cattolico, ma quando mai il cattolicesmo si è basato sul primato della coscienza? E in effetti gli "ortodossi" da tempo lo hanno stigmatizzato. Ci sono stati papi che hanno addirittura condannato l'uso della coscienza. Questa è la tradizione del cattolicesimo reale, storico. Ciò che conta non è quello che pensa o sente il singolo, ma ciò che decide la Chiesa, ciò che stabilisce il dogma.
Vito Mancuso vorrebbe costruire un cristianesimo gioioso e libero, in cui l'individuo possa trovare un rapporto non tanto con un Dio esterno, un Dio Persona che comanda e pontifica dall'alto, ma un Dio che si riflette innanzitutto interiormente - nella coscienza appunto. "Il mio assoluto, il mio dio" scrive "... non è nulla di esterno a me" (Io e Dio, Garzanti). Già, lo vada a dire ai teologi ufficiali, per i quali Dio è esattamente una "Persona" che comanda, giudica e condanna.
A Mancuso fa orrore il Dio biblico che ordina ad Abramo di sgozzare il figlio Isacco. E anche a me. Ma la Chiesa ci ha presentato da sempre questa esecrabile prova come un fulgido esempio di fede. E fede e fanatismo, fede e violenza, sono sempre andate a braccetto ed esaltate dai credenti, oggi come ieri.
Una seria introspezione non ha niente a che fare con la tradizione cattolica. Ha a che fare con altre tradizioni, con la cultura della meditazione, ma non con il cristianesimo... e neppure con nessuna delle tre maggiori religioni che dominano il mondo.
Tutto il male che viene oggi dalle religioni nasce proprio da queste tre fedi (cristianesimo, islam e giudaismo), pervicacemente legate al passato, sostenitrici di un Dio Padre e Padrone, fautrici di regimi politici autoritari.
La coscienza è qualcosa di sconosciuto al fedele; è piuttosto un fastidio, è qualcosa che non riesce a risolvere... perché è difficile da trattare, sfugge alle categorie dogmatiche e non riconosce gerarchie. Ed è poi qualcosa che richiede sforzo, studio, approfondimento, isolamento, incertezza e lotta. Richiede di affrontare vie sconosciute, terre inesplorate, ostacoli ignoti. Tutte cose estranee alle folle plaudenti e superficiali dei raduni papali, tutte cose che non danno confortevoli e rassicuranti risposte.
La coscienza sa che deve oltrepassare un dio che è un fantoccio costruito dagli uomini e buttare a mare dogmi e teologie. E sa che le religioni del Dio Persona non sono che l'ultimo atto del vecchio paganesimo.
Consiglio dunque a Vito Mancuso di cambiare religione, di rivolgersi per esempio all'Oriente, dove la consapevolezza ha un ruolo centrale, e di rendersi conto che questa sua concezione del cattolicesimo è pura illusione. Già altri pensatori del passato hanno tentato la stessa strada e hanno sognato un cristianesimo dello spirito, ma sono tutti miseramente falliti.
C'è solo la cultura delle meditazione che fa della coscienza il perno di un'esperienza autenticamente religiosa. Perché di questo si tratta. Che cos'è la religione? Seguire i dettami di qualche profeta del passato o di qualche istituzione, o scavare nel proprio spirito? E che cos'è lo spirito? Il dogma o la propria coscienza?