martedì 12 febbraio 2019

Il partito della decadenza


Chissà perché tutti sapevamo che dall’analisi costi-benefici, il Tav sarebbe stato bocciato. Sì, perché erano stati scelti tutti tecnici amici dei Cinquestelle e già favorevoli alla bocciatura. Niente di nuovo. Chi fa politica imbroglia.
       Se l’analisi l’avessero fatta altri tecnici sarebbero giunti ad altre conclusioni.
Nessuna sa perché i Cinquestelle siano così avversi al treno ad alta velocità. Forse per motivi ideologici, per un vago e confuso ambientalismo, per un’avversione verso la modernità, per motivi psichiatrici o per un loro innato immobilismo. Insomma, non vogliono far nulla, non vogliono intraprendere nulla, vogliono bloccare tutto. Vogliono chiudere ogni strada, ogni possibilità di spostamento, ogni collegamento. Dicono che lo fanno per rilanciare le piccole opere. Ma non hanno nessun piano in tal senso.
Sono un partito dell’avversione, che mai avrebbe dovuto andare al governo.
Il tripudio dei Cinquestelle dimostra che per loro il blocco del Tav è un bandiera, non un discorso sensato.
In tutto il mondo, aprire nuove strade è un motivo di merito. Ma non per questo partito, che ha in sé qualcosa di mortifero. Lotta contro lo sviluppo, la crescita e il progresso. È dominato da un istinto di morte. Vuole pervicacemente la decadenza.
Dopo la sconfitta subita in Abruzzo, ora i Cinquestelle sono animati da spirito di vendetta e vogliono almeno bloccare il Tav. Per esistere devono distruggere. Gli abruzzesi devono averlo capito. Vi immaginare i Cinquestelle che ricostruiscono qualcosa per i terremotati? Per loro, sarebbe contronatura.
E gli altri italiani? Loro sono predisposti da secoli alle controriforme e alla decadenza.


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