Mente
e universo
In un recente libro di Luigi Grassia, Quell’osso di babbuino lanciato nell’universo,
ci si pone un interrogativo fondamentale: “le leggi della natura, come da noi
intuite e formalizzate, sono qualcosa di oggettivo che via via andiamo
scoprendo, o sono invece qualcosa di soggettivo, che noi esseri umani creiamo
di sana pianta con il nostro cervello?” In altre parole, se avessimo un cervello
diverso o se incontrassimo gli abitanti di un altro pianeta, siamo sicuri che
le leggi “trovate” sarebbero lo stesse?
In
effetti il problema è importante. Come ho già detto in precedenza, noi spesso
troviamo le leggi che noi stessi costruiamo. Riferendomi alle leggi sulle oscillazioni
della fisica e delle antinomie mentali o psichiche, ho notato che questi
processi sono apparsi nel momento in cui li abbiamo pensati! La nostra mente,
in quanto forza integrante dell’universo, è anche l’organizzatrice e la creatrice
del caos. E ricordavo al caso del Dio biblico che crea ciò che nomina. In
realtà, stiamo parlando dell’uomo.
È
l’uomo che, dando un nome ai fenomeni, li pone in essere. È co-creatore. E,
infatti, il Dio biblico gli dà l’incarico di continuare a nominare-creare le
altre cose.
Il
fatto è che la mente umana è già allineata con le forze creatrici dell’universo
e quindi crea ciò che inventa. Non arbitrariamente, ma funzionalmente, in
quanto parte olografica del tutto. Una parte che riflette il tutto.
Quindi,
«“le leggi della natura che noi scopriamo, o crediamo di scoprire, sono in
realtà una ‘proprietà emergente’ dell’Universo, cioè non esistono fin
dall’inizio, come regole oggettive che vengono da noi progressivamente svelate,
ma invece derivano da un Caos che si auto-organizza”, e in cui il tutto
trascende la somma delle parti, così come le prestazioni del cervello non si
limitano a essere la somma di quelle di 100 miliardi di singoli neuroni, ma le
trascendono e le moltiplicano per trilioni di volte. E non si può escludere che
i nostri 100 miliardi di neuroni, a loro volta, si facciano per conto loro
un’immagine di quel Caos, che poi proiettano per razionalizzarlo in un Cosmo.»
Non
è un caso che la struttura a rete o a schiuma dei neuroni del cervello ricordi
la struttura dell’universo.
Insomma,
il nostro cervello, ovvero la nostra mente, crea le leggi mentre le pensa!
Filone
di Alessandria, un filosofo ebraico che visse tra il 20 a.C. e il 50 d.C.,
definì l’uomo “l’erede delle cose divine”.
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