Il dualismo come fonte di tutto
Ho sentito una bella frase: “Se non ci sono due punti di vista, non c’è prospettiva.” È una frase che può essere interpretata in diversi modi, ma in sostanza sostiene che il due, il dualismo, le due polarità complementari dei concetti e dei processi contrapposti, sono la base d’ogni prospettiva, di ogni spessore, di ogni profondità.
Sì, la prospettiva può
essere generata da due o più diversi punti di vista. Se ci fosse un solo punto
di vista, mancherebbe la varietà, la democrazia, il pluralismo, la molteplicità. In generale, la
prospettiva si riferisce al modo in cui qualcosa viene percepito o
interpretato, e può variare a seconda del contesto e dell'individuo che
osserva.
In termini artistici,
la prospettiva si riferisce a tecniche usate per rappresentare la profondità e
lo spazio su una superficie bidimensionale, spesso utilizzando uno o più punti
di fuga. In un contesto più ampio, la prospettiva può anche riguardare le
diverse opinioni e interpretazioni che le persone possono avere su un evento,
un argomento o una situazione, influenzate dalle loro esperienze, culture e
background.
Quindi, la prospettiva
( anche nel senso di senso, di profondità) può dipendere da più punti di vista
e variazioni nella percezione e interpretazione delle cose.
Se la prospettiva si
riferisse a un solo punto di vista, specialmente in contesti in cui si sta
analizzando un'idea, un'opinione o una rappresentazione, non si avrebbe una panoramica
completa. Si avrebbe un singolo individuo o una singola fonte interprete di una
situazione, di un evento, di un'opera... o della vita. Una dittatura del
significato e del significante.
In oggetti visivi,
come la pittura, quando si utilizza una prospettiva centrale (ad esempio, la
prospettiva lineare con un solo punto di fuga), il risultato sarà una
rappresentazione specifica che riflette quello specifico angolo di
osservazione. Allo stesso modo, in termini di pensiero critico o discussioni,
una prospettiva unilaterale può esprimere il punto di vista di un singolo
autore o narratore, senza considerare altri punti di vista o interpretazioni.
Tuttavia, è importante
riconoscere che una prospettiva unilaterale può limitare la comprensione di una
questione più complessa, poiché potrebbe non riflettere la totalità delle
esperienze o opinioni disponibili. In molte situazioni, è fondamentale
considerare molteplici prospettive per ottenere una visione più completa e
bilanciata.
Per avere una prospettiva delle cose e dei problemi, il due è il minimo sindacale. E, se proprio, ci fosse solo uno, quest’uno dovrebbe fare lo sforzo di dividersi in due. Il che ci spiega perché nasce il dualismo degli organismi, della mente e della coscienza. Perché senza due polarità non ci sarebbe spessore. Sarebbe tutto piatto.
Ecco perché io parlo
di diade come struttura base d’ogni cosa, dal materiale al mentale. (Sia
maledetto chi l’ha divisa! Significa non vedere l’insieme, non comprendere [cum-capio]).
Da quel momento abbiamo perso l' unità originale.
Ma il mio ragionamento vuole applicarsi anche al processo generativo, che richiede due poli complementari. Come è nato il mondo? Non da uno, dall’Uno, ma dalla Dualità.O, perlomeno, da qualcosa che ora dobbiamo ricomporre, raggiungere, senza mai poterlo fare definitivamente - e generando il nostro divenire.
Dunque non cercate la
singolarità creativa, ma la diade.
Non è un caso che nell’antichità
Dio venisse sempre immaginato come una coppia. Da dove altro potrebbe nascere
il mondo? Da una masturbazione divina? (C' è anche questo mito).
Tenete però presente che ci sono almeno tre dualismi da superare: quello della coscienza, quello del tempo e quello del soggetto/oggetto.
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