venerdì 9 agosto 2024

Il Primo Motore


 Il buon vecchio Aristotele sosteneva che Dio fosse il Primo Motore Immobile. Ma io mi sono chiesto: se è un motore immobile, a cosa serve? Un motore che non si muove è proprio inutile. 

Esistendo vari tipi di motore, io direi che potrebbe essere un motore alternato, alternante, oscillante, ruotante... tutto meno che immobile.

Ma Aristotele pensava che non si può andare avanti all' infinito tra causa ed effetto. Bisognava mettere uno stop - un primo motore, appunto.

Però, secondo me, trattandosi di infinito, un rimando infinito sarebbe appropriato. Se infatti prendiamo un circolo, non c'è né un inizio né una fine, e soprattutto va avanti all' infinito. Solo se si ragiona in termini lineari, nasce la necessità di mettere uno stop.

Ma se si pensa in termini circolari o perlomeno curvi e dinamici, come nella teoria della relatività, si può sostenere che non c'è bisogno di un primo motore immobile.

Il primo motore deve essere mobile, mobilissimo, per produrre o convertire energia.

Io ravviso questo motore mobile nella diade, cioè in una dualità complementare che non sta mai ferma, essendo il frutto e la causa di una contrapposizione che si vede dappertutto, e che è più simile a una struttura sferica in cui i due poli possono assumere tante posizioni reciproche, non solo due.

Vedo questo motore non solo in fisica, dove le forze devono andare a due a due, simmetriche ma contrarie, ma anche nel mondo mentale e nel mondo degli eventi.

C'è dappertutto un gioco, un incontro/scontro fra due polarità che restano però sempre unite, perché è nel loro interesse di sopravvivenza. Potreste immaginare un mondo dove non avvenga questo incontro/scontro fra il maschile e il femminile, fra il positivo e il negativo, fra l'espirazione/inspirazione, fra l'alto e il basso, fra la luce e il buio, fra il freddo e il caldo, fra bene e male, fra la vita e la morte, fra l'essere e il nulla, ecc.? Evidentemente no. Ci deve essere l'incontro/scontro fra due polarità interconnesse e complementari. Che altrimenti resterebbero inerti e veramente immobili. 

L'immobilità, da sola, non genererebbe nulla. Per generare qualcosa, deve essere in relazione con la mobilità. 

Dunque, all'origine, ci devono essere due forze che combattono fra di loro, rimanendo complementari e unite, l'una indispensabile all'altra, in un circolo creativo.

Per concludere, Dio non può essere una singolarità, ma una dualità dinamica e circolare. E' questo il motore della vita-morte.

Questo primo motore non è primo nel tempo, poiché anche il prima e il dopo formano una diade circolare, come d’altronde anche la coscienza, che infatti si manifesta in due io e in due cervelli.

Einstein diceva che lo spaziotempo si curva in presenza di masse. Ma, se una cosa si curva, a casa mia può diventare circolare. Questioni di distanze e di tempi.

La concezione del tempo nella relatività di Einstein è molto diversa da quella della fisica classica. Nella relatività generale, il tempo non è necessariamente lineare e può essere influenzato dalla gravità e dalla velocità.

In particolare, il concetto di tempo curvo o non lineare emergerebbe in presenza di forti campi gravitazionali, come quelli presenti nelle vicinanze di un buco nero, dove le traiettorie temporali possono essere distorte in modi complessi. Questo porta a situazioni in cui eventi distanti possono apparire correlati in maniere non intuitive.

Non so se avete capito bene. Anche eventi che sembrano del tutto estranei gli uni agli altri, possono essere correlati e parecchio intricati. Come una linea che si può curvare avanti e indietro in tanti circoli e connettere eventi che secondo la logica non sono collegati.

Ma quel è la logica dell’universo? Non certo quella semplicistica di una linea sempre retta. In uno spazio curvo, le linee rette sarebbero curve. Sì, esattamente, in geometria non euclidea che è la geometria che descrive uno spazio curvo, le linee che consideriamo "rette" (chiamate anche geodetiche) non sono necessariamente linee rette nel senso euclideo che conosciamo.

Nel contesto della relatività generale di Einstein, lo spazio-tempo è curvo a causa della presenza di massa e energia. In questo contesto, una "linea retta" nel senso di una traiettoria che un oggetto in movimento segue in assenza di forze esterne (una geodetica) può apparire curva quando osservata in un sistema di coordinate curvo.

Per esempio, la traiettoria percorsa da un raggio di luce vicino a un grande corpo massivo, come una stella o un buco nero, non sarà una linea retta se la osserviamo in un certo sistema di riferimento. Anche se nel suo percorso il raggio di luce si muove lungo una geodetica, questa apparirà curva nello spazio-tempo curvato.

 

Quindi, in uno spazio curvo, le "linee rette" (geodetiche) possono apparire come curve, e il concetto di "linea retta" è definito in base alla geometria specifica dello spazio in cui ci troviamo.

Quindi, lo spaziotempo non può essere lineare così come lo immaginava Aristotele. E perciò Dio come primo motore non ha senso. Bisogna pensare in termini di circolarità o almeno di curvature. Il “primo” immobile  non esiste. All’origine… non c’è nessuna origine. Ma un infinito.

Il che è ovvio.

 

 


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