In una recente intervista, il fotografo Oliviero Toscani, ormai vecchio e malato, parlando di Sinner dice: “È un ragazzo profondo. Devi fermare quell’attimo negli occhi, esprime onestà e capacità. Sinner non è italiano. L’italianità è Fabrizio Corona, è imbrogliona, mafiosa… Quando penso alla nostra reputazione storica… Siamo ricordati perché eravamo fascisti… Noi siamo inaffidabili come Alberto Sordi.”
E aggiungo
io: siamo piagnoni, cattolici e perciò superstiziosi, pigri, casinari, incapaci
di ordine e di organizzazione. E abbiamo ancora – incredibile – uno zoccolo
duro di fascisti che apprezza il fascismo, chissà perché, visto che ci ha fatto
perdere una guerra e distruggere la nazione.
Ditelo al generale
Vannacci, che assomiglia proprio a un personaggio di Sordi ma che si ritiene
appartenente a una razza superiore! L’immagine dell’italiano nel mondo è
questa, una macchietta, un fanfarone, un narcisista, attaccato alla mamma e alla Chiesa,
sempre pronto a ingannare il prossimo, a fare commedie, sull’orlo del
fallimento, poco serio, sempre pronto a cambiare bandiera. Non saranno i
tricolori e le fanfare a farci grandi. Né
il supremo leader (una parola che fa anche rima con lader).
E continua l’intervista: “I
medici non hanno detto quali siano le prospettive di vita: non si sa. Certo che
vivere così non mi interessa. Bisogna che chiami il mio amico Cappato, lo
conosco da quando era un ragazzo. Ogni tanto mi vien voglia. Gliel’ho detto
già una volta e lui mi ha chiesto ‘se sono scemo’. Le idee sono già chiare:
“Non voglio un funerale. Mi portino a bruciare e via. Sono sempre stato laico,
neppure i miei figli ho battezzato. Vivere
vuol dire anche morire, eppure nessuno parla della morte. Si vive come
imbrogliandosi, perdendo tempo“.
Ecco, con il suo occhio lucido, ha
detto tutto la verità – anche sulla vita, sulla nostra farsa politica e il
nostro terrore della morte.
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