Ho un sasso sulla mia scrivania che ho raccolto perché è pieno di curve,
buchi, anfratti, asperità, e ci vede che è fatto di una materia che si è
solidificata nella maniera più contorta possibile. Ma è comunque un pezzo di
materia che si è rappresa chissà quanti milioni di anni fa.
Se tracciassi delle linee partendo dalle sue contorsioni, ne verrebbero
fuori curve di ogni tipo in cui la linea retta sarebbe solo un’eccezione. A
quanto pare, lo spaziotempo è esattamente così: un groviglio di curve.
Alcune di queste curve, prolungate all’infinito, potrebbero tornare verso
di sé o diventare dei cerchi o perfino delle sfere, dato che il sasso,
risentendo della gravità, è più o meno rotondo.
Se espandessimo il sasso mantenendo le proporzioni, avremmo una specie di
microcosmo, dove le linee spaziotemporali andrebbero in ogni direzione e dove la
geometria euclidea non conterebbe più.
Il concetto di "spaziotempo" nella fisica moderna, e nella
relatività di Einstein, non è descritto come euclideo. In geometria euclidea,
lo spazio è piatto e i punti sono definiti in base a coordinate cartesiane in
uno spazio tridimensionale (o bidimensionale). Tuttavia, il nostro spaziotempo
è descritto da una geometria che tiene conto degli effetti della gravità e
della relatività, che non sono coerenti con la geometria euclidea.
Nella teoria della relatività ristretta, lo spaziotempo è un continuum
quadridimensionale che combina le tre dimensioni dello spazio con la dimensione
del tempo. Questo spaziotempo è descritto da una geometria Minkowskiana, che è
un tipo di geometria non euclidea. In questa geometria, la "metrica"
per misurare le distanze tiene conto delle differenze tra spazio e tempo.
Nella relatività generale, la gravità è descritta come una curvatura dello
spaziotempo causata dalla presenza di massa ed energia. In questo framework, lo
spaziotempo può essere curvo e non segue le regole della geometria euclidea. La
geometria utilizzata nella relatività generale è tipicamente descritta in
termini di varietà differenziali e può essere molto più complessa.
In generale, le geometrie non euclidee, come la geometria riemanniana
(utilizzata nella relatività generale), permettono di descrivere spazi con
curvatura, mentre la geometria euclidea presuppone un piano o uno spazio
piatto.
In sintesi, il nostro spaziotempo non è euclideo; è governato da leggi
fisiche che incorporano curvature e relazioni complesse tra spazio e tempo,
come descritto dalla relatività.
A questi spazi con curvatura appartengono anche le diadi della fisica reale
e della mente. Non qualcosa di rettilineo o fatto da figure geometriche
perfette e astratte (punti, rette, cerchi, ecc.), ma la realtà in cui l’imperfezione
e la contraddizione sono la regola.
Una volta curvatesi su se stesse, le diadi possono essere descritte come le
strutture base della materia, del tempo e della coscienza, tutte collegate e
tutte costituite virtualmente da due polarità che si contrastano rimanendo
unite.
La curvatura dello spaziotempo significa contraddizione, che in
campo fisico porta ai contrasti noti (maschile/femminile, luce/buio,
caldo/freddo, ecc.) e in campo psichico porta alla nostra tipica ambivalenza di
pensieri, emozioni e sentimenti.
Pensare in modo contraddittorio o circolare è uscire dall’astrazione ed avvicinarsi alla realtà. Che è fatta di ghirigori spaziotemporali e mentali.
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