sabato 3 agosto 2024

L'eterno ritorno

 

L’eterno ritorno

L'idea dell'eterno ritorno di Friedrich Nietzsche suggerisce l'ipotesi che la vita e l'universo siano eternamente ciclici e che ogni evento si ripeta indefinitamente nel tempo. In altre parole, ogni esperienza, ogni gioia e ogni sofferenza si ripeterebbe esattamente uguale per tutta l'eternità.

Nietzsche presenta l'idea dell'eterno ritorno in diverse sue opere, in particolare nel "Così parlò Zarathustra". Qui, il concetto viene espresso come una sorta di prova esistenziale: se dovessimo vivere la nostra vita così come è, ogni momento attirando le stesse scelte e gli stessi eventi, potremmo accettare questa realtà? La possibilità dell'eterno ritorno invita a riflettere sulle proprie azioni e sul significato della vita.

Se l'eterno ritorno fosse vero, ciò implicherebbe che dovremmo vivere in modo tale da essere in grado di ripetere la nostra vita in ogni istante senza alcun rimpianto. Questo porta a una riscoperta del valore dell’aforisma nietzschiano "Vivi come se dovessi ripetere eternamente il tuo stesso passato".

Il concetto ha anche implicazioni etiche e morali, poiché costringe a valutare le scelte personali in base alla loro validità e autenticità, spingendo le persone verso uno stile di vita autentico e significativo.

A me sembra un incubo. La mia unica speranza è quella di uscire definitivamente da questa situazione e di non ritornarci mai più. Ma devo ammettere che nella vita c’è sempre qualcosa di ripetitivo. Anzi, più di qualcosa.

Innanzitutto, questo infinito passaggio dalla vita alla morte e, penso, dalla morte e la vita. Spero non sempre delle stesse persone. Perché il rischio è la rinascita, la reincarnazione. Un incubo, sentito anche in Oriente, dove la reincarnazione viene vista come qualcosa di cui liberarsi. Ma quante vite ci vogliono?

A noi occidentali, piace invece l’idea di poter rivivere. Vorremmo sempre tornare ogni volta su questa Terra, per ripetere le stesse cose, per vendicarci o per fare quel che non abbiamo fatto.

Una differenza abissale di aspettative! Chi vuol uscire e chi vuol rientrare. Come nel matrimonio. Certo, un ricco o un potente vorrebbero rientrare, e lo stesso chi si è goduto la vita. Ma per chi è stata una sofferenza..?

Comunque, ci sono elementi ripetitivi in tutte le nostre azioni. Nascere, crescere, maturare, invecchiare, morire – è così per tutti. E noi siamo così incoscienti che mettiamo al mondo dei figli che dovranno ripetere tutte queste fasi.

Pensiamo all’amore. Tutti sogniamo l’amore. Ma poi ci sono difficoltà, diversità, scontri e sofferenze. “Non posso più vivere senza di te…” Pensiamo a questa frase. È terribile. Una persona che fino a un certo momento era libera giunge a pensare o a dire una frase del genere – che indica uno stato di ossessione, di dipendenza e di sofferenza.

Ma come? Giungiamo a dire che desideriamo essere schiavi di qualcuno? E chi è questo qualcuno? Uno che assomiglia vagamente a nostro padre, se siamo femmine, o a nostra madre, se siamo maschi. Perché quelli sono stati i nostri primi amori, e noi vogliamo ripeterli all’infinito! Più eterno ritorno di questo? Una piccola variazione, ma lo schema ripetitivo è sempre lo stesso.

Non parliamo di mangiare, respirare, lavarci, dormire, digerire, defecare, accoppiarci, pensare, ammalarci, invecchiare… sempre le stesse cose, ripetute più volte al giorno. Una noia! Si parla giustamente di ciclo vitale, ossia di ripetere sempre le stesse cose.

E il tempo? C’è il rischio che sia circolare, tant’è vero che negli orologi tradizionali è rappresentato da un quadrante circolare, dove, finite le 12 o le 24 ore, tutto ricomincia.

Si dovrebbe andare avanti! E dopo le ventiquattro ore, passare alle 25, 26, 27, ecc. Oggi a quanto saremmo? Nessuno lo sa, Qualche milioni di anni… se il tempo fosse lineare. Ma, se è circolare, siamo sempre lì. Come in un tapis roulant, in cui camminiamo camminiamo, ma siamo sempre fermi!

Ho paura che questa sia la nostra condizione umana.

Eterno ritorno? Per carità, no! Andiamo avanti alla buon’ora!

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