Fino a poco tempo fa abbiamo usato prevalentemente una geometria
lineare (euclidea) e una logica anch'essa lineare. Che cosa intendo
dire?
Per quanto riguarda la prima, sappiamo tutti che la geometria
euclidea è un ramo della geometria che studia le proprietà e le relazioni delle
figure nello spazio e nel piano, basata sugli assiomi formulati da Euclide.
Essa include oggetti come punti, linee, piani, poligoni e circonferenze.
Però abbiamo visto che la teoria della relatività, sviluppata da
Albert Einstein, utilizza una geometria riemanniana, che è forma di geometria
non euclidea. In particolare, la relatività generale, pubblicata nel 1915,
descrive la gravità come una curvatura dello spaziotempo causata dalla presenza
di massa e energia.
E siccome dappertutto ci sono massa e energia...
La relatività introduce il concetto di spaziotempo, una
combinazione delle tre dimensioni spaziali e del tempo in una sola entità
quadridimensionale. Questo spaziotempo è curvo, a seconda della distribuzione
della massa e dell'energia.
La geometria riemanniana permette di descrivere come le traiettorie
(geodetiche) delle particelle e della luce siano influenzate dalla curvatura
dello spaziotempo. Le equazioni di campo di Einstein collegano la geometria
dello spaziotempo (attraverso il tensore di curvatura) con la distribuzione di
massa e energia.
La geometria di spaziotempo è descritta mediante metriche, che
sono strumenti matematici che definiscono come calcolare distanze e angoli in
spazi curvi.
In sintesi, la relatività generale utilizza una geometria
sofisticata, che va oltre la geometria euclidea e impiega la geometria
riemanniana per descrivere un universo in cui la gravità non è una forza nel
senso tradizionale, ma piuttosto una manifestazione della curvatura dello
spaziotempo., per descrivere uno spazio curvo.
E ora veniamo alla logica umana. Anche qui si è sempre usata una
logica lineare, che ha le seguenti caratteristiche::
* Sequenziale:
Procedimento passo dopo passo, causa-effetto.
* Analitica:
Scompone i problemi in parti più piccole.
* Obiettiva: Cerca
una sola soluzione corretta.
* Tipica del
pensiero scientifico, matematico e comune.
Ma, accanto a questa, si è
sviluppata una logica circolare, che ha le seguenti caratteristiche:
* Interconnessa: Tutto è collegato, influenzandosi
a vicenda.
* Sistemica:
Considera il tutto e le relazioni tra le parti.
* Polivalente:
Ammette diverse prospettive e soluzioni.
* Ritorna su se
stessa, negando le sequenze lineari di causa-effetto, di soggetto-oggetto, di
inizio-fine, di tutto-niente, ecc. e in generale dei concetti
complementari.
Un esempio:
* Logica lineare:
"Se piove, il terreno si bagna."
* Logica circolare:
"Il clima influenza la crescita delle piante, che a loro volta influenzano
il clima." Oppure:"Il soggetto permette l' oggetto cha a sua volta permette il soggetto". Oppure:"La causa è definita dall'effetto che definisce la causa".
Entrambe le logiche
sono utili:
* Lineare: Per
risolvere problemi specifici e prendere decisioni rapide nella vita comune.
* Circolare: Per
comprendere sistemi complessi e relazioni umane.
Importante: Spesso,
la realtà è una combinazione di entrambe le logiche.
Questa nuova logica si rende conto che i concetti contrapposti ma complementari, per esempio causa/effetto, inizio/fine, soggetto/oggetto, ecc., non ci aiutano a rispondere a certe domande stabilendo un punto di partenza o di arrivo, ma evitano di rispondere rimandando il problema o imponendo arbitrariamente una causa prima. Per esempio, se c'è una catena da cause ed effetti, ci deve essere una causa prima.
Anche la logica circolare non risponde al problema, riconoscendo però che la domanda è posta già in modo sbagliato, semplicistico e che è necessario adottare appunto una logica più complessa, di più alto livello, che comporti il cambiamento della domanda stessa. Un salto logico da un girone all’altro. Per esempio, se c'è una catena di cause ed effetti, non ci sono né una cusa prima né un inizio, ma un ciclo. Oppure, se pongo il problema se sia nato prima il soggetto o l’oggetto, non devo scegliere l’uno o l’altro, ma vedere che la realtà unitaria è la relazione stessa, l’esperienza stessa. Il soggetto e l’oggetto non possono esistere da soli, a sé stanti, ma esistono come estremi di un moto circolare o oscillatorio, che può manifestarsi di volta in volta come l' uno o l' altro.
Per esempio, se prendo un
sasso e mi chiedo se esista in sé, devo ammettere che non può essere definito senza il
soggetto che lo osserva. Soggetto e oggetto si sono co-evoluti dando origine
alla esperienza attuale, che non è solo “mia”, soggettiva, ma deve la sua
esistenza alla compresenza delle due polarità. Dunque, la realtà non è né
soggettiva né oggettiva, ma un’oscillazione fra i due poli.
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