sabato 31 agosto 2024

Logica lineare e logica circolare

 

Fino a poco tempo fa abbiamo usato prevalentemente una geometria lineare (euclidea) e una logica anch'essa lineare. Che cosa intendo dire?

Per quanto riguarda la prima, sappiamo tutti che la geometria euclidea è un ramo della geometria che studia le proprietà e le relazioni delle figure nello spazio e nel piano, basata sugli assiomi formulati da Euclide. Essa include oggetti come punti, linee, piani, poligoni e circonferenze.

Però abbiamo visto che la teoria della relatività, sviluppata da Albert Einstein, utilizza una geometria riemanniana, che è forma di geometria non euclidea. In particolare, la relatività generale, pubblicata nel 1915, descrive la gravità come una curvatura dello spaziotempo causata dalla presenza di massa e energia.

E siccome dappertutto ci sono massa e energia...

 

La relatività introduce il concetto di spaziotempo, una combinazione delle tre dimensioni spaziali e del tempo in una sola entità quadridimensionale. Questo spaziotempo è curvo, a seconda della distribuzione della massa e dell'energia.

 

La geometria riemanniana permette di descrivere come le traiettorie (geodetiche) delle particelle e della luce siano influenzate dalla curvatura dello spaziotempo. Le equazioni di campo di Einstein collegano la geometria dello spaziotempo (attraverso il tensore di curvatura) con la distribuzione di massa e energia.

La geometria di spaziotempo è descritta mediante metriche, che sono strumenti matematici che definiscono come calcolare distanze e angoli in spazi curvi.

 

In sintesi, la relatività generale utilizza una geometria sofisticata, che va oltre la geometria euclidea e impiega la geometria riemanniana per descrivere un universo in cui la gravità non è una forza nel senso tradizionale, ma piuttosto una manifestazione della curvatura dello spaziotempo., per descrivere uno spazio curvo.

E ora veniamo alla logica umana. Anche qui si è sempre usata una logica lineare, che ha le seguenti caratteristiche::


* Sequenziale: Procedimento passo dopo passo, causa-effetto.
* Analitica: Scompone i problemi in parti più piccole.
* Obiettiva: Cerca una sola soluzione corretta.
* Tipica del pensiero scientifico, matematico e comune.

 

Ma, accanto a questa, si è sviluppata una logica circolare, che ha le seguenti caratteristiche:

* Interconnessa: Tutto è collegato, influenzandosi a vicenda.
* Sistemica: Considera il tutto e le relazioni tra le parti.
* Polivalente: Ammette diverse prospettive e soluzioni.
* Ritorna su se stessa, negando le sequenze lineari di causa-effetto, di soggetto-oggetto, di inizio-fine, di tutto-niente, ecc. e in generale dei concetti complementari.
Un esempio:
* Logica lineare: "Se piove, il terreno si bagna."
* Logica circolare: "Il clima influenza la crescita delle piante, che a loro volta influenzano il clima." Oppure:"Il soggetto permette l' oggetto cha a sua volta permette il soggetto". Oppure:"La causa è definita dall'effetto che definisce la causa".
Entrambe le logiche sono utili:
* Lineare: Per risolvere problemi specifici e prendere decisioni rapide nella vita comune.
* Circolare: Per comprendere sistemi complessi e relazioni umane.
Importante: Spesso, la realtà è una combinazione di entrambe le logiche.

 

Questa nuova logica si rende conto che i concetti contrapposti ma complementari, per esempio causa/effetto, inizio/fine, soggetto/oggetto, ecc., non ci aiutano a rispondere a certe domande stabilendo un punto di partenza o di arrivo, ma evitano di rispondere rimandando il problema o imponendo arbitrariamente una causa prima. Per esempio, se c'è una catena da cause ed effetti, ci deve essere una causa prima.


Anche la logica circolare non risponde al problema, riconoscendo però che la domanda è posta già in modo sbagliato, semplicistico e che è necessario adottare appunto una logica più complessa, di più alto livello, che comporti il cambiamento della domanda stessa. Un salto logico da un girone all’altro. Per esempio, se c'è una catena di cause ed effetti, non ci sono né una cusa prima né  un inizio, ma un ciclo. Oppure, se pongo il problema se sia nato prima il soggetto o l’oggetto, non devo scegliere l’uno o l’altro, ma vedere che la realtà unitaria è la relazione stessa, l’esperienza stessa. Il soggetto e l’oggetto non possono esistere da soli, a sé stanti, ma esistono come estremi di un moto circolare o oscillatorio, che può manifestarsi di volta in volta come l' uno o l' altro.

Per esempio, se prendo un sasso e mi chiedo se esista in sé, devo ammettere che non può essere definito senza il soggetto che lo osserva. Soggetto e oggetto si sono co-evoluti dando origine alla esperienza attuale, che non è solo “mia”, soggettiva, ma deve la sua esistenza alla compresenza delle due polarità. Dunque, la realtà non è né soggettiva né oggettiva, ma un’oscillazione fra i due poli.

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