lunedì 26 agosto 2024

La dialettica triadica

 

La dialettica di Hegel rappresenta un processo dinamico in cui tesi, antitesi e sintesi si fondono in un movimento che riflette l’ordine delle idee e delle cose. Hegel critica l’Illuminismo e il Romanticismo, proponendo il divenire come categoria centrale e descrivendo le fasi della storia culturale e la struttura dialettica dell’universo. Questo schema di tesi-antitesi-sintesi dovrebbe servire a comprendere la razionalità del reale e il procedimento con cui la realtà viene compresa dalla ragione. In breve, la dialettica hegeliana vorrebbe essere  un potente strumento per esplorare e interpretare il mondo in continua evoluzione.

La dialettica di Hegel descrive il processo di sviluppo della realtà e della conoscenza attraverso una serie di contraddizioni e risoluzioni. Questo processo si articola in tre momenti principali:

1.Tesi: È il punto di partenza, una posizione iniziale o affermazione. Rappresenta una visione statica e unilaterale della realtà.

2.Antitesi: È la negazione o contraddizione della tesi. Introduce un elemento opposto che mette in discussione la tesi iniziale, creando un conflitto.

3.Sintesi: È la risoluzione del conflitto tra tesi e antitesi. Integra e supera entrambe, portando a una nuova comprensione che è più completa e avanzata rispetto ai due momenti precedenti.

Questo processo dialettico non è solo logico, ma anche ontologico, cioè riguarda sia il pensiero che la realtà stessa. Hegel vede la dialettica come un movimento dinamico e razionale che guida lo sviluppo della storia, della cultura e della conoscenza umana.

Purtroppo il suo ottimismo non è giustificato.

Oggi, noi assistiamo a guerre con minacce di distruzione nucleare e a sicuri sconvolgimenti climatici, che non ci fanno vedere il trionfo della "Ragione".

Hegel vede bene nel divenire e nella contraddizione degli opposti la vera realtà, e capisce come il dualismo sia comune al materiale e al mentale, ma poi si perde in un gioco dialettico triadico, quasi meccanicistico. Vede sintesi dove non c’è nessuna sintesi.

Qualche volta, nella soluzione dei conflitti, interviene una sintesi o una mediazione, ma nella maggior parte dei casi si verificano o la prepotenza di qualcuno o interminabili guerre, sia nella materia, sia nella psiche, sia nella storia, con devastanti conseguenze. Tutto tranne una sintesi.

Gli opposti si alternano in proporzioni diverse, ma senza sintesi. La loro contraddizione è destinata a sostenere per sempre la realtà. Il vero gioco dialettico è diadico, non triadico. E non è detto che ci sia un superamento costante né nelle contraddizioni né nella realtà materiale né nella storia. Piuttosto vediamo un ripetersi continuo di cicli e processi, senza sbocchi.

Per esempio, vediamo il ripetersi continuo di guerre e di paci, senza un reale miglioramento. Anzi, c’è un peggioramento nelle armi e nelle minacce all’ordine del mondo. E la sete di potere è sempre la stessa. Si fanno ancora guerre per la religione o per un pezzo di territorio, oggi come duemila anni fa. Con la stessa ferocia. E lo stesso nell’ordine naturale, dove niente cambia da millenni, se non per un’evoluzione lentissima e sanguinosa. E non parliamo della distruzione dell’ambiente.

L' unico vero progresso si vede in campo tecnologico scientifico, che ovviamente, per la dialettica duale, comporta aspetti negativi. 

La triste realtà è che non c'è progresso senza pari regresso.

Hegel non parla di evoluzione nel senso biologico darwiniano, ma il suo concetto di sviluppo storico e filosofico può essere visto come una sorta di evoluzione dialettica. Per Hegel, la realtà e la storia si sviluppano attraverso un processo dialettico di tesi, antitesi e sintesi, dove ogni fase supera e include quella precedente, portando a una comprensione sempre più completa e razionale.

In questo senso, Hegel vede la storia umana come un progresso verso una maggiore libertà e consapevolezza, guidato dalla “Ragione” che si realizza nel mondo. Questo sviluppo è inevitabile e necessario, secondo l’ottimismo e l’idealismo ottocentesco di Hegel. 

Ma non si avvede che proprio la dialettica degli uguali e opposti impedisce una vera sintesi.

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