L’alternanza degli opposti
L’alternanza di caldo e di
freddo è un esempio di come funziona l’alternanza di tutti gli opposti. Noi
sappiamo, per esperienza, che dopo l’uno verrà l’altro, con stagioni
intermedie. E che soffriremo in entrambi i casi: quando farà caldo cercheremo
il freddo e quando farà freddo cercheremo il caldo. E sappiamo che si tratta di
esperienze inevitabili, nella loro alternanza.
Potremmo definire il caldo
come l’assenza di freddo e il freddo come mancanza di caldo, La fisica ci dice
alcune cose importanti su entrambi gli stati, ma non ci dice la cosa
essenziale. Quando e perché. Ecco come:
«ll caldo e il freddo non
sono entità in sé, ma piuttosto descrivono stati relativi della temperatura. La
temperatura è una grandezza fisica che misura il grado di agitazione delle
particelle di un corpo. Quando le particelle si muovono più rapidamente, il
corpo ha una temperatura più alta, e quindi lo percepiamo come
"caldo". Viceversa, quando le particelle si muovono più lentamente,
la temperatura è più bassa e il corpo è percepito come "freddo".
Il caldo è associato a una
grande quantità di energia cinetica delle particelle, mentre il freddo è
relativo a una minore energia cinetica. Quindi, il caldo e il freddo sono
termini descrittivi che indicano lo stato termico di un sistema rispetto a
un'altra temperatura.
In termini di
termodinamica, il calore è l'energia trasferita tra sistemi o corpi a causa di
una differenza di temperatura. Quando due oggetti di temperatura diversa
vengono messi a contatto, il calore fluirà dal corpo più caldo a quello più
freddo fino a raggiungere un equilibrio termico. In sintesi, caldo e freddo
possono essere definiti come stati relativi della temperatura, legati
all'agitazione delle particelle nei materiali e al trasferimento di energia
termica.»
Tutto queste informazioni
della fisica sono utili, ma non ci dicono perché il caldo il freddo si alternano nella vita e neppure
quando. Sono piuttosto la logica, l’esperienza e le altre discipline (per
esempio la meteorologia) che ce lo dicono in parte. Noi conosciamo l’alternanza
delle stagioni e dunque sappiamo che dopo l’una verrà l’altra, e che staremo male
per motivi opposti. Questo “stare male” dipende dall’alternanza degli stati
estremi; se la temperatura fosse più o meno sempre la stessa, come all’equatore,
non soffriremmo per il caldo o per il freddo, ma per altri motivi: l’alternanza
delle stagioni delle piogge, dei tifoni o di altro. Poiché la stabilità non
esiste o esiste per brevi periodi, dobbiamo soffrire.
Il caldo e il freddo,
dunque, sono sia concetti sia realtà. Non sono idee inventate; sono idee a cui
corrisponde la realtà.
Ma la scienza ci dice che,
per esempio, il buio non esiste come fenomeno in sé, ma è solo l’assenza di
luce, cioè di fotoni. Questo non ci cambia la vita, perché noi continueremo a
fare esperienza di entrambi.
Sappiamo benissimo che i
due stati contrapposti sono complementari, che quando c’è l’uno non c’è l’altro,
che ci sono sfumature intermedie e che l’uno giustifica l’altro. O nessuno dei
due o entrambi in alternanza, Ma, sul piano mentale (senza tempo), l’uno è in un
rapporto istantaneo con l’altro, Non posso pensare al caldo senza pensare al
freddo, e viceversa, Non posso pensare al bello senza pensare al brutto, e
viceversa. Non posso pensare all’alto senza pensare al basso, e viceversa. Non
posso pensare al maschio senza pensare alla femmina, e viceversa. Non posso
pensare all’inspirazione senza pensare all’espirazione, e viceversa. Non posso
pensare alla pace senza pensare alla guerra, e viceversa. E così potrei andare avanti
a lungo con gli esempi.
Questi opposti esistono l’uno
per l’altro (sono entangled, direbbe la fisica quantistica), tanto che, se l’uno
esiste sperimentalmente, sono sicuro che esiste il suo contrario.
Ma si noti che questa
alternanza non riguarda solo la realtà e la mente, ma è un evento che si
verificherà in alternanza. E quindi io sono in grado di predire gli avvenimenti
dell’esistenza che sono in alternanza. Dopo l’alluvione, verrà la siccità. Dopo
la fortuna verrà la sfortuna. Dopo il bene, verrà il male. Dopo l’acquisizione,
verrà la perdita. Dopo la gioventù, verrà la vecchiaia. Dopo il passato, verrà
il futuro. Dopo la crescita, verrà la decrescita. Dopo l’inspirazione verrà l’espirazione.
Dopo la vita, verrà la morte…E così via, questo è sicuro.
Questi concetti opposti e
complementari esistono realmente, sia a livello fisico, sia a livello mentale,
sia a livello di eventi. Non sono favole. Ecco perché la nostra mente può
pensare cose reali. Perché essa stessa è un aspetto di questo reale alternatvo.
Inutili sottolineare che anche la mente-psiche segue questa alternanza:
pensieri contrapposti, sentimenti contrapposti, emozioni contrapposte… La mente
e la realtà sono connesse.
In tal senso, avevano
ragione gli antichi taoisti: certi avvenimenti in alternanza (“oscillanti”)
possono essere previsti.
Certo io posso inventarmi
una favola o un mito, ma questo non sarà in alternanza e non avrà nessun polo
sperimentato. Segno che non corrisponde a nessuna realtà.
Se prendiamo concetti come “alto”
e “basso”, sappiamo che possono essere sia considerati come concetti relativi
sia come realtà fisiche misurabili, a seconda del contesto in cui vengono
utilizzati. "Alto" e "basso" sono termini relativi che
dipendono da un punto di riferimento. Ad esempio, un edificio può essere
considerato alto rispetto a un altro edificio più basso, ma potrebbe non essere
considerato alto in relazione a una montagna. Quindi, in questo senso, sono
concetti soggettivi che variano a seconda della percezione e del confronto.
In un contesto scientifico
e quantitativo, "alto" e "basso" possono riferirsi a
misurazioni oggettive. Ad esempio, si può misurare l'altezza di un oggetto in
metri o centimetri, e in questo caso si parla di realtà fisiche misurabili. Un
oggetto che misura 10 metri di altezza è oggettivamente più alto di un oggetto
che misura 5 metri.
In diversi ambiti, come
nell'arte, nella musica o nella psicologia, le nozioni di alto e basso possono
avere significati differenti e possono riferirsi a qualità diverse. Ad esempio,
in musica si può parlare di note alte e basse, mentre in comunicazione visiva
si possono analizzare composizioni visive in termini di elementi
"alti" e "bassi".
Ma, in sintesi, "alto"
e "basso" possono essere sia concetti soggettivi sia realtà fisiche
connesse, a seconda del contesto e della modalità di analisi.
Questo ragionamento può
essere esteso a tutti i concetti altalenanti (oscillanti) e contrapposti.
Perché sono complementari sia a livello mentale sia a livello reale.
Qual è la conclusione? Che è
possibile prevedere gli eventi legati a questi fenomeni oscillanti (in quanto
se c’è l’uno c’è o ci dovrà essere l’altro), ma il fattore tempo non sarà così
precisabile; e questo perché il tempo è a sua volta un fenomeno oscillante. Se
in un pendolo posso misurare con precisione le oscillazioni, nella realtà posso
prevederle solo con imprecisione. Ma so che cmunque avverranno.
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