Qui non siamo al solito prete pedofilo, ma al parroco
di Pontelongo (Padova) che ha zittito alla cerimonia funebre in chiesa una
sindacalista e collega del morto, che si era suicidato dopo essere stato licenziato
da un supermercato per colpe non sue. Le ha tolto la parola dicendo: “Qui non
siamo al sindacato!” La collega sindacalista voleva giustamente ricordare le
responsabilità dell’azienda nella morte del defunto e nel brutale trattamento
dei dipendenti.
È vero, non c’è nessuna sensibilità nella nostra
religione per le colpe e i soprusi dei padroni. Forse perché l’essenza di
questa Chiesa, da secoli, è l’obbedienza al padrone, terreno e celeste. Non per
nulla molti italioti sono fascisti nell’animo, perché sono stati allevati dalla
religione a sottomettersi ai potenti e a cercare un Duce. Non ci dimentichiamo
il sostegno della Chiesa all’ascesa di Mussolini. I potenti hanno sempre
ragione – diceva san Paolo – perché la loro autorità viene da Dio – non dalla
loro violenza e prepotenza.
Ecco perché in questo paese, accanto ai pochi preti
uccisi dalla mafia, ci sono sempre stati tanti parroci sostenitori e collusi. “Noi
ci limitiamo a celebrare messe, e non ci occupiamo di altro!”
Comodo, don Abbondio!
Però, a Pontelongo, torna la processione. Forse in chiave
pro-governativa, per ringraziare la Madonna che ci ha ridato i fascisti. Siete
contenti?
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