venerdì 30 agosto 2024

L'eterna guerra divina

 

Se ci domandiamo il perché dell’eterna guerra tra gli uomini, guardiamo un qualsiasi documentario sulla natura. E scopriremo che tra i vari individui o gruppi sociali degli animali c’è sempre una lotta per la sopravvivenza e dunque per il predominio, sul branco, sul territorio e sulle femmine.

Ma anche noi siamo animali e facciamo le stesse cose: la guerra per la sopravvivenza, per il predominio sociale (simboleggiato anche dal denaro) e per il possesso delle donne.

Dunque, tutto funziona così. Non può che esserci guerra. E la stagione degli amori è sempre una stagione di guerra. Guardate bene. L’amore, il desiderio di accoppiarsi, stimola la lotta tra maschi – e tra femmine.

Vorrei che coloro che credono in un Dio pacifico e tutto amore si rendessero conto che questa loro immagine è sbagliata o almeno descrive solo metà della realtà.

Forse sarà anche un “disegno intelligente”. Ma feroce. Se ci fosse qualcuno che lo ha concepito, sarebbe feroce anche lui.

Ecco perché io non credo a questo Dio-Amore. Il mondo si è fatto da solo, per questo è venuto un po' male.

Se voi ci credete e lo pregate, chiedetegli di essere meno crudele e di non legare l’amore all’odio e alla violenza.

Perfino nel mito cristiano, questo Padre feroce non trova niente di meglio che assassinare il Figlio. Violenza, violenza, violenza…

Non so se avete presente il racconto biblico di Abramo e del sacrificio di Isacco, suo figlio. Questo episodio è  uno dei momenti più significativi della tradizione ebraica, cristiana e islamica. Purtroppo.

Abramo è considerato il patriarca delle tre religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Purtroppo, sempre in guerra, anche oggi.

Dio ha promesso ad Abramo che avrebbe fatto di lui una grande nazione attraverso suo figlio Isacco, nonostante Abramo e sua moglie Sara fossero molto anziani e non avessero avuto figli.

La storia inizia con Dio che mette alla prova Abramo, ordinandogli di sacrificare Isacco, il suo unico figlio, come un'offerta su un monte. Questa richiesta sorprende e provoca grande angoscia in Abramo.

Il disgraziato, però, obbedisce senza esitazioni; prende Isacco e parte con due servitori verso il luogo indicato. Durante il viaggio, Isacco chiede ad Abramo dove sia l'agnello per il sacrificio, e Abramo risponde che Dio provvederà.

Una volta arrivati al monte, Abramo costruisce un altare e prepara la legna per il sacrificio. Poi lega Isacco e lo pone sull'altare. Quando Abramo è pronto a colpirlo con il coltello, un angelo del Signore lo ferma, dicendo:

 

"Non stendere la mano contro il fanciullo e non fargli nulla, poiché ora so che tu temi Dio, perché non hai risparmiato il tuo unico figlio per me."

A me un Dio del genere fa orrore. È sempre una persona affetta da psicopatologia. Vuole (da paranoico) che tutti lo temano e siano pronti a uccidere per lui anche i figli.

Questo racconto è spesso interpretato in modi diversi:

 

La storia è vista come un test della fede e dell'obbedienza di Abramo a Dio, che, nonostante la richiesta dolorosa, dimostra la sua fiducia nel piano divino. (Anche lui un po’ strano. Ma voi lo fareste? Peggio dei gerarchi nazisti.)

 

È anche interpretata come un precursore del sacrificio di Gesù nel Nuovo Testamento, visto che entrambi i racconti includono l'idea del sacrificio di un "unico figlio".

Resta il fatto che questo Dio è sempre legato al concetto di predominio, di autoritarismo, di ubbidienza e di sacrificio.

Una gran brutta immagine di Dio. Certamente primitivo, feroce e malato di mente.

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