Se ci domandiamo il perché dell’eterna
guerra tra gli uomini, guardiamo un qualsiasi documentario sulla natura. E
scopriremo che tra i vari individui o gruppi sociali degli animali c’è sempre
una lotta per la sopravvivenza e dunque per il predominio, sul branco, sul
territorio e sulle femmine.
Ma anche noi siamo animali e
facciamo le stesse cose: la guerra per la sopravvivenza, per il predominio
sociale (simboleggiato anche dal denaro) e per il possesso delle donne.
Dunque, tutto funziona così. Non
può che esserci guerra. E la stagione degli amori è sempre una stagione di
guerra. Guardate bene. L’amore, il desiderio di accoppiarsi, stimola la lotta
tra maschi – e tra femmine.
Vorrei che coloro che credono in
un Dio pacifico e tutto amore si rendessero conto che questa loro immagine è
sbagliata o almeno descrive solo metà della realtà.
Forse sarà anche un “disegno
intelligente”. Ma feroce. Se ci fosse qualcuno che lo ha concepito, sarebbe
feroce anche lui.
Ecco perché io non credo a questo
Dio-Amore. Il mondo si è fatto da solo, per questo è venuto un po' male.
Se voi ci credete e lo pregate,
chiedetegli di essere meno crudele e di non legare l’amore all’odio e alla
violenza.
Perfino nel mito cristiano,
questo Padre feroce non trova niente di meglio che assassinare il Figlio.
Violenza, violenza, violenza…
Non so se avete presente il
racconto biblico di Abramo e del sacrificio di Isacco, suo figlio. Questo
episodio è uno dei momenti più
significativi della tradizione ebraica, cristiana e islamica. Purtroppo.
Abramo è considerato il patriarca delle tre religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Purtroppo, sempre in guerra, anche oggi.
Dio ha
promesso ad Abramo che avrebbe fatto di lui una grande nazione attraverso suo figlio Isacco, nonostante Abramo e sua moglie Sara fossero molto anziani e
non avessero avuto figli.
La storia inizia con Dio che
mette alla prova Abramo, ordinandogli di sacrificare Isacco, il suo unico
figlio, come un'offerta su un monte. Questa
richiesta sorprende e provoca grande angoscia in Abramo.
Il disgraziato, però, obbedisce senza
esitazioni; prende Isacco e parte con due servitori verso il luogo indicato.
Durante il viaggio, Isacco chiede ad Abramo dove sia l'agnello per il
sacrificio, e Abramo risponde che Dio provvederà.
Una volta arrivati al monte,
Abramo costruisce un altare e prepara la legna per il sacrificio. Poi lega
Isacco e lo pone sull'altare. Quando Abramo è pronto a colpirlo con il
coltello, un angelo del Signore lo ferma, dicendo:
"Non stendere la mano contro
il fanciullo e non fargli nulla, poiché ora so che tu temi Dio, perché non hai
risparmiato il tuo unico figlio per me."
A me un Dio del genere fa orrore.
È sempre una persona affetta da psicopatologia. Vuole (da paranoico) che tutti
lo temano e siano pronti a uccidere per lui anche i figli.
Questo racconto è spesso
interpretato in modi diversi:
La storia è vista come un test
della fede e dell'obbedienza di Abramo a Dio, che, nonostante la richiesta
dolorosa, dimostra la sua fiducia nel piano divino. (Anche lui un po’ strano. Ma
voi lo fareste? Peggio dei gerarchi nazisti.)
È anche interpretata come un
precursore del sacrificio di Gesù nel Nuovo Testamento, visto che entrambi i
racconti includono l'idea del sacrificio di un "unico figlio".
Resta il fatto che questo Dio è
sempre legato al concetto di predominio, di autoritarismo, di ubbidienza e di
sacrificio.
Una gran brutta immagine di Dio.
Certamente primitivo, feroce e malato di mente.
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