martedì 3 settembre 2024

Le oscillazioni dell' universo

Riproduco questo articolo di Rocco Auriemma perché ribadisce l' idea che l' universo alterna fasi di espansione e fasi di contrazione, ossia è ciclico. Questo per contrastare l' ipotesi avanzata da tanti religiosi che il Big Bang sia l'inizio di una creazione da parte di un Dio. 

L' universo non ha né inizio né fine, ma è oscillante come tutto ciò che esiste; il che è confermato dalla legge sulla conservazione dell' energia: nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

Quindi non è necessario nessun Dio fantastico, nessun inizio magico. Dove sono l'inizio e la fine di un cerchio o di una sfera?

L'idea che il Big Bang abbia segnato l'inizio dell'universo potrebbe essere messa in discussione. Un recente studio propone che l'universo possa attraversare cicli di contrazione ed espansione, un'ipotesi che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo, in particolare riguardo due dei suoi componenti più misteriosi.

Secondo questa teoria cosmologica, l'universo avrebbe subito una fase di contrazione prima di espandersi nuovamente, portando alla nascita del nostro attuale universo. Durante questa fase di contrazione, potrebbe essere avvenuta la formazione di buchi neri primordiali, i quali, secondo gli studiosi, potrebbero costituire la materia oscura che compone circa l'80% di tutta la materia dell'universo. Questi buchi neri si sarebbero formati a causa di fluttuazioni nella densità della materia, e le onde gravitazionali generate durante il loro processo di formazione potrebbero essere rilevabili dai futuri osservatori di onde gravitazionali.

La materia oscura rappresenta uno dei maggiori enigmi della cosmologia moderna. Nonostante la sua abbondanza, essa non emette, assorbe o riflette luce, rendendola invisibile agli strumenti astronomici tradizionali. La sua presenza è stata dedotta attraverso l'osservazione dei movimenti delle stelle nelle galassie e dello sfondo cosmico a microonde, il residuo del Big Bang.

Lo studio, pubblicato nel Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, suggerisce che la materia oscura possa essere composta da questi buchi neri primordiali, formati durante l'ultima fase di contrazione dell'universo, prima dell'espansione che ha seguito il Big Bang. Questa ipotesi offre una prospettiva innovativa rispetto alla visione tradizionale dell'universo, che vede il Big Bang come l'inizio assoluto.

Il modello cosmologico proposto, noto come "cosmologia del rimbalzo non singolare", prevede che l'universo, dopo una fase di contrazione, abbia raggiunto una densità di materia tale da causare un rimbalzo, dando origine al Big Bang e alla successiva espansione accelerata. In questo contesto, le fluttuazioni quantistiche nella densità della materia avrebbero creato piccoli buchi neri, candidati ideali per la materia oscura.

I calcoli dei ricercatori indicano che le proprietà dell'universo descritte da questo modello, come la curvatura dello spazio e il fondo cosmico a microonde, corrispondono alle osservazioni attuali, supportando la validità della loro ipotesi. Gli studiosi sperano che i futuri osservatori di onde gravitazionali, come il Laser Interferometer Space Antenna (LISA) e il Telescopio Einstein, possano rilevare le onde gravitazionali prodotte durante la formazione di questi buchi neri, fornendo una conferma sperimentale.

Questo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione dell'universo e apre la strada a nuove ricerche per risolvere il mistero della materia oscura. Se confermata, l'ipotesi potrebbe fornire una spiegazione naturale per la formazione di piccoli buchi neri che ancora oggi esistono, e potrebbe offrire nuove prospettive per la ricerca futura in cosmologia.


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