domenica 29 settembre 2024

La portata universale della terza legge di Newton

 

Se stiamo attenti, possiamo benissimo percepire le due eredità genetiche dei nostri genitori, perché talvolta prevale l' una e talvolta l' altra, soprattutto se i nostri genitori avevano caratteri con tratti contrapposti. Questo significa "essere due in uno".

Ma c'è di più. Noi siamo duali anche in altro senso: che abbiamo comunque proporzioni diverse di maschile e femminile, indipendentemente dal nostro sesso.

Terza cosa, siamo duali perché abbiamo un io conscio ed un io inconscio.

Infine siamo duali perché abbiamo sia una razionalità sia dei sentimenti, che spesso non vanno d'accordo. 

Non per nulla anche il nostro cervello ha due emisferi, che sono come due cervelli.

Ma non è finita: le strutture del pensiero, dei sentimenti e delle emozioni prevedono dualità di poli contrapposti, il nostro organismo si basa su un DNA con due filamenti, il nostro corpo è bilaterale e  possediamo molti organi doppi. 

 Dulcis in fondo, la nostra coscienza è l' espressione della più completa dualità infinita. Perché le relazioni fra i due estremi possono essere infinite. E non prevedibili.

Non sono prevedibili perché sono ciò che siamo, pensiamo o viviamo di volta in volta… se non come semplici estremi.

Per esempio, alcuni filosofi e psicologi, come Carl Jung, hanno esplorato l’idea che la coscienza possa essere vista come un’interazione tra diverse parti del sé. Secondo Jung, l’Io rappresenta il centro della coscienza, mentre il Sé è un’entità più ampia che include sia la coscienza che l’inconscio.

In effetti, la coscienza originale, non quella piccola cosa che abbiamo di solito. Ma ciò che include la piccola coscienza e l’inconscio. Quando sogniamo, per esempio, non è il cervello che vede qualcosa, ma questa coscienza dilatata.

Il fisico austriaco Wolfgang Pauli disse una volta: “È mia opinione personale che per la scienza del futuro non ci sarà né fisica né psichica. In qualche modo sarà entrambe le cose, e nessuna di esse.”

Siamo proprio a questo punto. Non ha senso dividere aspetti della realtà che sono come le due facce di una medaglia.

Secondo la fisica più avanzata non esistono particelle ma campi che comunicano tra loro. Anzi, la fisicità delle particelle è il linguaggio con cui i campi comunicano. E un fisico come Federico Faggin dice che la coscienza è uno di questi campi.

A me sembra più semplicemente che la coscienza derivi dal fatto che “siamo due in uno”, anche per via della nostra nascita da una coppia.

E la cosa è accertabile a livello personale, interiore. È accertabile anche che il modello “due in uno” sia presente dappertutto, dalla fisica delle interazioni (rappresentata innanzitutto dalla terza legge di Newton che vede sempre una reazione ad ogni azione) alla mente umana che opera in base a questa contrapposizione.

La legge di Newton non ci dice non solo che c’è sempre una reazione ad ogni azione, ma anche che due forze, quando interagiscono, agiscono secondo questo modello.

In sostanza la terza legge di Newton è un pilastro fondamentale della meccanica classica e descrive in modo preciso come interagiscono due corpi.

Questa legge spiega una vasta gamma di fenomeni, dal movimento dei pianeti all'interazione tra oggetti quotidiani. È fondamentale per comprendere come si muovono i corpi, come si verificano le loro interazioni, permettendoci di prevedere e spiegare il comportamento del fisico che ci circonda.

Nella scienza, però, si parla solo di mondo fisico, come se questo mondo fosse separato da quello psichico.

Errore gravissimo che perpetua una divisione che non ha ragione di esistere, dato che nel mondo, secondo la fisica stessa, tutto è interrelato.

Se questo principio agisce in ogni settore della vita quotidiana, volete che non riguardi la mente?

Volete degli esempi?

 

  • Camminare: Quando camminiamo, spingiamo il terreno all'indietro con i piedi. In risposta, il terreno esercita su di noi una forza uguale e contraria che ci spinge in avanti.
  • Nuotare: Per nuotare, spingiamo l'acqua all'indietro con le braccia e le gambe. L'acqua, a sua volta, ci spinge in avanti.
  • Saltare: Quando saltiamo, spingiamo il suolo verso il basso. Il suolo ci spinge verso l'alto, facendoci sollevare.
  • Lanciare una palla: Quando lanciamo una palla, esercitiamo una forza su di essa. La palla, a sua volta, esercita una forza uguale e contraria sulla nostra mano, che possiamo sentire come un contraccolpo.
  • Rimescolare un caffè: Quando mescoliamo il caffè con un cucchiaino, esercitiamo una forza sul liquido. Il liquido esercita una forza uguale e contraria sul cucchiaino, permettendoci di mescolare.
  • Andare in bicicletta: Quando pedaliamo, spingiamo i pedali all'indietro. I pedali, a loro volta, spingono le ruote in avanti, facendo avanzare la bicicletta.
  • Colpire una pallina da tennis: Quando colpiamo una pallina da tennis con una racchetta, esercitiamo una forza sulla pallina. La pallina esercita una forza uguale e contraria sulla racchetta, che possiamo sentire nella nostra mano.
  • Lancio di un razzo: Il principio di azione e reazione è fondamentale per il funzionamento dei razzi. I gas caldi espulsi dal motore del razzo verso il basso generano una forza uguale e contraria che spinge il razzo verso l'alto.
  • Sistemi di propulsione: Molti sistemi di propulsione, come quelli degli aerei e delle navi, si basano sul principio di azione e reazione.
  • Sicurezza automobilistica: Le cinture di sicurezza sfruttano questo principio per ridurre le forze che agiscono sul corpo di un passeggero durante un incidente.
  • Sport: In molti sport, come il pugilato, il karate e il calcio, la pallavolo, la ginnastica, l’hockey su ghiaccio, ecc.,il principio di azione e reazione gioca un ruolo fondamentale.

In conclusione, Il terzo principio di Newton è un concetto fondamentale della fisica che spiega molte delle interazioni che avvengono nel mondo che ci circonda. Dalle azioni più semplici, come camminare o saltare, ai fenomeni più complessi, come il volo di un razzo, il principio di azione e reazione è sempre presente e gioca un ruolo cruciale.

E volete che sia escluso il mondo della mente? Perché allora se pensiamo al bene (azione), dobbiamo pensare al male (reazione)? Perché se proviamo attrazione (azione), proviamo repulsione (reazione)? Perché, se possiamo essere felici (azione), possiamo essere tristi (reazione), Perché se possiamo avere successo (azione), possiamo avere insuccesso (reazione)? Perché se vogliamo vivere (azione), dobbiamo morire (reazione), eccetera, eccetera…? Ciò succede per una infinità di pensieri e stati d’animo, anche loro funzionanti in base a questo principio.

Attenzione, ho esteso questo principio anche agli eventi! Che dunque sono predicibili, in teoria.

E la giustizia, umana o divina, non segue questa legge?

Pensate a quanti di queste contrapposizioni viviamo, pensiamo e proviamo. Non sono un’applicazione del principio di azione/reazione? E la coscienza stessa, col suo “due poli in uno”, non è la manifestazione prima di questa legge. Se c’è una forza come l’io, ci dev’essere una controforza opposta ma unita.

Così funziona la coscienza. Così funziona il mondo, l’interno come l’esterno.

 

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