Se stiamo attenti, possiamo benissimo percepire le due eredità genetiche
dei nostri genitori, perché talvolta prevale l' una e talvolta l' altra,
soprattutto se i nostri genitori avevano caratteri con tratti contrapposti.
Questo significa "essere due in uno".
Ma c'è di più. Noi siamo duali anche in altro senso: che abbiamo comunque
proporzioni diverse di maschile e femminile, indipendentemente dal nostro
sesso.
Terza cosa, siamo duali perché abbiamo un io conscio ed un io inconscio.
Infine siamo duali perché abbiamo sia una razionalità sia dei sentimenti,
che spesso non vanno d'accordo.
Non per nulla anche il nostro cervello ha due emisferi, che sono come due
cervelli.
Ma non è finita: le strutture del pensiero, dei sentimenti e delle emozioni
prevedono dualità di poli contrapposti, il nostro organismo si basa su un DNA
con due filamenti, il nostro corpo è bilaterale e possediamo molti organi
doppi.
Dulcis in fondo, la nostra coscienza è l' espressione della più
completa dualità infinita. Perché le relazioni fra i due estremi possono essere
infinite. E non prevedibili.
Non sono prevedibili perché sono ciò che siamo, pensiamo o viviamo di volta
in volta… se non come semplici estremi.
Per esempio, alcuni filosofi e psicologi,
come Carl Jung, hanno esplorato l’idea che la coscienza possa essere vista come
un’interazione tra diverse parti del sé. Secondo Jung, l’Io rappresenta il centro della
coscienza, mentre il Sé è un’entità più ampia che include sia la coscienza che
l’inconscio.
In
effetti, la coscienza originale, non quella piccola cosa che abbiamo di solito.
Ma ciò che include la piccola coscienza e l’inconscio. Quando sogniamo, per
esempio, non è il cervello che vede qualcosa, ma questa coscienza dilatata.
Il fisico austriaco Wolfgang Pauli disse una volta: “È mia opinione personale
che per la scienza del futuro non ci sarà né fisica né psichica. In qualche
modo sarà entrambe le cose, e nessuna di esse.”
Siamo
proprio a questo punto. Non ha senso dividere aspetti della realtà che sono
come le due facce di una medaglia.
Secondo la
fisica più avanzata non esistono particelle ma campi che comunicano tra loro.
Anzi, la fisicità delle particelle è il linguaggio con cui i campi comunicano.
E un fisico come Federico Faggin dice che la coscienza è uno di questi campi.
A me sembra
più semplicemente che la coscienza derivi dal fatto che “siamo due in uno”,
anche per via della nostra nascita da una coppia.
E la cosa è
accertabile a livello personale, interiore. È accertabile anche che il modello “due
in uno” sia presente dappertutto, dalla fisica delle interazioni (rappresentata
innanzitutto dalla terza legge di Newton che vede sempre una reazione ad ogni
azione) alla mente umana che opera in base a questa contrapposizione.
La legge di Newton non
ci dice non solo che c’è sempre una reazione ad ogni azione, ma anche che due
forze, quando interagiscono, agiscono secondo questo modello.
In sostanza
la terza legge di Newton è un pilastro fondamentale della meccanica classica e
descrive in modo preciso come interagiscono due corpi.
Questa legge
spiega una vasta gamma di fenomeni, dal movimento dei pianeti all'interazione
tra oggetti quotidiani. È fondamentale per comprendere come si muovono i corpi,
come si verificano le loro interazioni, permettendoci di prevedere e spiegare
il comportamento del fisico che ci circonda.
Nella
scienza, però, si parla solo di mondo fisico, come se questo mondo fosse
separato da quello psichico.
Errore
gravissimo che perpetua una divisione che non ha ragione di esistere, dato che
nel mondo, secondo la fisica stessa, tutto è interrelato.
Se questo
principio agisce in ogni settore della vita quotidiana, volete che non riguardi
la mente?
Volete degli
esempi?
- Camminare: Quando camminiamo, spingiamo
il terreno all'indietro con i piedi. In risposta, il terreno esercita su
di noi una forza uguale e contraria che ci spinge in avanti.
- Nuotare: Per nuotare, spingiamo l'acqua
all'indietro con le braccia e le gambe. L'acqua, a sua volta, ci spinge in
avanti.
- Saltare: Quando saltiamo, spingiamo il
suolo verso il basso. Il suolo ci spinge verso l'alto, facendoci
sollevare.
- Lanciare una palla: Quando lanciamo una palla,
esercitiamo una forza su di essa. La palla, a sua volta, esercita una
forza uguale e contraria sulla nostra mano, che possiamo sentire come un
contraccolpo.
- Rimescolare un caffè: Quando mescoliamo il caffè con
un cucchiaino, esercitiamo una forza sul liquido. Il liquido esercita una
forza uguale e contraria sul cucchiaino, permettendoci di mescolare.
- Andare in bicicletta: Quando pedaliamo, spingiamo i
pedali all'indietro. I pedali, a loro volta, spingono le ruote in avanti,
facendo avanzare la bicicletta.
- Colpire una pallina da tennis: Quando colpiamo una pallina da
tennis con una racchetta, esercitiamo una forza sulla pallina. La pallina
esercita una forza uguale e contraria sulla racchetta, che possiamo
sentire nella nostra mano.
- Lancio di un razzo: Il principio di azione e
reazione è fondamentale per il funzionamento dei razzi. I gas caldi
espulsi dal motore del razzo verso il basso generano una forza uguale e
contraria che spinge il razzo verso l'alto.
- Sistemi di propulsione: Molti sistemi di propulsione,
come quelli degli aerei e delle navi, si basano sul principio di azione e
reazione.
- Sicurezza automobilistica: Le cinture di sicurezza
sfruttano questo principio per ridurre le forze che agiscono sul corpo di
un passeggero durante un incidente.
- Sport: In molti sport, come il
pugilato, il karate e il calcio, la pallavolo, la ginnastica, l’hockey su
ghiaccio, ecc.,il principio di azione e reazione gioca un ruolo
fondamentale.
In
conclusione, Il terzo principio di Newton è un concetto fondamentale della
fisica che spiega molte delle interazioni che avvengono nel mondo che ci
circonda. Dalle azioni più semplici, come camminare o saltare, ai fenomeni più
complessi, come il volo di un razzo, il principio di azione e reazione è sempre
presente e gioca un ruolo cruciale.
E volete che
sia escluso il mondo della mente? Perché allora se pensiamo al bene (azione),
dobbiamo pensare al male (reazione)? Perché se proviamo attrazione (azione),
proviamo repulsione (reazione)? Perché, se possiamo essere felici (azione),
possiamo essere tristi (reazione), Perché se possiamo avere successo (azione),
possiamo avere insuccesso (reazione)? Perché se vogliamo vivere (azione),
dobbiamo morire (reazione), eccetera, eccetera…? Ciò succede per una infinità
di pensieri e stati d’animo, anche loro funzionanti in base a questo principio.
Attenzione,
ho esteso questo principio anche agli eventi! Che dunque sono predicibili, in
teoria.
E la
giustizia, umana o divina, non segue questa legge?
Pensate a
quanti di queste contrapposizioni viviamo, pensiamo e proviamo. Non sono un’applicazione
del principio di azione/reazione? E la coscienza stessa, col suo “due poli in
uno”, non è la manifestazione prima di questa legge. Se c’è una forza come l’io,
ci dev’essere una controforza opposta ma unita.
Così
funziona la coscienza. Così funziona il mondo, l’interno come l’esterno.
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