Non è stato Heidegger a dire che
“il linguaggio è la casa dell’essere”? Che cosa intendeva dire?
Nella sua opera, in particolare
in "Essere e tempo" e in altri scritti, Heidegger sostiene che il
linguaggio non è solo uno strumento di comunicazione, ma costituisce un modo
fondamentale in cui l'essere si manifesta e viene compreso.
Questa idea implica che il
linguaggio è essenziale per l'esperienza umana e per la nostra comprensione del
mondo. In questo senso, il linguaggio non è semplicemente un veicolo per
esprimere pensieri, ma è intrinsecamente legato alla maniera in cui percepiamo
e interpretiamo la realtà.
A maggior ragione, il linguaggio
e il pensiero che sottende incidono sulla realtà, come quando si incide un
disco che, da quel momento, suonerà sempre nello stesso modo.
Oppure, è come uno scultore, che,
una volta messa al mondo la sua opera, ha deformato o formato per sempre lo
spaziotempo, lo ha curvato ai suoi voleri.
Ma, se il linguaggio-pensiero
crea o forma l’essere, gli dà una forma che da quel momento sarà realtà, il
linguaggio-pensiero è legato indissolubilmente alla realtà, alle cose, agli
avvenimenti, alla materia. Ed è in grado di influire nuovamente cambiando se
stesso.
Il problema è che il linguaggio
ha formato o deformato l’essere in modo spontaneo, senza che partecipasse la
nostra coscienza e quindi oggi la coscienza non è ancora in grado di smontare e
riformare o informare la realtà.
Più che casa dell’essere,
dovremmo chiamarlo la fucina dell’essere.. Oppure è qualcuno che ha smarrito la
via di casa. E la cerca, per cambiare parecchie cose.
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