Se credete che la mente sia il
prodotto del cervello, dovreste almeno ammettere che dalla materia possa
nascere il pensiero e i vari stati mentali. Ma, se mente e materia fossero
legati fin dall' origine, come le due facce di una medaglia, o una diade
dinamica, in che situazione ci troveremmo?
Che la mente, nata con la
materia, penserebbe che tra lei e la materia non c'è un legame oppure che c'è
solo un legame unidirezionale da materia a mente? Come un figlio che
disconoscesse il proprio padre o dicesse che è il padre a essere nato da lui.
Ma qui ci troviamo in una
situazione in cui il padre e il figlio si scambiano continuamente i ruoli.
Insomma, se materia e mente
avessero un'origine comune, il rapporto tra i due sarebbe bidirezionale e
quindi circolare.
In sintesi, prima avremmo lo
“stato comune”, poi avremmo uno stato di scissione, in cui però i due
manterrebbero un legame e non potrebbero fare a meno uno dell’altro. Ma, se la
mente non lo sapesse, crederebbe di essere o proveniente dal cervello materiale
o distinta completamente: sarebbe in uno stato di alienazione, non riconoscendo
il proprio legame.
Se però riconoscesse il proprio
legame originario, penserebbe più che altro a una sequenza lineare
(materia-mente o mente-materia) e non a un legame circolare diadico, in cui le
due polarità sono in continuo rapporto, seppure in proporzioni diverse e
complementari.
Poiché però la contrapposizione
mente-materia (o cervello) è diadica, la mente che indaga è già coinvolta nella
materia-cervello. E quindi come fa ad esaminare se stessa?
Se materia e mente avessero
un'origine comune, il rapporto tra i due sarebbe bidirezionale, in un bel
movimento diadico. Ma, di solito, la mente è abituata ad esaminare le diadi
dall'esterno. Qui però si trova coinvolta. E' la mente che fa parte della
diade. Come fa a esaminare se stessa?
Se la mente è il soggetto, come
fa ad essere l'oggetto di se stessa? In realtà è entrambe le polarità. Sa che è
entrambe le cose. E non può dividersi o fermarsi.
Quando io osservo la mente, quello che osservo è già passato, non è più, proprio come il tempo. Ma a noi non importa e misuriamo lo stesso il tempo. Ci sono meccanismi che misurano il tempo, anche se è un tempo già passato o relativo alle velocità.
Se la mente è il soggetto, come fa ad essere l'oggetto di se stessa? In realtà è entrambe le polarità. Sa che è entrambe le cose. Non può dividersi o fermarsi.
Il tempo, come il mentale, è relativo a diversi
fattori e può essere interpretato in diversi modi a seconda del contesto.
Secondo la teoria della
relatività , il tempo non è una grandezza assoluta ma è relativo e
dipende dalla velocità di un oggetto e dalla presenza di campi gravitazionali.
Gli orologi di oggetti che si muovono a velocità molto elevate mostrano un
passaggio del tempo diverso rispetto a quelli fermi o a velocità più basse.
Ma anche la nostra percezione del
tempo può variare a seconda delle esperienze personali e psicologiche. Ad
esempio, il tempo può sembrare volare quando ci divertiamo e trascorrere
lentamente quando siamo annoiati o in attesa. E questo succede perché tempo e
coscienza sono collegati.
Diverse culture possono avere
visioni diverse del tempo. Alcune culture possono enfatizzare una concezione
lineare del tempo (passato, presente, futuro), mentre altre possono avere una
visione ciclica del tempo.
Il tempo può sembrare diverso in
base a situazioni specifiche. Ad esempio, in momenti di crisi o emergenza, il
tempo può apparire più intenso e carico di significato.
In sintesi, il tempo, come la coscienza, è un
concetto polivalente che dipende da una varietà di fattori fisici,
psicologici, culturali e situazionali.
Ma ora è la mente, mentre è il soggetto, che deve misurare
se stessa o fare da oggetto a se stessa . E' vero che c'è
la coscienza. Ma la coscienza non può stare ferma ad osservare se stessa. La
coscienza è dinamismo, argento vivo. E' una circolarità continua.
Comunque abbiamo anche noi meccanismi per misurare la mente, primo fra tutti la memoria. Purtroppo , la memoria registra il passato, ma è meglio che niente. Dobbiamo solo tener conto che non avremo mai una memoria contemporanea e affidabile
Anche la mente che esamina se
stessa deve sapere che ciò che conoscerà sarà sempre incerto e relativo. E
oberato da un mucchio di difficoltà ed ostacoli.
Ma, senza mente, cosa saremmo?
La mente è essere nel mondo e il cervello è un organo di mediazione, di relazione, di interpretazione e di meditazione. Quello che trova, però ,è una realtà mediata e interpretata, che nessuno può sapere che cosa sarebbe - e se sarebbe - senza questo strumento. Perché non c'è la possibilità dì farne a meno per conoscere qualcosa.
Dunque, l'oggettivo non può esistere senza il soggettivo, e viceversa. E la nostra ricerca di un oggettivo del soggettivo è un bel paradosso.
Ma non scoraggiamoci. La realtà, che sembra tanto ordinata e lineare, è parecchio paradossale.
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