martedì 17 settembre 2024

La pietra e la montagna

 La pietra che raccolgo nel greto di un fiume un tempo faceva parte di una montagna. Era un tutt' uno con la montagna. 
A un certo punto, si è staccata ed è stata levigata e portata dal fiume fino a qua. 
Non è più naturalmente la montagna, è diventata un'altra cosa. Ma possiamo negare che un tempo fosse un pezzo di montagna?
Lo stesso è per ogni individuo.
Un tempo faceva parte di qualcosa di unico, di un tutt'uno, di un Uno.
Ma poi si è staccato, è diventato un frammento .
Ora questo frammento è diventato quasi indipendente e si crede un individuo. 

La parola individuo deriva dal latino individuus, che significa “indiviso” o “indivisibile”. Questo termine è composto dal prefisso in- (che indica negazione) e dividuus (che significa “diviso”). La parola latina è una traduzione del termine greco ἄτομος (átomos), che significa “indivisibile” e che è composto da ἀ- (prefisso privativo) e τέμνω (“tagliare”). 
Ma, in realtà, dovremmo chiamarlo "dividuo", diviso; è proprio uno che si è diviso. E gli resta un senso di incompiutezza, una nostalgia di un'unità perduta.
L' inevitabili nostalgia degli individui.
Forse anche gli atomi provano questa nostalgia.

La parola nostalgia deriva dal greco antico, combinando i termini νόστος (nóstos), che significa “ritorno”, e ἄλγος (álgos), che significa "dolore". Quindi, letteralmente, nostalgia vuol dire “dolore del ritorno” o "dolore per non poter tornare".
Il dolore di non poter tornare. Dove?
All' origine dove eravamo Tutto.
Per questo non siamo mai veramente felici.
E ci sentiamo bene solo quando c' innamoriamo di qualcuno. Ci sembra di aver trovata la metà mancante.
Ma non è proprio cosi.
Trovare l'altra metà è una fortuna.
Ma non è trovare il Tutto.





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