Domandarsi quale sia il senso
delle cose presuppone che prima ci sia un senso e che di conseguenza o dopo
le cose si ordinino secondo quel senso. È come se ci fosse un senso predefinito
(ma da chi? Da un Dio?) cui le cose debbano adeguarsi. Abbiamo un datore di
senso? Non mi pare. Tantè vero che lo cerchiamo e non siamo mai sicuri della
risposta.
Ma non è così.
Innanzitutto è la nostra mente
che vorrebbe stabilire questo senso, non con una imposizione, una decisione o
una scommessa pascaliana, ma per quello che è. Qualcosa che dovrebbe essere
oggettivo.
È per questo che abbiamo
inventato Dio: per darci un senso a priori.
Ma se è la nostra mente che deve
cercarlo, non può essere oggettivo. Quando cerchiamo qualcosa di oggettivo,
dobbiamo ricorrere alle leggi della fisica, che sono valide per tutti e in ogni
tempo. La legge di Newton sull’azione/reazione e la legge di conservazione
dell’energia non sono soggettive.
Proprio quest’ultima legge ci
dice che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Dunque
esclude un atto di creazione.
Se poi vi chiedete come si
conciliano la legge di conservazione dell’energia e la legge di entropia,
eccovi l’illuminante risposta dell’Intelligenza artificiale:
Come si concilia l'energia che si conserva con
l'entropia che aumenta? Un apparente paradosso
Sembra
infatti che ci siano due leggi fondamentali che sembrano contraddirsi:
- La legge di conservazione
dell'energia dice che l'energia totale di un sistema
isolato rimane costante nel tempo, anche se può trasformarsi da una forma
all'altra (cinetica, potenziale, termica, ecc.).
- La legge dell'entropia dice che in un sistema isolato,
l'entropia (misura del disordine) tende sempre ad aumentare nel tempo.
Come si
concilia questa apparente contraddizione?
La risposta
sta nella qualità dell'energia. Mentre la quantità totale di energia si
conserva, la sua qualità degrada nel tempo.
- Energia di alta qualità: È l'energia concentrata e
facilmente utilizzabile per svolgere lavoro, come l'energia elettrica o
l'energia chimica contenuta nel cibo.
- Energia di bassa qualità: È l'energia dispersa e
difficile da utilizzare per svolgere lavoro, come il calore disperso
nell'ambiente.
Cosa accade
durante i processi naturali?
Quando un
processo avviene, l'energia di alta qualità si trasforma spesso in energia di
bassa qualità. Ad esempio, quando accendiamo una lampadina, l'energia elettrica
(alta qualità) si trasforma in luce e calore (bassa qualità).
Perché
l'entropia aumenta?
L'aumento
dell'entropia è proprio una misura di questa degradazione dell'energia. Più
l'energia è dispersa e meno concentrata, maggiore è l'entropia del sistema.
Quindi, in
sintesi:
- L'energia si conserva: La quantità totale di energia
rimane sempre la stessa.
- L'entropia aumenta: La qualità dell'energia
degrada nel tempo, e l'entropia, che misura il disordine, aumenta.
Un'analogia:
Immagina di
avere un mazzo di carte perfettamente ordinato. Mescolando le carte, aumenti il
disordine (entropia) del mazzo, ma il numero totale di carte (energia) rimane
lo stesso.
Le
implicazioni:
La
comprensione di questa relazione tra energia ed entropia è fondamentale per
capire molti fenomeni naturali, dall'evoluzione dell'universo alla
termodinamica dei motori. Essa ci spiega perché i processi naturali tendono
sempre verso uno stato di maggiore disordine e perché è impossibile creare una
macchina che converta completamente il calore in lavoro (secondo principio
della termodinamica).
Dunque sono questi leggi
scientifiche che dobbiamo seguire, non le filosofie o le religioni. Sono le
uniche leggi oggettive.
In realtà non c’è niente di
completamente oggettivo, dato che deve essere pensato da una mente soggettiva.
Ma questo è un altro discorso.
Il senso salta fuori sempre da
una mente che sente e pensa,
non da altro.
Se, però, la mente cosciente
individuale è una parte localizzata di una coscienza non localizzata, dovrebbe
in realtà pensare la propria origine. Ma la coscienza originale non può essere
pensata come un oggetto (o può essere pensata solo in piccola parte), perché
resta sempre ciò che è cosciente.
Per approfondire questo problema, è
utile fare alcune distinzioni:
La coscienza è la consapevolezza di sé stessi e del mondo circostante. È
l'esperienza soggettiva del mondo, inclusi pensieri, emozioni e sensazioni.
Invece l'autocoscienza è la capacità di essere consapevoli di essere
consapevoli. È la capacità di riflettere su se stessi come soggetti pensanti.
Quindi, la domanda diventa: la
coscienza può riflettere su se stessa?
A prima vista, potrebbe sembrare un
paradosso. Come può qualcosa essere consapevole della propria consapevolezza?
Tuttavia, questa capacità è ciò che distingue gli esseri umani da molte altre
creature e ci permette di fare cose come pianificare il futuro, riflettere sulle
nostre azioni e sviluppare un senso di identità.
Tutti
noi abbiamo l'esperienza di pensare a noi stessi, di riflettere sui nostri
pensieri e di avere un senso del nostro "io". Ma se la coscienza può
essere consapevole di se stessa, allora dovrebbe essere consapevole della
propria consapevolezza della propria consapevolezza, e così via, in una
regressione infinita.
Quando
perciò riflettiamo su noi stessi o cerchiamo un senso della vita, in realtà quel
senso siamo noi stessi, con la nostra interiorità dinamica.
Non
è un senso precedente, ma un senso emergente. Ciò che emerge è il senso
individuato.
Siamo il senso solidificato.
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