Io che cerco un modo di prevedere gli eventi, in un paese come il nostro che casca sempre dal pero e non prevede nulla. Dall’alluvione in Romagna al ponte sullo Stretto, su due coste che si stanno allontanando geologicamente e che sono devastate periodicamente da terremoti.
Eppure, tutto è prevedibile. Le inondazioni
in Romagna erano state precedute da alluvioni nel Nord Europa e il servizio
meteorologico ci aveva avvertiti del percorso della perturbazione. Ma siccome
nessuno in Italia prevede nulla e tutti vivono alla giornata, e nessuno si
assume la responsabilità delle opere non fatte, e nessuno costruisce nulla che
non siano effimere come una festa di partito o sgangherati programmi televisivi, eccoci di nuovo alluvionati.
Che i nostri amministratori pubblici spesso
rubino o facciano affari per sé o per il partito, tutti lo sanno. Ma il governo
ha abolito il reato di abuso d’ufficio in modo da dar loro mano libera. Eppure
ci vuol poco a prevedere che molti ruberanno o abuseranno della loro carica.
Tutti sanno come siamo fatti noi italiani.
Abbiamo secoli di malaffare, abusi, ruberie, disorganizzazioni e caos mentale.
Però, come dimostra il caso del ponte Morandi a Genova, possiamo anche farcela
a superare burocrazia e pigrizia… se vogliamo.
È che non vogliamo. Siamo gli eterni imbranati.
Anche nelle località più avanzate, come
Milano, ci sono fiumiciattoli (Seveso e Lambro) che esondano a ogni pioggia. Ma
non c’è pericolo che nessuno faccia nulla.
Carattere nazionale: la sprovvedutezza. È
difficile diventare dei paesi organizzati con questa mentalità da terzo mondo.
Cambiano i governi, di sinistra e di destra, ma chi cambia il carattere degli italioti?
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