Il termine "film
pecoreccio" si riferisce a film di carattere comico, spesso con contenuti piuttosto
espliciti, volgari o con umorismo di cattivo gusto. Questi film possono
includere commedie grottesche, parodie o storie di sesso, e di solito puntano a
intrattenere utilizzando situazioni scabrose.
In Italia, i "film
pecorecci" sono stati particolarmente popolari tra gli anni ‘70 e ‘80.
Film come quelli di Nino D'Angelo, pellicole come "La liceale", “Giovanna
coscia lunga”, “La compagna di banco”, “La supplente”, “La moglie vergine”, “La
dottoressa del distretto militare” , ecc., con tanto di generale
Catenacci/Vannacci.
Questi film avevano un certo successo
perché mettevano in scena maschere da commedia dell’arte e personaggi che
riflettevano una certa realtà italiana di bassa lega e di sicura volgarità.
In questi giorni ne vediamo un
esempio nelle vicende boccaccesche del ministro Sangiuliano, con tanto di moglie,
il quale voleva far entrare nell’orbita governativa la sua amante. Con bugie,
lacrime, pentimenti, giuramenti e contorsioni varie.
Povera Giorgia, sempre più
circondata da incapaci (che peraltro ha scelto lei). Le persone si giudicano anche dai collaboratori che si scelgono. E lei si è scelta persone che non potevano non darle problemi. Un governo di inetti cialtroni.
Rimproverando il ministro Sangiuliano, dichiara che “ non bisogna commettere errori, perché qui si fa la storia.” Ma lei di errori ne ha fatti tanti, scegliendo ministri non all'altezza: da Sgarbi alla Santanché, dal cognato Lollobrigida alla sorella, da Sangiuliano a Nordio.
Forse è lei, la sora Cecioni de' Roma, che non è all'altezza.
Più che una storia, mi sembra una farsa. Una pochade pecoreccia, con tanto di corna e
di un vecchio gabbato da una giovane arrivista.
Tutta l’Italia ride.
Almeno questo nuovo fascismo ci tiene allegri... in attesa di stangarci.
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