lunedì 23 settembre 2024

L'Uno e la coscienza

 

Abbiamo constato che i pensieri e le emozioni - che sono "mente" - agiscono concretamente e direttamente su un pezzo di materia, che è costituito dal nostro cervello e dal nostro corpo. Ma ora domandiamoci se la mente può agire su qualche altro pezzo di materia che non sia una parte  del nostro stesso corpo. Può agire sugli altri corpi?

Il fatto è che il cervello/mente ha già un collegamento con questo corpo, mentre non ha collegamenti con gli altri corpi. Però interagisce con gli altri corpi, seppure con pensieri ed emozioni. Io posso comunicare un pensiero o un’emozione con altri soggetti, scambiando informazioni che li influenzeranno. 

In sostanza, un’interazione si può sempre stabilire e questa provocherà un contagio o un contrasto, ossia un accordo o un disaccordo che si rifletterà su entrambi i soggetti.

Ma non posso stabilire questo tipo di interazione, per esempio, con un sasso, perché il sasso non ha un sistema di interazione con me, cioè non ha né un sistema percettivo né un sistema cerebrale/mentale. Ma, attenzione, se prendo il sasso e lo scaglio lontano, l’interazione che si crea sarà soggetta alla terza legge di Newton sull’azione/reazione.

Infatti, la forza che applico al sasso è soggetta alla terza legge di Newton, che afferma che per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria. In questo caso, la forza che applico al sasso (azione) genera una forza uguale e contraria che agisce su di me (reazione).

Ed ecco stabilita una relazione: il destino del sasso è legato a me.

Dunque, esistono legami più o meno stretti. Quello più lontano è tra me e il sasso, quello intermedio è tra me e un altro soggetto e quello più stretto è tra me e me stesso (corpo/mente/coscienza).

Ma un legame c’è sempre tra tutte le cose in questo universo.

Questo perché tutti gli enti nel mondo sono interrelati. Il che vuol dire che sono nati insieme e conservano un legame. Se così non fosse, non potrei far nulla per cambiare lo stato del sasso.

Tutto nell'universo è interconnesso in modi spesso sorprendenti e complessi.

Perché possiamo affermare questo?

  • Causalità: Ogni evento è il risultato di eventi precedenti e, a sua volta, ne innesca altri. Una piccola azione può innescare una reazione a catena di eventi, dimostrando come tutto sia legato in una intricata rete di cause ed effetti.
  • Sistemi complessi: Dal sistema solare alle cellule del nostro corpo, tutto è parte di sistemi interdipendenti. Una piccola modifica in una parte del sistema può avere ripercussioni su tutte le altre.
  • Teoria della relatività: Einstein ci ha mostrato come spazio e tempo siano intrecciati e come la gravità influenzi la curvatura dello spaziotempo, dimostrando l'interconnessione di tutte le cose a livello cosmico.
  • Meccanica quantistica: A livello subatomico, le particelle sono intrecciate in modo tale che lo stato di una particella influenzi istantaneamente lo stato di un'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.

Esempi pratici:

  • Ecologia: Un cambiamento climatico in una parte del mondo può influenzare le condizioni meteorologiche in altre regioni, causando siccità, inondazioni o altri disastri naturali.
  • Economia: Una crisi finanziaria in un paese può avere ripercussioni sull'economia globale, influenzando i prezzi delle materie prime e il valore delle valute.
  • Relazioni umane: Le nostre esperienze passate, le nostre interazioni con gli altri e il contesto culturale in cui viviamo plasmano chi siamo e come interagiamo con il mondo.

Il problema è che queste interazioni sono estremamente complesse.

La teoria del caos è un ramo della matematica e della fisica che studia i sistemi dinamici non lineari, ovvero sistemi in cui piccole variazioni nelle condizioni iniziali possono produrre grandi variazioni nel comportamento a lungo termine.

L'effetto farfalla è il concetto più famoso associato a questa teoria e prende il nome da un proverbio cinese: "Il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo". In sostanza, questa metafora illustra come un evento apparentemente insignificante, come il battito d'ali di una farfalla, possa innescare una catena di eventi che culmina in un fenomeno di grandi proporzioni, come un uragano.

Perché è così importante questa teoria?

  • Imprevedibilità: La teoria del caos ci mostra che molti sistemi naturali e sociali sono intrinsecamente imprevedibili a lungo termine, anche se le leggi che li governano sono ben definite.
  • Sensibilità alle condizioni iniziali: Piccolissime differenze nelle condizioni di partenza di un sistema possono portare a risultati completamente diversi.
  • Complessità: La teoria del caos ci aiuta a comprendere la complessità dei sistemi naturali e sociali, che spesso sono caratterizzati da un gran numero di elementi interagenti in modo non lineare.
  • Applicazioni: Questa teoria ha trovato applicazioni in numerosi campi, dalla meteorologia all'economia, dalla biologia alla psicologia.

Esempi concreti

  • Previsioni meteorologiche: Anche con i supercomputer più potenti, è impossibile prevedere con precisione il tempo oltre una certa soglia temporale, a causa della sensibilità alle condizioni iniziali dell'atmosfera.
  • Mercati finanziari: Un evento improvviso, come una notizia economica o un disastro naturale, può innescare una reazione a catena che porta a una forte volatilità dei mercati.
  • Sistemi biologici: Le dinamiche di una popolazione animale o la diffusione di una malattia possono essere influenzate da una miriade di fattori, rendendo difficile fare previsioni precise.

Limiti della teoria

  • Determinismo vs. caos: La teoria del caos non nega il determinismo, ma sottolinea come la nostra capacità di prevedere il futuro sia limitata dalla nostra conoscenza delle condizioni iniziali e dalla complessità dei sistemi.
  • Caos e casualità: Non bisogna confondere il caos con la casualità. Il caos è un fenomeno deterministico, ma estremamente sensibile alle condizioni iniziali.

In conclusione, la teoria del caos e l'effetto farfalla ci invitano a considerare il mondo con occhi nuovi, riconoscendo l'importanza dell'imprevedibilità e della complessità. Ci ricordano che anche i più piccoli eventi possono avere conseguenze inaspettate e di vasta portata.

Ma a noi interessa la connessione della coscienza con l’Universo.

Le domande fondamentali sono:

  • Cos'è la coscienza? È un prodotto esclusivo del cervello umano, o un fenomeno più diffuso nell'universo?
  • Come si relaziona la coscienza con la materia e l'energia? Esiste una connessione profonda tra la nostra mente e il cosmo?
  • Qual è il ruolo della coscienza nell'universo? È un semplice osservatore, o un partecipante attivo nella creazione della realtà?

Diverse discipline e filosofie hanno cercato di rispondere a queste domande, proponendo una varietà di teorie:

  • Materialismo: La coscienza è un prodotto emergente del cervello, un sottoprodotto complesso delle interazioni neurali.
  • Idealismo: La realtà è in ultima analisi mentale, e la materia è una manifestazione della coscienza.
  • Panteismo: Dio e l'universo sono identici, e la coscienza individuale è una parte di questa coscienza universale.
  • Panpsichismo: La coscienza è una proprietà fondamentale dell'universo, presente in tutte le cose, anche nelle particelle elementari.

Infine, c’è la fisica quantistica, con i suoi paradossi e le sue stranezze, che ha aperto nuove prospettive sulla relazione tra mente e materia. Alcuni scienziati hanno ipotizzato che:

  • Il collasso della funzione d'onda: L'atto di osservazione da parte di un osservatore cosciente potrebbe influenzare il comportamento delle particelle a livello quantistico.
  • L'entanglement quantistico: La connessione istantanea tra particelle entangled potrebbe suggerire una forma di non-località della coscienza.
  • La coscienza come campo unificato: Alcuni teorici hanno proposto l'esistenza di un campo unificato di coscienza che permea tutto l'universo.

Se la coscienza è parte di un tutto più grande, questo potrebbe conferire un significato più profondo alla nostra esistenza.

La nostra percezione della realtà potrebbe essere influenzata dalla nostra coscienza, suggerendo che la realtà stessa potrebbe essere co-creata.

In effetti, molte tradizioni spirituali affermano una connessione intrinseca tra l'individuo e il cosmo, un'idea che trova eco in alcune interpretazioni della fisica quantistica.

Ma, se questo fosse vero, se la coscienza fosse un campo che unifica tutto l’universo, non localizzata o localizzata temporaneamente in certi esseri, come animali e piante, in modi diversi, senza bisogno nemmeno di un cervello, allora la nostra prospettiva sarebbe sbagliata. La coscienza non sarebbe una produzione della materia, fatta cervello, ma il contrario: la materia, l’energia, sarebbero un prodotto della coscienza che decade, si congela, si rapprende. O, meglio ancora, la coscienza e la materia sarebbero forme diverse della stessa cosa, come le due facce della stessa medaglia.

Un po’ come le particelle che si presentano ora come un punto ora come un’onda, così questa entità originaria, che è tutt’uno, l’Uno, si manifesterebbe in due modi, complementari.

La realtà sarebbe sì co-creata dalle singole coscienze, ma, prima ancora, da una coscienza non localizzata che, per manifestarsi, deve anche prendere forma e posizione.

Ora, noi saremmo questo Uno che prende coscienza di sé (il Sé originario) attraverso le singole coscienze.

Dunque, sarebbe questo il nostro compito.

 

Nessun commento:

Posta un commento