sabato 21 settembre 2024

L'insoddisfazione

È inutile nasconderlo: siamo tutti insoddisfatti. Sogniamo l’amore incondizionato, troviamo una donna o un uomo, ci sposiamo, abbiamo dei figli, viaggiamo, accumuliamo soldi, troviamo un lavoro che ci piace… Ma, alla fine, manca sempre qualcosa.

Che cosa ci manca? Forse perché nella vita ci sono tante cose che non sono perfette. Forse la moglie o il marito non ci piaccciono più, non ci capiscono o hanno difetti, forse perché i figli ci danno problemi, forse perché non abbiamo abbastanza denaro, forse perché il lavoro non ci piace più, o forse perché invecchiamo e tutto cambia. E, allora, ci sentiamo sempre mancanti.

Ho sentito un prete che predicava dal pulpito e che diceva le stesse cose. Domandava: che cosa ci manca?

Naturalmente rispondeva che era Dio! (Ma anche Dio quante delusioni ci ha dato e quanto è lui stesso spesso mancante, con questa sua mania di non farsi vedere, di non farsi sentire, di fare tanti misteri… forse anche lui non c’è).

Ma il predicatore sosteneva, come tutti i preti, come per esempio Sant’Agostino, che Dio ci ha fatto manchevoli, bisognosi, insoddisfatti… proprio per farsi cercare. Pensa un po’. Che tipo contorto è.

È come se un padre o una madre ci tagliassero le gambe per renderci manchevoli, per non farci allontanare e per invocare il loro aiuto. (E molti lo fanno, psicologicamente!)

Ma converrete da me che un genitore del genere sarebbe da… uccidere o crocifiggere!

No, forse la verità è un’altra.

In realtà, non possiamo non essere insoddisfatti perché tutto passa, tutto si trasforma, i problemi e le malattie sono tanti, gli anni volano e noi ci avviamo implacabilmente verso l’invecchiamento e la fine. E questa conclusione non piace a nessuno.

L'esistenza è quella cosa che finisce sempre male. E noi cerchiamo di non pensarci o di immaginare un altro mondo, naturalmente paradisiaco.

La vita è corta e imperfetta per definizione. Qualcosa ci mancherà sempre, anche se abbiamo tanti amori, tanto denaro e tanti successi. Queste cose servono a non pensare. Guardate come è finito Alain Deon, che aveva tutto, e come finiscono tante persone di successo.

Finiscono depressi, infelici, malati. Anche i re e le principesse.

Diceva un poeta:

“Il tramonto si tinge di rosa…

ma manca sempre qualcosa!”

Siamo obiettivamente mancanti perché non siamo… in paradiso! Perché tutto, prima o poi, si deteriorerà e finirà.

Del resto il secondo principio della termodinamica, quello dell’entropia, ce lo dice chiaramente:  in un sistema isolato l’entropia tende ad aumentare nel tempo. L’entropia è una misura del disordine o della casualità di un sistema. In termini semplici, significa che i processi naturali tendono a evolversi verso uno stato di maggiore disordine o casualità.

Come possiamo essere soddisfatti se pensiamo a tutto questo?

Ma un piccolo rimedio c’è. Stare nel momento presente (noi non siamo mai veramente presenti), senza pensare né al passato né al futuro.

Non importa quanto male stiate. C’è un momento, un momento solo, in cui siete al di fuori del tempo e della coscienza, e siete felici!

Coltivate l'immersione in questo istante. E dimenticatevi di tutto. 

Dimenticatevi del mondo. Che è terribile, senza speranza.

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