Per
riprendere il discorso su cosa ci sia dopo la morte, c’è qualcuno che arriva sempre alla conclusione che la
morte non esiste. Per
esempio, c’è un giornalista di cui abbiamo già parlato, per quindici anni
reporter di guerra, Stéphane Allix che in Francia ha
pubblicato un libro che è riuscito a vendere 200mila copie intitolato
proprio: «La morte non esiste». Il giornalista e scrittore
sostiene: «Quando si muore non si smette di vivere, si cambia
mondo». Una teoria di grandissimo impatto (vecchia come il cucco) che ha approfondito in
un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Sembra che
abbia pensato qualcosa di nuovo, ma ci sono filosofi che lo hanno già affermato
millenni fa. Diciamo che oggi si aggiungono certe esperienze di tipo
tecnologico, come la rianimazione. E che la ricerca umana non si ferma.
Allix spiega come la sua non sia semplicemente una credenza o un pensiero
infondato, è bensì il frutto di anni di lavoro: «Non è che io lo pensi,
non è una credenza. Sono arrivato a questa conclusione dopo anni di indagini,
tra ricerche scientifiche e interviste. La mia è un'inchiesta
giornalistica, e mi ha portato alla convinzione che la coscienza non
scompare nel momento della morte. Esiste un aspetto più profondo e
misterioso della coscienza, e sembra che continui a esistere quando il cervello
non funziona più. Questa non è un'idea, né qualcosa che vada contro
l'osservazione scientifica; è un'esperienza che possiamo fare in molti ambiti
legati alla coscienza».
Il fulcro degli studi di Stéphane Allix si concentra sulle esperienze
di pre-morte, testimoniate in moltissimi casi da persone che hanno
combattuto tra la vita e la morte: «Vittime di incidenti che, durante i
tentativi di rianimazione, hanno avuto l'impressione di osservare la scena
dall'alto, come se fossero uscite dal proprio corpo e avessero assistito al
loro presunto decesso. La visione di una luce intensa, una profonda sensazione
di benessere, di essere immersi nell'amore, e l'incontro con cari defunti o
entità spirituali».
Il giornalista e scrittore grazie alle ricerche condotte sul campo afferma
come l'esperienza pre-morte sia l'esito di una coscienza più
profonda: «Abbiamo oggi molti studi accurati su persone che hanno subito
un arresto cardiaco: sappiamo con sicurezza dalle cartelle cliniche che il
loro cervello aveva smesso totalmente di funzionare, oppure funzionava solo al
20/30%, e nonostante ciò hanno mantenuto uno stato di coscienza molto
vivido, tant'è che dopo erano in grado di ricordarsene. Credo di aver ottenuto
evidenze consistenti che rendono molto solida l'ipotesi della vita dopo la
morte, che cioè la coscienza possa continuare a esistere dopo che il cervello
si ferma». Allix si basa su dei risultati scientifici, l'immortalità
della nostra anima di fatto nega l'esistenza della morte.
Bella scoperta! Peccato che non si possano fare simili esperienze in
condizioni normali e verificabili.
Io pongo una sola domanda: se esiste un’anima immortale, perché non la
sperimentiamo tutti e sempre? Che bisogno c’è che questa anima sia nascosta e
salti fuori a sorpresa solo in punto di morte? Che cosa si nasconde dietro a
questo nascondimento?
Forse la nostra mente normale non lo sopporterebbe?
Non cerco prove sfuggenti e personali. Ma chiare e oggettive.
Nessuno deve credere all’esistenza del Sole, dato che lo vede e lo
sente.
Infine, non si può dire che la morte non esiste. La morte esiste - ecco una cosa evidente. Ed è sempre paurosa e dolorosa.
Tutt'al più, ci possiamo chiedere che cosa ci sia dopo. Ma non negare l'esistenza della morte, che sia un passaggio o no.
Spesso mi sembra che questo modo di dire o di pensare sia un mezzo per esorcizzare la paura della morte. Che resta confermata, provata, ahimè.
Anche nella Bhagavad Gita si dice che la morte è come cambiare un abito. Ma, quando ci cambiamo l'abito, non dobbiamo soffrire o rantolare.
Come mai tutti hanno una ripugnanza istintiva per la
morte e il morire? Se, al posto dell’ombelico, avessimo un bottone, spingendo
il quale morissimo in un istante, già sarebbe meglio. Ma non l’abbiamo.
Io ho visto morire tante persone. Però nessuno è morto
sereno, ve lo assicuro… Nessuno è morto come se bevesse un bicchiere d’acqua.
Morire è sempre una cosa dolorosa e brutta.
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