La Terra è abbracciata da due forze invisibili che hanno permesso la nascita della vita come la conosciamo. Da un lato la gravità, così familiare ma al tempo stesso ancora così misteriosa. Grazie a questa si è creata un'atmosfera che può rimanere saldamente ancorata al nostro pianeta. Dall'altro lato, invece, il campo magnetico che ci permette di tenere lontani le pericolose tempeste solari.
La gravità e il magnetismo, insomma, non
sono i soli a proteggere il nostro pianeta. I sospetti iniziali risalgono
alla fine degli anni Sessanta, quando dalle prime missioni spaziali
che hanno sorvolato i poli terrestri sono stati rilevati flussi di
particelle che viaggiavano a grandi velocità in direzione dello
spazio. In assenza di altri indizi, gli scienziati avevano definito questi
flussi di particelle semplicemente come «vento polare». Da lì, però,
sono cominciate le ricerche sul fenomeno misterioso.
Per decenni non è stato trovato un modo
per studiare questa forza che, secondo le prime rilevazioni, appariva tanto
lontana dalla superficie terrestre quanto debole. La tecnologia è arrivata
solo con il nuovo millennio.
Il risultato? L'atmosfera, che dovrebbe
collassare sulla Terra per effetto della gravità, riesce così ad estendersi in
altitudine, garantendo uno "spessore" che è fondamentale per la vita.
Le particelle trasportate via da quello che era conosciuto come vento polare,
invece, sono quelle che sono riuscite a sfuggire a questa forza
elettrica, altitudini maggiori dell'atmosfera. (da un articolo di Velia
Aldich).
Insomma, non c’è niente che sfugga ad un ritmo oscillatorio e bidirezionale. Che evidentemente è il ritmo della natura. E non è pensabile che questo ritmo non riguardi anche la mente. Che infatti è piena di antinomie logiche ed emotive.
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