La natura non ha etica. I suoi
principi sono la conservazione dell’energia (la somma deve sempre rimanere
uguale) e l’equilibrio delle forze contrapposte. Il bene e il male, la
giustizia e l’ingiustizia dei singoli non la riguardano.
Però, riguardano noi, che in quanto individui,
non ci rassegniamo alle evidenti ingiustizie (per esempio, un bambino che nasce
malato, qualcuno che viene ucciso incolpevolmente, il buono che viene
perseguitato, il delinquente che si arricchisce, ecc.) e vorremmo che si
ristabilisse una giustizia, almeno nell’aldilà. Il sangue degli innocenti grida
vendetta
Per questo ci siamo inventati un Dio
che pareggi i conti. Ma, se ci fosse un Dio del genere, avrebbe per lo meno
permesso queste ingiustizie, e, per uno che dovrebbe essere Bene e amore, le
cose non tornano mai.
Quindi resta la domanda: perché esiste
una chiara ingiustizia cosmica?
Il fatto è che la giustizia esiste. Ma
nel complesso, non per gli individui.
Se tu per esempio vieni ammazzato da
un prepotente e non te lo sei meritato, stai tranquillo che il delitto verrà
compensato… nel senso che qualcun altro pagherà. Se tu hai una grande
fortuna, stai tranquillo che qualcun altro subirà una sventura… E magari
sei stato proprio tu quello che ha pagato.
Tu hai pagato per un altro. Oppure la
tua fortuna era la compensazione per la sfortuna di un altro.
In fondo, nella vicenda di Gesù c’è
proprio questa idea: uno paga per gli altri.
Per la natura, giustizia è fatta,
perché lo squilibrio è stato compensato: ma nell’insieme delle cose e non per l’individuo.
L’equilibrio è stato ristabilito, ma non per te.
Noi invece vorremmo una giustizia ad personam, non ad rem.
In questa non corrispondenza tra le
nostre pretese e la realtà, ci scopriamo numeri o mattoncini insignificanti.
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