giovedì 16 maggio 2024

Il bisogno di droghe

 

Perché così tante persone si drogano, soprattutto i giovani?

Secondo il "Rapporto nazionale sulle droghe" dell'ISS del 2020, quasi il 12% della popolazione italiana adulta ha fatto uso di sostanze stupefacenti almeno una volta nella vita.

La cannabis rimane la droga più consumata in Italia, con circa il 30% dei giovani tra i 15 ei 34 anni che ne hanno fatto uso almeno una volta nel corso dell'anno.

L'uso di cocaina, eroina, ecstasy e altre droghe sintetiche è diffuso, sebbene in misura minore rispetto alla cannabis.

Negli Stati Uniti, l'Agenzia Nazionale per il Controllo della Droga (Drug Enforcement Administration - DEA) e l’Institute on Drug Abuse (NIDA) ci dicono che nel 2020, circa 41.5 milioni di persone negli Stati Uniti avevano fatto uso di droghe illegali o di prescrizione in modo non corretto.

Il rapporto sui consumi di sostanze stupefacenti negli Stati Uniti evidenzia che la cannabis è la droga più comunemente usata, seguita da stimolanti, oppioidi (inclusi sia l'eroina che i farmaci oppiacei) e cocaina.

La crisi legata agli oppioidi è stata particolarmente grave negli Stati Uniti, con un alto numero di decessi causati da overdose di oppioidi, inclusi farmaci prescritti e droghe illegali.

Se teniamo conto che queste cifre sono certamente sottostimate e che non comprendono altre sostanze che danno comunque dipendenza, il panorama è impressionante.

Ma perché la gente si droga?

Evidentemente la vita non è un letto di rose, una “benedizione di Dio”, come ci vogliono dipingere certi ottimisti. È una fatica, uno sforzo, una tensione, una sofferenza. Tant’è vero che alla fine si muore… proprio per stanchezza.

C’è bisogno di non pensare troppo e, se le droghe naturali (sesso, ormoni, amore, religione, nazionalismo…) non fanno più effetto, ci vogliono quelle artificiali.

Ma la conclusione è sempre quella. Il Buddha aveva ragione: la vita è sofferenza, anche l’amore è provare dolore. Chi ce la fa fare? Noi no – i nostri genitori! E, quando ci tirano fuori dall’utero, ci mettiamo subito a piangere. Per forza.

Se al posto dell’ombelico avessimo un bottone per sparire, credo che qua non ci sarebbe nessuno.

 

1 commento:

  1. hai ragione.
    A questo aggiungici una difficoltà sempre più marcata a reperire un senso in questa "cosa" chiamata : vita, con le sue fragilità e precarietà.
    Quando manca una risposta ai "perchè" non c'è più scampo.
    E', questa, l'epoca del nichilismo più feroce.
    O tempora, o mores

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