I sapienti che composero l’I Ching
migliaia di anni fa scelsero otto trigrammi (combinazioni di linee intere e
spezzate) per rappresentare graficamente tutte le possibili condizioni del
cosmo, sia fisiche sia mentali. Sembrerebbe una pretesa ingenua. Ma come mai
tutti i più noti scienziati hanno sempre affermato che, prima di concepire, le
loro idee, avevano come un’immagine nella loro mente? Sembra che le immagini,
cioè certe raffigurazioni delle idee, siano apparse prima delle idee o insieme
alle idee.
Del resto, dice una citazione dell’I
Ching che “la scrittura non può rendere compiutamente le parole, le parole non
possono rendere compiutamente i pensieri…cosicché i saggi istituirono le
immagini per esprimere compiutamente i loro pensieri”. Non diceva Confucio che
un’immagine vale più di mille parole?
Oggi, in un epoca visiva, lo sappiamo
anche noi: un’immagine iconica influenza più di tante chiacchiere.
Siamo sicuri che, quando parliamo, di
un cane o di qualcuno, non ci appaia un’immagine in mente?
E certe immagini non sono descrivibili a parole.
Certe immagini (e ci aggiungo anche i
numeri) si accompagnano sempre anche alle parole più astratte e, quando gli
scienziati ci spiegano le loro idee, usano sempre immagini: il gatto vivo o
morto, il paradosso dei gemelli, i pendoli che oscillano, onde, forze, vibrazioni,
campi, ecc. E questo è ovvio, dato che ogni teoria deve essere riportata nella
realtà e confermata dalla realtà, seppur schematizzata in segni o simboli (fra
cui i numeri, le linee, i punti, i cerchi, le sfere, i quadrati, ecc.).
Sarà un caso che il nostro linguaggio
per computer si esprima con numeri, segni e simboli di ogni genere? Nei
linguaggi di programmazione, vengono utilizzati diversi simboli per scrivere
istruzioni e definire le operazioni che il computer deve eseguire. Alcuni dei
simboli più comuni includono: punto e virgola, parentesi tonde, parentesi
quadre, graffe, operatori matemateci come +, -, *, /, = ecc.
La teoria della relatività, per esempio,
esprime la sua legge fondamentale con l’equazione E=mc2, pochi
simboli per dire tantissime cose.
Proprio Einstein ci parla di uno
spazio tempo a quattro dimensioni e la fisica ci dice che le possibili
combinazioni tra forze della natura sono quattro (nucleare forte, nucleare
debole, elettromagnetica e gravitazionale). Combinazioni?
Ma perché ci sono quattro stagioni,
quattro direzioni cardinali, quattro età della vita, quattro elementi
fondamentali (terra, acqua, aria, fuoco), quattro virtù cardinali, quattro
nobili verità nel buddhismo, quattro fasi lunari, quattro fasi del ciclo
cardiaco, quattro fasi della respirazione calcolando le due pause), quattro
fasi del ciclo dell’acqua, quattro basi molecolari del DNA, quattro fasi del
sonno REM, quattro periodi in una giornata, quattro tipi di temperamenti umani,
quattro generi del tessuto umano, quattro tipi di intelligenza, quattro fasi
della mitosi cellulare, quattro le possibili combinazioni delle linee nell’I
Ching, quattro principi della teoria della relatività, ecc.?
Combinazioni? O quattro è un numero
ricorrente in tanti processi perché è il raddoppiamento del due, che è la
struttura basilare della natura cosmica?
Si può dire infatti che tutto nasca da
uno sdoppiamento di un’unità che comprende tutti i poli opposti complementari,
materiali e mentali. Per questo abbiamo due occhi, due gambe, due polmoni, due
cervelli (in senso orizzontale e verticale), due reni, ecc. Per questo abbiamo
una coscienza che, in parole povere, significa essere due in uno.
Ed è per questo che in alcune
filosofie si parla di Dio come dell’Uno – l’Uno che diventa inevitabilmente due.
Il due indica anche che tutto è ciclico, che tutto oscilla avanti e indietro, che
tutto è processo, in eterno: il tutto e il niente, l’essere e il non-essere, il
positivo e il negativo, il maschile e il femminile, il vuoto e il pieno, la
vita e la morte, il principio e la fine, e viceversa.
Non si dice che Dio è Verbo, cioè
parola? Aggiungiamo che è immagine… immagine del numero Uno?
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