lunedì 20 maggio 2024

Il peso della vita

 

La forza di gravità si chiama così perché grava su tutto e su tutti: come un peso che avessimo addosso. E, quindi, ancora una volta, le concezioni scientifiche risultano un derivato dei concetti e delle percezioni umane, e non viceversa.

Se sto attento, posso “sentire” il peso della gravità, perché devo fare uno sforzo per compiere qualsiasi movimento. Infatti, quando i miei muscoli si indeboliscono per qualche malattia o per la vecchiaia, sento benissimo lo sforzo e la fatica di muovermi.

La forza di gravità dovrebbe chiamarsi, allora, lo sforzo di gravità.

E qui si mette male, perché questo peso opprime tutti. Non siamo liberi di svolazzare come astronauti in una cabina spaziale senza gravità. Tutt’al più ci sentiamo più leggeri quando ci immergiamo nell’acqua.

Il neonato se ne accorge subito dopo essere uscito dall’acqua dell’utero materno. E si mette a piangere, perché deve affrontare il suo primo sforzo per muovere i polmoni e respirare. Ed è una fatica, tanto che qualcuno non ci riesce e muore.

Chi ha problemi di cuore o di polmoni, chi sta morendo, lo sa benissimo: respirare è una fatica.

Dunque, nasciamo già “oppressi”, E, dopo, all’oppressione fisica si aggiunge l’oppressione della vita familiare e sociale e, quindi, la sofferenza interiorizzata dalla psiche.

Insomma, fin dall’inizio sentiamo tutto il “peso” della vita, che può diventare insopportabile.

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