Il
movimento nel mondo fisico ha un riscontro nel mondo psichico: nelle emozioni,
nei pensieri, nei sentimenti, ecc. Ma, come faccio notare spesso, forse è il
contrario: sono i moti dell’animo che trovano riscontro nei moti fisici. O,
meglio ancora, tutto in questo mondo è in movimento e in cambiamento, senza
distinzioni di campo. E ogni campo, esteriore o interiore, influenza l’altro, e
ne viene influenzato, in una interconnessione totale e continua.
Poiché
le cose stanno così, è assurdo pensare che i campi siano separati, L’uno crea
ed è creato dall’altro, secondo una logica circolare, senza inizio e senza
fine. Poiché però le forze (interiori ed esteriori) vanno sempre a due a due, è
come se ci fossero tanti circoli o sfere di forze contrapposte e unite, che
sono a loro volta interconnessi, orizzontalmente e verticalmente.
Dove
finisce il soggetto e inizia l’oggetto o viceversa? Domanda cui è impossibile
rispondere.
Anche
se avessimo un supercomputer o una mente illimitata, non potremmo vedere tutte
le connessioni (fisiche e psichiche) che sono in azione. Potremmo farlo solo se
il soggetto e l’oggetto fossero del tutto separati. Ma il soggetto e l’oggetto
si sono già intrecciati e modificati a vicenda. Sono una diade.
Il
problema è che noi non siamo dei semplici osservatori distaccati, ma degli
osservatori coinvolti in ciò che osserviamo. E quindi ciò che scopriamo non è
qualcosa di oggettivo, ma qualcosa che è
sempre interpolato dal soggetto conoscente. E nessun soggetto conoscente è del
tutto separato dal contesto. Come succede nella fisica, è impossibile trovare un
sistema completamente isolato, oggettivo.
Ecco
perché la conoscenza non può essere mai oggettiva, ma sarà sempre un po’ anche
soggettiva. E, infatti, anche il soggettivo/oggettivo forma una diade in cui le
polarità sono sì distinte, ma unite in un loop, un circolo continuo.
Questo
però ci dice che la realtà è già stata influenzata dalla nostra conoscenza. E
potrebbe essere di nuovo modificata da un altro atto di coscienza.
E
certamente è modificata, ma a nostra insaputa.
Il
cane si morde la coda, ma la coda è un pezzo di sé che non potrà mai afferrare
girando in circolo. Se proprio volesse mordersi la coda, dovrebbe fermarsi. Ma,
nel nostro mondo, è impossibile fermarsi: tutto è in movimento.
Come
nel caso dell’uovo e della gallina, le cose si sono coevolute, mescolate
insieme. E noi non possiamo più andare a ritroso e districarle.
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