Confucio disse: “Che
bisogno ha la natura di pensare e di preoccuparsi? In natura tutte le cose
ritornano alla comune origine e si distribuiscono per i diversi sentieri; con
una sola azione, si realizza il frutto di cento pensieri. Che bisogno ha mai la
natura di pensieri e preoccupazioni?”
Ma chi è che non prova
almeno un po’ di stress o di ansia? Vivere è tendersi, nel bene e nel male. Non
si può vivere senza tensione, così come non può esserci energia elettrica senza
tensione.
Quando il Buddha dice che
tutto è sofferenza (dukkha) indica
proprio questo concetto. Per vivere, devi comunque stare in tensione. Anche
quando sei felice o innamorato, provi tensione. Anche quando ti concentri devi
metterti in tensione. Anche per essere attento e consapevole, ti tendi. Anche
per giocare, ti tendi.
Non si sfugge alla
tensione. Per vivere, dobbiamo tenderci come un arco che è una corda tesa fra due estremità di un bastone flessibile.
Dobbiamo tutti tenderci come un arco. Un arco che non si tendesse, a cosa
servirebbe? Chi scaglierebbe la freccia?
E poi c’è l’arco voltaico,
un tipo di scarica elettrica che si forma tra due conduttori quando viene
creato un circuito tra di essi. Questo fenomeno avviene quando viene superata
la tensione di picco tra i due
conduttori, generando luminosità e calore. Anche questi archi possono essere
pericolosi e dannosi se non controllati adeguatamente, oppure essere molto
utili in applicazioni industriali come la saldatura e il taglio dei metalli.
Solo morire è porre
termine alla tensione. E, certe volte, meditare.
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