Sembra che il termine “Dio” provenga da una radice indoeuropea
(-div) che si ritrova tanto nella parola latina deus-divo quanto in quella indiana deva. Ma che cosa significa?
La radice indoeuropea “div” ha dato origine a diverse parole
nelle lingue indoeuropee, molte delle quali sono legate ai concetti di luce,
giorno (“dies”) e divinità. Ecco alcuni esempi di parole che derivano dalla
radice “div”:
Sanskrito: “Deva” significa “dio” o “essere
celeste”.
Latino: “Deus” significa “dio” e “divinus”
significa “divino”.
Antico Irlandese: “Dia” è la parola per “dio”.
Lituano: “Dievas” è la parola per “dio”.
Antico Persiano: “Daiva” significa “demonio”, ma
originariamente indicava una divinità.
Antico Greco: “Dios” è il genitivo di “Zeus” e
significa “del dio Zeus”.
Antico Inglese: “Tiw” è il nome di una divinità,
da cui deriva “Tuesday” (martedì), il giorno di Tiw.
Queste parole mostrano come la radice “div” sia
stata adattata e trasformata attraverso le varie lingue e culture indoeuropee,
mantenendo però un nucleo semantico comune legato al divino e alla luce. E qui
viene il problema.
La parola “Dio” si riferisce al giorno, alla luce, al cielo…
insomma a ciò che riteniamo positivo, buono. Ma così si divide in due la
realtà: quella che ci sembra buona e quella che ci sembra cattiva.
E questa parte che riteniamo “negativa”, cattiva, oscura… dove
è finita? Se da una parte abbiamo ciò che riteniamo “buono” e luminoso, dall’altra
parte abbiamo ciò che riteniamo “cattivo”. Ma la parte cattiva da dove viene?
Da un anti-Dio, da un Diavolo?
Così siamo all’antico Manicheismo, che per la mente umana non
è mai finito.
No, questa contrapposizione è roba da bambini, che dividono
il mondo in due. È chiaro che la luce, il giorno e il bene hanno la stessa
origine del buio, della notte e del male… La stessa origine, la stessa utilità,
la stessa importanza.
In origine non c'è una singolarità, ma un binomio dinamico oscillante.
Abbandoniamo la parola Dio e adottiamo la parola Origine.
Tutto ha stessa origine, la luce e l’ombra, il bene e il male. Se prendiamo in
considerazione solo la parte positiva, in realtà dividiamo Dio in due e non
capiamo più nulla. Dimezziamo Dio!
Ma Dio è unico, è Uno: non ce ne sono due.
Questo errore viene fatto ancora oggi, separando due immagini
di Dio.
Se mi chiedete se io credo in Dio, vi rispondo che tutto dipende
da cosa intendiamo con questa parola. Se è il Dio dimezzato, vi rispondo di no.
Se è il Dio delle religioni, che invia profeti e salvatori, che è solo bontà e amore
(e non anche il contrario), vi dico che sono favole per bambini. Se è il Dio
Unico che crea tutto, be’ allora è come l’energia, né buona né cattiva, ovvero
buona e cattiva nello stesso tempo. Ma, in tal caso, non c’è bisogno di
credere: si constata ed è dappertutto.
C’è bisogno di credere solo a ciò che non è constatabile, che
è una nostra fantasia.
Chi dice che ci vuole fede, propone solo idee strampalate, non cose reali. E non potrà mai dimostrarle. Per questo ha bisogno di fede!
L'energia non ha bisogno di fede.
Nessun commento:
Posta un commento