Per noi che eravamo
abituati a pensare che la materia fosse costituita da tanti piccoli pallini,
gli atomi, è una sorpresa sapere dalla meccanica quantistica che la materia ha
anche una natura ondulatoria. O piuttosto si presenta come una dualità
onda-particella e può passare, a livello microscopico da uno stato all’altro. È
come se fossimo immersi in un immenso mare pieno di onde.
Sarà per questo che siamo
tutti mutevoli, indeterminati, ambivalenti e insomma ondivaghi.
Ma com’è che migliaia di
anni fa i taoisti cinesi avevano già immaginato una cosa del genere,
introducendo, nel loro simbolo dinamico dell’interazione yang/yin non una linea
retta per dividere le due polarità d’ogni forza (come sarebbe stato più
semplice), ma una linea sinusoidale che sta a indicare proprio un moto oscillatorio.
Le interazioni fra yin e yang possono essere ovviamente quattro, ma, raggruppandole in trigrammi e poi in
esagrammi di sei linee, possono essere solo 64, un numero non casuale.
Infatti una funzione
sinusoidale è caratterizzata da un andamento regolare che oscilla avanti e
indietro intorno a un valore medio. Questo tipo di oscillazione viene descritta
matematicamente dalla funzione seno o coseno e può essere rappresentata
graficamente da una linea sinusoidale che si ripete ciclicamente nel tempo.
Che ne dite? Una
combinazione?
E come mai l’alfabeto
Braille, composto dalla disposizione di sei punti in rilievo, ha 64
combinazioni possibili?
Una seconda coincidenza?
E come mai una scacchiera
è composta da 64 caselle (tanto che i primi esperimenti di Alan Turing
riguardarono proprio il gioco degli scacchi)?
Una terza coincidenza?
E come mai in un sistema binario a 6 bit, ci sono 64 possibili
combinazioni ?
Una quarta coincidenza?
E come mai, nelle combinazioni di 6 oggetti distinti presi 2
alla volta, ci sono esattamente 64 possibili combinazioni?
Una quinta coincidenza?
E come mai, in un sistema numerico a base 4, ogni posizione può
rappresentare 4 possibili valori (0, 1, 2, 3); quindi, se hai un numero a 3
cifre in base 4, ci saranno 64 possibili combinazioni?
Una sesta coincidenza?
E come mai, prendendo un insieme di 7 elementi e formando
sottogruppi di 6 elementi ciascuno, ci saranno esattamente 64 possibili
sottogruppi?
Un settima coincidenza?
E come mai nel sistema di rappresentazione dei colori RGB, ogni
canale (rosso, verde, blu) viene spesso rappresentato con 6 bit, il che
significa che ci sono 64 possibili combinazioni di colore per ciascun canale?
Una ottava coincidenza?
E come mai nel sistema di codifica Unicode a 64 bit, che è noto
come UTF-64, ci sono 64 bit possibili combinazioni di caratteri Unicode per la
rappresentazione di testi multilingue?
Una nona coincidenza?
E come mai un sistema a 6 bit può rappresentare 64 diversi stati
o configurazioni possibili, che potrebbero essere utilizzati per codificare
informazioni o valori di stato?
Una decima coincidenza?
E come mai si sono costruiti sistemi a 64 bit hanno una maggiore
capacità di elaborazione, possono offrire migliori prestazioni e possono elaborar
una quantità di dati più grande rispetto ai sistemi a 32 bit?
Una undicesima coincidenza?...
Le coincidenze cominciano
a essere un po’ troppe.
Carl Gustav Jung, il famoso psicologo svizzero, ha dedicato
parte della sua ricerca al concetto di "sincronicità", che ha a che
fare con le coincidenze significative che non sono causalmente collegate, ma
che hanno un impatto emotivo o psicologico.
Per Jung, le coincidenze significative possono riflettere la
presenza di un'unità più ampia nell'universo, collegando eventi che, anche se
apparentemente indipendenti, condividono un significato profondo per
l'individuo.
Jung ha sottolineato che le coincidenze significative non
possono essere spiegate completamente da una logica razionale o da una
connessione causale diretta. Piuttosto, ha suggerito che tali eventi potrebbero
derivare da un'armonizzazione tra l'inconscio individuale e gli eventi esterni.
E questo è il punto.
Le coincidenze per Jung rappresentano l'idea che esistono
connessioni significative tra il mondo interno dell'individuo e il mondo
esterno, e che queste sincronicità possono fornire intuizioni, orientamento o
conferme di un percorso individuale. Ma questo è esattamente l’intento dei 64
esagrammi dell’I Ching che volevano codificare, migliaia di anni fa, le
reciproche interazioni fra leggi universali e comportamenti dell’individuo.
Gli inventori di questo antico codice binario (dove le due
polarità sono yang e yin, linea intera e linea spezzata) si resero conto che
tutto è mutamento, non arbitrario o accidentale, ma conforme a certe leggi di
trasformazione.
Ogni cosa o stato dell’esistenza muta secondo leggi periodiche,
cicliche (come le stagioni o le fasi del giorno e dei movimenti di stelle e
pianeti), secondo un orientamento già insito nello stato precedente. Se uno
stato giunge al suo culmine, incomincia a decadere e muta nel suo opposto
complementare; se invece giunge al suo minimo, incomincia a crescere e si muta
nel suo opposto.
Questa interazione fra yang e yin avviene sia negli stati fisici
sia negli eventi della psiche. Le leggi
valgono per tutto, per ogni aspetto della realtà. Avanti e indietro.
Ecco perché gli antichi taoisti pensarono di poter trovare leggi
eterne nelle combinazioni di due polarità, yin e yang, raggruppate in gruppi di
tre. Le combinazioni erano quattro e venivano associate alle otto forze fondamentali,
identificate come cielo, terra, fuoco, acqua, tuono, vento e lago. Questi otto
trigrammi potevano dare origine a 64 combinazioni.
Sono poche o molte?
Se teniamo conto che devono rappresentare forze psico-fisiche
possono essere sufficienti. Anche perché, considerando le linee mutevoli, si
può arrivare per i 64 esagrammi a 4096 combinazioni possibili, più che
sufficienti per descrivere i vari stati psico-fisici.
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