Vorrei ricordare che l’unione fra due forze non ha senso senza
la loro contrapposizione, perché resterebbe un blocco senza movimento, senza
dinamismo. Ma anche la contrapposizione non ha senso senza la riunione, perché
resterebbero come due binari che precederebbero parallelamente all’infinito,
senza incontrarsi mai e dar vita a qualcosa di nuovo (il terzo).
La contrapposizione è non solo la condizione necessaria per
l’unione, ma anche la condizione necessaria per distinguere le cose.
La nostra logica lineare, logica del sì o del no, logica ad excludendum, non riesce a capire la
logica circolare, logica del sì e del no, ad includendum. (Una cosa del genere si trova nella logica booleana
di programmazione dei computer).
Le forze, a due a due, devono contrapporsi dinamicamente, in
proporzioni variabili, ma restando sempre unite. E devono restare unite
per contrapporsi, pur contrapponendosi. È come un matrimonio in cui si litiga,
ma si resta uniti.
Questa è la logica della realtà, della natura, quando sono in
gioco due forze (diadi).
Dobbiamo imparare a ragionare per contraddizione, tenendo
presente che le forze sono diadiche. Per esempio, non ragionare solo in termini
di bene o di male, di giusto o sbagliato, di progresso e regresso, ecc,, ma di
bene e di male, di giusto e sbagliato, di progresso e regresso. Sono come le
due facce di una stessa medaglia, che non per questo non resta unitaria.
Noi invece ragioniamo in termini di non contraddizione
(Aristotele), secondo catene lineari di causa-effetto: A causa B, B causa C,
ecc.
Invece dobbiamo pensare: A e B si sono coevoluti, essendo
alternativamente causa ed effetto, in un moto circolare. Al limite, tutte le
coppie diadiche di forze sono collegate fra loro, essendo nello stesso tempo cause ed effetti, se stesse e diverse
da sé.
La dissociazione nell’unità è il principio del mondo.
Il mondo è unitario nella contraddizione, non nella non-contraddizione.
Questo vale in tutti i campi, da quello fisico a quello psichico. E ciò perché
i campi duali (per esempio spirito/materia) pur differenziandosi, costituiscono
un’unione indissolubile.
A e B, yang e yin, le due polarità di ogni campo, si creano, si
sostengono e si contraddicono a vicenda.
Se lo spazio-tempo (ST) è curvo, tutto ciò che è in esso, compreso
il mondo psichico, non può seguire un movimento lineare (se non per brevi
tratti e tempi), ma deve seguire un movimento circolare. Inoltre, poiché il
tempo e la coscienza sono due facce della stessa medaglia, bisognerebbe parlare
di spazio-tempo-coscienza (STC), soggetto alle stesse leggi di curvatura.
Se vogliamo vedere lontano e superare l’attuale impasse della mente,
dobbiamo adottare una visione circolare!
E infatti pensieri, impressioni, sensazioni, sentimenti,
emozioni ed eventi seguono tutti un movimento di dialettica circolare. Se
pensiamo all’alto dobbiamo pensare al basso, se proviamo amore dobbiamo provare
odio, se siamo felici dobbiamo essere infelici, se abbiamo successo dobbiamo
avere insuccesso.
Questo perché la coscienza crea ed è creata da ciò di cui è
cosciente.
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