giovedì 9 maggio 2024

Dio: una nuova visione

 

Anche se io uso ancora la parola “Dio”, non la interpreto più in senso classico come un Essere onnipotente e misericordioso che veglia su ciascuno di noi (allora significherebbe che si distrae spesso), ma come l’Origine senza inizio che dà origine a tutte le cose fissando determinate regole implacabili. È l’ordine, la legge o la via, al di là del bene e del male, e dei pensieri e sentimenti duali.

Come tale non può essere un giudice che premia qualcuno e condanna qualcun altro (altrimenti farebbe il male). Il meccanismo del premio o del castigo, della fortuna o della sfortuna, del successo o del fallimento è già attivo nelle regole del mondo, che devono bilanciare ogni cosa, individualmente e universalmente.

Per esempio, un bambino che nasce malato è la conseguenza di qualcun altro che ha commesso un errore, turbando l’equilibrio generale.

Dio è un’astrazione che ci siamo creati noi perché, spesso. ci sentiamo sperduti e perduti – e vorremmo ancora avere un Padre o una Madre celeste che ci proteggesse. Ma un Dio del genere ce lo siamo inventato noi in una visione distorta (antropomorfa) delle cose, e anche l’amore è un’illusione dovuta alla necessità di riprodurci. Un vecchio che non ha più questa necessità vede le cose in maniera diversa.

Un individuo come Gesù non aveva capito il meccanismo retributivo generale e imparziale, che non ha niente a che fare con i premi o i castighi, ma con il rispetto della legge dell’equilibrio. E lui stesso è stato la vittima di questa ignoranza,

Il cosiddetto bene e il cosiddetto male sono uniti in una diade di due forze controbilanciate, per cui, se fai il “bene”, poni in essere il male, contro di te o contro altri.

 

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