Non limitarti ad accettare la vita. Domandati perché sia stata
fatta così e se non si poteva fare in un altro modo. Fai come i bambini che,
ancora freschi di nascita, domandano il perché di tutto. Non dare per scontato
che questo sia il meglio che potessi avere. Non dico che sia il peggio, ma
quasi.
Se incontrassi Dio, gli chiederei: “Ma non si poteva fare
qualcosa di meglio? Mi sembra che tu o gli dei vi siate trattati meglio! A voi
l’immortalità e a noi..? Due pesi e due misure.” (Le stesse cose le diceva il
sumero Gilgamesh, prima ancora della Bibbia).
A queste domande i credenti rispondono sempre: “Chi sei tu che
ti permetti di criticare l’opera di Dio?” (Come dire, il Capo ha sempre
ragione).
Io però risponderei: “Se ho la facoltà di pensare, io penso con
la mia testa. E penso che non tutto sia stato fatto bene. Anzi, parecchie cose
sono fatte proprio male, tirate via. Per esempio, mi rendo conto che l’uomo è un
esperimento, una cavia, un mezzo. E anche i nostri conigli che usiamo come
cavie, se pensassero, porrebbero qualche obiezione.”
Non c’è scritto nella Bibbia: “Voi sarete come dei?”
Sì, ma quando?
Nessun commento:
Posta un commento