giovedì 9 maggio 2024

Tempo circolare e tempo lineare

 

Abbiamo detto che il primo movimento creativo è stato la fluttuazione dall’uno al due. Ma non c’è stata una divisione netta in una coppia di due cose: c’è stato uno sdoppiamento in due polarità che sono contrapposte ma rimangono unite, l’una indispensabile all’altra e ciascuna indispensabile a tenere in equilibrio il tutto. È come la buccia di una banana (o di molteplici banane interconnesse) che si divide in due, ma rimane attaccata alla base. Si è formata quella che io chiamo una diade, che ha segnato la successiva creazione, nel senso che si sono generate tutte le diadi, compresa quella di tempo/eternità: il tempo sta a indicare che le cose avvengono in successione, mentre l’eternità indica che il ciclo è eterno e circolare (non a caso gli orologi classici hanno forma circolare con le [due] lancette che girano tornando al punto di partenza (12 o 24) in un movimento senza inizio e senza fine (l’eterno ritorno).

Anche il tempo cosiddetto lineare è circolare, nel senso che un giorno, ritornerà su stesso: siamo ancora nella prima  metà del moto pendolare. Per il momento, esiste un tempo circolare interno (quello delle stagioni, delle fasi del giorno, ecc.) ed esiste un tempo lineare esterno che non ha ancora finito il primo semi-giro. Ma entrambi sono infiniti. C’è una differenza solo di ampiezza.

Una diade fondamentale resta quella spirito/materia, cioè lo sdoppiamento in due poli (materia/mente o interno/esterno) che sono contrapposti ma uniti, indispensabili l’uno all’altro. E questo significa che dove c’è materia (l’esterno), là c’è coscienza (l’interno).

Poiché le diadi sono tutte interconnesse (in senso verticale e in senso orizzontale), dando origine a tutto ciò che percepiamo, vuol dire che il tutto costituisce un’unica rete o schiuma di pieni e vuoti, al punto che non c’è più un centro o un inizio privilegiato. Il Tutto è una struttura multidimensionale il cui centro è dappertutto e la cui circonferenza è in ogni luogo. Ogni diade è unita a tutte le altre, con la conseguenza che, trattandosi sempre di processi dinamici, si crea un intrico brulicante di vita e di coscienza. È come un insieme di catene in cui ogni anello – inteso come processo dinamico che oscilla di continuo - è agganciato, direttamente o indirettamente, a tutti gli altri.

La struttura a diadi riguarda tutte le forze, intese come campi d’azione di processi bipolari. E quindi ne risulta una specie di rete neurale, in cui i vari neuroni sono tutti collegati fra di loro. Non a caso il cervello è fatto così. Ma anche l’universo.

Questo riguarda non solo le connessioni fisiche ma anche quelle psichiche: il modello è lo stesso: la natura, trovando una struttura che funziona, che è valida per i suoi scopi, non sta certo lì a trovarne un’altra e a sprecare tempo ed energia!

Un esempio tipico è il feto umano, che impiega un modello unico, adattandolo di volta in volta ai maschi e alle femmine. Lo stesso avviene per tutte le diadi, che seguono un unico schema.

Sono d’accordo con Kant che non possiamo conoscere le cose in sé, ma per il semplice motivo che non sono mai in sé, ma sempre per una relazione, come due gemelli siamesi, con due teste ma un unico corpo (comunque duale). Ma non è vero che le cose siano indipendenti da noi; in realtà sono tutte interdipendenti. E, come enti che sono interconnessi, anche noi possiamo fare la differenza e influenzare gli eventi.

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